Stress e ansia
Buongiorno dottori.
Richiedo il vostro aiuto per un disagio che sto vivendo ultimamente.
Sono un ragazzo di 24 anni in prossimità della laurea.
Ottobre è stato un mese molto stressante... oltre a ritrovarmi con l'acqua alla gola per gli ultimi esami e la tesi, ho avuto anche un episodio di ipocondria che mi ha allarmato parecchio per 2-3 settimane.
Ho passato giorni in cui provavo forte apprensione e una volta uscito da quella situazione ed essendomi convinto di stare bene cerco di di ricominciare a studiare... non appena inizio a studiare mi accorgo che manca ancora molto lavoro da fare... così vengo colto dall'ansia.
Nei 3 giorni successivi ho avuto diversi attacchi di panico improvvisi, perché ho iniziato ad avere paura dell'ansia stessa dando luogo a un circolo vizioso.
Sono stati giorni veramente tremendi, dove non ho potuto studiare come avrei voluto... il tutto mi porterà a rimandare la laurea (cosa che a sua volta mi ha provocato frustrazione).
Tutto questo è successo in poco meno di un mese ed è stato tutto molto stressante.
Dopo quegli attacchi di ansia improvvisi, mi ritrovo in uno stato di apatia e mancanza di interesse e trasporto per le attività che solitamente mi piacciono.
Inoltre mi sento come scollegato dal resto del mondo e poco coinvolto in ciò che succede attorno a me... come se avessi un annebbiamento mentale.
Anche la concentrazione ne ha risentito e fatico persino a guardare film e leggere.
È abbastanza frustrante e ormai è un mese che va avanti così.
Le giornate sono diventate piatte e senza significato.
Volevo gentilmente chiedervi se sia normale che un periodo di forte stress e terrore possa portare a una condizione del genere... premetto che questo mese ho avuto altri episodi di preoccupazioni e frustrazione dovuti alla mia incapacità di fare le cose, il che ovviamente non aiuta il mio stato.
Ricercando su internet sono rimasto meravigliato nello scoprire che tutti i miei sintomi corrispondano precisamente a quelli della nevrastenia e dell'esaurimento nervoso.
Gradirei gentilmente un vostro parere.
Lo stress acuto può portare a questi effetti?
Vi ringrazio.
Richiedo il vostro aiuto per un disagio che sto vivendo ultimamente.
Sono un ragazzo di 24 anni in prossimità della laurea.
Ottobre è stato un mese molto stressante... oltre a ritrovarmi con l'acqua alla gola per gli ultimi esami e la tesi, ho avuto anche un episodio di ipocondria che mi ha allarmato parecchio per 2-3 settimane.
Ho passato giorni in cui provavo forte apprensione e una volta uscito da quella situazione ed essendomi convinto di stare bene cerco di di ricominciare a studiare... non appena inizio a studiare mi accorgo che manca ancora molto lavoro da fare... così vengo colto dall'ansia.
Nei 3 giorni successivi ho avuto diversi attacchi di panico improvvisi, perché ho iniziato ad avere paura dell'ansia stessa dando luogo a un circolo vizioso.
Sono stati giorni veramente tremendi, dove non ho potuto studiare come avrei voluto... il tutto mi porterà a rimandare la laurea (cosa che a sua volta mi ha provocato frustrazione).
Tutto questo è successo in poco meno di un mese ed è stato tutto molto stressante.
Dopo quegli attacchi di ansia improvvisi, mi ritrovo in uno stato di apatia e mancanza di interesse e trasporto per le attività che solitamente mi piacciono.
Inoltre mi sento come scollegato dal resto del mondo e poco coinvolto in ciò che succede attorno a me... come se avessi un annebbiamento mentale.
Anche la concentrazione ne ha risentito e fatico persino a guardare film e leggere.
È abbastanza frustrante e ormai è un mese che va avanti così.
Le giornate sono diventate piatte e senza significato.
Volevo gentilmente chiedervi se sia normale che un periodo di forte stress e terrore possa portare a una condizione del genere... premetto che questo mese ho avuto altri episodi di preoccupazioni e frustrazione dovuti alla mia incapacità di fare le cose, il che ovviamente non aiuta il mio stato.
Ricercando su internet sono rimasto meravigliato nello scoprire che tutti i miei sintomi corrispondano precisamente a quelli della nevrastenia e dell'esaurimento nervoso.
Gradirei gentilmente un vostro parere.
Lo stress acuto può portare a questi effetti?
Vi ringrazio.
[#1]
Gentile utente,
Lei ci racconta la sua esperienza e però ci fa anche, al termine del racconto, una domanda molto precisa.
Si aspetterebbe, mi immagino, un sì o un no. Forse più un si, in fondo, per confermare la sua tesi.
