Ansia durante stesura tesi e forte paura per il futuro
Buongiorno,
Ho 25 anni (a ottobre ne compio 26) e sto finendo la laurea specialistica in economia; sto attualmente scrivendo la tesi e conto di laurearmi a dicembre.
Il problema è che sto vivendo questo periodo malissimo.
Quando mi sono diplomato nel 2014 mi sono subito iscritto a matematica senza ponderare bene la scelta, ho resistito fino a febbraio perché era troppo tosta per me e non ero sufficientemente motivato e quindi l'ho lasciata.
Mi sono iscritto a economia ma era troppo tardi per fare il cambio a metà corso e quindi ho dovuto reimmatricolarmi nel 2015.
La triennale è andata discretamente bene ma ho iniziato in alcuni periodi a soffrire di insonnia e tachicardia a causa dell'ansia degli esami.
Mi sono laureato nel 2019 durante la sessione straordinaria di aprile (non fuoricorso, però comunque ho perso un anno).
Mi sono iscritto alla magistrale nel settembre 2019 e ho cercato qualche stage nel frattempo, ma complice la mia poca esperienza sono stati tutti un fiasco, l'unica cosa che sono riuscito a rimediare è stato un po' di volontariato.
Alla magistrale mi sono dato sotto con lo studio e i voti sono notevolmente migliorati rispetto alla triennale.
La mia intenzione era di fare uno stage il secondo anno ma i miei genitori mi hanno dissuaso a causa del Coronavirus (oltretutto nel periodo in cui molti colleghi lo stavano facendo io e la mia famiglia ci siamo presi il covid).
Lì per lì ho studiato molto bene la materia a scelta inserita in piano studi e ho terminato gli esami.
Adesso che ho la tesi però sto iniziando a sentire molto il peso di quell'anno e mezzo perso e il fatto di non avere mai fatto esperienza lavorativa.
Continuo a pensare che a gennaio quando inizierò a inviare curriculum riceverò tutte le porte in faccia perché troppo vecchio e senza esperienza.
Contemporaneamente vedo che i miei colleghi di università (più giovani di me di due anni) hanno già accumulato stage ed esperienze lavorative, laureandosi anche nei tempi previsti, i miei ex compagni di liceo lavorano ormai da uno/due anni e mi sento terribilmente indietro.
Rimpiango aver sempre e solo dato priorità allo studio, ho paura di non essere competitivo, ho paura che i miei voti non bastino.
Mi sento in colpa perchè anche durante la stesura della tesi, tra viaggi in biblioteche, lettura delle fonti e scrittura ci metto giorni, e mi chiedo se invece non sia tutto inutile e se non fosse meglio cercarsi subito qualche stage (però poi ho paura di dover rimandare la tesi e quindi perdere altro tempo).
L'argomento mi piace, ma a causa di questi pensieri non riesco a scriverla serenamente, la sto iniziando a considerare una zavorra.
Non ho neanche la giustificazione di aver avuto problemi in famiglia, l'unica cosa è che ho veramente pochi amici e una vita sociale ridottissima (anche per aver sempre dato priorità allo studio per la paura di non superare gli esami), questo forse contribuisce ad aumentare le mie insicurezze.
Attendo vostro responso.
Ho 25 anni (a ottobre ne compio 26) e sto finendo la laurea specialistica in economia; sto attualmente scrivendo la tesi e conto di laurearmi a dicembre.
Il problema è che sto vivendo questo periodo malissimo.
Quando mi sono diplomato nel 2014 mi sono subito iscritto a matematica senza ponderare bene la scelta, ho resistito fino a febbraio perché era troppo tosta per me e non ero sufficientemente motivato e quindi l'ho lasciata.
Mi sono iscritto a economia ma era troppo tardi per fare il cambio a metà corso e quindi ho dovuto reimmatricolarmi nel 2015.
