Visione del sesso per me e nella coppia

Buongiorno,

Ci sono alcune questioni legate al sesso che mi turbano, le elenco. Premetto che sto già facendo psicoterapia, ma le cose da dire in seduta sono talmente tante sempre che il sesso passa in secondo piano. 

Dunque, io sono over 40, in coppia da quasi 10 anni con donna più grande.

Questione 1) la mia visione del sesso.

Sono di quelli che pensano che nel sesso ci sono cose più o meno "sporche", non sono tutte uguali. Per chiarezza, non penso a feticismi o deviazioni strane, ma ritengo che cose come eiaculare in viso o in bocca o il sesso anale siano degradanti rispetto a un sesso più pudico e tradizionale.

Ne consegue che purtroppo, ammetto che è un limite, la mia donna è diciamo così per me "angelicata", e se ho desideri diversi so che me li dovrei cercare altrove. Cosa che faccio con la fantasia e i porno, ma non quanto potrei resistere per non tradirla. Abbiamo fatto qualcosa di più aperto all'inizio, quando ci vedevamo in sostanza solo per sesso, ma quando la relazione si è consolidata mi è venuto naturale cambiare. Se nella mia visione certe pratiche sono degradanti, come posso pensare di farle con la donna con cui condivido la vita?

E non è né sarà madre, in quel caso sarebbe inconcepibile per me.

La questione 2) è quello che LEI vuole.

Infatti la cosa curiosa è che lei è molto amante del sesso e probabilmente non avrebbe remore a fare anche altro rispetto alla solita routine. Tra l'altro facciamo sesso sempre nello stesso modo e schema.

Però non so cosa vuole per tre motivi, il primo che lei è generalmente è abbastanza passiva e non manifesta i propri desideri, il secondo è che a volte se lo fa la respingo anche in modo sprezzante, il terzo è che ho paura delle risposte. Esempio concreto, perdonate se sono esplicito. Se mi dicesse ad esempio che a lei piace lo sperma penserei che schifo e che sto con una tr**.

La dinamica tra noi è che sono sempre io che prendo l'iniziativa, di fronte a un "fuori programma" da parte sua è capitato di reagire in modo seccato, un po' perché non avevo voglia un po' per la sensazione di mancanza di controllo che ho provato.

Purtroppo è un limite, ma per dirvi quanto è complicato per me affrontare tutto ciò a volte ripenso a certe cose che ci siamo detti all'inizio, certe fantasie condivise quando eravamo "liberi", o meglio quando la vedevo come storia sessuale e stop, e rimango ancora turbato.

A me piacerebbe essere più sereno e capace di accettare e condividere ma è un retaggio molto forte e onestamente non penso che la mia visione sia sbagliata, non mi entusiasma cambiarla.
Il risultato però se non lo faccio temo sia quello del rifugio nel porno che prima o poi la tradisca o vada a escort.

Grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
il suo quesito appare in contrasto con quello che ha inviato un mese fa in altra sede specialistica, dove lei escludeva di avere libido e fantasie sessuali verso qualunque donna. Inoltre qui dichiara di essere già seguito da uno psicoterapeuta, ossia l'interlocutore ideale per discutere i suoi dubbi.
Tuttavia il quesito a mio avviso merita una risposta, nella speranza che le sia utile anche per aprirsi col suo terapeuta. Contiene una visione del sesso caratteristica del pre-sessantotto, ossia della cosiddetta "generazione dei casini", e forse può riguardare anche altri utenti.
Nella mia prassi professionale, infatti, mi capita di avvertire sia delle "permanenze" (così gli antropologi chiamano i tratti culturali non più in linea coi tempi), sia delle forzature (giovani che si sentono costretti a comportamenti sessuali che non desiderano ma che sono prescritti dagli amici e dalla moda), sia delle vistose contraddizioni, frutto della mancanza di regole socialmente condivise: per fare un esempio, si può pretendere che una persona abbia rapporti sessuali con noi il giorno stesso che l'abbiamo conosciuta, ma se poi abbiamo una storia, anche breve, alla sua conclusione vorremmo che il nostro ex non esercitasse con altri la stessa facilità di incontro.
Tornando a lei, la sua visione del sesso sembra ritagliata su quella che fino ai primi anni '60 distingueva tra comportamenti "normali" e "perversioni", concedeva ai soli maschi l'esercizio dell'erotismo, anche al di fuori dell'amore e del matrimonio, e distingueva le donne in angeli (madri e mogli) e diavoli, ossia prostitute e amanti.
Il '68 attuò una rivoluzione imperfetta, liberalizzando ma anche creando nuovi obblighi e una grande confusione. Quella che in effetti si legge anche nella sua lettera.
Lei scrive: "ritengo che cose come eiaculare in viso o in bocca o il sesso anale siano degradanti"; "la mia donna è diciamo così per me "angelicata"; da ciò lei conclude che "se ho desideri diversi so che me li dovrei cercare altrove".
Una bella trappola mentale per autorizzarsi al tradimento e sentirsi pure assolto, non le pare? In questo modo lei mantiene la natura angelica della sua donna, ma il suo erotismo lo riversa su un'altra. E se fosse la sua donna a fare lo stesso nei suoi confronti?
Non pensa, tra l'altro, che anche il suo uso dei porno e della masturbazione "compensatoria" siano fughe da quell'intimità di coppia che forse sarebbe meglio mantenere e coltivare?
Infatti, venendo alla sua questione 2, lei si è prefisso di ignorare i desideri della sua donna. Se crescesse la confidenza e una pratica del sesso sempre più appagante, lei penserebbe, come scrive: "che schifo e che sto con una tr**". Non potrebbe pensare che confidenza e libertà siano ispirate da un amore sempre più condiviso e consapevole?
Invece, la sua riflessione sulla natura "peccaminosa" di certe pratiche non le impedisce di volerle attuare con un'altra e mettersi lei dalla parte del torto.
La sua conclusione è che le piacerebbe ma in fondo non vuole cambiare la sua visione e preferisce accettare che la conduca alla donna-diavolo, amante o escort.
Tuttavia nella prima frase vedrei uno spiraglio su cui lavorare. Lei scrive: "A me piacerebbe essere più sereno e capace di accettare e condividere".
"Condividere" è il principio ispiratore dell'amore, assieme alla libertà. Non a caso lei ha pure scritto: "a volte ripenso a certe cose che ci siamo detti all'inizio, certe fantasie condivise quando eravamo "liberi", o meglio quando la vedevo come storia sessuale e stop, e rimango ancora turbato".
Adesso che non è più "storia sessuale e stop" non siete più liberi? Cosa la opprime? Perché non riesce a fare, della sua storia di solo sesso, una vera storia d'amore?
Non pensa che può fare tanto per migliorare la qualità della vita sua e della sua compagna?
Non dico nulla delle frasi sul non essere madre della sua partner... Lei stesso è padre? E che genere di figlio è stato, o è tuttora? Tanto lavoro per il suo psicologo: non continui a sottrarsi.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gentile Dottoressa,

la ringrazio molto per la risposta articolata, a cui riesco a dar seguito solo ora. Premesso che non è questo il luogo dove iniziare un dialogo, lascio solo alcune risposte rimandando agli incontri con il terapeuta gli approfondimenti.

Ecco, prima ancora di entrare nel merito faccio un accenno al metodo: nelle sue domande "provocatorie" e dirette vedo un approccio che mi sembra molto più interessante di quello del mio terapeuta, che è molto meno diretto e sembra dare molta meno importanza alle decisioni. Le faccio un esempio: quando si è parlato di possibile tradimento, in termini sostanzialmente simili a quelli espressi qui, ha portato il discorso sulla mia capacità di sostenere una cosa del genere. Non ha condannato moralmente il fatto, mi ha portato a ragionare sulla capacità o meno di portare quel peso e di gestire la relazione. A volte mi lascia perplesso, ma non è di metodi o di colleghi che dobbiamo parlare...