Le faccio io una domanda: la nostra risposta le cambierebbe qualcosa?
Cosa se ne farebbe?
E poi, è nato prima l'uovo o la gallina? Cosa c'è dietro tutto quello che ci racconta?
Lei ci riferisce attacchi di panico, un periodo che lei chiama episodio di ipocondria (immagino possa essere collegato al suo consulto precedente?), forti forme di apprensione e diversi cambiamenti nella sua quotidianità (es. mancanza di interessi e concentrazione).
Tutte queste manifestazioni richiedono che si prende cura di sé rivolgendosi ad un professionista. Non ha bisogno di risposte al suo quesito, e nemmeno di darsi etichette per la sua situazione, rischiando peraltro di imbattersi in terminologie inappropriate e non confacenti al suo caso.
Direi che quello di cui ha bisogno è una terapia psicologica (e/o farmacologica), formulata sulla base di una diagnosi che non può farsi da solo.
Superi le resistenze. Lasci perdere l'idea del "fai da te" , e faccia prima, e faccia meglio, rivolgendosi a un professionista della sua zona.
Se si sente in difficoltà in questa ricerca, ne inizi a parlare con il medico di base.
Mi raccomando, è importante affinché torni presto in sella.
Ci faccia inoltre sapere, se vuole.
Lei ci racconta la sua esperienza e però ci fa anche, al termine del racconto, una domanda molto precisa.
Si aspetterebbe, mi immagino, un sì o un no. Forse più un si, in fondo, per confermare la sua tesi.
Le faccio io una domanda: la nostra risposta le cambierebbe qualcosa?
Cosa se ne farebbe?
E poi, è nato prima l'uovo o la gallina? Cosa c'è dietro tutto quello che ci racconta?
Lei ci riferisce attacchi di panico, un periodo che lei chiama episodio di ipocondria (immagino possa essere collegato al suo consulto precedente?), forti forme di apprensione e diversi cambiamenti nella sua quotidianità (es. mancanza di interessi e concentrazione).
Tutte queste manifestazioni richiedono che si prende cura di sé rivolgendosi ad un professionista. Non ha bisogno di risposte al suo quesito, e nemmeno di darsi etichette per la sua situazione, rischiando peraltro di imbattersi in terminologie inappropriate e non confacenti al suo caso.
Direi che quello di cui ha bisogno è una terapia psicologica (e/o farmacologica), formulata sulla base di una diagnosi che non può farsi da solo.
Superi le resistenze. Lasci perdere l'idea del "fai da te" , e faccia prima, e faccia meglio, rivolgendosi a un professionista della sua zona.
Se si sente in difficoltà in questa ricerca, ne inizi a parlare con il medico di base.
Mi raccomando, è importante affinché torni presto in sella.
Ci faccia inoltre sapere, se vuole.
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
[#2]
Utente
Buongiorno. Mi scuso per il ritardo nella risposta. Ho già iniziato da un po' un percorso psicoterapeutico e ho anche richiesto il parere di uno psichiatra.
Mi è stato spiegato che questo sentimento di apatia e di distacco da ciò che ho attorno è dovuto all'ansia e agli attacchi di panico. Tutto ciò che devo fare è cercare di non contrastare questi sintomi e per ora conviverci, anche se ammetto che non è facile perché la vita ha perso di significato e non provo più lo stesso piacere nelle cose. È come se qualcosa dentro di me abbia smesso do funzionare e io faccia fatica ad accedere alle mie emozioni. Mi sento scollegato.
Con la dottoressa, oltre alla gestione dello stress, stiamo facendo un lavoro per comprendere le cause del tutto, anche se in tutta onestà l'unica cosa che vorrei è tornare come prima.
Mi è stato spiegato che questo sentimento di apatia e di distacco da ciò che ho attorno è dovuto all'ansia e agli attacchi di panico. Tutto ciò che devo fare è cercare di non contrastare questi sintomi e per ora conviverci, anche se ammetto che non è facile perché la vita ha perso di significato e non provo più lo stesso piacere nelle cose. È come se qualcosa dentro di me abbia smesso do funzionare e io faccia fatica ad accedere alle mie emozioni. Mi sento scollegato.
Con la dottoressa, oltre alla gestione dello stress, stiamo facendo un lavoro per comprendere le cause del tutto, anche se in tutta onestà l'unica cosa che vorrei è tornare come prima.
[#3]
Gentile utente,
Mi fa piacere che stia svolgendo un percorso terapeutico.
Sono sicuro che questo percorso e il tempo la aiuteranno a stare bene e a ripristinare una condizione di benessere.
Abbia pazienza, serve un po' di tempo e dell'impegno, per come richiesto dalla sua terapeuta.
Lascerei al percorso che sta svolgendo lo spazio per ogni discussione della sua situazione.
