Paura di lasciare la vita che volevo e tornare a casa
Salve,
Ho 24 anni e da 9 mesi mi sono trasferita al nord italia per trovare un lavoro e andare a convivere con il mio ragazzo che per lavoro sta qua da due anni.
Prima di partire non desideravo altro, sognavo e immaginavo tutto come la cosa più bella e giusta per stare bene e sentirmi soddisfatta.
Tuttavia appena il tutto si è concretizzato sono entrata in uno stato di ansia e angoscia, gli ultimi giorni con la mia famiglia li ho passati piangendo e con la paura di lasciarli per sempre.
Arrivata qui ho iniziato ad allontanare il mio ragazzo, a chiedermi se mi piacesse, successivamente ho trovato un lavoro "vero" (considerando ciò che si trova, purtroppo, al sud) ho tentato di far andare avanti le cose, mi sono sforzata sino a quest'estate, quando sono tornata a casa sono stata male, non riuscivo a godermi nulla per la paura di ripartire, piangevo e mi disperavo quotidianamente provando malessere.
Da settembre ad oggi, le cose non sono migliorate, per quanto il mio ragazzo sia perfetto e cerchi sempre di farmi stare bene, mi sento incompleta e insoddisfatta, l'ho allontanato del tutto soprattutto fisicamente da circa tre mesi, rimurgino sul fatto che non voglio vivere tutta la mia vita lontana dai miei cari e al contempo però ho il terrore di lasciare le abitudini che ho ormai creato e soprattutto un lavoro che mi permette di avere un futuro.
Non vedo via d'uscita perché non voglio lasciare il mio ragazzo per paura di pentirmene, di prendere una scelta basata sul mio stato d'animo e soprattutto ho il terrore di licenziarmi, di ciò che possano pensare le persone che mi conoscono, i miei colleghi e il mio capo.
Mi sento senza via d'uscita, perché qualunque scelta prenda sono sicura che sia sbagliata, non voglio ritrovarmi tra 10 anni a pensare "avrei potuto godermi la mia famiglia" o "avrei potuto avere una vita migliore con maggiori possibilità".
Penso continuamente a questo malessere, soffro di tachicardia e insonnia, non riesco più a far nulla se non pensare e mi ritrovo ogni mattina senza alcuna voglia/forza di alzarmi, scoppio a piangere e respirare in modo affannato.
Non so davvero come continuare a vivere così, facendo del male a me ma soprattutto a lui che non merita tutto questo e che non voglio abbandonare
Ho 24 anni e da 9 mesi mi sono trasferita al nord italia per trovare un lavoro e andare a convivere con il mio ragazzo che per lavoro sta qua da due anni.
Prima di partire non desideravo altro, sognavo e immaginavo tutto come la cosa più bella e giusta per stare bene e sentirmi soddisfatta.
Tuttavia appena il tutto si è concretizzato sono entrata in uno stato di ansia e angoscia, gli ultimi giorni con la mia famiglia li ho passati piangendo e con la paura di lasciarli per sempre.
Arrivata qui ho iniziato ad allontanare il mio ragazzo, a chiedermi se mi piacesse, successivamente ho trovato un lavoro "vero" (considerando ciò che si trova, purtroppo, al sud) ho tentato di far andare avanti le cose, mi sono sforzata sino a quest'estate, quando sono tornata a casa sono stata male, non riuscivo a godermi nulla per la paura di ripartire, piangevo e mi disperavo quotidianamente provando malessere.
Da settembre ad oggi, le cose non sono migliorate, per quanto il mio ragazzo sia perfetto e cerchi sempre di farmi stare bene, mi sento incompleta e insoddisfatta, l'ho allontanato del tutto soprattutto fisicamente da circa tre mesi, rimurgino sul fatto che non voglio vivere tutta la mia vita lontana dai miei cari e al contempo però ho il terrore di lasciare le abitudini che ho ormai creato e soprattutto un lavoro che mi permette di avere un futuro.
Non vedo via d'uscita perché non voglio lasciare il mio ragazzo per paura di pentirmene, di prendere una scelta basata sul mio stato d'animo e soprattutto ho il terrore di licenziarmi, di ciò che possano pensare le persone che mi conoscono, i miei colleghi e il mio capo.
