Ansia e senso di inadeguatezza
Sono una ragazza di e sto vivendo da 4 anni (da quando ho iniziato l'università) un periodo molto brutto per via della stessa.
Sto costantemente male ed avverto una forte inadeguatezza per la scelta che ho intrapreso: chimica.
Nel mio ambiente penso di essere una delle peggiori studentesse, mi mancano 3 esami alla laurea, ma li vedo come scogli insormontabili e penso che dopo essermi laureata, andrò a fare qualsiasi lavoro, purché non abbia a che fare con la chimica.
Mi sento un peso enorme per tutti, la mia famiglia che mi ha dovuto pagare le tasse e la casa per più di un anno e mezzo oltre la triennale, per dei risultati non così buoni.
La mia vita da studente non è sempre stata così, prima facevo molto poco ed avevo buonissimi risultati, ma capisco che lo studio universitario sia diverso.
Ho ansia per tutto, passo le giornate prevalentemente da sola, con il cellulare in mano su YT.
Posso usare yt anche 8 ore al giorno, sebbene mi ponga dei limiti nel farlo.
Lo studio è una difficoltà pazzesca, non riesco a concentrarmi, io da 4 anni non mi concentro assolutamente.
Non riesco a provare piacere in quello che faccio, sebbene alla sera quando sono sola e in pensieri si attenuano sono molto appagata da ciò che studio.
Non posso parlare molto di ansia con i miei genitori, perché anche se provano ad aiutarmi, mi fanno sentire ancora più debole... Dato che poi prendono alcune scelte al posto mio dicendo che io non sono in grado perché soffro di ansia.
Non posso parlare nemmeno col mio ragazzo perché bpoverino non sa più cosa consigliarmi, se non di andare dallo psicologo.
Ho intrapreso due percorsi psicologici che non hanno avuto esito positivo.
Sto per riniziate il terzo, ma non riesco davvero ad aprirmi con un dottore e a sentirmi a mio agio, dunque riporto il 30% di quello che vivo.
L'università mi ha rovinato la vita, non ho più amici e mi sento solissima.
La cosa che mi manda più in confusione è il fatto di non avere il coraggio di vivere come voglio, di essere una debole, forse perché ho avuto tutte le comodità dalla vita e non ho mai dovuto lavorare un giorno.
Per completezza aggiungo di essere sempre stata triste ed emarginata da bambina, nonché non ho mai avuto i genitori nella stessa casa per motivi di lavoro.
per me le relazioni con le persone hanno molto meno valore degli obiettivi personali, perché sono egocentrica e non le so gestire.
Mi disprezzo così tanto non vedo qualità positive, sono anche di un aspetto particolarmente brutto.
Vorrei solo non aver mai iniziato l'università, ma adesso non posso lasciare purtroppo, anche se nulla mi renderebbe più serena.
Sto costantemente male ed avverto una forte inadeguatezza per la scelta che ho intrapreso: chimica.
Nel mio ambiente penso di essere una delle peggiori studentesse, mi mancano 3 esami alla laurea, ma li vedo come scogli insormontabili e penso che dopo essermi laureata, andrò a fare qualsiasi lavoro, purché non abbia a che fare con la chimica.
Mi sento un peso enorme per tutti, la mia famiglia che mi ha dovuto pagare le tasse e la casa per più di un anno e mezzo oltre la triennale, per dei risultati non così buoni.
La mia vita da studente non è sempre stata così, prima facevo molto poco ed avevo buonissimi risultati, ma capisco che lo studio universitario sia diverso.
Ho ansia per tutto, passo le giornate prevalentemente da sola, con il cellulare in mano su YT.
Posso usare yt anche 8 ore al giorno, sebbene mi ponga dei limiti nel farlo.
Lo studio è una difficoltà pazzesca, non riesco a concentrarmi, io da 4 anni non mi concentro assolutamente.
Non riesco a provare piacere in quello che faccio, sebbene alla sera quando sono sola e in pensieri si attenuano sono molto appagata da ciò che studio.
Non posso parlare molto di ansia con i miei genitori, perché anche se provano ad aiutarmi, mi fanno sentire ancora più debole... Dato che poi prendono alcune scelte al posto mio dicendo che io non sono in grado perché soffro di ansia.
Non posso parlare nemmeno col mio ragazzo perché bpoverino non sa più cosa consigliarmi, se non di andare dallo psicologo.
Ho intrapreso due percorsi psicologici che non hanno avuto esito positivo.
