Relazione nata da un tradimento

La mia relazione dura da 7 anni, 4 di convivenza con una donna separata dal marito e una figlia, ora adolescente.

Purtroppo è una storia nata clandestinamente, perché quando io e la mia compagna ci siamo conosciuti, lei era sposata.
Siamo stati amici, confidenti, infine amanti.
Poi lei ha messo fine alla storia con quest'uomo anaffettivo e prepotente, ha trovato il modo di chiudere la relazione (per la verità, se ne è andato lui) e, dopo un congruo periodo di tempo, mettersi ufficialmente con me. Anche se il matrimonio era in crisi già da prima e non certo per causa mia.

L'ex marito ha scoperto solo diversi mesi dopo la nostra storia, quando orami lui stesso ne aveva iniziata una nuova dopo la separazione. L'ha scoperto sulla base di qualche chiacchiera e solo a posteriori, perché ai tempi in cui eravamo "amanti" abbiamo fatto tutto con la massima prudenza e discrezione e nessuno ha prove concrete per dimostrare nulla.

Con la figlia ha avuto sempre un pessimo rapporto anche quando ci conviveva, dopo la separazione ha pian piano smesso di frequentarla.

Non prima di aver rivelato alla figlia la storia tra me e sua madre.
Storia alla quale la bambina non ha creduto.

Per tutti questi anni, io, la mia compagna e sua figlia abbiamo costituito, tra mille difficoltà, un'incredibile armonia familiare.
Anche con la bambina, ormai ragazza, ho uno splendido rapporto, e la sento come se fosse davvero mia figlia.

Negli ultimi giorni, all'improvviso, ho iniziato a provare una paura e un senso di colpa enormi.
Mi sento in colpa nei confronti dell'ex, anche se lui, nonostante si sia rifatto una vita, continua a mostrare una cattiveria incredibile nei suoi confronti e faccia di tutto per renderle la vita impossibile.
Mi sento un'impostore nei confronti della figlia, anche se per lei da anni faccio quanto, se non di più, di quello che farebbe un padre, e anche se il vero padre da anni non si occupa di lei e non la vede nemmeno.
Sento che la mia famiglia e la mia relazione non potranno durare e porteranno all'infelicità, perché nati sulla menzogna.
Ho paura che un giorno il padre della ragazza torni all'attacco e, per pura volontà di vendetta, la convinca che lanmia relazione è nata clandestinamente (lei non lo sa ovviamente) e che distrugga tutto quello che ho creato negli anni.
Per anni mi sono concentrato sulla mia compagna e sulla nostra famiglia, ora sono dominato dal senso di colpa e ho paura di non meritare tutto questo.
Leggo articoli e testimonianze di relazioni iniziate come la mia, vedo che sono finite tutte male e penso che la mia seguirà il mio destino.
Non ho mai sentito l'esigenza di avere figli miei perché appagato dalla relazione con la figlia della mia compagna, ma ora ho il terrore che un giorno questo rapporto sarà distrutto e di aver investito tanto affettivamente per niente.

