Ho 23 anni e vorrei morire,piango tutti i giorni
Salve.
Sono una ragazza di 23 anni.
Da sempre ho avuto problemi psicologici, fin da bambina e inoltre la situazione in famiglia non è mai stata buona (il rapporto tra i miei genitori e tra mia madre e me mia sorella), quindi tutto ciò non ha sicuramente aiutato.
Ho anche lasciato gli studi al quarto anno di superiori.
Ho comunque subito iniziato a lavorare come cameriera e poi dopo tre anni operaia in fabbrica.
Due anni fa sono stata da uno psicologo e ho preso anche psicofarmaci, che devo ammettere mi hanno aiutata, ma poi non so neanche io perché ho smesso di prenderli.
Sono sempre stata agitata, in ansia, nervosa, insicura da che io abbia ricordi.
Gli ultimi tre anni sono stati il colpo di grazia per me, la mia migliore e praticamente unica amica è morta in un incidente, sono stata due anni con il mio datore di lavoro in fabbrica, quando a dicembre 2020 l'ho lasciato lui ha approfittato della situazione covid e mi ha messa in cassa integrazione, finché io a giugno, quando è stato possibile, ho trovato un lavoro da cameriera e mi sono licenziata.
Ho lavorato fino ad ottobre.
Ora arriva il punto, ho cominciato un nuovo lavoro in un albergo due settimane fa, non stavo bene, dormivo in una cantina che è un bunker, dove non c'erano finestre, televisione, non prendeva il telefono.
Io avevo l'ansia e la tachicardia costantemente in questo posto, non mi sentivo adatta a stare lì, era lontano da casa e non mi andava più di fare quel tipo di vita, mi sentivo morire e ho deciso di andarmene, anche se non avevo un altro lavoro già.
Non mi sono pentita di questa scelta perché stavo davvero male, ma tornata a casa i miei genitori mi hanno "ripudiata", mi hanno detto che sono una delusione, mi hanno urlato e aggredita con parole anche offensive, mi hanno detto che sono una fannullona, una fallita... io ho detto loro che presto me ne andrò a vivere da un mio amico in città (io vivo a un 'ora da lui, ma il mio è un piccolo paese di 1000 abitanti) e loro mi hanno detto che non gliene frega niente di cosa faccio, ma che se me ne vado non potrò più tornare.
Ora, io ho paura, vorrei morire, non so come possano andare le cose, ho paura che loro abbiano ragione a dire che sono una pazza ad avere lasciato quel lavoro non avendone un altro, ho paura che se vado da questo mio amico magari non trovo lavoro e non posso neanche tronare a casa perché loro mi chiuderebbero la porta in faccia.
Il mio amico è una persona che conosco da 7 anni, è un grandissimo amico e mi ha offerto sempre la possibilità di andare da lui nel corso del tempo, sa tutto di me e dei miei problemi, mi è sempre stato vicino ed è l'unico in questo momento che mi sta dando un barlume di speranza.
Sono disperata, non so cosa fare, vorrei un consiglio, un parere, un punto di vista.
Aiutatemi vi prego, sono 23 anni che piango tutti i giorni, vorrei solo poter andare in questo posto e ricominciare a vivere a respirare... Non chiedo la luna, vorrei solo per una volta essere padrona della mia vita.
Sono una ragazza di 23 anni.
Da sempre ho avuto problemi psicologici, fin da bambina e inoltre la situazione in famiglia non è mai stata buona (il rapporto tra i miei genitori e tra mia madre e me mia sorella), quindi tutto ciò non ha sicuramente aiutato.
Ho anche lasciato gli studi al quarto anno di superiori.
Ho comunque subito iniziato a lavorare come cameriera e poi dopo tre anni operaia in fabbrica.
Due anni fa sono stata da uno psicologo e ho preso anche psicofarmaci, che devo ammettere mi hanno aiutata, ma poi non so neanche io perché ho smesso di prenderli.
Sono sempre stata agitata, in ansia, nervosa, insicura da che io abbia ricordi.
Gli ultimi tre anni sono stati il colpo di grazia per me, la mia migliore e praticamente unica amica è morta in un incidente, sono stata due anni con il mio datore di lavoro in fabbrica, quando a dicembre 2020 l'ho lasciato lui ha approfittato della situazione covid e mi ha messa in cassa integrazione, finché io a giugno, quando è stato possibile, ho trovato un lavoro da cameriera e mi sono licenziata.
Ho lavorato fino ad ottobre.
Ora arriva il punto, ho cominciato un nuovo lavoro in un albergo due settimane fa, non stavo bene, dormivo in una cantina che è un bunker, dove non c'erano finestre, televisione, non prendeva il telefono.
Io avevo l'ansia e la tachicardia costantemente in questo posto, non mi sentivo adatta a stare lì, era lontano da casa e non mi andava più di fare quel tipo di vita, mi sentivo morire e ho deciso di andarmene, anche se non avevo un altro lavoro già.
Non mi sono pentita di questa scelta perché stavo davvero male, ma tornata a casa i miei genitori mi hanno "ripudiata", mi hanno detto che sono una delusione, mi hanno urlato e aggredita con parole anche offensive, mi hanno detto che sono una fannullona, una fallita... io ho detto loro che presto me ne andrò a vivere da un mio amico in città (io vivo a un 'ora da lui, ma il mio è un piccolo paese di 1000 abitanti) e loro mi hanno detto che non gliene frega niente di cosa faccio, ma che se me ne vado non potrò più tornare.
Ora, io ho paura, vorrei morire, non so come possano andare le cose, ho paura che loro abbiano ragione a dire che sono una pazza ad avere lasciato quel lavoro non avendone un altro, ho paura che se vado da questo mio amico magari non trovo lavoro e non posso neanche tronare a casa perché loro mi chiuderebbero la porta in faccia.
Il mio amico è una persona che conosco da 7 anni, è un grandissimo amico e mi ha offerto sempre la possibilità di andare da lui nel corso del tempo, sa tutto di me e dei miei problemi, mi è sempre stato vicino ed è l'unico in questo momento che mi sta dando un barlume di speranza.
Sono disperata, non so cosa fare, vorrei un consiglio, un parere, un punto di vista.
Aiutatemi vi prego, sono 23 anni che piango tutti i giorni, vorrei solo poter andare in questo posto e ricominciare a vivere a respirare... Non chiedo la luna, vorrei solo per una volta essere padrona della mia vita.
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Buongiorno utente,
Mi dispiace per la sua situazione e per il dolore che sta provando, lei ci chiede un parere, non mi sento di dirle altro se non: si faccia aiutare, la vita a volte ci pone in situazioni estremamente difficili, che non riusciamo a reggere/gestire da soli, cerchi uno psicoterapeuta, inizi a prendersi cura di se stessa, sarà il primo passo verso la serenità.
Una buona giornata
Mi dispiace per la sua situazione e per il dolore che sta provando, lei ci chiede un parere, non mi sento di dirle altro se non: si faccia aiutare, la vita a volte ci pone in situazioni estremamente difficili, che non riusciamo a reggere/gestire da soli, cerchi uno psicoterapeuta, inizi a prendersi cura di se stessa, sarà il primo passo verso la serenità.
Una buona giornata
Dr. Marco Di Cugno Psicologo Clinico a indirizzo cognitivo-comportamentale esperto nel trattamento di disturbi ansiosi e depressivi
www.marcodicugno
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.5k visite dal 07/12/2021.
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