Masturbazione maschile e stato ansioso che genera insicurezza alla moglie

Buongiorno, sposati da poco ma non giovanissimi, entrambi ex tossicodipendenti, abbiamo rapporti regolari e appaganti.
Succede però che lui abbia bisogno di un aiutino farmacologico molto spesso, ma non sarebbe questo il problema principale.

Ho notato durante la convivenza che lui si tocca le parti intime quasi compulsivamente, tanto che scherzando l'ho fatto notare ed ho parlato di antistress.
Capita che io casualmente, per controllare i cani, accenda la cam in remoto senza sapere che lui fosse in casa e lo veda masturbarsi.
Ogni volta che mi capita di accendere la cam, lui è lì, nei momenti più diversi della giornata, con il membro in mano.
Non è una masturbazione finalizzata all'orgasmo, ma fine a se stessa.
Me la ragiono sul fatto che è destressante, che è compulsivo, ma la cosa genera in me un brutto stato d'animo.
Tocca il mio ego e mi sento chiamata in causa, ho paura di non soddisfarlo, preme sulla mia bassa autostima e sulla mia insicurezza.
Mi sento in colpa per averlo visto, rimango agitata e infine mi arrabbio.
Non riesco a dirgli che l'ho visto, ma gli ho chiesto se gli capita di masturbarsi e la risposta è stata no e tecnicamente magari è anche vero, non essendoci orgasmo, ma mi sento comunque un pò presa in giro.
Scrivo perché vorrei capire meglio cosa gli gira per la testa e vedere anche se posso in qualche modo aiutarlo.
Inoltre, capendo meglio, magari starei meglio anche io.

Grazie per l'attenzione.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Signora,
nella sua richiesta esordisce con un dettaglio su di voi ("entrambi ex tossicodipendenti") che potrebbe apparentemente risultare superfluo, ma che diventa invece significativo ai miei occhi, soprattutto se associato alla chiusura del suo post, in cui scrive: "vorrei capire meglio cosa gli gira per la testa e vedere anche se posso in qualche modo aiutarlo".

C'è forse in Lei il dubbio che questo comportamento di suo marito abbia oltrepassato qualche limite teme una nuova forma di dipendenza?
Sulla base di quale considerazione lo vorrebbe aiutare?
Le pare che lui viva la cosa con disagio?
A suo avviso, tale condotta condiziona negativamente le sue attività quotidiane, o il suo rapporto con Lei?

Consideri inoltre che, pur se si tratta di casa propria, riprendere il partner a sua insaputa non essendo presenti si configura come reato. E, se la prima volta è stato casuale, in seguito c'è stata una intenzionalità.

In conclusione, mi sembra che più che cercare di comprendere le motivazioni di suo marito, sarebbe opportuno partire dalle sue, cercando di riflettere e analizzare meglio quali pensieri, quali emozioni, quali necessità, o quali insicurezze ci stiano dietro al "brutto stato d'animo" che prova nel sapere che il suo compagno ha una sessualità privata, complementare a quella di coppia.

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
Intanto grazie per la risposta.
Rispondo alle Sue domande con ordine: mi hanno spiegato che essere dipendenti è una malattia che si sposta da una sfera all'altra e non si guarisce mai, si passa dalle sostanze al gioco, dal cibo agli acquisti... Dichiarare ad un medico che abbiamo smesso con le droghe è importante per dare un quadro generale, a mio avviso. Siamo compulsivi e lo sappiamo. Per questo ho parlato di aiuto, perché la mia sensazione è che non sia normale sessualità privata, che è appunto normale, ma penso che sia invece un gesto involontario per scaricare una tensione. Riguardo la cam, ci tengo a precisare, non registra nulla ed ogni volta che è stata accesa perché segnalava un movimento in casa da remoto, era appunto per controllare cosa succedeva visto che entrambi non dovevamo essere a casa. E subito spenta con soggezione. Se mio marito deve prendere una pastiglia per fare sesso con me, ed ogni volta che si trova da solo si masturba, qualche domanda me la pongo, credo che sia naturale preoccuparsi. Ho inoltre ammesso che mina la mia autostima e sento il bisogno di essere rassicurata o di capire se è il caso di parlarne apertamente con lui. La ringrazio ancora per la sua disponibilità.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Condivido tutto quello che ha scritto e penso che, con la medesima onestà e trasparenza con cui ha scritto qui, sarebbe utile per entrambi affrontare l'argomento con lui.

Il farmaco che assume, da chi gli è stato prescritto?
Ha recentemente effettuato una visita andrologica? Essendo "non giovanissimo" sarebbe in generale più che opportuno e, magari, si potrebbe iniziare da lì a parlare della sessualità della vostra coppia, che ha inevitabili ricadute non solo sulla vostra relazione, ma anche sul benessere psicologico di ciascuno di voi.

Saluti.