Quando una relazione si definisce "tossica"?
Relazione di 10 mesi, vissuta più telefonicamente che dal vivo per i suoi turni di lavoro.
Ho continuato la relazione per le attenzioni che mi dava e perché lo vedevo un uomo molto concreto, me ne sono innamorata.
Staccava tardi da lavoro e passava per casa mia, togliendosi ore di sonno, l'ho sempre apprezzato.
Mi ha parlato da subito di convivenza e per quanto mi sembrasse assurdo, ho iniziato a convincermi che potesse essere la soluzione alla distanza, come diceva lui ed un modo per creare insieme il nostro futuro (ha parlato di figli).
Iniziano i litigi.
Lui alza facilmente la voce, rinfaccia il tempo che mi dedica, usa un linguaggio scurrile (anche nei miei confronti, preso dalla rabbia), mi lascia ad ogni litigata, ma poi torna senza chiedere scusa.
Ho paura di giustificarlo, perché so di sbagliare tanto anch'io.
Puntualizzo troppo, non so affrontare i litigi.
Il giorno del suo compleanno non lo raggiunsi, avevo intenzione di lasciarlo perché mi attribuì un appellativo molto poco carino durante una litigata e per 20 giorni lo allontanai.
Me lo rinfaccia sempre.
La mia vita lavorativa è più serena, mi rinfaccia di non capire la sua.
Ci provo a capirlo, ma spesso non riesco, perché lui non vuole confrontarsi o non riusciamo a farlo in maniera costruttiva.
Mi dice che è il suo modo di fare, che dimostra coi fatti, non con le parole.
Mi rinfaccia di non averlo ancora invitato a casa mia anche se ha conosciuto i miei, mentre io sono stata ad un matrimonio con la sua famiglia, e di non conoscere le mie amiche.
È vero, ma io mi sento confusa se litighiamo ogni settimana.
I primi due giorni di litigio io riesco a mantenere la calma, essere comprensiva, poi mi sento anche presa in giro e tendo ad allontanarlo.
E lo escludo anche per cose che lui ritiene più serie, come una visita medica.
Non si fida di me, inventa cose, si sveglia al mattino e pone un problema già attaccandomi e descrivendomi come una persona cattiva che vuole ferirlo.
Alla fine, ho capito che entrambi siamo fragili.
Lui non gestisce bene la rabbia, mi allontana perché vuole che io lo cerchi per ricevere conferme.
Io trovo questo atteggiamento poco sano, puntualmente lui mi risponde che quando io lo volevo allontanare, lui mi ha fatto capire con i fatti il suo amore, venendo sotto casa per chiarire (e rinfacciare!).
Mi sembra di avere due persone di fronte, una che trovo bellissima e l'altra che vorrei almeno comprendere e capire come affrontare e se voglio affrontare.
Sono stanca di litigare per cose futili ogni settimana, di essere descritta come non mi vedo e non mi vedono i miei familiari.
Vorrei che anche lui fosse la mia famiglia, ma questi problemi di comunicazione mi fanno sentire il bisogno di stare da sola e mi fanno tenere tutto ancora in superficie.
Senza di lui sto male, ma mi sento più leggera.
Vorrei essere leggera, insieme a lui e per lui.
Possibile o la nostra è una relazione tossica, da chiudere e forse dove ognuno deve lavorare sui propri problemi emotivi?
Ho continuato la relazione per le attenzioni che mi dava e perché lo vedevo un uomo molto concreto, me ne sono innamorata.
Staccava tardi da lavoro e passava per casa mia, togliendosi ore di sonno, l'ho sempre apprezzato.
Mi ha parlato da subito di convivenza e per quanto mi sembrasse assurdo, ho iniziato a convincermi che potesse essere la soluzione alla distanza, come diceva lui ed un modo per creare insieme il nostro futuro (ha parlato di figli).
Iniziano i litigi.
Lui alza facilmente la voce, rinfaccia il tempo che mi dedica, usa un linguaggio scurrile (anche nei miei confronti, preso dalla rabbia), mi lascia ad ogni litigata, ma poi torna senza chiedere scusa.
Ho paura di giustificarlo, perché so di sbagliare tanto anch'io.
