Ho solo un disturbo mentale allora?
Buongiorno, ieri ho fatto un consulto sui disturbi di genere, e come pensavo non sono stat* pres* sul serio credo perché sono seguit* da uno psichiatra e quindi questo dottore psichiatra ha scritto che egli pensa che questi sintomi dubitativi possano nascere da un già mio precedente problema (sono ex autolesionista e ho un tentato suicidio alle spalle).
Ma davvero tutto il mio disagio è solo frutto della mia mente?
È vero quindi che non potrò mai ricevere una diagnosi per questo motivo?
Io non voglio mettere in dubbio il dottore, ma il mio cervello.
Non ho mai sofferto di DOC e al momento la mia paura è di non scoprire chi sono davvero, e non credo che lo farò mai se sono solo una persona malata di mente.
Prendo tolep 300 mg per i problemi descritti precedentemente.
Mi dispiace aver scritto un secondo consulto, volevo un'opinione anche da uno psicoterapeuta... Forse voglio solo sentirmi meglio, grazie.
Riassumo brevemente il mio consulto:
Buonasera, ho un grande problema: non so quale sia la mia identità di genere.
Fin da piccol* ho capito che c'era qualcosa che non andava, ma non sapevo cosa.
Sono nat* biologicamente donna, e non è che io faccia cose da "uomo", ma credo che quelli siano costrutti sociali.
Il mio corpo mi crea disagio: penso che alcune parti di me non ci dovrebbero essere, faccio fatica a considerarle "mie".
Questo accade soprattutto con il "seno.
Quando scrivo al maschile mi sento di non star recitando.
Se mi penso da più grande non riesco ad immaginarmi in gravidanza o che allatto o in una relazione "etero" (uomo-donna) in cui io abbia il ruolo da donna (non ho mai avuto una relazione con un uomo perché era come se il mio "ruolo" fosse sbagliato anche nel sesso, una volta ho raggiunto l'orgasmo) ma neanche '"omosessuale" (donna-donna) in cui io abbia un ruolo da donna.
Sto facendo sia una terapia psicologica sia psichiatrica per altri motivi ma non credo che questo sia un sintomo dei miei disturbi (sarei content* se lo fosse, significherebbe che potrei gestirlo senza problemi sociali e di accettazione, però forse anche per questo non ne parlo... Ho paura di essere sminuit*.
In realtà quando il dottore mi ha detto che questi sono dei sintomi e va aggiustata la terapia ho cominciato a piangere), penso che sentire tutto questo disagio non sia "normale".
Sono in ansia perché non so chi sono.
Non so se sono ftm o se sono nel mezzo o è una cosa passeggera.
Comunque ho delle caratteristiche psicologiche considerate "femminili" come l'empatia, ma è questo che fa di noi "maschi" o "femmine"?
E non mi piace come si comportano gli uomini nella nostra società (Odio il maschilismo).
È tutto confuso e vorrei un aiuto da voi conoscendo comunque i limiti di un consulto online.
Ci sono modi per capire se quest* sono io?
Continuo a modificare il consulto pensando di non essere stat* chiaro.
Spero di esserlo stato abbastanza.
Grazie mille.
Ma davvero tutto il mio disagio è solo frutto della mia mente?
È vero quindi che non potrò mai ricevere una diagnosi per questo motivo?
Io non voglio mettere in dubbio il dottore, ma il mio cervello.
Non ho mai sofferto di DOC e al momento la mia paura è di non scoprire chi sono davvero, e non credo che lo farò mai se sono solo una persona malata di mente.
Prendo tolep 300 mg per i problemi descritti precedentemente.
Mi dispiace aver scritto un secondo consulto, volevo un'opinione anche da uno psicoterapeuta... Forse voglio solo sentirmi meglio, grazie.
Riassumo brevemente il mio consulto:
Buonasera, ho un grande problema: non so quale sia la mia identità di genere.
Fin da piccol* ho capito che c'era qualcosa che non andava, ma non sapevo cosa.
Sono nat* biologicamente donna, e non è che io faccia cose da "uomo", ma credo che quelli siano costrutti sociali.
Il mio corpo mi crea disagio: penso che alcune parti di me non ci dovrebbero essere, faccio fatica a considerarle "mie".
Questo accade soprattutto con il "seno.
Quando scrivo al maschile mi sento di non star recitando.
