Pene d'amore
Salve dottori, cercherò di essere il più breve possibile.
Da 2 anni a questa parte, porto avanti una tormentata amicizia con un'altra donna.
Abbiamo vissuto esperienze molto forti, ci siamo coperte le spalle in situazioni molto difficili e sostenute raggiungendo senza rendercene conto una vera e propria simbiosi.
Succede che, di sua iniziativa, una notte ci avviciniamo fisicamente arrivando a baciarci con grande passione per poi fermarci entrambe.
Questo episodio è avvenuto per altre volte ancora, ed ogni volta non è stato affrontato il discorso apertamente per imbarazzo.
Ad oggi, sono consapevole di provare qualcosa per questa persona, ed ogni volta che un uomo entra nella sua vita, perdo la bussola assumendo atteggiamenti di fastidio e insofferenza che non riesco ahimè a controllare.
Sono confusa, immensamente, confusa perché è stata lei la prima ad avvicinarsi da quel punto di vista, e fingere che non sia successo nulla mi risulta a volte surreale.
L'unica volta che provai a parlarne, dopo il primo episodio, mi disse che si trattava di semplice curiosità, chiudendosi sempre più dietro ad un muro.
La parte razionale di me, mi dice che allontanarsi è la cosa più giusta, nonostante ciò che provi e ciò che ho condiviso con questa persona.
Ma non so da dove iniziare, ne soffro, ne soffro immensamente.
Da 2 anni a questa parte, porto avanti una tormentata amicizia con un'altra donna.
Abbiamo vissuto esperienze molto forti, ci siamo coperte le spalle in situazioni molto difficili e sostenute raggiungendo senza rendercene conto una vera e propria simbiosi.
Succede che, di sua iniziativa, una notte ci avviciniamo fisicamente arrivando a baciarci con grande passione per poi fermarci entrambe.
Questo episodio è avvenuto per altre volte ancora, ed ogni volta non è stato affrontato il discorso apertamente per imbarazzo.
Ad oggi, sono consapevole di provare qualcosa per questa persona, ed ogni volta che un uomo entra nella sua vita, perdo la bussola assumendo atteggiamenti di fastidio e insofferenza che non riesco ahimè a controllare.
Sono confusa, immensamente, confusa perché è stata lei la prima ad avvicinarsi da quel punto di vista, e fingere che non sia successo nulla mi risulta a volte surreale.
L'unica volta che provai a parlarne, dopo il primo episodio, mi disse che si trattava di semplice curiosità, chiudendosi sempre più dietro ad un muro.
La parte razionale di me, mi dice che allontanarsi è la cosa più giusta, nonostante ciò che provi e ciò che ho condiviso con questa persona.
Ma non so da dove iniziare, ne soffro, ne soffro immensamente.
[#1]
Gentile Ragazza,
le pongo alcune domande per cercare di comprendere maggiormente la situazione.
Se dopo il primo episodio la "giustificazione" della sua amica è stata che si è trattato di semplice curiosità, quale risposta si è data Lei per le occasioni successive? Chi ha preso l'iniziativa?
In questi due anni di amicizia, Lei (che ci scrive) ha avuto relazioni affettive e sentimentali con altre persone?
Come definirebbe ciò che prova per la sua amica?
Come si esplicano e quali conseguenze hanno, per Lei e tra di voi, gli "atteggiamenti di fastidio e insofferenza che non riesco ahimè a controllare"?
Perché pensa che la cosa migliore da fare sarebbe allontanarsi?
Cordialità.
le pongo alcune domande per cercare di comprendere maggiormente la situazione.
Se dopo il primo episodio la "giustificazione" della sua amica è stata che si è trattato di semplice curiosità, quale risposta si è data Lei per le occasioni successive? Chi ha preso l'iniziativa?
In questi due anni di amicizia, Lei (che ci scrive) ha avuto relazioni affettive e sentimentali con altre persone?
Come definirebbe ciò che prova per la sua amica?