Puntualizzo troppo, non so affrontare i litigi.
Il giorno del suo compleanno non lo raggiunsi, avevo intenzione di lasciarlo perché mi attribuì un appellativo molto poco carino durante una litigata e per 20 giorni lo allontanai.
Me lo rinfaccia sempre.
La mia vita lavorativa è più serena, mi rinfaccia di non capire la sua.
Ci provo a capirlo, ma spesso non riesco, perché lui non vuole confrontarsi o non riusciamo a farlo in maniera costruttiva.
Mi dice che è il suo modo di fare, che dimostra coi fatti, non con le parole.
Mi rinfaccia di non averlo ancora invitato a casa mia anche se ha conosciuto i miei, mentre io sono stata ad un matrimonio con la sua famiglia, e di non conoscere le mie amiche.
È vero, ma io mi sento confusa se litighiamo ogni settimana.
I primi due giorni di litigio io riesco a mantenere la calma, essere comprensiva, poi mi sento anche presa in giro e tendo ad allontanarlo.
E lo escludo anche per cose che lui ritiene più serie, come una visita medica.
Non si fida di me, inventa cose, si sveglia al mattino e pone un problema già attaccandomi e descrivendomi come una persona cattiva che vuole ferirlo.
Alla fine, ho capito che entrambi siamo fragili.
Lui non gestisce bene la rabbia, mi allontana perché vuole che io lo cerchi per ricevere conferme.
Io trovo questo atteggiamento poco sano, puntualmente lui mi risponde che quando io lo volevo allontanare, lui mi ha fatto capire con i fatti il suo amore, venendo sotto casa per chiarire (e rinfacciare!).
Mi sembra di avere due persone di fronte, una che trovo bellissima e l'altra che vorrei almeno comprendere e capire come affrontare e se voglio affrontare.
Sono stanca di litigare per cose futili ogni settimana, di essere descritta come non mi vedo e non mi vedono i miei familiari.
Vorrei che anche lui fosse la mia famiglia, ma questi problemi di comunicazione mi fanno sentire il bisogno di stare da sola e mi fanno tenere tutto ancora in superficie.
Senza di lui sto male, ma mi sento più leggera.
Vorrei essere leggera, insieme a lui e per lui.
Possibile o la nostra è una relazione tossica, da chiudere e forse dove ognuno deve lavorare sui propri problemi emotivi?
[#1]
Gentile utente,
parto dal Suo titolo:
"Quando una relazione si definisce "tossica"?"
Tenga conto che "tossica" non è una definizione scientifica, non si trova nei manuali che elencano le patologie. E dunque partiamo dal significato del verbo 'in/tossica/re:
'avvelenare, corrompere, inquinare, pervertire, turbare, indebolire'.
Una relazione intossica quando svaluta costantemente, quando manipola, quando crea dipendenza affettiva o sessuale oppure la perpetua; quando c'è ricatto emotivo, violenza psichica e/o fisica, critica continua. Quando non sostiene nella crescita personale.
La "tossicità" è di vario grado e livello.
Contrariamente a quanto si ritiene comunemente, non sempre c'è una vittima e un* carnefice; spesso le due persone sono complementari. Per tale motivo è difficile sciogliere l'incastro malefico.
E questa è anche la ragione per cui occorre chiedere aiuto allo Specialista:
per riconoscere, per liberarsi, per ripristinare l'autostima fortemente danneggiata.
____________________
Quanto sopra descritto desidera "farLe da specchio", affinchè Lei stessa vi si possa specchiare e eventualmente riconoscere.
Infatti da un semplice scritto, che peraltro presenta unicamente il Suo punto di vista, non è possibile fare una diagnosi. L'unica cosa che posso dire è che traspare il Suo malessere dentro a questa relazione.
Consiglio dunque di chiedere aiuto di persona, in presenza, ad un* Psicolog* iscritt* all'Albo Nazionale.
Saluti corfdiali.
Dott. Brunialti
parto dal Suo titolo:
"Quando una relazione si definisce "tossica"?"
Tenga conto che "tossica" non è una definizione scientifica, non si trova nei manuali che elencano le patologie. E dunque partiamo dal significato del verbo 'in/tossica/re:
'avvelenare, corrompere, inquinare, pervertire, turbare, indebolire'.
