Sono un ragazzo di 31 anni, sto per sposarmi, ma mi sono innamorato di un lui

Buongiorno,
Ho 31 anni, sono un uomo, lavoro, ho una vita regolare, sana e non credo mi manchi nulla.

Ho una ragazza da oltre 10 anni, ragazza che ho amato tantissimo, che ho sempre visto come madre dei miei figli e a cui qualche mese fa ho chiesto di sposarmi.

I nostri orari lavorativi sono diversi e il tempo insieme è sempre poco.
La voglia di fare l'amore da parte sua è sempre stata limitata.
I rapporti, belli, romantici ma pochi.
1 volta a settimana nel migliore dei casi.
Così poco più di 3 anni fa l'ho tradita.


L'ho tradita più e più volte.
Con uomini.
Perché non avevo voglia di un'altra donna, non mi interessava e non mi interessa.

E allora ho cercato la complicità di altri uomini, spesso impegnati come me.
Sesso fine a se stesso, meccanico, appagante.


A dicembre ho iniziato a frequentare un ragazzo di 26 anni e oltre al sesso, meraviglioso, abbiamo iniziato a parlare di noi.

Sono diventato dipendente da lui, lo cerco sempre.
Lui cerca me.

Credevo fosse una cotta adolescenziale.
Invece dopo 9 mesi sono qui a pensarlo dal mattino alla sera.
Amore?
Credo di sì.

Lui contraccambia.
Ci diciamo delle cose bellissime, vorrei sempre stare con lui, lui con me.


Ma...sto organizzando il mio matrimonio con lei.
Ignara di tutto.

Sto facendo star male 3 persone: lei, lui e me stesso.

Ho pensato di tutto in questi mesi, ho cercato di limitare i contatti con lui, con l'unico risultato che lui per cercare di dimenticarmi ha incontrato un altro ragazzo.
Da quel momento io mi sono incollato a lui, ho pianto tra le sue braccia perché so che è giusto quel che ha fatto, ma sono un terribile egoista e vorrei che non capitasse più.
Anche lui è molto triste, non lo ammette, ma si vede.


In tutto questo, anche io ho incontrato un paio di altri ragazzi in questi mesi e sempre sono tornato da lui, dicendoglielo e piangendo.
Non gli dovevo nulla, ma mi sentivo tristissimo per tutto questo.


In questi mesi, i rapporti con lei si sono ridotti a 1 volta al mese, i rapporti con lui più e più volte al giorno quando ci vediamo.


Sono in crisi, questo mi condiziona nelle attività quotidiane e non so con chi parlarne e cosa fare.

O meglio, so qual è la cosa giusta, ma davvero mi rende felice?


Apprezzerei i vostri commenti
Grazie
S
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
lei scrive: "so qual è la cosa giusta, ma davvero mi rende felice?".
Vede, se la cosa che lei reputa giusta l'avesse espressa anche a noi, sarebbe più facile aiutarla a decidere se possa renderla felice o meno.
Da quel poco che si vede attraverso le sue parole, lei si trova nella classica situazione di un uomo che dopo un'adolescenza incerta ha scoperto di essere omosessuale, provando vivo piacere nelle pratiche erotiche con altri uomini e innamorandosi con intensità di uno di loro.
Tutto questo alle spalle di un'ignara e "tiepida" fidanzata, che penso non le abbia fatto nulla per meritare questo inganno.
Del resto, sulle lunghe distanze, se lei arriverà a perpetrare su queste basi un matrimonio etero, farà sicuramente tanto male alla ragazza, e altrettanto a sé stesso. Per non parlare dei figli, se ci saranno.
Rifletta, e se crede, ci faccia sapere qual è secondo lei "la cosa giusta".

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
Buonasera dottoressa, è grazie per il gentile riscontro.
Partiamo da "la cosa giusta".
Io sono una persona che riflette molto prima di prendere una decisione. Così, ho riflettuto molto prima di decidere di sposarci.
Ma quando decido, sono convinto e anche in questo caso "era" così. La cosa giusta è sposarmi con la ragazza con cui sono cresciuto insieme, che mi è stata vicina nei momenti di gioia e nei momenti di dolore della mia vita. E io della sua.