Le auguro il meglio. Non abbia paura, passerà.
Un caro saluto
Mi fa piacere che stia svolgendo un percorso terapeutico.
Sono sicuro che questo percorso e il tempo la aiuteranno a stare bene e a ripristinare una condizione di benessere.
Abbia pazienza, serve un po' di tempo e dell'impegno, per come richiesto dalla sua terapeuta.
Lascerei al percorso che sta svolgendo lo spazio per ogni discussione della sua situazione.
Le auguro il meglio. Non abbia paura, passerà.
Un caro saluto
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
[#4]
Utente
La ringrazio molto dottore. Quindi anche per lei è davvero possibile che degli attacchi di ansia mi abbiano lasciato in questo stato di disconnessione? Glielo chiedo perché purtroppo è una condizione davvero terribile e mi impedisce di godermi la vita e gli interessi che avevo... ho fiducia nella dottoressa che mi segue ma ogni tanto è dura credere che sia solo un effetto dell'ansia. Ho guardato altre esperienze oltre alla mia ed effettivamente vedo che gli attacchi di panico possono portare a volte a condizioni di questo tipo, ma avere anche un suo parere mi aiuterebbe ulteriormente. La ringrazio nuovamente.
[#5]
Gentile utente,
Ritengo che la spiegazione della sua dottoressa sia assolutamente plausibile.
Diciamo pure che a volte nei periodi di sofferenza (sofferenza che si manifesta nel suo caso attraverso l'ansia), ci proteggiamo "spegnendo" le emozioni e vivendo con distacco la realtà.
Pertanto, concordo con la collega psicologa. D'altro canto, La invito inoltre a considerare importante il lavoro che state facendo quando lei dice
"stiamo facendo un lavoro per comprendere le cause del tutto"
Ecco, questo è prioritario.
Devo però farle osservare che questo lavoro può portare i suoi frutti solo se si fida di, e affida a, completamente alla sua terapeuta.
Cosa devo pensare se lei cerca conferme in questa sede? Che lei ha fiducia MA...
Ecco, questo "ma" non le fa bene. Abbia fiducia nella professionista che la segue, si affidi a lei e vedrà che starà meglio.
Torno a dirle, e forse così si può spiegare meglio questo passaggio del mio messaggio precedente, che
"Lascerei al percorso che sta svolgendo lo spazio per ogni discussione della sua situazione".
Lasci perdere un po' noi non perché non le vogliamo rispondere, ma perché deve fidarsi di quello che viene detto da chi la segue, senza che il dubbio cresca in lei e invalidi il rapporto che ha con la sua terapeuta.
Spero di essermi spiegato e di averla convinta su questo punto.
Davvero... I miei migliori auguri!
Ritengo che la spiegazione della sua dottoressa sia assolutamente plausibile.
Diciamo pure che a volte nei periodi di sofferenza (sofferenza che si manifesta nel suo caso attraverso l'ansia), ci proteggiamo "spegnendo" le emozioni e vivendo con distacco la realtà.
Pertanto, concordo con la collega psicologa. D'altro canto, La invito inoltre a considerare importante il lavoro che state facendo quando lei dice
"stiamo facendo un lavoro per comprendere le cause del tutto"
Ecco, questo è prioritario.
Devo però farle osservare che questo lavoro può portare i suoi frutti solo se si fida di, e affida a, completamente alla sua terapeuta.
Cosa devo pensare se lei cerca conferme in questa sede? Che lei ha fiducia MA...
Ecco, questo "ma" non le fa bene. Abbia fiducia nella professionista che la segue, si affidi a lei e vedrà che starà meglio.
Torno a dirle, e forse così si può spiegare meglio questo passaggio del mio messaggio precedente, che
"Lascerei al percorso che sta svolgendo lo spazio per ogni discussione della sua situazione".
Lasci perdere un po' noi non perché non le vogliamo rispondere, ma perché deve fidarsi di quello che viene detto da chi la segue, senza che il dubbio cresca in lei e invalidi il rapporto che ha con la sua terapeuta.
Spero di essermi spiegato e di averla convinta su questo punto.
Davvero... I miei migliori auguri!
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
[#6]
Utente
Buongiorno dottore. Volevo aggiornarla sulla mia situazione. Come scritto in precedenza dopo la forte preoccupazione e gli attacchi d'ansia improvvisi e immotivati che ho avuto, per più di tre mesi sono rimasto emotivamente piatto e disconnesso da tutto... è stato molto spaventoso inizialmente, ma col tempo ho imparato ad accettare la mia condizione senza combatterla. Ebbene, da stamattina sento che le emozione stanno riemergendo, così come il contatto con la realtà (non del tutto, ma comunque un buon miglioramento). Purtroppo causa quarantena e vacanze è ormai da un mese che non vedo la mia psicologa, ho già richiesto una prossima seduta con lei. Ho però un problema.