Una relazione intossica quando svaluta costantemente, quando manipola, quando crea dipendenza affettiva o sessuale oppure la perpetua; quando c'è ricatto emotivo, violenza psichica e/o fisica, critica continua. Quando non sostiene nella crescita personale.
La "tossicità" è di vario grado e livello.
Contrariamente a quanto si ritiene comunemente, non sempre c'è una vittima e un* carnefice; spesso le due persone sono complementari. Per tale motivo è difficile sciogliere l'incastro malefico.
E questa è anche la ragione per cui occorre chiedere aiuto allo Specialista:
per riconoscere, per liberarsi, per ripristinare l'autostima fortemente danneggiata.
____________________
Quanto sopra descritto desidera "farLe da specchio", affinchè Lei stessa vi si possa specchiare e eventualmente riconoscere.
Infatti da un semplice scritto, che peraltro presenta unicamente il Suo punto di vista, non è possibile fare una diagnosi. L'unica cosa che posso dire è che traspare il Suo malessere dentro a questa relazione.
Consiglio dunque di chiedere aiuto di persona, in presenza, ad un* Psicolog* iscritt* all'Albo Nazionale.
Saluti corfdiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Buongiorno,
quando si parla di violenza psicologica, ed in particolare di violenza contro le donne, viene sempre sottolineato un aspetto a dire poco inquietante, cioè il funzionamento stesso della violenza.
Si parla di "ciclo" della violenza, che ha una finalità ben precisa: confondere la donna per cercare di renderla colpevole, arrendevole, per tenerla in pugno.
Come funziona il ciclo della violenza? All'inizio c'è la luna di miele: l'uomo è molto premuroso, presente, ricopre di attenzioni. Poi inizia ad essere svalutante, aggressivo, e a rinfacciare. Ed è quando vuole fare pace con la propria compagna, che dice "Va bene, ma non lo fare più", oppure "Sei stata tu a farmi perdere la pazienza".
Ricomincia un periodo di relativa pace, per poi tornare a litigare con le modalità spiegate sopra, anche perché l'uomo in questi casi desidera fare terra bruciata attorno alla donna (propone la convivenza, magari lontana dagli affetti della donna, oppure di rinunciare al lavoro, ecc...), per renderla così impotente, sola, e senza nessun tipo di aiuto, e senza una indipendenza economica.
Devo dire che, per come descrive la situazione, a me non piace per niente la dinamica dei fatti, e fortunatamente Lei, pur essendo confusa, ben lo percepisce.
Non è sano venire insultata dal partner. Per NESSUNA ragione. Neppure se si ha torto marcio! In casi di violenza psicologia, l'uomo cerca sempre di fare sentire la donna colpevole, ma non è così.
Sono d'accordo con Lei sul fatto che la fragilità sia qualcosa che riguarda entrambi, ma Lei può occuparsi solo di se stessa, non può occuparsi di un altro, nè cambiarlo e, a scanso di equivoci, non saranno la comprensione, il perdono, l'amore a far cambiare quest'uomo.
Quest'uomo appare semplicemente come svalutante, aggressivo, problematico. Ed è un problema non certo Suo.
A mio avviso Lei che scrive dovrebbe, come Le ha proposto anche la dott.ssa Brunialti, cercare un aiuto psicologico per se stessa da uno psicologo psicoterapeuta per uscire dal circolo in cui si trova ora e ritrovare la serenità.
E' senza dubbio bello essere innamorate, ma quello che Lei ha descritto non ha nulla a che vedere con una relazione sana.
Se vuole, può leggere il libro di Lucia Annibali che descrive molto bene questa dinamica, dal titolo "Io ci sono. La mia storia di non amore".
Restiamo, in ogni caso, a disposizione per qualsivoglia chiarimento.
Cordiali saluti,
quando si parla di violenza psicologica, ed in particolare di violenza contro le donne, viene sempre sottolineato un aspetto a dire poco inquietante, cioè il funzionamento stesso della violenza.
Si parla di "ciclo" della violenza, che ha una finalità ben precisa: confondere la donna per cercare di renderla colpevole, arrendevole, per tenerla in pugno.
