Mia figlia ha paura della maestra

Buongiorno.

Mia figlia di 3 anni ha iniziato a settembre la frequentazione dell'asilo.

Nella sua classe ci sono due maestre (una di ruolo ed una ragazza molto giovane) che si alternano mattina/pomeriggio.

Tutto bene per un mese e mezzo.

Frequentava ogni giorno con stimolo e interesse fino a quando, un giorno, mia moglie è andata a prendere la bambina fuori dall'asilo trovandola piangente.

La maestra, sbrigativamente, ha solo riferito che la bambina non aveva dormito al pomeriggio.

Mia figlia ha poi riferito, a casa, di esesere stata sgridata dalla maestra.

Sta di fatto che da quel giorno, mia figlia mostra un pronunciato stato ansiogeno prima di andare a scuola.

Durante il tragitto, chiede e si informa se troverà la maestra "giovane".

Oggi, alla vista della maestra "giovane" è scoppiata a piangere.


Fa male vederla così perché fino a due mesi fa la scuola era un momento positivo per lei.

Premetto che quando è in presenza la maestra di ruolo (diciamo quella più "anziana"), la bambina non mostra gli stessi stati di ansietà.


Purtroppo la bambina è ermetica e non racconta episodi specifici.

Dal canto nostro non vogliamo mettere in piedi una situazione da "interrogatorio" con la bambina e nemmeno essere troppo pressanti o cadere nell'errore di fare domande che contengano già la risposta.


Chiedo vostro consiglio sia su come approcciare la bambina per cercare di avere una spiegazione plausibile del suo atteggiamento, certamente infelice ed anche quale possa essere il modo migliore per approcciare l'insegnante in quanto, sulla mera presunzione di un problema non provato, non voglio nemmeno indire una "caccia alle streghe" che risulterebbe poco proficua per mia figlia stessa.


Grazie infinite per i vostri preziosi consigli e per il vostro tempo.
[#1]
Dr.ssa Debora Manoni Psicologo, Psicoterapeuta 33 1
Buongiorno, vi siete confrontati anche con altri genitori? Siete a conoscenza di altre problematiche del genere che riguardano altri bambini che frequentano l'asilo con vostra figlia?
Un "interrogatorio" non direi sia il caso ma farsi raccontare ciò che fa all'asilo e quali emozioni prova durante le attività con la maestra "giovane" può essere un giusto approccio prima di pensare ad altri interventi.

Dr.ssa Debora Manoni
Psicologa Psicoterapeuta
Specialista in Disturbi Specifici dell'Apprendimento

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa Manoni, grazie per la risposta.
Sì, nel frattempo ci siamo confrontati anche con un'altra mamma che ha la bambina nella stessa classe che a sua volta ha provato a "sondare" la situazione con sua figlia.
Non è emerso niente di preoccupante, anzi, al contrario sua figlia riferisce di trovarsi molto bene con la maestra più giovane.

Da un breve racconto di mia figlia (che risale a ieri) sembrerebbe che il tutto nasca da un rimprovero ricevuto dalla maestra più giovane accaduto durante il riposino pomeridiano.
Da quel che ho intuito, la bambina non voleva dormire (e probabilmente ha disturbato gli altri bambini) ed è avvenuto un rimprovero da parte dell'insegnante.

Nel frattempo abbiamo chiesto a nostra figlia di disegnare le due maestre.
Ha prodotto più disegni che rappresentano le due insegnanti in varie situazioni, ma dai disegni, francamente, non abbiamo riscontrato alcuna anomalia o segnale che possa destare preoccupazione.
Ho anche cercato di riprodurre una situazione, un gioco, il "gioco dell'asilo", dove io impersonavo un bambino e a mia figlia avevo assegnato il compito di impersonare la maestra più giovane.
Abbiamo simulato la situazione della messa a dormire (il riposino pomeridiano).
Ho provato a simulare i possibili capricci che un bambino fa quando non vuole dormire per valutare la reazione di mia figlia nei panni dell'insegnante.
Anche in questo frangente non è emerso alcun comportamento inadeguato alla situazione.
Mi sarei aspettato che mia figlia simulasse delle botte sul sedere o delle urla o qualcosa del genere, invece nulla di tutto questo. Anzi, nel contesto della situazione si è dimostrata con il me "bambino" oltremodo paziente e indulgente, che è in definitiva l'atteggiamento che ci si potrebbe attendere da una maestra.

Rimane comunque l'evindente sentimento avverso che mia figlia nutre nei confronti della maestra più giovane.
Al visitone, non so se esporre questo fatto, evidenziando che il problema sta nel rapporto tra mia figlia e questa maestra o se limitarmi a descrivere i comportamenti ansiogeni della bambina.
Purtroppo è di solare evidenza che la bambina nutre amore e simpatia per la maestra più anziana, mentre il suo comportamento ansiogeno si manifesta in concomitanza (o con il pensiero) della presenza della maestra più giovane.

In tal senso sono aperto ad ogni consiglio che potrà darmi su come comunicare alle maestre questo disagio che, a prescindere, non penso vada taciuto.