Come si esplicano e quali conseguenze hanno, per Lei e tra di voi, gli "atteggiamenti di fastidio e insofferenza che non riesco ahimè a controllare"?
Perché pensa che la cosa migliore da fare sarebbe allontanarsi?
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Buongiorno dottoressa, la ringrazio innanzitutto per la risposta.
Ogni volta che si è verificato quel tipo di avvicinamento, è stata lei a prendere l'iniziativa. Non riesco a trovare una motivazione che mi renda chiaro il quadro della situazione, mi sono lasciata trasportare dai sentimenti e le sensazioni, credendo che da parte sua ci fosse un sentimento ma che mancasse il coraggio di ammettere a se stessa la reale motivazione per la quale arriva ad avvicinarsi sino a questo punto. Io, dalla mia parte, non ho aperto in alcun modo la questione pur essendo piena di domande, per timore di trovare un muro dall'altra parte. Quindi ho semplicemente osservato il suo comportamento, ed atteso, cercando nel miglior dei modi di comportarmi come sempre. Ho avuto rapporti con altre persone, ma è inutile dirle che siano stati deludenti perché il mio pensiero va sempre a questa persona, che tralaltro è una presenza continua, influente e quotidiana nella mia vita. Da fuori, tutti ci dicono che sembriamo una coppia affiatata, immaginandoci solamente come due buone amiche. Viviamo insieme, siamo state l'una la spalla dell'altra condividendo i nostri momenti bui, andando spesso incontro ad intense discussioni perché è evidente che tra noi ci sia una grande tensione di base. Quando non c'è un uomo che in qualche modo entra nella sua vita, è estremamente presente, mi chiede attenzioni, si infastidisce quando do spazio ad altre persone sentendosi trascurata. Ma quando subentra un uomo, è come se si vaporizzasse, e quando glielo faccio notare iniziano i drammi, ed io puntualmente mi allontano perché mi sento vulnerabile e presa in giro.
Ogni volta che si è verificato quel tipo di avvicinamento, è stata lei a prendere l'iniziativa. Non riesco a trovare una motivazione che mi renda chiaro il quadro della situazione, mi sono lasciata trasportare dai sentimenti e le sensazioni, credendo che da parte sua ci fosse un sentimento ma che mancasse il coraggio di ammettere a se stessa la reale motivazione per la quale arriva ad avvicinarsi sino a questo punto. Io, dalla mia parte, non ho aperto in alcun modo la questione pur essendo piena di domande, per timore di trovare un muro dall'altra parte. Quindi ho semplicemente osservato il suo comportamento, ed atteso, cercando nel miglior dei modi di comportarmi come sempre. Ho avuto rapporti con altre persone, ma è inutile dirle che siano stati deludenti perché il mio pensiero va sempre a questa persona, che tralaltro è una presenza continua, influente e quotidiana nella mia vita. Da fuori, tutti ci dicono che sembriamo una coppia affiatata, immaginandoci solamente come due buone amiche. Viviamo insieme, siamo state l'una la spalla dell'altra condividendo i nostri momenti bui, andando spesso incontro ad intense discussioni perché è evidente che tra noi ci sia una grande tensione di base. Quando non c'è un uomo che in qualche modo entra nella sua vita, è estremamente presente, mi chiede attenzioni, si infastidisce quando do spazio ad altre persone sentendosi trascurata. Ma quando subentra un uomo, è come se si vaporizzasse, e quando glielo faccio notare iniziano i drammi, ed io puntualmente mi allontano perché mi sento vulnerabile e presa in giro.
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Ciò che in particolare mi colpisce dai suoi racconti, vedendo la situazione dal di fuori, è la discrepanza tra un legame così forte che vi unisce da tanti punti di vista e la difficoltà ad entrare in una autentica intimità (non intesa dal punto di vista sessuale), in cui ciascuna delle due possa aprire all'altra quello spazio che si trova "il più dentro" (=intimus) di sé.
Stupisce che ci sia comunanza, ma non comunicazione.