Se mi penso da più grande non riesco ad immaginarmi in gravidanza o che allatto o in una relazione "etero" (uomo-donna) in cui io abbia il ruolo da donna (non ho mai avuto una relazione con un uomo perché era come se il mio "ruolo" fosse sbagliato anche nel sesso, una volta ho raggiunto l'orgasmo) ma neanche '"omosessuale" (donna-donna) in cui io abbia un ruolo da donna.
Sto facendo sia una terapia psicologica sia psichiatrica per altri motivi ma non credo che questo sia un sintomo dei miei disturbi (sarei content* se lo fosse, significherebbe che potrei gestirlo senza problemi sociali e di accettazione, però forse anche per questo non ne parlo... Ho paura di essere sminuit*.
In realtà quando il dottore mi ha detto che questi sono dei sintomi e va aggiustata la terapia ho cominciato a piangere), penso che sentire tutto questo disagio non sia "normale".
Sono in ansia perché non so chi sono.
Non so se sono ftm o se sono nel mezzo o è una cosa passeggera.
Comunque ho delle caratteristiche psicologiche considerate "femminili" come l'empatia, ma è questo che fa di noi "maschi" o "femmine"?
E non mi piace come si comportano gli uomini nella nostra società (Odio il maschilismo).
È tutto confuso e vorrei un aiuto da voi conoscendo comunque i limiti di un consulto online.
Ci sono modi per capire se quest* sono io?
Continuo a modificare il consulto pensando di non essere stat* chiaro.
Spero di esserlo stato abbastanza.
Grazie mille.
[#1]
Gentile Utente,
l'unico aiuto che le si può fornire da qui è quello di ribadire la necessità e l'importanza di parlare di questa problematica a chi già la sta seguendo di persona, che in virtù della professione esercitata non è tenuto a giudicare né a sminuire Lei e la sua sofferenza.
Come può essere efficace, nell'ottica di un nuovo equilibrio psicologico ricercato, una terapia che trascuri questa importante parte di sé?
Come può essere proficuamente mirato un trattamento psicoterapeutico e farmacologico se non considera questa significativa componente del suo disagio?
Noi siamo tante parti, ma queste parti formano un tutt'uno: come può dissipare la confusione (alimentata da stereotipi e pre-giudizi) se non affronta l'argomento proprio nella sede in cui sarebbe opportuno farlo?
Cordialità.
l'unico aiuto che le si può fornire da qui è quello di ribadire la necessità e l'importanza di parlare di questa problematica a chi già la sta seguendo di persona, che in virtù della professione esercitata non è tenuto a giudicare né a sminuire Lei e la sua sofferenza.
Come può essere efficace, nell'ottica di un nuovo equilibrio psicologico ricercato, una terapia che trascuri questa importante parte di sé?
Come può essere proficuamente mirato un trattamento psicoterapeutico e farmacologico se non considera questa significativa componente del suo disagio?
Noi siamo tante parti, ma queste parti formano un tutt'uno: come può dissipare la confusione (alimentata da stereotipi e pre-giudizi) se non affronta l'argomento proprio nella sede in cui sarebbe opportuno farlo?
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
Cercherò di parlare di questa tematica con chi mi segue. Consciamente so che non dovrei spaventarmi, ma nella realtà ho bisogno di tempo per riuscire ad affrontare alcune tematiche. È come se dovessi essere "normale" anche con i dottori, e questo mi vieta di parlare di questo dolore. Come ho fatto in precedenza, spero che in poco tempo mi convinceró che sia la cosa giusta da fare.
Intanto la ringrazio per le parole.
Buona giornata
Cercherò di parlare di questa tematica con chi mi segue. Consciamente so che non dovrei spaventarmi, ma nella realtà ho bisogno di tempo per riuscire ad affrontare alcune tematiche. È come se dovessi essere "normale" anche con i dottori, e questo mi vieta di parlare di questo dolore. Come ho fatto in precedenza, spero che in poco tempo mi convinceró che sia la cosa giusta da fare.
Intanto la ringrazio per le parole.
Buona giornata
[#3]
Il fatto di aver avuto la possibilità di aprirsi qui su MI e di sperimentare che si può parlare anche di questi argomenti con altre persone, spero possa fornirle una "spinta" in più ad approfittare della terapia che sta effettuando per prendersi veramente cura di sé.
Auguri.
Auguri.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1k visite dal 28/09/2021.
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