Sto per riniziate il terzo, ma non riesco davvero ad aprirmi con un dottore e a sentirmi a mio agio, dunque riporto il 30% di quello che vivo.
L'università mi ha rovinato la vita, non ho più amici e mi sento solissima.
La cosa che mi manda più in confusione è il fatto di non avere il coraggio di vivere come voglio, di essere una debole, forse perché ho avuto tutte le comodità dalla vita e non ho mai dovuto lavorare un giorno.
Per completezza aggiungo di essere sempre stata triste ed emarginata da bambina, nonché non ho mai avuto i genitori nella stessa casa per motivi di lavoro.
per me le relazioni con le persone hanno molto meno valore degli obiettivi personali, perché sono egocentrica e non le so gestire.
Mi disprezzo così tanto non vedo qualità positive, sono anche di un aspetto particolarmente brutto.
Vorrei solo non aver mai iniziato l'università, ma adesso non posso lasciare purtroppo, anche se nulla mi renderebbe più serena.
[#1]
Gentile utente,
Lei ci dice che "..Ho intrapreso due percorsi psicologici che non hanno avuto esito positivo. Sto per riniziate il terzo."
Non vedo domande, per cui rispondo con qualche riflessione inerente al Suo tortuoso e triplice percoso di psicoterapia.
1.
Innanzi tutto l* Psy a cui si rivolge deve essere Psicoterapeuta per poter curare: non è secondario questo elemento. Lo può verificare sull'Albo Nazionale Psicologi.
2.
Quello che agisce sul disturbo o sul disagio non è lo* Psy, bensì la relazione terapeutica:
cambiare Psicolog* quando il *miracolo della guarigione* non accade a breve
non serve a nulla, se non ad amplificare le resistenze del pz. al cambiamento.
Prima di cambiare curante occorre
.aver fatto un certo numero di sedute (almeno 10 a mio parere)
.impegnandosi seriamente a seguire le indicazioni del curante anche quando non se ne vedo il senso, e
.aver *esplicitamente* parlato ripetutamente con il propri* curante delle difficoltà che si incontrano.
Altrimenti cambiare Psy equivale ad una fuga dalle difficoltà e a ricominciare ogni volta da capo.
3.
SE il/la Psicoterapeuta lo riterrà opportuno, in alcune fasi l'utilizzo di farmaci potrebbe aiutare.
Saluti cordiali.
dott.Brunialti
Lei ci dice che "..Ho intrapreso due percorsi psicologici che non hanno avuto esito positivo. Sto per riniziate il terzo."
Non vedo domande, per cui rispondo con qualche riflessione inerente al Suo tortuoso e triplice percoso di psicoterapia.
1.
Innanzi tutto l* Psy a cui si rivolge deve essere Psicoterapeuta per poter curare: non è secondario questo elemento. Lo può verificare sull'Albo Nazionale Psicologi.
2.
Quello che agisce sul disturbo o sul disagio non è lo* Psy, bensì la relazione terapeutica:
cambiare Psicolog* quando il *miracolo della guarigione* non accade a breve
non serve a nulla, se non ad amplificare le resistenze del pz. al cambiamento.
Prima di cambiare curante occorre
.aver fatto un certo numero di sedute (almeno 10 a mio parere)
.impegnandosi seriamente a seguire le indicazioni del curante anche quando non se ne vedo il senso, e
.aver *esplicitamente* parlato ripetutamente con il propri* curante delle difficoltà che si incontrano.
Altrimenti cambiare Psy equivale ad una fuga dalle difficoltà e a ricominciare ogni volta da capo.
3.
SE il/la Psicoterapeuta lo riterrà opportuno, in alcune fasi l'utilizzo di farmaci potrebbe aiutare.
Saluti cordiali.
dott.Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa,
La ringrazio per la risposta e sicuramente terrò a mente questi consigli. In realtà ,sono stata nei centri di ascolto dell'università, quindi ho intrapreso percorsi sempre con psichiatri con terapia cognitivo-comportamentale. sono durati 1 anno il primo (poi la dottoressa è stata trasferita) e 1 anno e mezzo il secondo.
Cordiali saluti.
La ringrazio per la risposta e sicuramente terrò a mente questi consigli. In realtà ,sono stata nei centri di ascolto dell'università, quindi ho intrapreso percorsi sempre con psichiatri con terapia cognitivo-comportamentale. sono durati 1 anno il primo (poi la dottoressa è stata trasferita) e 1 anno e mezzo il secondo.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.3k visite dal 21/10/2021.
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