Mi sento senza via d'uscita, perché qualunque scelta prenda sono sicura che sia sbagliata, non voglio ritrovarmi tra 10 anni a pensare "avrei potuto godermi la mia famiglia" o "avrei potuto avere una vita migliore con maggiori possibilità".
Penso continuamente a questo malessere, soffro di tachicardia e insonnia, non riesco più a far nulla se non pensare e mi ritrovo ogni mattina senza alcuna voglia/forza di alzarmi, scoppio a piangere e respirare in modo affannato.
Non so davvero come continuare a vivere così, facendo del male a me ma soprattutto a lui che non merita tutto questo e che non voglio abbandonare
[#1]
Gentile utente,
nel luogo dove vive non mancano i professionisti in grado di aiutarla.
Si rechi con fiducia dal suo medico di famiglia e si faccia prescrivere dei colloqui psicologi al Consultorio o alle ASL, ma anche delle analisi cliniche per valutare il suo stato di salute generale.
Vedrà che il problema, sciogliendo uno per uno i nodi che ora la avvolgono troppo strettamente, prenderà contorni più definiti, permettendole una soluzione.
Ma fa riflettere soprattutto un aspetto del suo conflitto interiore: "per quanto il mio ragazzo sia perfetto e cerchi sempre di farmi stare bene, mi sento incompleta e insoddisfatta, l'ho allontanato del tutto soprattutto fisicamente da circa tre mesi".
Questo la fa sentire meglio?
In attesa del primo appuntamento con lo specialista tenti questo esercizio di Scrittura Espressiva che la aiuterà a dare espressione alle emozioni e alle idee sommerse.
TEMPESTA DI PAROLE
1) Con dei fogli oppure un quaderno, e una penna scorrevole, si sieda in un luogo dove non verrà disturbata per almeno mezz'ora. Si rilassi con alcuni respiri, punti un contaminuti a cinque minuti e poi scriva tutte le singole parole (non frasi) che le vengono in mente, una dopo l’altra, senza chiedersi perché o che cosa significano, lasciando libera la mente.
2) Inizi con qualsiasi parola e scriva tutte quelle che le vengono in mente, anche se le sembrano banali o ripetitive; le prime, in particolare, servono per sbloccarsi.
3) Scriva senza fermarsi a rileggere -non importa se alcune parole si ripetono- fino a che suona il contaminuti; a questo punto smetta di scrivere e si rilassi.
4) Poco dopo legga le parole scritte e sottolinei quelle che hanno una particolare intensità emotiva.
5) Lasci fluire dentro di sé le immagini, le emozioni, i ricordi evocati da quelle parole, guardandoli come un film e respirando tranquillamente.
6) Non necessariamente nella stessa occasione, però nella stessa giornata, scriva su quel foglio quali cose ha scoperto di sé, del suo stato emotivo, delle sue idee, intenzioni, paure, etc.
7) Conservi il foglio con la data e l'ora dell'esercizio; anche la ragione per cui ha fatto l’esercizio, se ce n’è una specifica di quel giorno.
Ci tenga al corrente.
nel luogo dove vive non mancano i professionisti in grado di aiutarla.
Si rechi con fiducia dal suo medico di famiglia e si faccia prescrivere dei colloqui psicologi al Consultorio o alle ASL, ma anche delle analisi cliniche per valutare il suo stato di salute generale.
Vedrà che il problema, sciogliendo uno per uno i nodi che ora la avvolgono troppo strettamente, prenderà contorni più definiti, permettendole una soluzione.
Ma fa riflettere soprattutto un aspetto del suo conflitto interiore: "per quanto il mio ragazzo sia perfetto e cerchi sempre di farmi stare bene, mi sento incompleta e insoddisfatta, l'ho allontanato del tutto soprattutto fisicamente da circa tre mesi".
Questo la fa sentire meglio?
In attesa del primo appuntamento con lo specialista tenti questo esercizio di Scrittura Espressiva che la aiuterà a dare espressione alle emozioni e alle idee sommerse.