Continuo a cercare di vivere con serenità la mia famiglia, continuo ad occuparmi della ragazza, ma dentro di me mi sento morire.
Non ho mai confessato a nessuno come è nata la nostra relazione, non ho mai sentito sensi di colpa, ma ora improvvisamente mi sento una persona indegna e non meritevole di ciò che ho costruito.
E ho paura che con queste fondamenta, tutto sia destinato a crollare.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
quello che lei sta provando ha un nome in psicologia, ne ha parlato già Freud; qui non è il caso di citarle il termine, che servirebbe solo a confondere lei stesso e altri che ci leggono.
Da quel che si può capire online, lei non aveva, all'epoca in cui ha iniziato la relazione con la sua partner, o non ha più adesso, l'attitudine mentale dell'amante; in termini crudi, non aveva la psicologia del traditore. Avrebbe voluto, e vuole adesso, una storia alla piena luce del sole, che non possa esporre lei e i suoi cari, specie i più fragili (la figlia adolescente) a critiche e accuse che respinge come estranei al suo agire e al suo sentire.
Capita purtroppo nella vita di essere coinvolti in situazioni non del tutto limpide, che diventano peggiori se osservate dall'esterno e con occhio malevolo. Capita di dover mentire e nascondersi; ma quello che in una certa situazione appariva un doveroso rispetto delle apparenze, in un altro momento e in un'altra ottica sembra un comportamento subdolo e spregevole.
Ora lei scrive: "Mi sento in colpa nei confronti dell'ex"; e anche: "Mi sento un impostore nei confronti della figlia".
Ammettere con sé stesso, serenamente, se ha sbagliato, quanto, in che cosa, sarebbe il primo passo per misurare la distanza tra quello che è stato e i suoi attuali valori.
So benissimo che non è facile, ma l'aiuterebbe a valutare le cose davvero in un'ottica realistica. Evitare altre menzogne sarebbe poi la conseguenza di questo recupero di sincerità.
Non a tutti dobbiamo comunicare i nostri sentimenti e le nostre azioni, che non sarebbero nemmeno rettamente interpretati da chi non li ha vissuti; ma questo non vuol dire che dobbiamo falsificare la nostra vita, come ladri che continuano ansiosamente a nascondere il bottino, con la conseguenza di sentirci sempre in colpa.
Il recupero della verità, la scelta della verità da comunicare alla ragazza, soprattutto, andrebbero fatti d'intesa con la sua compagna, meglio se con l'aiuto di uno psicologo.
Dico questo perché oltre al suo cruccio fondamentale, due ulteriori elementi a mio parere meritano attenzione: i motivi per cui ha scelto di non avere figli suoi, e le parole: "Leggo articoli e testimonianze di relazioni iniziate come la mia, vedo che sono finite tutte male e penso che la mia seguirà il mio destino".
Quest'ultimo elemento potrebbe aver agito da detonatore per il suo attuale malessere; ma dove ha trovato questi articoli? Può spedirmi quelli che l'hanno più colpita?
Non lasci che la malevolenza dell'ex e i suoi rimorsi sotterranei le consumino inutilmente la vita.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
Mi riconosco molto in quello che ha scritto, non mi sono mai sentito a mio agio nel ruolo dell'amante e non mi ci sento tuttora, con la differenza che se all'inizio i sensi di colpa li avvertivo in sordina, ora sono esplosi. E per come conosco la mia compagna, anche a lei il ruolo di "traditrice" è sempre andato stretto, e per lo più sono stato io negli ultimi anni a incoraggiarla e cercare di alleviare i sensi di colpa per quello che è stato.
Per la verità, come coppia a livello sociale stiamo vivendo serenamente, anche sapendo che diverse persone intuiscono quello che può essere stato l'inizio della nostra storia. Nessuno ci ha mai fatto sentire giudicati o ci ha mai fatto allusioni di alcun tipo, per cui non sentiamo di vivere in clandestinità, e il tempo trascorso chiaramente fa si che nessuno se ne interessi più.
Sugli inizi della nostra storia, diciamo semplicemente che è nata come un'amicizia prima della fine del matrimonio e che è diventata altro in seguito alla separazione.
Per cui la paura più grande riguarda la ragazza e una sua eventuale reazione. È molto matura per la sua età, e la mia compagna in alcune occasioni è stata tentata di dirle la verità. Ma più volte la ragazza ha preso posizioni nette riguardo al "tradimento" e ai "traditori", e questo l'ha sempre fatta desistere. Da parte mia temo molto che non mi capirebbe e finirebbe per allontanarmi. E questo per me sarebbe molto difficile da affrontare. Probabilmente allora sentirei davvero la mancanza di figli miei (per svariati motivi che non sto a spiegare, sarebbe tardi pensare di avere un figlio ora con la mia compagna).
Faccio fatica a pensare di raccontare a una ragazza che ha sempre fiducia in me che sono stato l'amante di sua madre. Anche perché non mi risconto in quello che ho fatto, è come se avessi fatto una cosa che va contro la mia morale (senza giudicare chi invece in quel ruolo ci si ritrova e non ha sensi di colpa, il mio non è un giudizio moralistico, è solo come mi sento io). Non saprei come affrontare la cosa, e non mi sento paralizzato all'idea delle possibili conseguenze.

