Nel corpo sbagliato

Buongiorno, sono un ragazzo di 41 anni, una vita normalissima, come quella di mille altri coetanei, non fosse per la condizione in cui mi trovo come da titolo, la costante consapevolezza di vivere in un corpo che non sento corrispondente a ciò che sento di essere.
Fin da piccolo ho sempre apprezzato maggiormente le attività tipicamente femminili, a scuola tendevo sempre ad isolarmi dai maschi che mi vedevano a loro volta differente da loro.
Con l'età adolescenziale, complice anche una figura paterna piuttosto chiusa riguardo certi temi, ho "accantonato" questi pensieri cercando di vivere la normale vita di un maschio, come tutti gli altri.
La mia interiorità però di tanto in tanto è sempre tornata a galla ma nel frattempo, essendo cresciuto, un po' per il lavoro, un po' la vita sentimentale (premetto che non sono omosessuale, ho in ogni caso interesse per le donne, per quanto riguarda il mio orientamento) ho ancora una volta messo da parte ciò che sentivo quasi per autoconvincermi che fossero solo pensieri passeggeri.
Mi ritrovo ora alla mia età, convivente, con una situazione lavorativa abbastanza stabile e tanto tempo "perso" alle spalle.
Oggi più che mai questa condizione è presente e mi crea sofferenza, oggi che ne sono ormai consapevole molto più rispetto agli anni passati, mi sento un vuoto che spesso fatico a colmare.
Sottolineo che non c'è nessun aspetto meramente sessuale nei miei pensieri, mi sento appartenere ad un genere che non riconosco osservando il mio corpo, a volte è difficile e mi ritrovo in periodi di depressione in cui non vedo vie d'uscita, anche perché il pensiero di una eventuale transizione mi attira da un lato ma mi spaventa dall'altro, considerando età e tutte le varie paure al riguardo (sociali in primis).
Ovviamente so bene che sarebbe un'eventualità di cui discutere prima con uno specialista, ma mi domando se alla mia età sia una cosa ancora fattibile o se io debba rassegnarmi a vivere questa "finzione", questo ruolo che porto nel mondo esterno ma che non sento mio.

Scusate la lunghezza del post, grazie per le eventuali risposte.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
l'appartenenza di genere e le attività che una determinata cultura attribuisce più o meno rigidamente al "maschile" o al "femminile" sono due cose diverse.
Nella sua lettera le due cose appaiono confuse, infatti lei parla di "costante consapevolezza di vivere in un corpo che non sento corrispondente a ciò che sento di essere".
Qui sembra alludere, non del tutto chiaramente, all'appartenenza di genere: ma in realtà il sentimento di estraneità al proprio corpo non rimanda necessariamente al desiderio di appartenere all'altro genere.
Subito dopo dice: "Fin da piccolo ho sempre apprezzato maggiormente le attività tipicamente femminili".
Non in tutte le culture ci sono attività "tipicamente femminili", al di fuori della gravidanza e dell'allattamento al seno.
Esistono invece ambienti, e famiglie soprattutto, estremamente rigidi. Lei infatti ci parla di compagni di scuola e di un padre non propensi ad accogliere i suoi tratti, le sue attitudini, i suoi interessi "femminili".
Non dettaglia però quali fossero e quali siano queste propensioni, come non aveva chiarito se la vista del suo corpo maschile, e le relative sensazioni, le faccia desiderare invece decisamente di trovarsi in un corpo femminile.
Non è tardi per chiarire questi aspetti, per ora confusi, ed evitare periodi di depressione.
Non lo sarebbe forse nemmeno per attuare la transizione, se davvero auspicata (per questo deve consultare i nostri medici).
Quello che le suggerisco è di cercare un* psicolog* che la aiuti a vedere chiaro nel suo problema.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
Grazie per la rapida e cordiale risposta, replico ai punti che effettivamente non avevo approfondito prima, la vista del mio corpo maschile mi crea disagio, non mi riconosco in ciò che vedo, non è il corpo che voglio vedere o che vorrei.
