Dubbi su come iniziare un percorso di terapia

Salve! Ho 27 anni e, come già scritto in un post qui, sto iniziando ad avere seri problemi dovuti all’ansia.

Sono sempre stata un soggetto leggermente ansioso ma fino ai 23 anni circa, era considerato un mio lato forse divertente finché, non so come sia successo, ho perso il controllo su questo mio lato e lui ha preso il sopravvento su di me.
Dai 23 anni si è manifestata anche l’ipocondria che adesso, a 27 anni, manipola le mie giornate.
Inutile dire che ho passato gli ultimi anni nel terrore di avere malattie assurde che nessun medico ha mai riscontrato e mi è sempre stato detto Questa è ansia oppure Somatizzi troppo!.
Sottolineo che il mio lato razionale e lucido è d’accordo con tutti i medici che mi hanno vista, il problema è il mio alter ego ansioso che non vuole sentir ragione.
Fortunatamente questo problema non mi ha ancora toccato la vita sociale e nemmeno i rapporti con la famiglia, ma a lungo andare diventa palese e pesante nelle relazioni sentimentali.
La mia domanda è, mi devo rivolgere ad uno psichiatra o psicologo?
Devo assolutamente riprendere a vivere serenamente, perché non mi riconosco più e il voler gestire questa cosa in piena privacy senza far capire agli altri la mia sofferenza mi sta distruggendo.
Il mio medico di base mi ha consigliato uno psicologo ma leggendo online (lo so, non va fatto) ho visto che per l’ansia c’è di mezzo anche lo psichiatra.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
si affidi senz'altro ad uno psicologo, come suggerito dal suo medico. Sarà poi lui -o lei- a valutare se è necessario anche il supporto farmacologico.
In linea generale, con gli attuali strumenti di una terapia cognitivo-comportamentale i farmaci, se necessari, lo sono per un tempo ridotto.
In ogni caso tutte le sue incertezze sono frutto della sua malattia, che come ha visto, se non presa in tempo si cronicizza e si acuisce.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio. Purtroppo fatico ancora un po’ ad accettare che l’ansia stessa è una malattia e so che solo quando lo capirò riuscirò ad uscirne fuori. L’unica altra domanda che le faccio, c’è possibilità di guarigione totale - con tutto il lavoro e l’impegno necessari, ovviamente?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
inutile che io le dica che si guarisce, se lei non ritiene che l'ansia sia una malattia.
Temo che lei ritenga "malattie" solo quelle visibili ai più comuni strumenti di indagine diagnostica: la radiografia per un tumore solido, l'analisi del sangue o dell'urina per le infezioni, il tampone per il Covid etc.
Se le dicessi che molte malattie organiche non si rilevano con questi strumenti, e viceversa l'ansia e altri disturbi psicologici hanno dei correlati neurobiologici precisi (per esempio il cortisolo o l'incremento dell'amilasi salivare; l'andamento delle onde cerebrali rilevabili con EEG e così via), lei entrerebbe solo in una maggiore confusione.
Finché non si convincerà che non può pretendere di tenere tutto sotto controllo e non accetterà che non può sapere tutto, lei non farà il fondamentale primo passo verso la guarigione.
Ancora auguri.
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Utente
Utente
Sono cosciente che una volta accettato il mio problema vero, solo allora potrò iniziare a guarire. È questo il motivo che mi ha spinta a voler iniziare un percorso di terapia. La ringrazio ancora per la disponibilità.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Prego, e di nuovo auguri, gentile utente.
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