E' innamorato di me ma non vuole stare con me
Buonasera,
sono una donna di 36 anni e da quattro anni frequento Riccardo, un uomo di 40 anni separato con un figlio di 8 anni.
La nostra relazione è iniziata subito dopo la mia rottura con il mio ex fidanzato, una storia durata 6 anni e contemporaneamente alla sua rottura con la sua ex moglie, dalla quale si è separato dopo un matrimonio di 15 anni.
E' stato quindi un un inizio turbolento, dove entrambi stavamo superando un momento di separazione e di "lutto" importante delle nostre vite.
Allo stesso tempo io ero presissima da Riccardo, molto innamorata, e nonostante le difficoltà non mi mancavano energia ed entusiasmo per far funzionare le cose.
Lui invece si è sempre sentito bloccato, frenato, pieno di sensi di colpa con il figlio e con la ex moglie e non riusciva mai a darsi completamente, sia in termini emotivi che in termini pratici e di tempo.
Così ci frequentavamo con i suoi ritmi, vedendoci una volta ogni due settimane, provando a rispettare i suoi tempi.
Io volevo di più ma lui me lo negava, non ci riusciva.
Continuava a dirmi che era molto preso e innamorato però più di questo non riusciva a darmi, dicendomi che però era onesto nel dichiarare quello che poteva e non poteva darmi, che giocava a carte scoperte e che quindi stava a me di prendere o lasciare.
Io provavo a rispettare i suoi tempi e farmi bastare quello che riusciva a darmi ma capitava che questa sua mancanza la andavo a cercare fuori, durante i nostri tira e molla.
Provavo a vedere altri uomini ma la mia testa e il mio cuore andavano sempre a lui.
L'intesa sia emotiva, sia sessuale che di anime quando stiamo insieme è fortissima e non ho mai provato nulla di simile con nessun altro.
Abbiamo anche un sacco di interessi in comune e quando stiamo insieme si crea della magia.
Così sono passati quattro anni in questa situazione di attesa e stallo e nel frattempo io ho compiuto 36 anni e mi sento di vedermi precluso un futuro felice, una probabile famiglia o un progetto di vita insieme.
Questo mi fa sentire demotivata verso il futuro e verso anche il cercare una nuova relazione con qualcun altro perchè ci ho provato ma proprio non ci riesco, mi sembra come se non ci sia più speranza di uscire da questa relazione e non capisco se è perchè sono molto innamorata di Riccardo e quindi non riesco a fare spazio per nessun altro o se è perchè ho perso la fiducia in me stessa e nel prossimo.
Vorrei una relazione più equilibrata e più stabile ma allo stesso tempo non riesco a sganciarmi da lui.
Cosa dovrei fare?
Lasciare andare un amore e un uomo con il quale ho un intesa e un'affinità che non ho provato con nessun altro con la speranza di trovare un uomo che invece voglia davvero starci o continuare a persistere in questa relazione nonostante non mi completi del tutto?
Grazie di cuore in anticipo a chi mi risponderà e potrà darmi anche un piccolo aiuto.
sono una donna di 36 anni e da quattro anni frequento Riccardo, un uomo di 40 anni separato con un figlio di 8 anni.
La nostra relazione è iniziata subito dopo la mia rottura con il mio ex fidanzato, una storia durata 6 anni e contemporaneamente alla sua rottura con la sua ex moglie, dalla quale si è separato dopo un matrimonio di 15 anni.
E' stato quindi un un inizio turbolento, dove entrambi stavamo superando un momento di separazione e di "lutto" importante delle nostre vite.
Allo stesso tempo io ero presissima da Riccardo, molto innamorata, e nonostante le difficoltà non mi mancavano energia ed entusiasmo per far funzionare le cose.
Lui invece si è sempre sentito bloccato, frenato, pieno di sensi di colpa con il figlio e con la ex moglie e non riusciva mai a darsi completamente, sia in termini emotivi che in termini pratici e di tempo.
Così ci frequentavamo con i suoi ritmi, vedendoci una volta ogni due settimane, provando a rispettare i suoi tempi.
Io volevo di più ma lui me lo negava, non ci riusciva.
Continuava a dirmi che era molto preso e innamorato però più di questo non riusciva a darmi, dicendomi che però era onesto nel dichiarare quello che poteva e non poteva darmi, che giocava a carte scoperte e che quindi stava a me di prendere o lasciare.
Io provavo a rispettare i suoi tempi e farmi bastare quello che riusciva a darmi ma capitava che questa sua mancanza la andavo a cercare fuori, durante i nostri tira e molla.
Provavo a vedere altri uomini ma la mia testa e il mio cuore andavano sempre a lui.
L'intesa sia emotiva, sia sessuale che di anime quando stiamo insieme è fortissima e non ho mai provato nulla di simile con nessun altro.
Abbiamo anche un sacco di interessi in comune e quando stiamo insieme si crea della magia.
Così sono passati quattro anni in questa situazione di attesa e stallo e nel frattempo io ho compiuto 36 anni e mi sento di vedermi precluso un futuro felice, una probabile famiglia o un progetto di vita insieme.
Questo mi fa sentire demotivata verso il futuro e verso anche il cercare una nuova relazione con qualcun altro perchè ci ho provato ma proprio non ci riesco, mi sembra come se non ci sia più speranza di uscire da questa relazione e non capisco se è perchè sono molto innamorata di Riccardo e quindi non riesco a fare spazio per nessun altro o se è perchè ho perso la fiducia in me stessa e nel prossimo.
