Sono (ri)diventato agorafobico

Salve dottori,
sono un ragazzo di 29 anni.
Circa 5 anni fa intrapresi un percorso di terapia cognitivo comportamentale - durato circa 6 mesi - per trattare un problema di "disturbo da panico con agorafobia".
Prima di questo percorso ero arrivato a non uscire più di casa, o comunque a farlo con grande difficoltà (sudorazione, tachicardia, capogiri...).
I 6 mesi di terapia mi hanno aiutato, certo.
Ma non mi hanno guarito del tutto.
Qualcosa era rimasto, come un fuoco ancora caldo sotto un cumulo di cenere, per rendere l'idea.
E non so se questo che sto sperimentando ora possa essere un effetto a lungo termine dei lockdown, però, guardandomi indietro, ho preso la consapevolezza che poco alla volta questi disturbi sono ritornati.
Non come cinque anni fa, sia chiaro.
Ora sono in un hotel di Torino dove sono in "vacanza": ma l'agorafobia si è ripresentata alla grande, e quindi in realtà non riesco a godermi una passeggiata in città senza avere un attacco d'ansia (onestamente non so nemmeno se sia un vero e proprio attacco di panico, io non ho mai provato la tipica sensazione di morte imminente, ma poco importa la terminologia: quello che provo mi limita, vorrei fare tante cose, eppure la paura dello spazio esterno è un blocco che non posso fingere che non ci sia e che non mi va nemmeno più di accettare).
Quindi sono qui a chiedervi alcune cose:
- La scorsa volta la terapia comportamentale ha funzionato (stavo molto peggio di adesso, lo ripeto; cinque anni fa a Torino nemmeno ci sarei venuto), però non del tutto.
Non so se perché forse avremmo dovuto continuare o per altri fattori, però forse potrebbe essere indicato un altro approccio?
Quale però?
Psicanalitico, strategico?
Onestamente non so bene cosa significhino questi termini all'atto pratico, però, appunto, qualcosa di nuovo potrebbe giovarmi?
Quali sono le tempistiche medie di questi trattamenti?

- Mi sono stancato, non mi va di affrontare ancora una volta quello che ho già vissuto, per cui vi chiedo di essere franchi: da questi disturbi si guarisce definitivamente?
Così, tanto per mettersi l'anima in pace, e lo dico con ironica amarezza.
Però mi sento molto limitato da me stesso.

Grazie.
[#1]
Dr. Paolo Mancino Psicologo 62 3
Salve.
Mi sembra fuori dal comune che lei chieda di sottoporsi ad una psicoterapia diversa da quella cognitivo comportamentale se tramite la stessa è riuscito a conseguire i miglioramenti a cui ha accennato.
Per la sua patologia una modalità che ha pari efficacia è la Terapia Breve Strategica.
Entrambe le tecniche hanno la fama di essere brevi, efficaci e riproducibili, nel senso che lei potrebbe riprendere da dove ha interrotto e conseguire ulteriori risultati. Per la psicoanalisi la informo che i tempi sono lunghi e non viene garantita l'efficacia.
A mio avviso lei potrebbe riprendere la terapia con uno psicologo delle scuole che le ho indicato ma da altro psicoterapeuta se si è stancato di vederlo.
Cordiali saluti

Dr. Paolo Mancino

[#2]
Utente
Utente
Grazie dottor Mancino. I miei dubbi sono dovuti al fatto che ho la sensazione che queste mie difficoltà mai completamente risolte derivino dà problemi radicati dentro di me e che dipendano in qualche modo (a me ignoto) dal mio passato. Noto anche una certa somiglianza simbolica fra il mio carattere rigido, poco incline ai cambiamenti e ad uscire dagli schemi con - appunto - l'uscire fuori in senso fisico e spaziale. Ecco che le strade lunghe, le piazze ampie, la guida in autostrada, gli edifici grandi sono tutte cose troppo "grandi" per me. E allora parte l'attacco d'ansia.
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