Coppia che litiga violentemente
Sono sposata da due anni, dopo una convivenza di quasi 9 anni e ho una bambina di un anno.
Io e mio marito siamo in una profonda crisi.
Entrambi eravamo molto felici di avere una bambina.
Tuttavia ho avuto problemi che mi hanno costretta a letto e per me è stato un periodo molto difficile, fra il dolore fisico, la paura e il fatto di essere costretta a letto, mentre io sono abituata a muovermi.
A ciò è seguito un parto molto difficile, lungo e doloroso, in completa solitudine e con un'assistenza purtroppo pessima.
Al ritorno a casa ero triste, mi sentivo inadeguata e non avendo latte, non riuscivo ad allattare mia figlia.
A ciò è seguito un periodo durissimo in cui sono tornata a lavoro, e lo desideravo molto, ma tutti mi facevano sentire in colpa, anche per il solo fatto di avere voglia di fare qualcosa di diverso che occuparmi della bimba.
Mio marito mi è stato accanto, sin dalla gravidanza si è preso cura di me e poi della bimba, mi ha sostenuto, aiutata, è stato perfetto.
Ed è un padre meraviglioso.
Poi è accaduto che mio padre, ammalato, si è aggravato ed è morto.
Io ero molto legata a lui.
Mia madre è venuta a stare da noi per un mese e ho iniziato a litigare con lei pesantemente, ci siamo accusate reciprocamente per la malattia di mio padre, lei mi ha dato la colpa di non essere stata presente quando si è aggravato, ma io ero a letto e lei ha rifiutato qualsiasi aiuto le offrissi.
La ho accusata di non averlo curato bene e averne accelerato la morte.
Io e mia madre non abbiamo un buon rapporto, lei e' egocentrica, ipocondriaca, e viziata da mio padre.
In ogni caso ha litigato anche con mio marito, al quale parlava male di me.
Ma io e lui abbiamo iniziato a litigare sempre più e ad oggi, dopo sei mesi, non abbiamo smesso, si tratta di urla di continuo ed io sono arrivata a prendere a pugni e calci oggetti ed ho preso a schiaffi mio marito, che è diventato a suo volta aggressivo nei miei confronti, mi ha presa dai capelli, dalla faccia, mi tiene ferma mentre litighiamo.
Io a volte dubito dei miei sentimenti, altre volte soffro moltissimo all'idea di perderlo.
A volte penso mi ami, a volte penso stia con me per nostra figlia.
Ora gli ho detto che forse dovremmo separarci, non ne sono convinta ma non so che fare, lui non vuole, anche se non si oppone, sta soffrendo.
Non vorrei che sia nostra figlia a soffrire per causa nostra, anche perché sono troppo nervosa con lei, e questo non me lo perdonerei.
In passato avevo avuto problemi del genere con mio marito, in un momento di difficoltà, in cui c'erano pochi soldi, famiglie assenti e contro di noi, tanta solitudine ed io soffocavo.
Poi avevamo superato tutto ed ora siamo in questa situazione.
Ho paura che possiamo peggiorare, generare un clima di violenza, sia pure reciproca, e non so che fare e non so se andare via o restare e se mai si possa risolvere in qualche modo.
Soffro molto, sono arrabbiata, mi sento incapace, cosa posso fare?
Grazie a chi risponderà.
ci scrive, tra l'altro, che
"..In passato avevo avuto problemi del genere con mio marito,
.in un momento di difficoltà,
.in cui c'erano pochi soldi,
.famiglie assenti e contro di noi,
.tanta solitudine
.ed io soffocavo."
Una situazione per certi versi simile a quella attuale: di Suo forte stress, che ha finito con lo scaricarsi su Suo marito.
Peratro descritto come uomo gentile e accudente.
Siete finiti dentro una spirale che, dopo sei mesi, non finisce di avvitarsi, schiacciandovi.
Sembrerebbe però che più che separarVi dobbiate interpellare un bravo medico, per una cura.
Ed inoltre chiedete a tempi brevi una consulenza di coppia: avete superato insieme situazioni difficili, una gravidanza pesante; non pare ancora giunto il momento di gettare la spugna.
Però da soli è difficile fermare la spirale ormai in movimento.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
ci tenga al corrente!
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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se può, eviti di raccontare i fatti Suoi a "persone". Frequentemente se ne ricevono in cambio banalità, giudizi, interpretazioni insistenti.
Non si è ancora finito di parlare di sè, che l'altr* sta già dicendo: "Ah sì, ANCH'IO ecc.", spostando così in realtà l'attenzione su di sè.
Assai raramente si incontrerà un ascolto attento, empatico, di mente e di cuore,
quel tipo di ascolto profondo che non fa impossibili confronti tra situazioni di per sè *uniche*,
che non possiede certezze precostituite spesso raccattate qua e là.
Non perda tempo a interrogarsi troppo sulle banalità che riceve; non ne vale la pena, il tempo, il tono dell'umore.