Vorrei una relazione più equilibrata e più stabile ma allo stesso tempo non riesco a sganciarmi da lui.
Cosa dovrei fare?
Lasciare andare un amore e un uomo con il quale ho un intesa e un'affinità che non ho provato con nessun altro con la speranza di trovare un uomo che invece voglia davvero starci o continuare a persistere in questa relazione nonostante non mi completi del tutto?
Grazie di cuore in anticipo a chi mi risponderà e potrà darmi anche un piccolo aiuto.
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Salve, come psicologo posso dirle che quest'uomo a quanto sembra non voglia andare oltre il livello di interazione che vivete. Posso segnalarle che spesso quel che accade in questo tipo di relazioni "sbilanciate" in termini di investimento affettivo è che la persona - in questo caso lei - può assumere una rappresentazione del partner in qualche modo "idealizzandolo", attribuendogli qualità speciali che sembra non possano essere rinvenute in altri potenziali partner. Se lei si concedesse la possibilità di una separazione da questa persona per un certo tempo, avrebbe forse modo di sperimentare questa verità, per poi - solo successivamente - esplorare altre opportunità di incontri che possono capitarle. Da ultimo, le segnalo anche che ci si innamora spesso di aspetti dell'altra persona che in realtà sono presenti in noi ma che per qualche motivo abbiamo scelto di non esprimere, oppure ci sono stati impediti per pressioni familiari o di altro genere: in questo caso un percorso di esplorazione e approfondimento di queste dinamiche - volto alla scoperta di sé - può essere utile e opportuno. Un saluto. Dott. Paolo Dell'Omo
Dott. Paolo Dell'Omo
Psicologo Clinico e di Comunità
via Carlo Denina 78 - 00179 - Roma
[#2]
Utente
Buonasera Dott. Paolo,
la ringrazio tantissimo per la sua risposta, è bello sapere che c'è qualcuno in linea che risponde, trovo questo, per la professione che opera, molto nobile da parte sua. Mi fa sentire capita e accolta.
Lei parla di una relazione sbilanciata ed è verissimo ma pur consapevole di questo non riesco a interromperla perchè il retro pensiero è che "se mi piace lui allora è lui che voglio e nessun altro, perchè dovrei forzarmi a farmi piacere qualcun altro?".
Ho provato come suggerisce anche lei ad allontanarmi per ben 6 mesi e il risultato prodotto è stata chiusura totale e un quasi astio verso il genere maschile, che all'improvviso mi è sembrato tutto gretto e superficiale. Sarà pure che non ho avuto fortuna di incontrare persone stimolanti ma sarà anche che non avevo la predisposizione ad accogliere il nuovo.
Il mio timore è forse passare un periodo di "lutto da separazione" con questo stato d'animo di astio verso il genere maschile per poi finalmente uscirne?
Oppure è come dice lei che l'altro ci fa da "specchio" e ci si innamora di aspetti dell'altra persona che in realtà sono presenti in noi e in questo caso sarebbe il non voler prendere una decisione chiara sul rapporto, la non definizione, il rimanere fumosi, il non voler costruire una relazione seria?
E' possibile che per lasciarlo andare devo lasciare andare questo aspetto di me per poter andare avanti?
La ringrazio ancora tantissimo
la ringrazio tantissimo per la sua risposta, è bello sapere che c'è qualcuno in linea che risponde, trovo questo, per la professione che opera, molto nobile da parte sua. Mi fa sentire capita e accolta.
Lei parla di una relazione sbilanciata ed è verissimo ma pur consapevole di questo non riesco a interromperla perchè il retro pensiero è che "se mi piace lui allora è lui che voglio e nessun altro, perchè dovrei forzarmi a farmi piacere qualcun altro?".
Ho provato come suggerisce anche lei ad allontanarmi per ben 6 mesi e il risultato prodotto è stata chiusura totale e un quasi astio verso il genere maschile, che all'improvviso mi è sembrato tutto gretto e superficiale. Sarà pure che non ho avuto fortuna di incontrare persone stimolanti ma sarà anche che non avevo la predisposizione ad accogliere il nuovo.
Il mio timore è forse passare un periodo di "lutto da separazione" con questo stato d'animo di astio verso il genere maschile per poi finalmente uscirne?
Oppure è come dice lei che l'altro ci fa da "specchio" e ci si innamora di aspetti dell'altra persona che in realtà sono presenti in noi e in questo caso sarebbe il non voler prendere una decisione chiara sul rapporto, la non definizione, il rimanere fumosi, il non voler costruire una relazione seria?
E' possibile che per lasciarlo andare devo lasciare andare questo aspetto di me per poter andare avanti?
La ringrazio ancora tantissimo
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Salve, in realtà si tratta proprio del contrario: cioè gli aspetti di noi che proiettiamo nell'innamoramento sono proprio quelli di cui dobbiamo riappropriarci. Quegli aspetti che lei ammira in quest'uomo sono quelli che deve riscoprire e coltivare dentro di lei. E' difficile naturalmente in un consulto poterle dirle in cosa consistono esattamente, questo richiede un approfondimento biografico che può chiamare in causa anche aspetti inconsci. Ad ogni modo si può dire che quanto più si cade in queste forme di innamoramento così pervicaci tanto più si può essere certi che la dinamica è quella di cui stiamo parlando. Altro è poi confrontarsi con il processo di elaborazione della perdita che, pure, deve essere comunque percorso.
Un saluto. Dott. Paolo Dell'Omo
Un saluto. Dott. Paolo Dell'Omo
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 21.1k visite dal 16/09/2021.
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