Come funziona il ciclo della violenza? All'inizio c'è la luna di miele: l'uomo è molto premuroso, presente, ricopre di attenzioni. Poi inizia ad essere svalutante, aggressivo, e a rinfacciare. Ed è quando vuole fare pace con la propria compagna, che dice "Va bene, ma non lo fare più", oppure "Sei stata tu a farmi perdere la pazienza".
Ricomincia un periodo di relativa pace, per poi tornare a litigare con le modalità spiegate sopra, anche perché l'uomo in questi casi desidera fare terra bruciata attorno alla donna (propone la convivenza, magari lontana dagli affetti della donna, oppure di rinunciare al lavoro, ecc...), per renderla così impotente, sola, e senza nessun tipo di aiuto, e senza una indipendenza economica.
Devo dire che, per come descrive la situazione, a me non piace per niente la dinamica dei fatti, e fortunatamente Lei, pur essendo confusa, ben lo percepisce.
Non è sano venire insultata dal partner. Per NESSUNA ragione. Neppure se si ha torto marcio! In casi di violenza psicologia, l'uomo cerca sempre di fare sentire la donna colpevole, ma non è così.
Sono d'accordo con Lei sul fatto che la fragilità sia qualcosa che riguarda entrambi, ma Lei può occuparsi solo di se stessa, non può occuparsi di un altro, nè cambiarlo e, a scanso di equivoci, non saranno la comprensione, il perdono, l'amore a far cambiare quest'uomo.
Quest'uomo appare semplicemente come svalutante, aggressivo, problematico. Ed è un problema non certo Suo.
A mio avviso Lei che scrive dovrebbe, come Le ha proposto anche la dott.ssa Brunialti, cercare un aiuto psicologico per se stessa da uno psicologo psicoterapeuta per uscire dal circolo in cui si trova ora e ritrovare la serenità.
E' senza dubbio bello essere innamorate, ma quello che Lei ha descritto non ha nulla a che vedere con una relazione sana.
Se vuole, può leggere il libro di Lucia Annibali che descrive molto bene questa dinamica, dal titolo "Io ci sono. La mia storia di non amore".
Restiamo, in ogni caso, a disposizione per qualsivoglia chiarimento.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile utente,
Dispiace che, pur dopo molti giorni, Lei non abbia fornito un riscontro alle risposte ricevute.
Dott. Brunialti
Dispiace che, pur dopo molti giorni, Lei non abbia fornito un riscontro alle risposte ricevute.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Ringrazio per il vostro riscontro ed interesse.
Purtroppo io mi sento "intossicata".
Ci sono stati tanti litigi per la sua gelosia che lo ha portato anche ad inventare cose tipo "Tu stamattina sei uscita", solo perché per 40min non ho risposto al cellulare, stavo pulendo casa! Discussioni nate per i social, dove ho cancellato il mondo perché lui si fissava sempre con qualcuno. Lui vive come se il tradimento fosse dietro l'angolo. Se mi addormento la sera senza dargli la buonanotte per lui potrebbe significare che sono uscita! Ha avuto delle scottature in passato, ci vediamo poco soprattutto per il suo lavoro, anche molto stressante, ma questo atteggiamento mi ha stancata.
