Si può vivere stando male psicologicamente?
ciao, sto scrivendo qui perchè non so a chi rivolgermi.
mi sento distrutta, investita da un malessere troppo grande per me, non di quelli a cui dici "prima o poi passano", ormai sono anni che mi trovo in questa situazione e non fa altro che peggiorare, ci sono degli istanti in cui sembro essere felice, ma sono solo attimi, poi risprofondo nell'angoscia e nell'ansia perenne, ho ansia di qualsiasi cosa, mi sento completamente bloccata da essa.
sono stanca, non ce la faccio più ad andare avanti, a combattere.
stanca di piangere ogni sera, stanca di sopportare la mia famiglia, stanca di non riuscire a vivere la vita come vorrei e stanca di sentirmi in colpa per ogni singola cosa che voglio.
pensavo di chiedere troppo a me stessa e per questo sentirmi constantemente inadatta, ma la verità è che qualsiasi obiettivo raggiungo penso di non meritarmelo, ho una voce in testa che dice "non è merito tuo, hai solo scelto la via più semplice, ecco perchè vai bene".
in casa la questione non migliora: la mia famiglia non è così unita come credono tutti, mio padre sta sempre a lavoro, quando torna è nervoso, irascibile, non mi sento amata ed è una cosa bruttissima da dire perchè dovrei sapere che in fondo mi vuole bene; mia madre tre anni fa ha avuto un malessere grave che l'ha portata in ospedale, ormai è tornata a casa, io ne dovrei proprio essere felice, non riconosco più in lei la donna che era prima e mi odio per questo, lei mi opprime perchè non riesce a fare più le cose che faceva prima, so che vuole da me soltanto aiuto, ma io non riesco a darglielo e mi capita di trattarla male a volte e starci malissimo nei giorni successivi.
poi ci sono i miei fratelli, uno di 16 anni che vive la sua vita come se niente fosse e uno di 11 anni che, a dispetto dell'età, non parla perchè ha una malattia rara che non gli permette di essere autosufficiente.
io ho finito il liceo e passo le mie giornate tra il badare a mia madre e il prendermi cura di mio fratello, per poi arrivare a sera e sentirmi dire da mio padre che non faccio mai niente in confronto a mio fratello.
mi sento morire, no io voglio morire, ma al tempo stesso voglio disperatamente vivere.
c'è una cosa in realtà che mi porto dietro da anni di cui nessuno si è mai accorto, è il peso che non ho mai voluto condividere con nessuno, quando mi sento così male spesso mi faccio del male volontariamente, è l'unico modo che ho che mi aiuta a gestire questo vuoto che sento nel petto.
erano passati mesi dall'ultima volta, ma oggi non sono riuscita a desistere.
probabilmente da tutto ciò che ho scritto non si capisce molto, non mi capisco nemmeno io, ma di solito scrivo molto meglio, anzi è una delle cose che mi piace fare di più, non voglio che tutto questo sia preso come uno sfogo personale e basta, perchè non lo è.
passo da periodi in cui potrei anche definirmi felice a periodi in cui il dolore fisico autoinflitto e mentale fanno a gara con gli attacchi di panico.
non ho più la forza di vivere, non così...
mi sento distrutta, investita da un malessere troppo grande per me, non di quelli a cui dici "prima o poi passano", ormai sono anni che mi trovo in questa situazione e non fa altro che peggiorare, ci sono degli istanti in cui sembro essere felice, ma sono solo attimi, poi risprofondo nell'angoscia e nell'ansia perenne, ho ansia di qualsiasi cosa, mi sento completamente bloccata da essa.
sono stanca, non ce la faccio più ad andare avanti, a combattere.
stanca di piangere ogni sera, stanca di sopportare la mia famiglia, stanca di non riuscire a vivere la vita come vorrei e stanca di sentirmi in colpa per ogni singola cosa che voglio.
pensavo di chiedere troppo a me stessa e per questo sentirmi constantemente inadatta, ma la verità è che qualsiasi obiettivo raggiungo penso di non meritarmelo, ho una voce in testa che dice "non è merito tuo, hai solo scelto la via più semplice, ecco perchè vai bene".
in casa la questione non migliora: la mia famiglia non è così unita come credono tutti, mio padre sta sempre a lavoro, quando torna è nervoso, irascibile, non mi sento amata ed è una cosa bruttissima da dire perchè dovrei sapere che in fondo mi vuole bene; mia madre tre anni fa ha avuto un malessere grave che l'ha portata in ospedale, ormai è tornata a casa, io ne dovrei proprio essere felice, non riconosco più in lei la donna che era prima e mi odio per questo, lei mi opprime perchè non riesce a fare più le cose che faceva prima, so che vuole da me soltanto aiuto, ma io non riesco a darglielo e mi capita di trattarla male a volte e starci malissimo nei giorni successivi.
poi ci sono i miei fratelli, uno di 16 anni che vive la sua vita come se niente fosse e uno di 11 anni che, a dispetto dell'età, non parla perchè ha una malattia rara che non gli permette di essere autosufficiente.
