Totale insoddisfazione a 25 anni
Gentili Medici,
sono un ragazzo di 25 anni che, come riportato nel titolo, vive con un profondo senso di insoddisfazione.
Sono uno studente universitario, e questo periodo é iniziato praticamente in concomitanza con il periodo pandemico e tutte le sue restrizioni, da allora le mie giornate si sono ridotte a fare sempre e solo le stesse cose: studiare e seguire le lezioni in modalità telematica.
Ho perso completamente qualsiasi rapporto sociale, e vivendo anche in un paese di provincia contemporaneamente ho "perso" i miei amici più cari, che, essendo miei coetanei, hanno iniziato più o meno tutti a trovare una sistemazione quasi definitiva nella loro vita, e ovviamente, lontano da "casa".
A questo si aggiunge il fatto che da meno di un anno, terminata la triennale e iniziata la magistrale, ho incontrato numerose difficoltà anche nello studio (dove invece non avevo mai avuto grossi problemi), con una conseguente drastica diminuzione della voglia di fare e in generale dell'autostima.
Spesso mi capita di provare anche ansia nei periodi in cui ho esami.
A questo si aggiunge anche una notevole perdita di interessi generale, ad esempio non coltivo più le mie passioni e ho abbandonato anche lo sport.
Ciò che provo quotidianamente é solo un continuo senso di insoddisfazione, misto a tristezza perché mi sento deluso da come siano andate le cose, come se tutto improvvisamente si é rotto: so anche che, ovviamente, bisognerebbe essere ottimisti e magari é solo un periodo no da cui basta poco per uscirne.
Ma invece più vado avanti, e più in un certo senso mi sembra di fare passi indietro.
Sicuramente non mi aiuta il fatto che non ho nessuno con cui parlarne, non avendo più veri amici non so con chi confidarmi e in famiglia ci sono già altre problematiche, per cui i miei genitori non si rendono nemmeno conto della situazione.
Secondo voi questi possono essere sintomi di un malessere tale per cui si debba chiedere aiuto ad esperti?
Grazie in anticipo per eventuali commenti.
sono un ragazzo di 25 anni che, come riportato nel titolo, vive con un profondo senso di insoddisfazione.
Sono uno studente universitario, e questo periodo é iniziato praticamente in concomitanza con il periodo pandemico e tutte le sue restrizioni, da allora le mie giornate si sono ridotte a fare sempre e solo le stesse cose: studiare e seguire le lezioni in modalità telematica.
Ho perso completamente qualsiasi rapporto sociale, e vivendo anche in un paese di provincia contemporaneamente ho "perso" i miei amici più cari, che, essendo miei coetanei, hanno iniziato più o meno tutti a trovare una sistemazione quasi definitiva nella loro vita, e ovviamente, lontano da "casa".
A questo si aggiunge il fatto che da meno di un anno, terminata la triennale e iniziata la magistrale, ho incontrato numerose difficoltà anche nello studio (dove invece non avevo mai avuto grossi problemi), con una conseguente drastica diminuzione della voglia di fare e in generale dell'autostima.
Spesso mi capita di provare anche ansia nei periodi in cui ho esami.
A questo si aggiunge anche una notevole perdita di interessi generale, ad esempio non coltivo più le mie passioni e ho abbandonato anche lo sport.
Ciò che provo quotidianamente é solo un continuo senso di insoddisfazione, misto a tristezza perché mi sento deluso da come siano andate le cose, come se tutto improvvisamente si é rotto: so anche che, ovviamente, bisognerebbe essere ottimisti e magari é solo un periodo no da cui basta poco per uscirne.
Ma invece più vado avanti, e più in un certo senso mi sembra di fare passi indietro.
Sicuramente non mi aiuta il fatto che non ho nessuno con cui parlarne, non avendo più veri amici non so con chi confidarmi e in famiglia ci sono già altre problematiche, per cui i miei genitori non si rendono nemmeno conto della situazione.
Secondo voi questi possono essere sintomi di un malessere tale per cui si debba chiedere aiuto ad esperti?
Grazie in anticipo per eventuali commenti.
[#1]
Gentile Utente,
la condizione pandemica ha slatentizzato diversi disagi e difficoltà; tra queste vi è spesso un senso di frustrazione e insoddisfazione che emerge quando, in qualche modo, si fa il resoconto della propria vita e delle proprie scelte.
