"Paternità indesiderata": che fare?

Gentili Dottori,

Mi trovo in una fase di impasse molto delicata e vorrei ricevere qualche spunto da chi - come voi - si trova spesso a sentire storie simili.


Ho 34 anni e dopo quasi un anno di frequentazione con una donna di 37 anni - a causa di una nostra leggerezza - un paio di settimane fa abbiamo scoperto di aspettare un figlio.


La notizia ci ha scioccato entrambi, ma mentre lei è assolutamente convinta ad andare avanti, io non lo sono per niente.
Il nostro non è un rapporto rodato, non viviamo nemmeno insieme e non c'è chissà che sentimento forte a legarci (almeno da parte mia).
Verso questa persona provo affetto, le voglio bene, ma non sento quella connessione che mi fa immaginare una vita insieme.


Ho provato a parlarne con lei, ma un po' per convinzioni personali un po' per l'età lei è motivata a proseguire, dicendo cose tipo "Ok, non lo abbiamo programmato, ma è successo, dobbiamo affrontare la realtà" e alle mie osservazioni circa il salto nel buio che rappresenterebbe iniziare questa avventura insieme lei ribatte con un "Dobbiamo essere ottimisti".


Lei ha manifestato l'intenzione - nel caso in cui rimanessi della mia idea - di tornare a casa della madre in Russia.
Io sono molto combattuto: da una parte sento ovviamente una responsabilità, dall'altra però non so quanto possa essere positivo iniziare qualcosa come una famiglia per puro senso del dovere, senza sentire coinvolgimento e gioia.
Poi ogni tanto penso: e se poi questo bambino mi piacesse?
Se, vedendolo, me ne innamorassi?
Se fosse semplicemente il destino ad avermi preparato questa sorpresa e dovessi assecondarlo?


Grazie per l'ascolto.
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.9k 605
Gentile utente,

a fronte di tutte le Sue domande,
ad es. "Se fosse semplicemente il destino ad avermi preparato questa sorpresa e dovessi assecondarlo?",
c'è una unica certezza, questa:
non utilizzare *contraccettivi sicuri* mette fortemente a rischio di gravidanze indesiderate (oltre che a malattie anche gravi).
Questo noi Specialisti lo diciamo, lo gridiamo; anche attravero le risposte ai consulti e a quanti le leggono.

Il figlio ora c'è.
Per le legge italiana è la donna che decide se interrompere la gravidanza attraverso IVG o tenerlo.
Il 'padre biologico involontario' non ha nessuno che lo possa consigliare, si tratta di fare delle scelte personali, ognuna con dei pro e dei contro:
. limitarsi a mantenerlo economicamente (questo è un obbligo)?
. fare il padre, ma non il compagno della madre?
. provare a costruire la coppia nei 9 mesi che ha davanti?
. altra tipologia di relazione?

L'unica (non) scelta piuttosto triste è di aspettare e vedere: "e se poi questo bambino mi piacesse? Se, vedendolo, me ne innamorassi?", anche perchè dei figli in molti momenti si può essere innamorati, e in altri stanchi o irritati.

E dunque la domanda non è "che fare?", come da titolo,
bensì:
'sono chiamato/nella necessità di riflettere seriamente' sul mio ruolo, sulla mia vita, sulle scelte'.
Il "che fare" viene di conseguenza.

Sull'importanza psicologica della presenza paterna nello sviluppo del* bambin* potrà leggere
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6803-neo-papa-obbligati-a-casa-per-legge.html nel capitolo con lo stesso titolo
e https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3225-padri-la-legge-c-e-ma-non-basta.html .

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Attivo dal 2021 al 2023
Ex utente
Grazie per la sua risposta Dottoressa,

Ho riflettuto molto sia da solo che con la mia Lei e siamo orientati sul tentare la convivenza e cercare di dare vita a una coppia vera, in vista della nascita del bambino.

Ha qualche suggerimento in proposito? Ritiene potrebbe essere utile essere seguiti da uno specialista, data la delicatezza della situazione o bisogna solo vedere come va', facendo fare alla natura il suo corso?

Grazie
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.9k 605
Gentile utente,

"La natura fa il suo corso", per utilizzare parole Sue; cioè il corpo della donna è predisposto per proteggere e far crescere il figlio.
Ma la relazione non fa parte della natura, la relazione di coppia è una costruzione umana. E in quanto tale va tutelata, fatta crescere e maturare.

Vista la delicatezza della situazione, concordo che un aiuto psicologico Vi sarebbe di grande utilità: essere in tre ancor prima di essere diventati 'coppia consolidata' non è poi così semplice! Ma neppure impossibile.
Siete di fronte a una bella sfida, che racchiude però possibilità di successo: diventare papà e compagno in un sol colpo è una avventura emozionante, se supportati.
Cercate una terapeuta donna (in considerazone della gravidanza) e con esperienza.

Se ritiene, ci tenga al corrente; noi ci siamo.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
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