TEMPESTA DI PAROLE
1) Con dei fogli oppure un quaderno, e una penna scorrevole, si sieda in un luogo dove non verrà disturbata per almeno mezz'ora. Si rilassi con alcuni respiri, punti un contaminuti a cinque minuti e poi scriva tutte le singole parole (non frasi) che le vengono in mente, una dopo l’altra, senza chiedersi perché o che cosa significano, lasciando libera la mente.
2) Inizi con qualsiasi parola e scriva tutte quelle che le vengono in mente, anche se le sembrano banali o ripetitive; le prime, in particolare, servono per sbloccarsi.
3) Scriva senza fermarsi a rileggere -non importa se alcune parole si ripetono- fino a che suona il contaminuti; a questo punto smetta di scrivere e si rilassi.
4) Poco dopo legga le parole scritte e sottolinei quelle che hanno una particolare intensità emotiva.
5) Lasci fluire dentro di sé le immagini, le emozioni, i ricordi evocati da quelle parole, guardandoli come un film e respirando tranquillamente.
6) Non necessariamente nella stessa occasione, però nella stessa giornata, scriva su quel foglio quali cose ha scoperto di sé, del suo stato emotivo, delle sue idee, intenzioni, paure, etc.
7) Conservi il foglio con la data e l'ora dell'esercizio; anche la ragione per cui ha fatto l’esercizio, se ce n’è una specifica di quel giorno.
Ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentilissima dottoressa,
Ho svolto l'esercizio da Lei indicato, le parole riguardano amore, amicizia, famiglia e stati d'animo come felicità, angoscia, malinconia e solitudine.
Purtroppo per motivi di tempo ed economici non penso mi sarà possibile rivolgermi ad uno specialista. Ad ogni modo il Suo esercizio mi ha permesso di immedesimare nell'amore ciò che io e il mio compagno siamo stati e non siamo piu, probabilmente a causa mia e nella famiglia e felicità tutto ciò che ho lasciato giù
Ho svolto l'esercizio da Lei indicato, le parole riguardano amore, amicizia, famiglia e stati d'animo come felicità, angoscia, malinconia e solitudine.
Purtroppo per motivi di tempo ed economici non penso mi sarà possibile rivolgermi ad uno specialista. Ad ogni modo il Suo esercizio mi ha permesso di immedesimare nell'amore ciò che io e il mio compagno siamo stati e non siamo piu, probabilmente a causa mia e nella famiglia e felicità tutto ciò che ho lasciato giù
[#3]
Gentile utente,
con prescrizione del medico di famiglia i colloqui psicologici sono gratuiti.
Quello che ora scrive (l'amore profondamente mutato col suo ragazzo) potrebbe spiegare molte cose, ma attenzione: non sottovaluti il suo stato di salute.
Ritengo più che mai utile che lei esegua le analisi di routine.
Auguri.
con prescrizione del medico di famiglia i colloqui psicologici sono gratuiti.
Quello che ora scrive (l'amore profondamente mutato col suo ragazzo) potrebbe spiegare molte cose, ma attenzione: non sottovaluti il suo stato di salute.
Ritengo più che mai utile che lei esegua le analisi di routine.
Auguri.