Aver perso contatti sociali sicuramente non agevola la ripresa e, probabilmente, anche le difficoltà familiari a cui lei accenna nel suo messaggio contribuiscono a rendere più difficoltosa la ripresa.
L attività sportiva aiuta a rientrare in carreggiata, provi a ripartire da lì e ci aggiorni se le fa piacere
In bocca al lupo
SP
la condizione pandemica ha slatentizzato diversi disagi e difficoltà; tra queste vi è spesso un senso di frustrazione e insoddisfazione che emerge quando, in qualche modo, si fa il resoconto della propria vita e delle proprie scelte.
Aver perso contatti sociali sicuramente non agevola la ripresa e, probabilmente, anche le difficoltà familiari a cui lei accenna nel suo messaggio contribuiscono a rendere più difficoltosa la ripresa.
L attività sportiva aiuta a rientrare in carreggiata, provi a ripartire da lì e ci aggiorni se le fa piacere
In bocca al lupo
SP
Dr.ssa Simona Pierini
Psicologa, psicoterapeuta, terapeuta EMDR
Reggio Emilia- Roma
centropsicoterapiastrategica@gmail.com
[#2]
Buongiorno,
Colgo la sofferenza che sta dietro a ciò che ha scritto, i sintomi che riporta sono molto dolorosi, sicuramente il contesto in cui sta vivendo non è dei migliori, ed è comprensibile reagire in tal modo in determinate circostanze. Sicuramente parlare con uno specialista (cognitivo-comportamentale con master in metacognizione, è il più adatto in questo caso) l'aiuterebbe molto. Tenga in mente che non possiamo cambiare il contesto, ma possiamo cambiare come noi reagiamo ad esso, adottando una visione differente ed elicitando conseguentemente differenti reazioni emotive. Ci sarebbe inoltre da indagare quando prova momenti di profonda tristezza, come reagisce ad essa e soprattutto se passa del tempo a ruminare (forma circolare di pensiero persistente, passivo, ripetitivo a carattere negativo: ''capitano sempre a me.. che brutta vita.. sto malissimo ecc ecc).
L'unica prescrizione che le posso fare da dietro una tastiera è la seguente: non si dimentichi di ciò che le piace, cerchi di attivarsi e seppur con sforzo di fare ciò che prima faceva (es sport), più si ritira nella sua stanza più soffrirà, in gergo tecnico questa viene chiamata attivazione comportamentale, ed è il primo compito che solitamente si da ai pazienti con i suoi stessi sintomi.
Io credo in lei, mi faccia sapere come sta
A presto
Colgo la sofferenza che sta dietro a ciò che ha scritto, i sintomi che riporta sono molto dolorosi, sicuramente il contesto in cui sta vivendo non è dei migliori, ed è comprensibile reagire in tal modo in determinate circostanze. Sicuramente parlare con uno specialista (cognitivo-comportamentale con master in metacognizione, è il più adatto in questo caso) l'aiuterebbe molto. Tenga in mente che non possiamo cambiare il contesto, ma possiamo cambiare come noi reagiamo ad esso, adottando una visione differente ed elicitando conseguentemente differenti reazioni emotive. Ci sarebbe inoltre da indagare quando prova momenti di profonda tristezza, come reagisce ad essa e soprattutto se passa del tempo a ruminare (forma circolare di pensiero persistente, passivo, ripetitivo a carattere negativo: ''capitano sempre a me.. che brutta vita.. sto malissimo ecc ecc).
L'unica prescrizione che le posso fare da dietro una tastiera è la seguente: non si dimentichi di ciò che le piace, cerchi di attivarsi e seppur con sforzo di fare ciò che prima faceva (es sport), più si ritira nella sua stanza più soffrirà, in gergo tecnico questa viene chiamata attivazione comportamentale, ed è il primo compito che solitamente si da ai pazienti con i suoi stessi sintomi.
Io credo in lei, mi faccia sapere come sta
A presto
Dr. Marco Di Cugno Psicologo Clinico a indirizzo cognitivo-comportamentale esperto nel trattamento di disturbi ansiosi e depressivi
www.marcodicugno
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.8k visite dal 08/12/2021.
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