Colloquio psicologico e mascherina

Gentili dottori,
Da un mese ho iniziato un percorso psicologico presso il consultorio familiare della mia zona.

Ho avuto un primo colloquio con uno degli psicologi del consultorio il quale però, date le problematiche connesse a una malattia genetica di cui soffro, dopo la prima seduta ha ritenuto opportuno non proseguire il percorso perché ha capito di non avere le competenze necessarie a seguirmi al meglio.
Quindi ha contattato il sessuologo della Asl, specializzato in disturbi dello sviluppo sessuale, intersessualità e disforie di genere.

Devo dire che con lui mi sono trovat* subito bene, è molto competente per quanto riguarda la mia sindrome e ha subito sottolineato l'importanza di farmi seguire da un endocrinologo specializzato in questo tipo di patologie (non tutti gli endocrinologi lo sono); proprio perché è necessario trovare la giusta terapia ormonale, oltre alla terapia psicologica, visto che gli ormoni hanno una grandissima influenza sul cervello e sull'umore.

Insomma, vorrebbe lavorare a contatto stretto con una endocrinologa di sua conoscenza, specializzata in disturbi dello sviluppo sessuale e ci stiamo muovendo in questo senso.

Detto ciò, temo che spesso tenda a travalicare il suo ruolo di psicologo.
Mi fa continuamente domande di tipo medico (quanto dormo, se mi stanco facilmente, se vado di corpo regolarmente, se ho abbastanza tono muscolare, che farmaci assumo ecc.) pur non essendo lui un medico.
Ha voluto vedere tutti gli esami fatti durante l'ultimo ricovero in day hospital e anche il mio cariotipo (a che pro?) .
Gli ho fatto notare che lui non è un medico.
Mi ha risposto che quelle informazioni gli servono solo per presentare il mio caso a questa endocrinologa che lui vorrebbe mi seguisse.
Mi ha detto "tanto so già che la dottoressa X me le chiederà, queste informazioni.
"
Mah... se mai l'endocrinologa dovrebbe chiederle a me una volta che andrò a visita da lei, non al sessuologo.
O sbaglio?

Comunque, al di là di ciò, oggi ho avuto il terzo colloquio con lui.
(Il secondo da soli, perché durante il primo era presente anche lo psicologo del consultorio familiare che ha fatto un "passaggio di consegne")
Seduta effettuata con la mascherina, come da disposizioni.
Non siamo molto distanti perché ci divide solo la scrivania ma sorvoliamo.

Il fatto è che a un certo punto si è tolto la mascherina per bere da una borraccia.
Ora, ok che faceva caldo e dopo un po' che si parla la gola si secca, ma se aveva bisogno di abbassare la mascherina per bere non avrebbe dovuto chiedermelo?
Mi sarei allontanat*, lui avrebbe bevuto e poi avremmo ripreso il colloquio.
Invece no.
Poi, dopo un po', ha chiesto a me di togliere la mascherina.
Stavamo parlando del fatto che purtroppo sembro avere meno anni di quelli che ho a causa della malattia e mi ha chiesto di toglierla.
Io non l'ho fatto, ho avuto paura di un contagio.
È normale questa richiesta?
Credo di no.
Come mi dovrei comportare secondo voi?
[#1]
Dr. Andres Rivera Garcia Psicologo, Psicoterapeuta 173 5
Gentile utente, grazie per aver risposto.
A prescindere che l'endocrinologo volesse o meno le sue informazioni mediche, credo che lo psicologo non si sia mosso oltre il ruolo che gli compete.
E' molto importante, per noi, avere un quadro anche della realtà fisica del paziente.
Le faccio un esempio: se un paziente mi dice che prende dei farmaci per dormire io mi sento autorizzato a chiedere quali siano, perché so bene che taluni farmaci possono interferire con la realtà psichica, o con il sintomo o addirittura con il trattamento. Non sono un medico, né un farmacologo ma ho il diritto di esplorare questo campo nei limiti delle mie possibilità e conoscenze.
Se il suo psicologo lo ha fatto, le posso assicurare che è solo per interessarsi maggiormente al suo caso.

Per quanto riguarda la mascherina anche qui non credo sia andato lontanissimo. Certo, magari avrebbe potuto chiederlo, però non è stato un atto volutamente aggressivo verso la sua persona né una mancanza voluta di delicatezza.
Non si curi molto di queste sfumature anche se capisco che ora le sembrano importanti.
Ha un bel lavoro da fare assieme al suo curante e le auguro davvero il meglio.

Un caro saluto,

Dr Rivera Garcia Andrès,
San Benedetto del Tronto
Psicologo clinico, Psicoterapeuta

[#2]
Utente
Utente
Buonasera,
Grazie della sua cortese risposta, purtroppo la visualizzo solo ora.
Per quanto riguarda la questione della mascherina la cosa si è ripetuta anche alla seduta successiva, purtroppo. Mi ha proprio fatt* entrare con mascherina abbassata, mi ha fatt* sedere, mi ha chiesto come stessi, e ho dovuto fargli notare io che non poteva stare con la mascherina abbassata. Al che mi ha chiesto scusa e mi ha detto che non si era accorto di averla abbassata, ma fatico a crederci.
Francamente non mi sento in sicurezza e non mi fido. Non so se continuerò i colloqui. Per quanto riguarda la questione del travalicare il suo ruolo di psicoterapeuta, anche lì continuo ad avere dei dubbi. Alcune domande molto specifiche sul mio stato di salute e la mia patologia possono anche essere lecite, però ad esempio l'ultima volta mi ha detto che secondo lui non ho la patologia che mi è stata diagnosticata, o che comunque la mia situazione cromosomica non è molto chiara. Questo perché il mio cariotipo non corrisponde all'assenza totale del cromosoma interessato, come dovrebbe essere "da manuale" ma nel mio caso vi è solo una delezione parziale, quindi secondo lui la diagnosi non sarebbe del tutto esatta.
A parte che ha detto una gran cavolata, basta andare su Wikipedia per leggere che quella sindrome non comporta sempre e solo l'assenza totale di quel cromosoma, ma che vi sono anche vari tipi di mosaicismi e delezioni parziali, come nel mio caso. Questo fatto, che io abbia una delezione solo parziale del cromosoma mi è stato spiegato chiaramente da genetista e da vari endocrinologi durante la mia infanzia e adolescenza, quindi non è affatto una novità né nulla di così strano o raro (anzi gli embrioni che hanno una delezione solo parziale del cromosoma hanno più chances di sopravvivere di quelli con il cromosoma del tutto mancante). Oltretutto dal punto di vista delle implicazioni cliniche avere solo un cromosoma o averne due di cui incompleto, poco cambia. Ma anche fosse a lui come psicoterapeuta cosa importa? Io nemmeno mi sono mess* a discutere, mi sono fatt* solo una risata sul fatto che lui, che nemmeno è un medico, mettesse in discussione una diagnosi del genere.
Non so, io continuo a non fidarmi. So di fare fatica a fidarmi delle persone, però in pratica lui continua a farmi domande quasi solo prettamente mediche e di psicoterapia finora ne ho vista ben poca.
Comunque, glie ne parlerò la settimana prossima, di questi miei dubbi e poi si vedrà.