Superare la morte della propria fidanzata
Buonasera a tutti.
Mi scuso per l'orario in cui scrivo.
Negli ultimi due anni ho avuto modo di conoscere una ragazza fantastica sotto ogni punto di vista.
Ci siamo conosciuti in mountain bike, e amavamo entrambi la musica classica e la fotografia.
Avevamo molto in comune e infatti dopo poco ci siamo fidanzati.
Fra me e Sara il rapporto è sempre stato molto bello e spontaneo, il che ci ha portato a credere sempre di più di essere destinati a stare insieme per sempre.
Ma a fine luglio un incidente stradale l'ha portata via.
Al funerale la madre mi ha lasciato una lettera da parte di Sara, che non ho aperto subito, ma dopo un mese.
Inizialmente non riuscivo a crederci, tant'è che per le prime due settimane, per quanto mi sentissi solo, non provavo un dolore elevato.
Se non fosse che da un mese a questa parte non riesco più a vivere.
Quando sto con i miei amici finisco irrevocabilmente per diventare triste e non riesco a stare meglio finché non bevo una birra o non sto da solo in mezzo ai boschi.
Non mi sono mai ubriacato e reggo molto bene ogni forma di alcolico, sebbene credo che stia diventando una forma di dipendenza.
Non riesco ad andare avanti, e anche quando sono "felice" e spensierato finisco sempre per parlare di Sara.
Ormai ogni giorno è peggio, e non riesco a riprendermi.
Nella lettera c'erano scritte molte cose.
Tra pensieri e ultime volontà c'era anche una sezione riferita all'andare avanti: "[...] No, non dire che non avrai più una fidanzata, perché mi fa pensare che il tempo speso insieme non sia stato bello, quando so che non è vero...
Ricordi quando i tuoi erano via e avevi casa libera?
Che abbiamo fatto cadere la padella per terra alle quattro del mattino, così sono andata sul balcone e urlando ho chiesto scusa al condominio per averli svegliati.
Ricordi quando abbiamo inciso i nostri nomi su quel pino nel parco della Maddalena?
Io sì... che poi c'era il vecchietto che ci stava urlando dietro così siamo scappati con la bici, e lui ci tirava dietro le erbacce...
Visto?
Stai sorridendo... Voglio che tu pensi a me nei momenti belli, e non in quelli brutti..."
Sebbene questi ricordi mi abbiano alleviato il dolore non posso fare a meno di essere distrutto e non riesco ad andare avanti... So che non avrebbe voluto vedermi così, e forse è per questo che ha inserito tutti quei ricordi divertenti, eppure io non ce la faccio, non so come andare avanti...
Voi sapreste aiutarmi o consigliarmi cosa fare?
Vado da uno psicologo ma la situazione non è migliorata, anzi...
Grazie mille.
Buona serata
Mi scuso per l'orario in cui scrivo.
Negli ultimi due anni ho avuto modo di conoscere una ragazza fantastica sotto ogni punto di vista.
Ci siamo conosciuti in mountain bike, e amavamo entrambi la musica classica e la fotografia.
Avevamo molto in comune e infatti dopo poco ci siamo fidanzati.
Fra me e Sara il rapporto è sempre stato molto bello e spontaneo, il che ci ha portato a credere sempre di più di essere destinati a stare insieme per sempre.
Ma a fine luglio un incidente stradale l'ha portata via.
Al funerale la madre mi ha lasciato una lettera da parte di Sara, che non ho aperto subito, ma dopo un mese.
Inizialmente non riuscivo a crederci, tant'è che per le prime due settimane, per quanto mi sentissi solo, non provavo un dolore elevato.
Se non fosse che da un mese a questa parte non riesco più a vivere.
Quando sto con i miei amici finisco irrevocabilmente per diventare triste e non riesco a stare meglio finché non bevo una birra o non sto da solo in mezzo ai boschi.
Non mi sono mai ubriacato e reggo molto bene ogni forma di alcolico, sebbene credo che stia diventando una forma di dipendenza.
Non riesco ad andare avanti, e anche quando sono "felice" e spensierato finisco sempre per parlare di Sara.
Ormai ogni giorno è peggio, e non riesco a riprendermi.
Nella lettera c'erano scritte molte cose.
Tra pensieri e ultime volontà c'era anche una sezione riferita all'andare avanti: "[...] No, non dire che non avrai più una fidanzata, perché mi fa pensare che il tempo speso insieme non sia stato bello, quando so che non è vero...
Ricordi quando i tuoi erano via e avevi casa libera?
Che abbiamo fatto cadere la padella per terra alle quattro del mattino, così sono andata sul balcone e urlando ho chiesto scusa al condominio per averli svegliati.
Ricordi quando abbiamo inciso i nostri nomi su quel pino nel parco della Maddalena?
Io sì... che poi c'era il vecchietto che ci stava urlando dietro così siamo scappati con la bici, e lui ci tirava dietro le erbacce...
