Vergogna, sofferenza e avversione sessuale

Buongiorno, sono un ragazzo di 28 anni e purtroppo mi trascino da quasi sempre un problema a livello fisico (terza classe scheletrica, morso aperto) che va ad influire sul mio aspetto che non ho mai accettato (sto affrontando ora un percorso prechirurgico per gli interventi).
Ho fatto 4 anni di psicoterapia privatamente iniziando 1 volta a settimana per poi scalare 1v.
al mese.
Non ho trovato quasi nessun giovamento con questa psicologa, sono sempre rimasto "bloccato" e non avendo alcuna conoscenza rimanevo sempre a casa la sera (anche se torno tardi da lavoro, e purtroppo non ho colleghi essendo autonomo...).
anche se in realtà non mi ha mai pesato più di troppo.
Purtroppo sono cresciuto come ultimo figlio in una famiglia oppressiva e ignorante, oltre che poco comprensiva nei confronti del mio disagio fisico, subendo tra l'altro anche spesso e volentieri sminuizioni su tutto.
Non ho amicizie e quindi nessuna esperienza con ragazze, ho avuto diverse occasioni di fare esperienze sessuali a 13/14 anni e l'averle rifiutate potrebbe avermi bloccato anche sul punto di vista sessuale oltre ad un esperienza purtroppo "traumatica" sempre a quell'età... Ora provo un minimo di desiderio ma purtroppo non riesco a trovare il coraggio nemmeno di andare a pagamento in quanto oltre al lavoro non riesco a fare nulla, ho inoltre timore anche solo ad entrare in un negozio.
la cosa "contorta" è che ad esempio in un supermercato piena di gente ho vergogna ad entrare, ma in una banca no... Tutto ciò non mi ha bloccato a livello di obiettivi, infatti ho acquistato casa e dovrei andarci a vivere da solo a breve... Il punto è... Ho conosciuto una ragazza online (distante 600km) che mi avrebbe voluto incontrare quest estate... questa ragazza anche se un pochino narcisista e con un passato di relazioni finite male si è innamorata, facendo innamorare anche me tanto da non riuscire a staccarci quasi mai, ci scrivevamo spesso su whatsapp e tutte le sere stavamo al telefono per ore, affrontando anche argomenti intimi e provocandomi lei per prima sessualmente... mi ha trasmesso sensazioni a livello chimico molto forti, facendomi addirittura piangere inizialmente forse per l'eccesso di emozioni represse da anni.
Tuttavia sapendo della mia paura di incontrarsi lei ha sempre cercato di tranquillizzami, mi ha praticamente cambiato e fatto conoscere una parte di me che non sapevo esistesse, ma purtroppo non avendo il coraggio di incontrarla si è tirata indietro lentamente... Questa esperienza durata 3 mesi ha fatto più "lavoro" di 4 anni di psicoterapia (avrò sicuramente sbagliato psicologa) e mi ha dato una forte sensazione di benessere e affetto che purtroppo non sono bastati a farmi affrontare queste paure... così come non lo ho mai superate per andare a "pagamento".
Ora soffro e mi sto mangiando le mani cercando di trovare le colpe che mi hanno fatto perdere questa esperienza, Non avendo avuto altri episodi potrebbe essere proprio della famiglia oppressiva la colpa maggiore?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
l'essere giunto a 28 anni, con un'esperienza lavorativa autonoma di lunga data, l'acquisto di una casa e il conseguente prossimo trasferimento, fa di Lei non più un ragazzo, ma un giovane uomo.

Ciò, a mio avviso, significa che se desidera che le cose cambino, è giunto il momento di cambiare la prospettiva da cui osservarle ed iniziare a lavorare seriamente su di sé.

Ritengo che andare alla ricerca di "colpevoli" (di volta in volta le problematiche fisiche, la psicologa, la ragazza che si è defilata, la sua famiglia...) non sia una strategia efficace per cercare di risolvere il disagio che ad oggi perdura e che si manifesta in particolare con la vergogna e l'ansia sociale.

Neppure una relazione a distanza, rimasta virtuale, o un rapporto mercenario sono secondo me utili, perché in entrambi i casi manca il mettersi in gioco davvero, in prima persona, rischiando un rifiuto.

Le emozioni e i brividi provati con la ragazza di cui si è innamorato sono però importanti: avendone avuto esperienza, in primo luogo sa che lo può replicare e in secondo luogo sa che cosa cercare e in che direzione le interessa andare. Questo è un presupposto basilare: se so dove voglio andare, devo "solo" definire il percorso da seguire per raggiungere la meta.

Si lasci alle spalle ciò che è stato ed inizi a creare le condizioni ottimali per ciò che sarà. Se ci riesce, da solo. In alternativa, con l'ausilio di un nuovo professionista che la affianchi nel suo cammino.

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta e per i consigli, mi rendo conto che dovrei essere un giovane uomo ma sento di essere intrappolato nel bambino eterno ed è come se una parte di me rifiutasse e soffrisse nel diventare "grande", nonostante abbia sempre avuto una direzione cosciente già da adolescente su quello che avrei voluto fare nella vita, riuscendoci per il momento e facendo dei passi importanti, cercando sempre di migliorare nel mio lavoro...

C'è anche il fatto che vedere la mia famiglia costantemente che mi blocca e mi pesa, così come mi pesano tutte quelle frasi negative e diminutive che anche se dette senza rabbia ma costantemente e ripetutamente in un età delicata, durante la crescita, mi hanno diciamo "annullato"... anche moralmente sento che una relazione, un'esperienza sessuale o anche una conoscenza mi da l'idea una cosa "sporca"... so che non è così e può essere frutto anche delle esperienze avute precocemente...

Quanto alla relazione a distanza non avevo scritto di esser riuscito con non poche difficoltà (ansie generate da chi mi sta attorno prevalentemente) ad affrontare il viaggio da solo e ad incontrarla ma purtroppo ho deciso di andarmene dopo una conversazione molto banale (da parte mia) di pochi minuti... un vero disastro... purtroppo c'era l'imbarazzo anche di avere davanti una bella ragazza...

La ringrazio nuovamente e valuterò di affrontare un percorso con altro professionista...
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Spesso le gabbie in cui ci sentiamo intrappolati ce le siamo costruite con le nostre mani e le manteniamo chiuse a doppia mandata, temendo il cambiamento, con la scusa che noi siamo fatti così, o con l'alibi che gli altri ci hanno fatto cosà.

Forse la vita le sta chiedendo un "salto" evolutivo e sta a Lei decidere se è il momento giusto per prendere la rincorsa ed effettuarlo.
Le allego questa lettura che, sebbene al femminile, parla proprio di cambiamento: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5951-in-un-posto-bellissimo.html

Il 2022 sta per nascere: anno nuovo, vita (e testa) nuova?
;-)

Saluti cordiali.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Utente
Utente
La vita mi ha dato più opportunità che purtroppo per paura non ho saputo gestire o affrontare, purtroppo l'aspettativa mi ha sempre dato sensazioni un pò strane, taglienti e finchè sentirò gli "occhi del giudizio" ovvero la mia famiglia sarà "così". Fortunatamente ho la possibilità di potermi trasferire a breve e sicuramente cambierà qualcosa...

La ringrazio Dr.ssa per il tempo e l'attenzione dedicata e le auguro Buone feste.
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