*ho fatto ricerche un po' disordinate su Google, si leggono di qua e di là statistiche sul fatto che la maggior parte degli amanti rimangono tali senza ufficializzare la loro storia, e che se lo fanno finiscono per lasciarsi per lo più in breve tempo. Non ho letto storie "a lieto fine" di questo tipo. Forse solo Carlo e Camilla, se posso permettermi una battuta.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
dice Gesù nel Vangelo di Giovanni (8, 32): "Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".
Questa asserzione ha un profondo valore filosofico, al di là di qualunque credo religioso.
La verità che dovreste conquistare, lei e la sua compagna, può passare attraverso la consapevolezza di aver fatto degli errori, di aver valutato le cose in modo inesatto, di aver agito in buona fede ma alla cieca, e perfino, forse, di aver agito in malafede, travolti dalla passione o attuando una reciproca seduzione.
Sapere qual è stata davvero la vostra storia e come si è evoluta vi restituirà la capacità di dominio sul vostro presente, il controllo sul vostro futuro, e ciò senza minimamente passare attraverso l'inopportuna "confessione" ad una ragazzina di qualcosa che non è destinato alla sua psiche adolescente, almeno per ora.
Lei parla di un rigido criterio morale della ragazzina che è normale e giusto: i giovani vedono la realtà in aut-aut, poi sbagliano e si disperano, poi sbagliano ancora, o non sbagliano, ma comunque capiscono.
Le suggerivo un colloquio con uno psicologo per venire a capo di tutte le intricate paure e i sensi di colpa in cui si dibatte, ma soprattutto per trovare la formula per non mentire più e nello stesso tempo non buttare addosso alla ragazzina un peso al momento insostenibile per lei. La consapevolezza del proprio vissuto, più o meno erroneo, non deve diventare autoflagellazione e meno ancora una tortura per altri, ma nemmeno deve farvi accumulare menzogne.
Uno psicologo l'aiuterebbe anche a riflettere sulla sua eccessiva sensibilità alle storie lette in rete, storie che potrebbero riguardare situazioni profondamente diverse dalla sua.
Ci tenga al corrente, ma interrompa al più presto questo rovello silenzioso, anche parlandone con la sua compagna. In questo modo potrebbe aiutarla a portare in luce una sofferenza sommersa che probabilmente è anche la sua.
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Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
La ringrazio molto per le sue risposte dottoressa, anche se mi trovo in un momento di forte ansia e fatico un po' a comprendere il significato delle sue parole e tradurre praticamente i suoi consigli sulla gestione della "verità".
Proverò a parlare dapprima con la mia compagna, non appena troveremo un periodo più tranquillo e meno stressante per lei (sempre per problemi causati dal suo ex che ci impediscono di trovare stabilità), e probabilmente l'idea migliore sarà proprio quella di trovare un professionista con cui parlare insieme..
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
trovo che sia una buona idea quella di parlare prima di tutto con la sua compagna di questo rovello che la sta attanagliando, anche per capire se è sorto a causa dei "problemi causati dal suo ex che ci impediscono di trovare stabilità". Questi problemi si sono di recente accentuati, forse in concomitanza con l'iter giudiziario del divorzio, dell'affidamento, alimenti e così via?
Quello che le dicevo sulla gestione della verità le risulta giustamente poco comprensibile attraverso poche parole online, anche perché è costituito di due elementi distinti: uno è il profondo scavo in sé stesso necessario per capire come realmente ha vissuto la sua relazione dall'inizio ad oggi, e per questo sarebbe utile l'aiuto di uno specialista; l'altro è la "gestione pubblica" della verità. Ricordi che se non è opportuno accumulare menzogne che contribuiscono a farla sentire in colpa, però nemmeno esiste l'obbligo di rendere conto a tutti delle sue azioni e dei suoi sentimenti.
I fatti sono fatti, è vero, ma esistono i sentimenti e le idee che li hanno determinati, non sempre e non a tutti comunicabili. Per questo i fatti possono essere taciuti per riserbo, che non è menzogna. Ci sono persone a cui si vogliono confidare le cose più intime e quelle con le quali farlo sarebbe inopportuno (gli estranei) o si rimanda la spiegazione (la figlia adolescente).
In questo, come nello scavo interiore che le farà accettare sé stesso e la sua storia, l'aiuto di uno specialista sarebbe utile.
Le suggerirei di non rimandare troppo i singoli passi.
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Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
I problemi giudiziari legati all'ex non si sono mai accentuati, nel senso che continuano costanti da anni e vanno ben oltre quello che dovrebbe essere il normale iter (già di per se estremamente complicato) di una separazione. Non posso spiegare qui quello che va avanti da anni, ma diciamo che lui ha intrapreso consapevolmente una strada che rischia di danneggiare anche lui economicamente, ma anni fa ha letteralmente dichiarato di voler vedere strisciare la mia compagna, per cui le lascio immaginare la situazione.
Riguardo alla gestione della verità, concordo sul lavorare su me stesso, sul rapporto sulla mia compagna e su tutto il resto. Riguardo però alla ragazza, anche se trovo giusto e corretto il discorso, ho la sensazione che la verità potrebbe essere distruttiva, più che liberatoria. Anche perché dall'altra parte abbiamo una persona senza scrupoli, che già in passato ha dimostrato di non avere remore a far soffrire perfino la figlia, e che ha l'abitudine di manipolare fatti e persone, e oltretutto è bravissimo a mentire spudoratamente e a scaricare sugli altri qualsiasi responsabilità.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
concordo, e mi pare di averlo scritto, che alla ragazzina non ha senso dire adesso una verità che "potrebbe essere distruttiva", se per verità lei intende la visione che vuole propinarle il padre.
Il problema -e torno a ripetere che tutto questo richiederebbe diversi colloqui con uno specialista- è che la "verità" di un marito che si sente tradito, e nello stesso tempo dimentica la propria parte di responsabilità nel fallimento del matrimonio, è differente dalla "verità" delle altre persone implicate.
In ogni caso, un individuo vendicativo può fare molto male a tutti, compreso sé stesso; e di nuovo un valido sostegno psicologico appare utile.
Quasi superfluo è dire che appare indispensabile un bravo avvocato, capace di salvaguardare i diritti dei più deboli e nello stesso tempo attenuare, non acuire il conflitto.
Ribadisco, e altro aiuto credo impossibile fornirle online, che il problema appare ingarbugliato da troppi elementi dolorosi che andrebbero sciolti uno per uno. Prolungare la sofferenza non può che indebolire la capacità di fronteggiarla.
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Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
La ringrazio moltissimo per i suoi consigli e la sua grande disponibilità, vedrò di mettere in pratica quanto mi ha suggerito. Buona vita e grazie Dottoressa.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Sarò lieta se il nostro scambio epistolare riuscirà a far ritrovare il benessere a lei a ai suoi cari.
Buone cose.