Infinitamente grazie.
Buona giornata.
[#3]
Dr.ssa Debora Manoni Psicologo, Psicoterapeuta 33 1
Probabilmente vostra figlia ha mostrato una sensibilità maggiore rispetto ai compagni riguardo ad alcuni atteggiamenti mostrati dalla maestra più giovane... Ma ancora la mattina lamenta disagi per andare a scuola?
[#4]
Utente
Utente
Purtroppo sì.
Sta diventando un atteggiamento cronico che va avanti ormai da un mese e mezzo.
Io non so se il rimprovero abbia "oltrepassato le righe" del buon senso.
Di certo, quando al mattino varca l'ingresso, se vede che c'è la maestra più anzina è rilassata e felice.
Quando invece vede la maestra più giovane, quasi si mette a piangere ed entra a fatica e mal volentieri.
Questa storia va avanti da un mese e mezzo ormai. E' una sofferenza anche per noi genitori.
L'unica "fortuna" è che la maestra più giovane non è di ruolo...
[#5]
Dr.ssa Debora Manoni Psicologo, Psicoterapeuta 33 1
Capisco la vostra sofferenza e senso di impotenza. Se questa situazione dovesse continuare pensate di valutare un cambio di scuola? Magari un confronto"costruttivo" con la maestra "giovane" magari potrebbe portare anche dei benefici.
[#6]
Utente
Utente
Buonasera dottoressa.
Abbiamo avuto oggi un colloquio con entrambe le maestre.
Dopo la mia "arringa" è intervenuta subito la maestra più anziana, lasciando così minuti preziosi alla giovane collega di prepararsi alla difesa.
Morale, nessuna maestra ricorda un evento che possa aver motivato un perenne stato ansiogeno in mia figlia...
Sì, le maestre si difendono a vicenda.
Non mi aspettavo niente di diverso.
La maestra più anziana va in pensione tra due anni, pensa che abbia voglia di essere coinvolta in un casino?

Oggi hanno preso tempo.
Ci hanno sostanzialmente consigliato di attendere gennaio e vedere se "il momento passa".

Io penso che si parleranno tra di loro. O almeno questa è la mia speranza.
Questa è già la seconda lamentela che la maestra più giovane riceve e nel giro di soli tre mesi.

Dottoressa, io non sono un padre esperto.
Ho solo una figlia e da soli tre anni.
Ma sono molto esperto in altre cose e per esperienza diretta.
So cosa vuol dire subire violenze e angherie dalla maestra.
Forbiciate sulla testa, sberle a mano piena che ti fischiava il timpano e per mezz'ora non sentivi niente, compagni di scuola che vomitavano al mattino in classe per l'ansia.
E so che significato ha il silenzio omertoso di un bambino che dopo tutto questo non racconta niente a casa. Labbra cucite di paura.

Gli altri genitori sembrano tranquilli tranquilli, a parte la mamma che mi ha risposto sulla chat di classe, riferendomi di aver avuto il medesimo problema.
Ma io so come funzionano le cose.
In una classe di 15-20, le vittime dirette sono solo 3, massimo 4.
Sono quelli che la "maestra" di turno ritiene i più deboli, i più timidi.
Il clima di terrore condiziona tutti però.

Si colpisce 1 per insegnare a tutti, e per premiare chi non riceve botte o vessazioni.
Ma le botte che fanno più male sono quelle emotive, le umiliazioni.
Quelle le ricordi fino a quando muori, le forbiciate in testa no.
Così funzionano le cose.

Ma i genitori d'oggi che vuole che ne sappiano... Meglio guardare il cellulare che osservare bene i propri figli.

I bambini parlano, anche senza parlare.
[#7]
Dr.ssa Debora Manoni Psicologo, Psicoterapeuta 33 1
Buongiorno, visto che la sua preoccupazione non sembra diminuire avete pensato di prendere un appuntamento con una psicologa esperta di bambini? Parlando con lei e facendole conoscere vostra figlia magari può darvi indicazioni più approfondite
[#8]
Utente
Utente
Buonasera dottoressa.
Il suo suggerimento è senz'altro una strada percorribile.
Al perdurare o al peggiorare della situazione sarà senz'altro un valido aiuto, in primis per nostra figlia ma anche per noi genitori.
Nel frattempo, stiamo considerando l'idea, a partire da gennaio, di farle fare solamente la mattina, evitando quindi di sottoporla al momento del "riposino" pomeridiano.
A nostro avviso, sembra essere stato questo l'evento scatenante.
Poiché nostra figlia non dorme più da mesi al pomeriggio, il fatto di doversi adeguare a questa routine imposta può essere stata causa di tensione tra la bambina e la maestra.
Il che ci rimanda proprio alla memoria di un mese e mezzo fa quando tutto iniziò, quando ebbe inizio il rituale del riposino pomeridiano.
Quel giorno mia moglie andò a prendere nostra figlia all'uscita dall'asilo, trovandola in lacrime e disperata.
La giustificazione della maestra di turno fu "non voleva dormire, ed ogni tentativo la faceva piangere".
Questa è l'unica spiegazione che ci siamo dati.
Purtroppo non ci è dato sapere come fu gestito quel giorno il disagio di nostra figlia e se questo sia stato un evento vissuto come vessatorio (obbligo di dormire) da parte di nostra figlia.
Sarebbe stato bello avere queste risposte dalle maestre.
In ogni caso, farle fare mezza giornata limiterebbe l'esposizione alla maestra più giovane.
Cambiare asilo, appare essere una soluzione di comodo ma che la priverebbe delle nuove amicizie appena legate.
All'evidenza di un peggioramento della situazione, sarà anche questa però un'ipotesi da prendere in considerazione.

Qualunque cosa sia successa (o non successa) è stato per me doveroso aver informato la diretta interessata.

La ringrazio per il suo tempo che ci ha dedicato nel leggermi e nel rispondermi.

Un sentito ringraziamento.
Disfunzione erettile

La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?

Leggi tutto