Però...al cuor non so comanda. In questo momento vorrei sempre star con lui, il tempo insieme vola, lo cerco sempre. Amo accarezzarlo e dormire accanto a lui. Sogno di svegliarmi accanto a lui e di sentirlo tra le mie braccia.

Con lei invece convivo, ormai da 2 anni, io sono un po' freddino e, negli ultimi giorni sento dei vuoti d'aria, avrei sempre voglia di dormire.
Mi sento che sto distruggendo quella cosa bellissima che abbiamo costruito insieme.

Per anni ho sempre considerato "brutte persone" coloro che tradivano. Ora lo faccio io e non solo fisicamente, ma anche mentalmente, che forse è la cosa peggiore che possa capitare.

Come posso fare per essere felice? Devo interrompere di vedere lui? Devo cercare di rimanere suo amico (mi farebbe tanto piacere in futuro quando le acque si saranno calmate)?
Devo mandare tutto a rotoli per un innamoramento che poi magari alle lunghe svanirà?

Io mi sono innamorato di lui come persona, non come uomo. Così come mi ero innamorato di lei come persona e non come donna. Questa è la vera differenza per cui non mi reputo gay. Ma si sa, la sessualità ha infinite sfaccettature.

Grazie per il Vs gradito commento.
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
come molte persone che vivono in una realtà doppia, lei è immerso in quella che Freud considera l'onnipotenza (ovviamente presunta) del neonato, e non vuole vedere i rischi del condurre relazioni insincere, anche se poi ammette: "Mi sento che sto distruggendo quella cosa bellissima che abbiamo costruito insieme".
Vuole mantenere in piedi un rapporto che ha le caratteristiche dell'amicizia, ricco di ricordi nostalgici, rassicurante anche sul piano sociale, foriero di soddisfazioni come i figli e l'ipotetica stabilità. Così decide di sposarsi in un contesto che brilla per il silenzio sessual/sentimentale di entrambi e ignora i segnali del suo corpo e della sua mente, insomma il suo desiderio, la sua aspirazione alla felicità che la spinge con forza verso un'altra persona.
Ignora anche la distruzione che ha già attuato dell'intimità vera tra lei e la donna cui ha chiesto di sposarla, negandole il fondamentale requisito della sincerità, della lealtà, del possesso esclusivo della sua sfera erotica e del suo amore. Stessa cosa fa con l'uomo che ama.
Al momento le sembra di poter gestire benissimo quelle che sono relazioni mutilate; ma noi psicologi ne vediamo tante di queste relazioni in cui assieme alla sincerità si perdono la solidarietà, la vicinanza e il calore, lasciando al loro posto, prima o poi, solo un gelo rancoroso.
Il suo discorso sullo "innamorarsi come persona" non ha molto senso: l'amore in una coppia nasce dall'attrazione, è la sua sublimazione o la sua apoteosi, comunque la si voglia chiamare; di sicuro è il suo collante, e tale rimane per sempre, al di là delle traversie che possono portare due persone, anche profondamente attratte, a separarsi.
Lei s'illude di amare le persone e non i corpi, ma come scrive "la sessualità ha infinite sfaccettature". Su questo le do ragione, così come approvo il suo non reputarsi gay, ma per ragioni diverse da quelle che adduce: le persone non si esauriscono in un'etichetta e l'attuale costume che impone outing, dichiarazioni e schieramenti di parte non mi sembra liberale, bensì ghettizzante.
Un'altra sua frase che approvo è: "Per anni ho sempre considerato "brutte persone" coloro che tradivano". Aveva ragione. Il tradimento fa tanto male a chi lo subisce, ma si ritorce contro chi lo attua; valuti le sue parole: "negli ultimi giorni sento dei vuoti d'aria, avrei sempre voglia di dormire".
Come vede, non sempre l'essere umano è in grado di valutare davvero qual è "la cosa giusta".
Quando il corpo, e nel suo caso anche i sentimenti, segnalano il contrario, la mente "razionale" dovrebbe fare un passo indietro e interrogarsi.
Può aiutarla il colloquio con uno psicologo, ma anche l'affetto generoso verso i suoi due partner: meritano davvero il suo inganno? Sarebbe contento, lei, di essere trattato nello stesso modo?
Auguri.
[#4]
Utente
Utente
Buonasera dottoressa. Di tutto ciò che scrive, mi ritrovo in pochissimi passaggi.
Quando lei parla di "onnipotenza" del bambino...in realtà in questo momento parlerei di "impotenza", sensazione di non essere in grado di prendere una decisione e prenderla giusta.
Mi sfugge poi il discorso sulla razionalità. Credo di essere la persona più razionale che conosco, e proprio per questo motivo, la situazione che sto vivendo mi mette in estrema difficoltà.