La triennale è andata discretamente bene ma ho iniziato in alcuni periodi a soffrire di insonnia e tachicardia a causa dell'ansia degli esami.
Mi sono laureato nel 2019 durante la sessione straordinaria di aprile (non fuoricorso, però comunque ho perso un anno).
Mi sono iscritto alla magistrale nel settembre 2019 e ho cercato qualche stage nel frattempo, ma complice la mia poca esperienza sono stati tutti un fiasco, l'unica cosa che sono riuscito a rimediare è stato un po' di volontariato.
Alla magistrale mi sono dato sotto con lo studio e i voti sono notevolmente migliorati rispetto alla triennale.
La mia intenzione era di fare uno stage il secondo anno ma i miei genitori mi hanno dissuaso a causa del Coronavirus (oltretutto nel periodo in cui molti colleghi lo stavano facendo io e la mia famiglia ci siamo presi il covid).
Lì per lì ho studiato molto bene la materia a scelta inserita in piano studi e ho terminato gli esami.
Adesso che ho la tesi però sto iniziando a sentire molto il peso di quell'anno e mezzo perso e il fatto di non avere mai fatto esperienza lavorativa.
Continuo a pensare che a gennaio quando inizierò a inviare curriculum riceverò tutte le porte in faccia perché troppo vecchio e senza esperienza.
Contemporaneamente vedo che i miei colleghi di università (più giovani di me di due anni) hanno già accumulato stage ed esperienze lavorative, laureandosi anche nei tempi previsti, i miei ex compagni di liceo lavorano ormai da uno/due anni e mi sento terribilmente indietro.
Rimpiango aver sempre e solo dato priorità allo studio, ho paura di non essere competitivo, ho paura che i miei voti non bastino.
Mi sento in colpa perchè anche durante la stesura della tesi, tra viaggi in biblioteche, lettura delle fonti e scrittura ci metto giorni, e mi chiedo se invece non sia tutto inutile e se non fosse meglio cercarsi subito qualche stage (però poi ho paura di dover rimandare la tesi e quindi perdere altro tempo).
L'argomento mi piace, ma a causa di questi pensieri non riesco a scriverla serenamente, la sto iniziando a considerare una zavorra.
Non ho neanche la giustificazione di aver avuto problemi in famiglia, l'unica cosa è che ho veramente pochi amici e una vita sociale ridottissima (anche per aver sempre dato priorità allo studio per la paura di non superare gli esami), questo forse contribuisce ad aumentare le mie insicurezze.
Attendo vostro responso.
[#1]
Gentile utente
forse sta vivendo una crisi di passaggio che implica scelte piu' consapevoli o mature?
Pare evidente che dietro le incertezze, perplessita', ripensamenti si cela una quota di ansia che la sta condizionando. L'ansia e' un'emozione universale, meglio cercare di capirla anche per non sfociare in sentimenti depressivi.
Piu' che farsi bloccare da quello che hanno raggiunto i suoi coetanei, credo sia piu' utile affrontare cosa desidera veramente, anche rispetto alle sue potenzialita' e sentimenti di sicurezza da rinforzare. Ma riuscira' a farlo in modo adeguato facendosi sostenere da uno psicologo.
Cordialmente
forse sta vivendo una crisi di passaggio che implica scelte piu' consapevoli o mature?
Pare evidente che dietro le incertezze, perplessita', ripensamenti si cela una quota di ansia che la sta condizionando. L'ansia e' un'emozione universale, meglio cercare di capirla anche per non sfociare in sentimenti depressivi.
Piu' che farsi bloccare da quello che hanno raggiunto i suoi coetanei, credo sia piu' utile affrontare cosa desidera veramente, anche rispetto alle sue potenzialita' e sentimenti di sicurezza da rinforzare. Ma riuscira' a farlo in modo adeguato facendosi sostenere da uno psicologo.
Cordialmente
Dr.ssa Paola Poeta
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.5k visite dal 05/10/2021.
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