Che ci sia un'alternanza tra l'annullamento dei confini tra un "me" e un "te" e l'ergersi di muraglie, che questi confini li ristabiliscono in modo netto.
In tutto ciò, pare esserci un gioco di ruoli in cui il potere maggiore lo detiene la sua amica, che (forse?) non è totalmente disposta a rischiare e a fare spazio a Lei nella propria vita. Come, d'altro canto, rispettosamente, Lei non pretende di aprirselo da sola questo varco per accedere al mondo interno di questa persona.
Gli altri vi immaginano solamente come due buone amiche, mentre Lei cosa immagina di voi due?
Stupisce che ci sia comunanza, ma non comunicazione.
Che ci sia un'alternanza tra l'annullamento dei confini tra un "me" e un "te" e l'ergersi di muraglie, che questi confini li ristabiliscono in modo netto.
In tutto ciò, pare esserci un gioco di ruoli in cui il potere maggiore lo detiene la sua amica, che (forse?) non è totalmente disposta a rischiare e a fare spazio a Lei nella propria vita. Come, d'altro canto, rispettosamente, Lei non pretende di aprirselo da sola questo varco per accedere al mondo interno di questa persona.
Gli altri vi immaginano solamente come due buone amiche, mentre Lei cosa immagina di voi due?
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Utente
Ha centrato appieno il fulcro della situazione, la difficoltà nel comunicare a cuore aperto quando si tratta di queste dinamiche.
Al di fuori ci vedono come due buone amiche, io ci vedo come una coppia di persone legate da un sentimento che va oltre all'amicizia, ma che è frenato da paure e pregiudizi. Motivo per il quale passiamo da una totale complicità, ad esplosioni di rabbia e sconforto, che si concludono poi con discorsi chiarificatori, che riportano la pace ma in realtà stanno solo occultando il reale problema in vista della prossima tempesta. Sono consapevole della tossicità della nostra unione al momento, che non è amicizia e nemmeno una bella storia d'amore. La mia principale reazione è scappare, allontanarmi, chiudermi in silenzio, ma quando lei si fa viva alludendo che il mio è il comportamento di una persona a cui non importa nulla, non riesco a farmelo scivolare addosso, perché mi importa fin troppo. Mi sento in gabbia, perché vorrei mantenere questa persona nella mia vita, ma allo stesso tempo è quella che, anche involontariamente, mi fa più male di chiunque altro.
Al di fuori ci vedono come due buone amiche, io ci vedo come una coppia di persone legate da un sentimento che va oltre all'amicizia, ma che è frenato da paure e pregiudizi. Motivo per il quale passiamo da una totale complicità, ad esplosioni di rabbia e sconforto, che si concludono poi con discorsi chiarificatori, che riportano la pace ma in realtà stanno solo occultando il reale problema in vista della prossima tempesta. Sono consapevole della tossicità della nostra unione al momento, che non è amicizia e nemmeno una bella storia d'amore. La mia principale reazione è scappare, allontanarmi, chiudermi in silenzio, ma quando lei si fa viva alludendo che il mio è il comportamento di una persona a cui non importa nulla, non riesco a farmelo scivolare addosso, perché mi importa fin troppo. Mi sento in gabbia, perché vorrei mantenere questa persona nella mia vita, ma allo stesso tempo è quella che, anche involontariamente, mi fa più male di chiunque altro.
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"vorrei mantenere questa persona nella mia vita, ma allo stesso tempo è quella che, anche involontariamente, mi fa più male di chiunque altro"
Nelle varie fasi del ciclo vitale di una coppia, difficilmente le due persone si amano con la medesima "dose" di amore, ma la quantità di amore dato e ricevuto si alterna, in base a molteplici fattori individuali e situazionali.
In generale, a mio avviso, all'interno della coppia ha di volta in volta maggior potere (anche di far male all'altro) chi in quel momento ama di meno.
Nel vostro caso, avverte questa alternanza, o l'amore è sempre unidirezionale?