Sono arrivata a mentirlo per evitare di litigare. E so che non è colpa sua, perché io dovrei essere comunque sincera e sicura e se sbaglio come in questo caso , non posso dare la colpa al suo modo di fare. Mi invia un messaggio di auguri il personal trainer di una palestra che conobbi anni fa, lui sposato e con figli, tra di noi mai nulla. Io non ho mantenuto i contatti. Quando ricevo il messaggio, al mio compagno lo dico e gli spiego chi fosse e i contatti avuti con lui. Basta così. Non rispondo agli auguri. Il giorno dopo, mi arrivano altri messaggi da parte di mie amiche o colleghe, rispondo e rispondo anche agli auguri di lui. Gesto fatto con estrema leggerezza, davvero, senza manco pensarci troppo. E senza pensarci, ho cancello la chat, come di solito faccio con chi sento poco o niente, anche colleghe. Non l'ho fatto con intenzione o scopo. Lascio il telefono in soggiorno( non conviviamo, stavamo trascorrendo qualche giorno in un appartamento), lui "per guardare l'ora", scusa usata per buttare gli occhi sul mio telefono, legge il messaggio di risposta del personal trainer, che semplicemente ringrazia. Apriti cielo! Io sono entrata in confusione come se avessi fatto chissà cosa, manco ricordavo di averlo risposto e quando, la chat cancellata... Sono arrivata a chiedere al personal trainer lo screen della conversazione per mostrarla al mio compagno, per fargli vedere che sì, lo avevo risposto, cosa che anch'io avevo messo in dubbio, sia per la leggerezza e poi anche per non litigare, sono sincera, ma ho fatto peggio, lo so. Gli ho mostrato che nei messaggi non si nascondeva nulla. Ci va pesante con le parole e torniamo a casa in anticipo, perché io l'ho tradito. Ho provato a parlargli. Ma credo che con questi presupposti, non andremo molto lontano, a prescrindere da questa situazione. Quindi mi sono giustificata, mi sono scusata, ma non riesco ad andare oltre per fare in modo che la nostra storia continui . Per il momento, ci siamo lasciati. Ho sbagliato così tanto da essere definita una bugiarda ed una brutta persona? Vorrei saper accogliere le sue fragilità e vederlo sicuro di noi, ma lo trovo impossibile.
Purtroppo io mi sento "intossicata".
Ci sono stati tanti litigi per la sua gelosia che lo ha portato anche ad inventare cose tipo "Tu stamattina sei uscita", solo perché per 40min non ho risposto al cellulare, stavo pulendo casa! Discussioni nate per i social, dove ho cancellato il mondo perché lui si fissava sempre con qualcuno. Lui vive come se il tradimento fosse dietro l'angolo. Se mi addormento la sera senza dargli la buonanotte per lui potrebbe significare che sono uscita! Ha avuto delle scottature in passato, ci vediamo poco soprattutto per il suo lavoro, anche molto stressante, ma questo atteggiamento mi ha stancata.
Sono arrivata a mentirlo per evitare di litigare. E so che non è colpa sua, perché io dovrei essere comunque sincera e sicura e se sbaglio come in questo caso , non posso dare la colpa al suo modo di fare. Mi invia un messaggio di auguri il personal trainer di una palestra che conobbi anni fa, lui sposato e con figli, tra di noi mai nulla. Io non ho mantenuto i contatti. Quando ricevo il messaggio, al mio compagno lo dico e gli spiego chi fosse e i contatti avuti con lui. Basta così. Non rispondo agli auguri. Il giorno dopo, mi arrivano altri messaggi da parte di mie amiche o colleghe, rispondo e rispondo anche agli auguri di lui. Gesto fatto con estrema leggerezza, davvero, senza manco pensarci troppo. E senza pensarci, ho cancello la chat, come di solito faccio con chi sento poco o niente, anche colleghe. Non l'ho fatto con intenzione o scopo. Lascio il telefono in soggiorno( non conviviamo, stavamo trascorrendo qualche giorno in un appartamento), lui "per guardare l'ora", scusa usata per buttare gli occhi sul mio telefono, legge il messaggio di risposta del personal trainer, che semplicemente ringrazia. Apriti cielo! Io sono entrata in confusione come se avessi fatto chissà cosa, manco ricordavo di averlo risposto e quando, la chat cancellata... Sono arrivata a chiedere al personal trainer lo screen della conversazione per mostrarla al mio compagno, per fargli vedere che sì, lo avevo risposto, cosa che anch'io avevo messo in dubbio, sia per la leggerezza e poi anche per non litigare, sono sincera, ma ho fatto peggio, lo so. Gli ho mostrato che nei messaggi non si nascondeva nulla. Ci va pesante con le parole e torniamo a casa in anticipo, perché io l'ho tradito. Ho provato a parlargli. Ma credo che con questi presupposti, non andremo molto lontano, a prescrindere da questa situazione. Quindi mi sono giustificata, mi sono scusata, ma non riesco ad andare oltre per fare in modo che la nostra storia continui . Per il momento, ci siamo lasciati. Ho sbagliato così tanto da essere definita una bugiarda ed una brutta persona? Vorrei saper accogliere le sue fragilità e vederlo sicuro di noi, ma lo trovo impossibile.