[#4]
Utente
Salve dottori,
Avevo scritto mesi fa in quanto trasferita lontana da casa per amore, stavo male e avevo dubbi sulla mia vita e sulla mia relazione. Ho deciso di tornare a casa per non vivere nel dubbio e nell'indecisione totale. Tuttavia adesso mi sto pentendo della scelta posta in essere e so che non è reversibile. Ho paura di non sentirmi più a casa a casa mia e soprattutto è come se il mio cervello avesse rimosso tutte le cose negative che mi hanno portato a star male in passato, mi sento in colpa e credo di morire all'idea di dover lasciare il mio ragazzo, abbandonarlo e soprattutto cancellare l'idea di vita perfetta con lui. Mi sento una stupida, piena di sensi di colpa e ho realmente paura di non riuscire più ad essere felice e determinata. Ho iniziato delle sedute con una psicologa, la quale mi ha consigliato di credere di più in me stessa, ma io non riesco ad accettare ed elaborare la cosa, mi sembra di essere vittima e carnefice di me stessa e degli altri, la mia ansia è aumentata smisuratamente e mi sveglio in preda al panico, in alcuni momenti non sento nemmeno le gambe ma soltanto dolori intercostali e mancanza d'aria. Vedo tutto nero e non comprendo come possa essere finita in questa situazione di malessere perpetuo
Avevo scritto mesi fa in quanto trasferita lontana da casa per amore, stavo male e avevo dubbi sulla mia vita e sulla mia relazione. Ho deciso di tornare a casa per non vivere nel dubbio e nell'indecisione totale. Tuttavia adesso mi sto pentendo della scelta posta in essere e so che non è reversibile. Ho paura di non sentirmi più a casa a casa mia e soprattutto è come se il mio cervello avesse rimosso tutte le cose negative che mi hanno portato a star male in passato, mi sento in colpa e credo di morire all'idea di dover lasciare il mio ragazzo, abbandonarlo e soprattutto cancellare l'idea di vita perfetta con lui. Mi sento una stupida, piena di sensi di colpa e ho realmente paura di non riuscire più ad essere felice e determinata. Ho iniziato delle sedute con una psicologa, la quale mi ha consigliato di credere di più in me stessa, ma io non riesco ad accettare ed elaborare la cosa, mi sembra di essere vittima e carnefice di me stessa e degli altri, la mia ansia è aumentata smisuratamente e mi sveglio in preda al panico, in alcuni momenti non sento nemmeno le gambe ma soltanto dolori intercostali e mancanza d'aria. Vedo tutto nero e non comprendo come possa essere finita in questa situazione di malessere perpetuo
[#5]
Gentile utente,
prima di tutto le chiedo se ha seguito il mio suggerimento di valutare il suo stato di salute facendo le analisi di routine, dato il suo sottopeso che fa temere disturbi e carenze nell'alimentazione.
Le chiedo inoltre se ha continuato a scrivere un diario dei suoi stati d'animo, orientandosi con l'esercizio di Scrittura Espressiva che le avevo inviato, e che andava ripetuto ogni tre/quattro giorni o nei momenti di marcato turbamento.
Questa sua ultima email non lascia capire se è già definitivamente tornata presso la sua famiglia d'origine e ha lasciato il suo ragazzo. Forse l'oscurità è frutto del suo stesso rovello interiore?
Sento che la segue una psicologa; perché dunque si rivolge ancora a noi?
Le suggerisco una possibile interpretazione di quello che le sta succedendo, elencando le frasi delle sue tre email in cui parla della sua relazione.
Circa il progetto della convivenza scrive: "Prima di partire non desideravo altro, sognavo e immaginavo tutto come la cosa più bella e giusta per stare bene e sentirmi soddisfatta"; "Arrivata qui ho iniziato ad allontanare il mio ragazzo, a chiedermi se mi piacesse".
Dopo la pausa estiva: "per quanto il mio ragazzo sia perfetto e cerchi sempre di farmi stare bene, mi sento incompleta e insoddisfatta, l'ho allontanato del tutto soprattutto fisicamente da circa tre mesi". Inoltre: "non voglio lasciare il mio ragazzo per paura di pentirmene, di prendere una scelta basata sul mio stato d'animo e soprattutto ho il terrore di licenziarmi, di ciò che possano pensare le persone che mi conoscono, i miei colleghi e il mio capo".
Nella seconda email scrive: "il Suo esercizio mi ha permesso di immedesimare nell'amore ciò che io e il mio compagno siamo stati e non siamo più".
Infine nell'ultima email lei scrive: "mi sento in colpa e credo di morire all'idea di dover lasciare il mio ragazzo, abbandonarlo e soprattutto cancellare l'idea di vita perfetta con lui".
Un tempo la saggezza popolare avrebbe visto chiaro in tutto questo: affetto e attaccamento a parte, lei non è innamorata del suo ragazzo. Se lo sia stata in passato, quando però era troppo giovane, non si sa, ma oggi non sembra affatto pronta a lasciare tutto e a fondare una nuova esistenza assieme a lui.
A complicare le cose c'è una sua eccessiva razionalità che si sovrappone al sentimento: le sembra, e forse le hanno anche detto, che un uomo come lui non si trova ad ogni angolo di strada, che un giorno rischia di pentirsene e trovarsi sola, e altri ragionamenti che niente hanno a che fare col fatto che lei è ancora giovanissima e non si sente pronta al "volo nuziale".