Idem l'abbigliamento, mi crea disagio ad esempio dover scegliere abiti "socialmente visti come maschili", nonostante io non abbia mai sfociato ad esempio nel crossdressing, perché non è tanto quello il mio bisogno, vedermi con abiti femminili avendo questo corpo inconforme mi aumenterebbe l'ansia in quanto vedrei un ibrido e non una figura con un passing femminile.
Confusione senza dubbio c'è, paure tante. Le uniche piccole certezze (se mi è concesso il termine) sono questo non sentirmi per nulla maschio e il desiderio crescente di avere anche fisicamente, le caratteristiche di genere femminili.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
lei avrà già discusso queste impressioni e idee con uno psicologo, immagino. A quali conclusioni siete giunti?
Altrimenti c'è da chiedersi come e perché lei abbia nutrito questi dubbi in totale solitudine per così tanti anni, e soprattutto come abbia potuto espletare i rapporti sessuali che una convivenza comporta.
Sarei lieta di conoscere le sue risposte.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
Domande assolutamente giuste le sue, riguardo lo psicologo, avevo iniziato tanti anni fa ma mi ero trovato male e complici anche le spese non ho poi più approfondito, quindi si, ho tenuto tutto in me fino ad ora, forse colpevolmente..
Riguardo il resto, in coppia ho un rapporto di sincerità quindi la mia compagna è a conoscenza della mia situazione. Intimità fisica molto poca, non è mai stata una priorità, forse anche per questo disagio..
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
immagino che adesso la sua situazione economica sia migliorata e in ogni caso il Servizio Sanitario Nazionale offre consulenze gratuite, anche specifiche per i casi come il suo.
Su Internet ugualmente può trovare specialisti che trattano casi analoghi, in grado di procedere con la cautela che scaturisce dalla necessità di non proporre inopportune soluzioni in aut-aut.
Quanto alla sua compagna, potrebbe essere portatrice della sindrome corrispondente (capita) o di altro disturbo relativo all'auto-accettazione. "Intimità fisica molto poca" è espressione troppo generica.
Tutto questo rimanda all'opportunità di incontrare di persona -o anche online, ma in sedute a lei dedicate- un* psicolog* che sappia accogliere il problema e aiutarla.
Le faccio molti auguri e la invito a tenerci al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
La ringrazio per le gentili risposte, le chiedo un ulteriore consiglio, avendo già avuto un'esperienza negativa in passato con un terapeuta, che cosa mi consiglierebbe di tenere conto nella scelta di uno psicologo, affinché possa essere una buona opzione in merito alla mia "problematica"?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Ottima domanda, gentile utente.
Io eviterei i tuttologi che promettono di guarire tutto, o quelli che vorrebbero "scavare nel profondo" per una decina d'anni.
Punterei sui siti web in cui si parla di transizione e più in generale di sessuologia, appurando che si tratti però di psicologi o medici, non di improvvisatori. Resta sempre valida l'opzione di contattare per primo il SSN: ASL, Consultorio, Centro di Salute Mentale, per rompere il ghiaccio con un professionista della psiche, o per cercare, anche negli ospedali della sua città, i centri che si occupano di transizione.
Pensando ai privati, a Roma sceglierei un centro di formazione in sessuologia, perché conosco il fondatore e mi sembra un ottimo terapeuta; anche nella sua città potrebbe procedere nello stesso modo.
Su Medicitalia abbiamo dei perfezionati in sessuologia; trova l'indicazione nel loro curriculum.
Il primo contatto telefonico permette di valutare il curante in relativo anonimato. Molti professionisti offrono una prima seduta di orientamento gratuita.
Sarebbe utile che lei elencasse in un foglio, per sé stesso, i motivi che le resero impossibile il primo percorso terapeutico e cosa si aspetta oggi da un curante.
Lei non ci ha detto se ha parlato con uno specialista medico e se ha fatto degli accertamenti, ormonali e genetici. Oggi tra corpo e psiche c'è un vasto e sempre più conosciuto mondo di elementi organici.
Le faccio i migliori auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com