[#5]
Buonasera,
da quello che scrive, mi pare evidente che ciò che Le abbiamo scritto non è stato per nulla preso in considerazione o compreso, ma questo può far parte delle Sue (di Lei che scrive) problematiche.
Dei problemi di quest'uomo sinceramente dovrebbe importare poco, dal momento che è Lei che si è infilata in una relazione di sicuro non sana e che ora è confusa.
Ma gesti come quelli che ha descritto fanno sentire confuse solo alcune donne, per molte altre si tratta di cose fuori dal mondo.
Secondo Lei è normale arrivare a questo: "Sono arrivata a chiedere al personal trainer lo screen della conversazione per mostrarla al mio compagno, per fargli vedere che sì, lo avevo risposto, cosa che anch'io avevo messo in dubbio, sia per la leggerezza e poi anche per non litigare, sono sincera, ma ho fatto peggio, lo so. Gli ho mostrato che nei messaggi non si nascondeva nulla. Ci va pesante con le parole e torniamo a casa in anticipo, perché io l'ho tradito. Ho provato a parlargli. Ma credo che con questi presupposti, non andremo molto lontano, a prescrindere da questa situazione. Quindi mi sono giustificata, mi sono scusata, ma non riesco ad andare oltre per fare in modo che la nostra storia continui..."?
Rinnovo l'invito a rivolgersi per se stessa ad uno psicologo psicoterapeuta e a risolvere le sue problematiche, quell'uomo dovrà risolvere le proprie e Lei non potrà fare nulla per aiutarlo.
Cordiali saluti,
da quello che scrive, mi pare evidente che ciò che Le abbiamo scritto non è stato per nulla preso in considerazione o compreso, ma questo può far parte delle Sue (di Lei che scrive) problematiche.
Dei problemi di quest'uomo sinceramente dovrebbe importare poco, dal momento che è Lei che si è infilata in una relazione di sicuro non sana e che ora è confusa.
Ma gesti come quelli che ha descritto fanno sentire confuse solo alcune donne, per molte altre si tratta di cose fuori dal mondo.
Secondo Lei è normale arrivare a questo: "Sono arrivata a chiedere al personal trainer lo screen della conversazione per mostrarla al mio compagno, per fargli vedere che sì, lo avevo risposto, cosa che anch'io avevo messo in dubbio, sia per la leggerezza e poi anche per non litigare, sono sincera, ma ho fatto peggio, lo so. Gli ho mostrato che nei messaggi non si nascondeva nulla. Ci va pesante con le parole e torniamo a casa in anticipo, perché io l'ho tradito. Ho provato a parlargli. Ma credo che con questi presupposti, non andremo molto lontano, a prescrindere da questa situazione. Quindi mi sono giustificata, mi sono scusata, ma non riesco ad andare oltre per fare in modo che la nostra storia continui..."?
Rinnovo l'invito a rivolgersi per se stessa ad uno psicologo psicoterapeuta e a risolvere le sue problematiche, quell'uomo dovrà risolvere le proprie e Lei non potrà fare nulla per aiutarlo.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#6]
Utente
Mi dispiace averLe dato l'impressione di non aver letto attentamente i consulti. Il mio secondo messaggio voleva essere uno sfogo celato nella descrizione di uno dei tanti momenti per me assurdi.
Ho vissuto indubbiamente un rapporto tossico, mi ci rivedo nelle sue parole.
Sono stata tanto fragile, so anche il perché e che dovrò lavorarci. Ma mi sento molto meglio adesso, dopo giorni lontana da lui.
Ritorno ad essere quella che ero, con tutti i miei difetti e fragilità, ma mi sento leggera e sinceramente, anche più forte emotivamente.
Grazie.
Ho vissuto indubbiamente un rapporto tossico, mi ci rivedo nelle sue parole.
Sono stata tanto fragile, so anche il perché e che dovrò lavorarci. Ma mi sento molto meglio adesso, dopo giorni lontana da lui.
Ritorno ad essere quella che ero, con tutti i miei difetti e fragilità, ma mi sento leggera e sinceramente, anche più forte emotivamente.
Grazie.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 9.2k visite dal 18/12/2021.
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