io ho finito il liceo e passo le mie giornate tra il badare a mia madre e il prendermi cura di mio fratello, per poi arrivare a sera e sentirmi dire da mio padre che non faccio mai niente in confronto a mio fratello.
mi sento morire, no io voglio morire, ma al tempo stesso voglio disperatamente vivere.
c'è una cosa in realtà che mi porto dietro da anni di cui nessuno si è mai accorto, è il peso che non ho mai voluto condividere con nessuno, quando mi sento così male spesso mi faccio del male volontariamente, è l'unico modo che ho che mi aiuta a gestire questo vuoto che sento nel petto.
erano passati mesi dall'ultima volta, ma oggi non sono riuscita a desistere.
probabilmente da tutto ciò che ho scritto non si capisce molto, non mi capisco nemmeno io, ma di solito scrivo molto meglio, anzi è una delle cose che mi piace fare di più, non voglio che tutto questo sia preso come uno sfogo personale e basta, perchè non lo è.
passo da periodi in cui potrei anche definirmi felice a periodi in cui il dolore fisico autoinflitto e mentale fanno a gara con gli attacchi di panico.
non ho più la forza di vivere, non così...
[#1]
Buongiorno utente,
Dal suo scritto trapela molta sofferenza, mi stupisce il fatto che per anni ha sopportato tutto questo dolore, la domanda sorge spontanea: ''perchè non si è rivolta ad uno specialista?''
La sua condizione è caratterizzata da: umore prevalentemente depresso in compresenza di attacchi di panico, ovviamente questa non è una diagnosi, ho solo riassunto ciò che lei riporta.
Finalmente si è stancata del suo dolore, questo è il primo passo verso la guarigione, il fatto che sia qui a scrivere e chiedere aiuto mi rasserena.
Da decenni ormai la psicoterapia tratta efficacemente i disturbi che riguardano la deflessione dell'umore, cerchi uno specialista con approccio sistemico o cognitivo-comportamentale, vedrà che presto starà meglio.
Una buona giornata
Dal suo scritto trapela molta sofferenza, mi stupisce il fatto che per anni ha sopportato tutto questo dolore, la domanda sorge spontanea: ''perchè non si è rivolta ad uno specialista?''
La sua condizione è caratterizzata da: umore prevalentemente depresso in compresenza di attacchi di panico, ovviamente questa non è una diagnosi, ho solo riassunto ciò che lei riporta.
Finalmente si è stancata del suo dolore, questo è il primo passo verso la guarigione, il fatto che sia qui a scrivere e chiedere aiuto mi rasserena.
Da decenni ormai la psicoterapia tratta efficacemente i disturbi che riguardano la deflessione dell'umore, cerchi uno specialista con approccio sistemico o cognitivo-comportamentale, vedrà che presto starà meglio.
Una buona giornata
Dr. Marco Di Cugno Psicologo Clinico a indirizzo cognitivo-comportamentale esperto nel trattamento di disturbi ansiosi e depressivi
www.marcodicugno
[#2]
Utente
La ringrazio per la sua risposta, devo ammettere di aver avuto bisogno di qualche giorno per metabolizzare il cosiglio. Lei mi chiede perchè fino ad ora non mi sono mai rivolta a uno specialista, non che non l'abbia mai voluto fare, ma ogni volta mi sono bloccata e ho paura di non riuscire a chiedere aiuto così direttamente. Questo è un mio grande problema, ne sono consapevole, ma non è il solo, per parlare di ciò dovrei passare per i miei genitori che per quanto possano essere comprensivi, non riescono a capirmi, o magari sono io che non riesco a farmi capire e ogni volta che ho provato ad accennare l'argomento non viene preso seriamnete.
La mia intenzione c'è, ma ho paura che non sia sufficiente...
La mia intenzione c'è, ma ho paura che non sia sufficiente...
[#3]
Buongiorno utente
Come fa a sapere se una cosa è sufficiente o meno finche non prova? Prenda le redini in mano e si rivolga ai suoi genitori con decisione ed assertività, li renda consapevoli del suo malessere e della necessità che ha di andare da uno specialista, non c'è nulla di male ad andare dallo psicologo/psicoterapeuta, d'altronde quando ha un dolore fisico va dal medico senza problemi, perchè non farlo anche con il dolore psicologico?
Le auguro un buon natale
Come fa a sapere se una cosa è sufficiente o meno finche non prova? Prenda le redini in mano e si rivolga ai suoi genitori con decisione ed assertività, li renda consapevoli del suo malessere e della necessità che ha di andare da uno specialista, non c'è nulla di male ad andare dallo psicologo/psicoterapeuta, d'altronde quando ha un dolore fisico va dal medico senza problemi, perchè non farlo anche con il dolore psicologico?
Le auguro un buon natale
Dr. Marco Di Cugno Psicologo Clinico a indirizzo cognitivo-comportamentale esperto nel trattamento di disturbi ansiosi e depressivi
www.marcodicugno
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.1k visite dal 15/12/2021.
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