Venendo ai punti principali della sua risposta, ha centrato pienamente la questione.
La mia visione, di nato quasi dieci anni dopo il '68, è quella assorbita nella famiglia di origine da genitori che l'hanno vissuto già abbondantemente adulti e formati (non giovani come quelli che protestavano) e non sono stati toccati per niente dalla cosa. Facendo un'astrazione, per la cultura assorbita in casa è come se fossi nato a fine anni '50. Sesso=tabù e tutti i preconcetti che ho espresso. Immagino penserà che sono ora io abbondantemente adulto e in grado di pensare con la mia testa, ma liberarsi da queste "permanenze" non è semplice, ammesso che io lo voglia. Sì perchè, come riconosce, dal punto di vista maschile questa cultura garantiva grandi privilegi e il controllo della situazione. Il grimaldello per scalzare queste convinzioni potrebbe essere, come per tantissime altre cose, pensare se fosse la compagna a dire così: come mi sentirei?

Questo "come mi sentirei" però fa a pugni con un'altra convinzione difficile da scalzare, e cioè che la monogamia è un fatto culturale e morale, ma la biologia è altra cosa, ahimè. Ci porta, a livello inconscio, a garantire la prosecuzione della specie, cosa che in relazione agli umani implica la difficoltà a rimanere con una donna sola. Se poi ci aggiunge la società odierna, che si basa su mille stimoli sessuali la frittata è fatta. Nessuna persona potrà mai essere "totalizzante", non foss'altro perchè è una e non può essere tutte. Quindi se sto con una molto magra potrei desiderare una più in carne, così come per seno/non seno, giovane e fresca / esperta, pudica/aggressiva ecc. ecc.
Questo, nell'esperienza concreta, ci ha effettivamente portato a una lite furibonda sul fatto che "le guardassi tutte". E' vero, non mi trattengo. Poi, e qui anticipo il punto successivo, non agisco, restano fantasie e una ricerca di sguardi ricambiati. La lite è stata utile, ma non ha portato a non guardarle, solo a stare più attento, penso proprio per via della biologia di cui sopra.

Interessante il tema della masturbazione "compensatoria" e del fatto che sia già una sorta di fuga dall'intimità della coppia. Ci penserò. Qui purtroppo c'è tutta un'altra storia, legata a quanto ho abusato del porno e della masturbazione fin da ragazzo, peggiorando nell'era di internet per la facilità di accesso. Se mi sono fermato un po' negli ultimi anni è certamente per via della relazione e credo anche per un calo fisiologico, che credo normale.

Sulla questione 2 dice che mi sono prefisso di ignorare i desideri della mia compagna. Vero in parte, come le dicevo è capitato di respingerla o di fatto chiudere la porta verso i suoi desideri (non solo nel sesso), ma c'è anche da dire, come accennavo, che non li esprime. E' una persona molto passiva, che vive tutta una serie di questioni dentro di sè senza esternarle, mentre forse la capacità di esprimerli sarebbe utile. Secondo il mio terapeuta, una con una personalità diversa dalla sua, nel senso che proprio io auspico, mi avrebbe già mandato a quel paese da tempo, altro che stare insieme 10 anni.

Infine, un richiamo alla prima notazione che ha scritto. E' vero, avevo parlato recentemente di inappetenza sessuale. Che strano, nemmeno lo ricordavo. In effetti vado molto a momenti, è come se il desiderio sparisse in mezzo alla quotidianità e al lavoro per accumularsi e prendere strade fuori dalla coppia, come fantasia però, ricordo che non c'è mai stato un tradimento reale o il ricorso alle escort.

La ringrazio nuovamente per la cortesia e i numerosi spunti di riflessione.