Ansia e attacchi di panico
Cari dottori, sono una ragazza di 18 anni che non ce la fa più a vivere in queste condizioni.
Sono in psicoterapia da tre mesi e nonostante ciò la mia situazione non è cambiata, ma anzi peggiorata a causa di una serie di eventi.
Ho cominciato a soffrire di ansia all’età di 11 anni quando, dopo aver guardato con mia mamma un film sulle catastrofi naturali, ho cominciato ad avere paura di poter morire a causa di uno tsunami o di un terremoto.
La mia ansia è passata dopo qualche tempo, non ricordo bene quando, ma ha continuato a perseguitarmi fino ad ora.
Da circa due mesi soffro dì ansia cronica e attacchi dì panico che si ripetono addirittura cinque volte al giorno se non dì più, soprattutto la sera.
Credo dì soffrire dì ipocondria e ogni volta la paura dì poter morire per un attacco cardiaco mi causa tachicardia, sudorazione e avverto un fischio alle orecchie seguito da un senso dì svenimento.
Non so da cosa tutto ciò sia provocato ma la mia psicoterapeuta crede che dipenda dal fatto che mio nonno stia rischiando dì morire per dei problemi al cuore.
Lunedì ho eseguito una visita dal cardiologo ma ció non ha fatto altro che peggiorare le cose.
Il dottore pensa che io abbia un’insufficienza mitrale e un soffio sistolico dì 1/6, ma ciò si potrà sapere con certezza lunedì e martedì, quando effettuerò un’ecografia al cuore e un monitoraggio dì 24h.
Dopo la visita sono stata ancora più male e la sera stessa ho avuto un attacco dì panico durato ore, seguito da tremori e tachicardia.
Sto pensando seriamente dì consultare uno psichiatra perché l’ansia sta rendendo la mia vita impossibile, sotto ogni aspetto.
Anche uscire è diventato un problema: non essendo nella mia zona confort, comincio ad avere paura e non sopporto dì stare in luoghi lontani dall’ospedale della mia città.
Vorrei tanto che tutto ciò finisse ma allo stesso tempo nessuno mi ha ancora indirizzata a prendere dei farmaci.
Ammetto dì essere un po’ contrariata riguardo questi ultimi ma non riesco più a reggere questa situazione.
Sono in psicoterapia da tre mesi e nonostante ciò la mia situazione non è cambiata, ma anzi peggiorata a causa di una serie di eventi.
Ho cominciato a soffrire di ansia all’età di 11 anni quando, dopo aver guardato con mia mamma un film sulle catastrofi naturali, ho cominciato ad avere paura di poter morire a causa di uno tsunami o di un terremoto.
La mia ansia è passata dopo qualche tempo, non ricordo bene quando, ma ha continuato a perseguitarmi fino ad ora.
Da circa due mesi soffro dì ansia cronica e attacchi dì panico che si ripetono addirittura cinque volte al giorno se non dì più, soprattutto la sera.
Credo dì soffrire dì ipocondria e ogni volta la paura dì poter morire per un attacco cardiaco mi causa tachicardia, sudorazione e avverto un fischio alle orecchie seguito da un senso dì svenimento.
Non so da cosa tutto ciò sia provocato ma la mia psicoterapeuta crede che dipenda dal fatto che mio nonno stia rischiando dì morire per dei problemi al cuore.
Lunedì ho eseguito una visita dal cardiologo ma ció non ha fatto altro che peggiorare le cose.
Il dottore pensa che io abbia un’insufficienza mitrale e un soffio sistolico dì 1/6, ma ciò si potrà sapere con certezza lunedì e martedì, quando effettuerò un’ecografia al cuore e un monitoraggio dì 24h.
Dopo la visita sono stata ancora più male e la sera stessa ho avuto un attacco dì panico durato ore, seguito da tremori e tachicardia.
Sto pensando seriamente dì consultare uno psichiatra perché l’ansia sta rendendo la mia vita impossibile, sotto ogni aspetto.
Anche uscire è diventato un problema: non essendo nella mia zona confort, comincio ad avere paura e non sopporto dì stare in luoghi lontani dall’ospedale della mia città.
Vorrei tanto che tutto ciò finisse ma allo stesso tempo nessuno mi ha ancora indirizzata a prendere dei farmaci.
Ammetto dì essere un po’ contrariata riguardo questi ultimi ma non riesco più a reggere questa situazione.
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Gentile utente, grazie per aver scritto.
Innanzitutto è bene che lei faccia e continui il percorso psicoterapeutico.
Non so quello che pensa la sua dottoressa però lei riferisce che questi esordi ansiosi emergono all'età di 11 anni, non a causa della possibile perdita di suo nonno. Magari questi eventi sono collegati ma è importante riconoscere un prima ed uno dopo rispetto alla sofferenza psichica.
Per quanto riguarda il sostegno farmacologico questo non va assolutamente stigmatizzato: il farmaco è una stampella che può e deve essere utilizzata qualora la problematica diventi, come nel suo caso, invalidante per la quotidianità, per la vita sociale.
Si ricordi che i farmaci non sono a vita ma servono a dare una spinta per un certo periodo, fino a quando non tornerà a camminare da sola.
Anzi in realtà, in accordo alle ricerche scientifiche, la sinergia tra psicoterapia e farmacoterapia dimostra come il successo terapeutico abbia una percentuale più elevata.
Un caro saluto,
Innanzitutto è bene che lei faccia e continui il percorso psicoterapeutico.
Non so quello che pensa la sua dottoressa però lei riferisce che questi esordi ansiosi emergono all'età di 11 anni, non a causa della possibile perdita di suo nonno. Magari questi eventi sono collegati ma è importante riconoscere un prima ed uno dopo rispetto alla sofferenza psichica.
Per quanto riguarda il sostegno farmacologico questo non va assolutamente stigmatizzato: il farmaco è una stampella che può e deve essere utilizzata qualora la problematica diventi, come nel suo caso, invalidante per la quotidianità, per la vita sociale.
Si ricordi che i farmaci non sono a vita ma servono a dare una spinta per un certo periodo, fino a quando non tornerà a camminare da sola.
Anzi in realtà, in accordo alle ricerche scientifiche, la sinergia tra psicoterapia e farmacoterapia dimostra come il successo terapeutico abbia una percentuale più elevata.
Un caro saluto,
Dr Rivera Garcia Andrès,
San Benedetto del Tronto
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 744 visite dal 18/11/2021.
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