Tutto è esploso con vigore dal momento in cui lui ha incontrato un altro ragazzo. Ho perso la apparente stabilità precedente e mi è mancata la terra sotto i piedi. Questa è la vera sensazione.
Pensare di far vivere questa sensazione alla mia lei mi distrugge e su una cosa credo di poterle dar ragione in pieno: "Ignora anche la distruzione che ha già attuato dell'intimità vera tra lei e la donna cui ha chiesto di sposarla, negandole il fondamentale requisito della sincerità, della lealtà, del possesso esclusivo della sua sfera erotica e del suo amore." è vero, ed è molto triste purtroppo.

Percepisco dalle sue parole una forte severità nei confronti del mio comportamento e quasi un consiglio ad ascoltare le mie pulsioni più profonde, direi gli istinti sessualità in primis.
Bene, posso comprendere questo atteggiamento, ma mi piacerebbe confrontarmi con lei o con qualche altro specialista riguardo a cosa davvero voglio.

Davvero devo basare tutto il mio futuro sull'attrazione fisica? Non saprei, non mi convince affatto.

Infine non riesco a capire nemmeno questo passaggio: "Il suo discorso sullo "innamorarsi come persona" non ha molto senso: l'amore in una coppia nasce dall'attrazione, è la sua sublimazione o la sua apoteosi, comunque la si voglia chiamare; di sicuro è il suo collante, e tale rimane per sempre". Forse mi sfugge qualcosa, ma non sono certo che le persone anziane, innamorate da decenni, abbiano come primo obiettivo le pulsioni sessuali. Mi sbaglio? Credo che questo sia il chiaro esempio di cosa voglia dire essere innamorati di una persona, non di un uomo o di una donna.

Grazie per il confronto,
[#5]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
lei scrive: "mi piacerebbe confrontarmi con lei o con qualche altro specialista riguardo a cosa davvero voglio".
In effetti è proprio quello che le ho suggerito, fornendole anche qualche strumento almeno transitorio: "Può aiutarla il colloquio con uno psicologo, ma anche l'affetto generoso verso i suoi due partner: meritano davvero il suo inganno? Sarebbe contento, lei, di essere trattato nello stesso modo?"
Certamente uno specialista la aiuterà a riconoscere i meccanismi di difesa che sta attuando, per esempio la sottovalutazione di quella che lei chiama "attrazione fisica" e la sopravvalutazione di quella che considera la sua "razionalità".
La prova di entrambi gli equivoci è nella sua frase: "Forse mi sfugge qualcosa, ma non sono certo che le persone anziane, innamorate da decenni, abbiano come primo obiettivo le pulsioni sessuali. Mi sbaglio?".
Mi permetta di sorridere: sono sposata da cinquant'anni, e direi di sì, che si sbaglia. L'amore di coppia non si trasforma in amicizia o colleganza o altro, tant'è vero che rimane intatta la gelosia, e ovviamente il resto.
Provi a leggere qualcosa sulla "bounded rationality" che limita i ragionamenti umani e sull'intelligenza emotiva.
So che ha paura che l'intensa passione che la lega al suo uomo possa estinguersi presto, o farle del male, o tutt'e due; ma chi le dà la certezza che il tiepido sentimento che prova per la sua donna, con il vostro legame già tanto compromesso, non le darà le stesse amarezze?
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Rifletta bene, soprattutto prima di affrontare quel passaggio essenziale che è la genitorialità.
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