E come potrebbe, invece, definire l'amore che Lei (che ci scrive) nutre verso se stessa?
Nelle varie fasi del ciclo vitale di una coppia, difficilmente le due persone si amano con la medesima "dose" di amore, ma la quantità di amore dato e ricevuto si alterna, in base a molteplici fattori individuali e situazionali.
In generale, a mio avviso, all'interno della coppia ha di volta in volta maggior potere (anche di far male all'altro) chi in quel momento ama di meno.
Nel vostro caso, avverte questa alternanza, o l'amore è sempre unidirezionale?
E come potrebbe, invece, definire l'amore che Lei (che ci scrive) nutre verso se stessa?
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Utente
Nel nostro caso, ho avvertito un'alternanza, motivo per il quale la mia confusione è ad oggi così elevata. Ci sono stati da parte sua grandi slanci di affetto, di interesse per la mia persona, desiderio di scavare e arrivare alla radice dei miei problemi facendomeli affrontare col suo supporto. Non con poco impegno da parte sua, perché non sono esattamente il tipo di persona che si sente a proprio agio nel parlare di sé. Lei è decisamente più aperta alla comunicazione rispetto a me, ma non quando si tratta di parlare di noi, o meglio, di ciò che di inusuale si è ripetuto più volte tra noi.
Per quanto riguarda la seconda domanda, l'amore nei miei confronti è ancora in crescita, mi porto dietro ancora un notevole bagaglio di insicurezze che di sicuro non aiuta in situazioni del genere. So che, se mi amassi di più, tutto questo probabilmente non mi creerebbe questo grande sconforto.
Per quanto riguarda la seconda domanda, l'amore nei miei confronti è ancora in crescita, mi porto dietro ancora un notevole bagaglio di insicurezze che di sicuro non aiuta in situazioni del genere. So che, se mi amassi di più, tutto questo probabilmente non mi creerebbe questo grande sconforto.
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Guardi che succede affiancando le chiusure del suo primo e del suo ultimo post...
"Ma non so da dove iniziare, ne soffro, ne soffro immensamente."
"So che, se mi amassi di più, tutto questo probabilmente non mi creerebbe questo grande sconforto."
Ha individuato, se non altro, almeno una direzione e io sono senza dubbio d'accordo con Lei.
Probabilmente è giunto il momento di distogliere lo sguardo e il pensiero da ciò che la sua amica fa o non fa, dice o non dice e riportarlo su se stessa.
Capire come potersi volere più bene potrebbe davvero essere il punto da cui partire per alleviare le sue pene. In autonomia, o facendosi affiancare in questo percorso da uno psicologo psicoterapeuta, se lo ritiene opportuno.
Cari auguri.
"Ma non so da dove iniziare, ne soffro, ne soffro immensamente."
"So che, se mi amassi di più, tutto questo probabilmente non mi creerebbe questo grande sconforto."
Ha individuato, se non altro, almeno una direzione e io sono senza dubbio d'accordo con Lei.
Probabilmente è giunto il momento di distogliere lo sguardo e il pensiero da ciò che la sua amica fa o non fa, dice o non dice e riportarlo su se stessa.
Capire come potersi volere più bene potrebbe davvero essere il punto da cui partire per alleviare le sue pene. In autonomia, o facendosi affiancare in questo percorso da uno psicologo psicoterapeuta, se lo ritiene opportuno.
Cari auguri.
[#8]
Utente
C'è una grande consapevolezza in me, riguardante la cosa giusta da fare, ma manca la capacità di farlo. Mi impegno a dedicarmi al mio lavoro, al ricercare la pace e la serenità nelle piccole cose, ma la mente è una tempesta che non riesco a domare. In fondo, spero in un lieto fine, ma vivo con l'amara convinzione che non ci sarà. Al momento, io sono il mio nemico.
La ringrazio immensamente per il tempo e le parole spese.
La ringrazio immensamente per il tempo e le parole spese.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.5k visite dal 29/10/2021.
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