E se non lo fosse mai? Non lo sappiamo, ma può succedere. Non è un dramma. Formare ora una famiglia solo per non dare un dispiacere al suo ragazzo, e forse ai parenti, potrebbe dar luogo ad un altro esito: che sposata e madre lei s'innamori davvero, questa volta, ma di un altro.
Quale dei due scenari le sembra preferibile?
prima di tutto le chiedo se ha seguito il mio suggerimento di valutare il suo stato di salute facendo le analisi di routine, dato il suo sottopeso che fa temere disturbi e carenze nell'alimentazione.
Le chiedo inoltre se ha continuato a scrivere un diario dei suoi stati d'animo, orientandosi con l'esercizio di Scrittura Espressiva che le avevo inviato, e che andava ripetuto ogni tre/quattro giorni o nei momenti di marcato turbamento.
Questa sua ultima email non lascia capire se è già definitivamente tornata presso la sua famiglia d'origine e ha lasciato il suo ragazzo. Forse l'oscurità è frutto del suo stesso rovello interiore?
Sento che la segue una psicologa; perché dunque si rivolge ancora a noi?
Le suggerisco una possibile interpretazione di quello che le sta succedendo, elencando le frasi delle sue tre email in cui parla della sua relazione.
Circa il progetto della convivenza scrive: "Prima di partire non desideravo altro, sognavo e immaginavo tutto come la cosa più bella e giusta per stare bene e sentirmi soddisfatta"; "Arrivata qui ho iniziato ad allontanare il mio ragazzo, a chiedermi se mi piacesse".
Dopo la pausa estiva: "per quanto il mio ragazzo sia perfetto e cerchi sempre di farmi stare bene, mi sento incompleta e insoddisfatta, l'ho allontanato del tutto soprattutto fisicamente da circa tre mesi". Inoltre: "non voglio lasciare il mio ragazzo per paura di pentirmene, di prendere una scelta basata sul mio stato d'animo e soprattutto ho il terrore di licenziarmi, di ciò che possano pensare le persone che mi conoscono, i miei colleghi e il mio capo".
Nella seconda email scrive: "il Suo esercizio mi ha permesso di immedesimare nell'amore ciò che io e il mio compagno siamo stati e non siamo più".
Infine nell'ultima email lei scrive: "mi sento in colpa e credo di morire all'idea di dover lasciare il mio ragazzo, abbandonarlo e soprattutto cancellare l'idea di vita perfetta con lui".
Un tempo la saggezza popolare avrebbe visto chiaro in tutto questo: affetto e attaccamento a parte, lei non è innamorata del suo ragazzo. Se lo sia stata in passato, quando però era troppo giovane, non si sa, ma oggi non sembra affatto pronta a lasciare tutto e a fondare una nuova esistenza assieme a lui.
A complicare le cose c'è una sua eccessiva razionalità che si sovrappone al sentimento: le sembra, e forse le hanno anche detto, che un uomo come lui non si trova ad ogni angolo di strada, che un giorno rischia di pentirsene e trovarsi sola, e altri ragionamenti che niente hanno a che fare col fatto che lei è ancora giovanissima e non si sente pronta al "volo nuziale".
E se non lo fosse mai? Non lo sappiamo, ma può succedere. Non è un dramma. Formare ora una famiglia solo per non dare un dispiacere al suo ragazzo, e forse ai parenti, potrebbe dar luogo ad un altro esito: che sposata e madre lei s'innamori davvero, questa volta, ma di un altro.
Quale dei due scenari le sembra preferibile?
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#6]
Utente
Gentile dottoressa,
Oggi tornerò a casa definitivamente, continuo a scrivervi in quanto causa distanza non potrò più seguire la terapia con la professionista che mi seguiva qui.
Ho continuato nel tempo con il suo esercizio e posso notare come nel tempo non sia sempre stato incentrato sulle stesse parole.
Oggi tornerò a casa definitivamente, continuo a scrivervi in quanto causa distanza non potrò più seguire la terapia con la professionista che mi seguiva qui.
Ho continuato nel tempo con il suo esercizio e posso notare come nel tempo non sia sempre stato incentrato sulle stesse parole.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 12k visite dal 27/11/2021.
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