Stamattina mi sono alzato finalmente più "presente" con la realtà circostante, ma anche con un forte e persistente senso di ansia immotivata. Ovviamente ciò è frustrante, sembra che nonostante abbia ripreso contatto con la mia persona io sia comunque tornato ansioso. L'ansia che provo ora non è sicuramente travolgente come quella che ha scatenato tutto tre mesi fa, e questo mi fa ben sperare. Secondo lei devo continuare a fare come ho fatto finora, accettando la mia condizione senza cercare di fuggire e aspettando che il mio corpo si desensibilizzi? Ciò che mi da più sconforto è il fatto che attualmente mi sento ansioso senza motivo, proprio ora che sto superando quel senso di depersonalizzazione.
La ringrazio molto per l'attenzione.
Stamattina mi sono alzato finalmente più "presente" con la realtà circostante, ma anche con un forte e persistente senso di ansia immotivata. Ovviamente ciò è frustrante, sembra che nonostante abbia ripreso contatto con la mia persona io sia comunque tornato ansioso. L'ansia che provo ora non è sicuramente travolgente come quella che ha scatenato tutto tre mesi fa, e questo mi fa ben sperare. Secondo lei devo continuare a fare come ho fatto finora, accettando la mia condizione senza cercare di fuggire e aspettando che il mio corpo si desensibilizzi? Ciò che mi da più sconforto è il fatto che attualmente mi sento ansioso senza motivo, proprio ora che sto superando quel senso di depersonalizzazione.
La ringrazio molto per l'attenzione.
[#7]
Gentile utente,
Sono contento di leggerla e di sapere che stia meglio e che le emozioni ritornino: è un ottimo segno!
Mi dispiace per l'ansia, però non si disperi, tanto più per condizioni recenti e verosimilmente temporanee.
A prescindere dal lavoro che sta facendo con la sua terapeuta e dalle sue situazioni personali, mi creda, viviamo un tempo veramente complicato e registriamo sintomi ansiosi in praticamente chiunque. Le risparmio i giri di parole, pensi alla vita che tutti (non) stiamo avendo... Alle strade vuote, a come usciamo (se usciamo), al tenore dei dialoghi che viviamo in questo tempo, ai fatti spesso preoccupanti che ci circondano...
In questo scenario, tanto più considerando che lei già ha in corso un trattamento di sintomi ansiosi, l'affioramento di questa ansia diciamo così aspecifica non mi stupisce.
Chiaramente l'obiettivo è mandarla via ma, come lei stesso dice, si, è importante che lei accetti questa situazione senza combatterla in maniera reattiva.
La invito ovviamente, per come già mi ha detto di essersi adoperato, a incontrare la sua terapeuta. A discutere con lei anche dei miglioramenti che ha registrato e, non ultimo, delle sensazioni che riferisce oggi.
Comunque, inizia una nuova settimana. Come si dice in Spagna, "animo!". Tanto più se le sue emozioni, pur gradualmente, si stanno risvegliando.
Non mi resta che farle nuovamente il mio in bocca al lupo!
Un caro saluto
Sono contento di leggerla e di sapere che stia meglio e che le emozioni ritornino: è un ottimo segno!
Mi dispiace per l'ansia, però non si disperi, tanto più per condizioni recenti e verosimilmente temporanee.
A prescindere dal lavoro che sta facendo con la sua terapeuta e dalle sue situazioni personali, mi creda, viviamo un tempo veramente complicato e registriamo sintomi ansiosi in praticamente chiunque. Le risparmio i giri di parole, pensi alla vita che tutti (non) stiamo avendo... Alle strade vuote, a come usciamo (se usciamo), al tenore dei dialoghi che viviamo in questo tempo, ai fatti spesso preoccupanti che ci circondano...
In questo scenario, tanto più considerando che lei già ha in corso un trattamento di sintomi ansiosi, l'affioramento di questa ansia diciamo così aspecifica non mi stupisce.
Chiaramente l'obiettivo è mandarla via ma, come lei stesso dice, si, è importante che lei accetti questa situazione senza combatterla in maniera reattiva.
La invito ovviamente, per come già mi ha detto di essersi adoperato, a incontrare la sua terapeuta. A discutere con lei anche dei miglioramenti che ha registrato e, non ultimo, delle sensazioni che riferisce oggi.
Comunque, inizia una nuova settimana. Come si dice in Spagna, "animo!". Tanto più se le sue emozioni, pur gradualmente, si stanno risvegliando.
Non mi resta che farle nuovamente il mio in bocca al lupo!
Un caro saluto
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.3k visite dal 10/12/2021.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.