Cari saluti.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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La disturbo ancora e colgo l'occasione per aggiornarla circa la situazione. Ho detto a mio marito che sarei voluta andare in terapia con lui per salvare il nostro matrimonio. Non era entusiasta, perché non crede in queste cose (e questo già lo sapevo) però pur di risolvere ha detto sì. Così ho contattato una psicologa, ma ha ritenuto di darci appuntamento intorno al 20 dicembre per cui non ci siamo ancora stati. Nel frattempo ci siamo detti di impegnarci a sistemare le cose, il ché ha reso lui molto felice, mi ha voluto portare a cena fuori (a dire il vero fa spesso di queste cose da sempre) e siamo stati molto bene. Ora vengo al problema, non sono per nulla tranquilla. Mi aspetto che da un momento all'altro succeda qualcosa di brutto fra noi. Così sono nervosa e di tanto in tanto rispondo in maniera sgarbata. Ieri nostra figlia, che è una bimba molto movimentata, faceva i capricci e stava per farsi male, così mio marito la ha sgridata e poi la ha presa in braccio e portata via da dove era. Chiaramente si è innervosito. Allora io mi sono arrabbiata con lui, dicendo che si girava male con la bambina. In realtà ho pensato che il clima che c'è fra noi ci avrebbe portato a comportarci male anche con lei. Ora, lui è un padre molto bravo. Solo che io non gli dò più nessuna fiducia, in nessun campo a quanto pare. Mio marito è rimasto piuttosto male, dicendomi che è normale impedire ad un bambino di farsi male o fare danni (e questo lo so) e che anche io mi arrabbio, che pensava fossimo contenti e che così rovino tutto. Che è deluso e devo decidermi. Io vorrei sistemare le cose, ma non ho fiducia e ho troppa paura. Cosa posso fare? Come dovrei comportarmi?
Grazie e chiedo scusa per la lunghezza e per il disturbo.
Sembrerebbe che Lei sia consapevole di scaricare su Suo marito le proprie insoddifazioni:
".. non sono per nulla tranquilla.
Mi aspetto che da un momento all'altro succeda qualcosa di brutto fra noi.
Così sono nervosa e di tanto in tanto rispondo in maniera sgarbata..",
insoddisfazioni che non possiamo sapere da dove abbiano origine.
"..Come dovrei comportarmi?" ci chiede.
Per modificare i comportamenti occorre modificare gli atteggiamenti interiori, gli stati d'animo.
E' importante che in maniera riservata faccia presente questo elemento alla Psy che si prenderà cura della Vosta coppia.
(a proposito: ha verificato che sia anche Psicoterapeuta? e' indispensabile per poter curare.)
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Grazie per la celere risposta. In primo luogo si, è una psicoterapeuta. Ma le posso chiedere perché utilizza il termine "curare"? Mi spiego può essere una patologia la mia? Le chiedo per comprendere, ovviamente non conosco la materia. Per il resto non so se parlerei proprio di insoddisfazione. Ho fatto cose importanti e di cui sono orgogliosa nella mia vita. Diciamo che quando ad una persona succedono sempre le stesse cose, ossia non è mai del tutto felice, perché in un modo o nell'altro c'è sempre un problema, alla fine non riesce ad immaginare nulla di diverso. E finisce per reiterare sempre gli stessi comportarmi, con i medesimi risultati. Senza via d'uscita. Io bene non so stare e per quanto mi sforzi non ci riesco. Almeno non a lungo. Dopo di ché io scappo dalle stesse cose che voglio, cioè ho bisogno di sentirmi amata ma allo stesso tempo facilmente soffoco, anche se mi si lascia completamente libera. I problemi non mi sono mancati, da mia madre che ho sempre giudicato assente (ma che ultimamente tendo a giustificare, essendo anche io mamma non proprio perfetta), al bullismo a scuola (io ero grassa un tempo) ai problemi di coppia, anche con il mio precedente fidanzato, i problemi di soldi all'inizio della convivenza con mio marito, sua madre che dava problemi e poi, dopo una parentesi felice soprattutto dopo il matrimonio, la gravidanza e il parto complicati. È un lungo e noioso elenco che detta così sembra che nella mia vita non ci sia stato mai nulla di buono. Anche se non è così, ci sono state cose belle, ma quelle brutte ormai le sovrastano dentro di me. Detto questo, spesso mio marito viene descritto quasi come una vittima, anche da me forse. Però anche lui ha commesso degli errori, ad esempio in passato non ha mai avuto il coraggio di schierarsi dalla mia parte, per via dei suoi sensi di colpa verso la sua famiglia d'origine (suo padre lavora fuori, non c'è mai, e lui si era caricato tutta la responsabilità, fino a che non è venuto a vivere con me) e mi ha lasciata sola. Situazione ora risolta, ma anche lui a volte è nervoso e sgradevole con me. Non faccio tutto da sola. Detto questo vorrei uscirne e ritornare ad avere fiducia. Mi scuso per lo sfogo e la ringrazio sempre per il tempo dedicato e per le sue risposte.
noi ci occupiamo di chi ci scrive,
cioè di Lei,
che di sè ci dice: "Io bene non so stare e per quanto mi sforzi non ci riesco."
Per questo siamo contenti che abbia l'appuntamento con la Psicoterapeuta, con la quale cercare di capire, ma soprattutto di cambiare; perchè in fondo è questo che la persona chiede, di imparare a vivere in modo più sereno e appagante dentro di sè e nelle relazioni.
Con questa risposta conclusiva, Le auguro buoni giorni.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Dott. Brunialti
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