Visto?
Stai sorridendo... Voglio che tu pensi a me nei momenti belli, e non in quelli brutti..."
Sebbene questi ricordi mi abbiano alleviato il dolore non posso fare a meno di essere distrutto e non riesco ad andare avanti... So che non avrebbe voluto vedermi così, e forse è per questo che ha inserito tutti quei ricordi divertenti, eppure io non ce la faccio, non so come andare avanti...
Voi sapreste aiutarmi o consigliarmi cosa fare?
Vado da uno psicologo ma la situazione non è migliorata, anzi...
Grazie mille.
Buona serata
[#1]
Gentilissimo
Comprendo molto bene il suo stato d’animo. Quando perdiamo una persona cara é come se ci amputassero un braccio o una gamba senza anestesia. Quando le morti sono così inaspettate e violente non c’è neppure il tempo di abituarsi anche soltanto all’idea. Il percorso di elaborazione del lutto è lungo e mette in atto tutta una serie di meccanismi fisiologici e psicologici che necessitano di tempo per tornare al loro stato naturale. Le emozioni che si attraversano vanno dalla rabbia, al dolore, al rimpianto, fino all’incredulità ed alla tristezza profonda.
Ha fatto una cosa saggia ad andare da un collega e non deve disperare se il tempo le sembra infinito. Nonostante ognuno abbia i propri tempi, normalmente le fasi da superare sono quella dello Shock e dell’ottundimento. che poi scompare per lasciare posto ad agitazione e nostalgia che si alternano alla rabbia. A questa segue la tristezza e la depressione. In questo momento uno psicoterapeuta è più importante che mai perché subito dopo arriva il vuoto che non é facile da sostenere. Molto lentamente si arriva poi all’accettazione che non è mai un come prima; è un nuovo modo di essere che, nonostante i momenti di tristezza per la perdita, le permetterà anche di sorridere delle cose belle. Se può provi a fare un pò di volontariato. Il poter fare qualcosa per qualcuno potrebbe dare un senso al dolore che prova. Ci pensi.
Comprendo molto bene il suo stato d’animo. Quando perdiamo una persona cara é come se ci amputassero un braccio o una gamba senza anestesia. Quando le morti sono così inaspettate e violente non c’è neppure il tempo di abituarsi anche soltanto all’idea. Il percorso di elaborazione del lutto è lungo e mette in atto tutta una serie di meccanismi fisiologici e psicologici che necessitano di tempo per tornare al loro stato naturale. Le emozioni che si attraversano vanno dalla rabbia, al dolore, al rimpianto, fino all’incredulità ed alla tristezza profonda.
Ha fatto una cosa saggia ad andare da un collega e non deve disperare se il tempo le sembra infinito. Nonostante ognuno abbia i propri tempi, normalmente le fasi da superare sono quella dello Shock e dell’ottundimento. che poi scompare per lasciare posto ad agitazione e nostalgia che si alternano alla rabbia. A questa segue la tristezza e la depressione. In questo momento uno psicoterapeuta è più importante che mai perché subito dopo arriva il vuoto che non é facile da sostenere. Molto lentamente si arriva poi all’accettazione che non è mai un come prima; è un nuovo modo di essere che, nonostante i momenti di tristezza per la perdita, le permetterà anche di sorridere delle cose belle. Se può provi a fare un pò di volontariato. Il poter fare qualcosa per qualcuno potrebbe dare un senso al dolore che prova. Ci pensi.
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)
[#2]
Utente
Buongiorno.
Grazie mille per il suo consulto. Ultimamente ho pensato molto di intraprendere una vita per aiutare le persone. Infatti come facoltà ho scelto medicina, e mi piacerebbe lavorare in rianimazione. É un pensiero che ho da sempre ma, alla luce dei recenti avvenimenti, si é fissato ancora di più in testa. Per il rapporto che ho con l'alcol... Si può definire "normale", in quanto ne bevo poco e non mi ubriaco mai?
Oppure sta diventando una dipendenza, in quanto ne assumo quando sono molto triste? L'alternativa ci sarebbe, ovvero tornare nei posti che frequentavamo, ma purtroppo non ho un bosco di alta montagna dietro l'angolo, e nemmeno il Monte Rosa (in quanto erano questi i nostri posti "speciali" e quindi tornarci mi fa stare meglio). Lei cosa consiglierebbe di fare?
Grazie mille per l'attenzione riservatami.
Buona giornata
Grazie mille per il suo consulto. Ultimamente ho pensato molto di intraprendere una vita per aiutare le persone. Infatti come facoltà ho scelto medicina, e mi piacerebbe lavorare in rianimazione. É un pensiero che ho da sempre ma, alla luce dei recenti avvenimenti, si é fissato ancora di più in testa. Per il rapporto che ho con l'alcol... Si può definire "normale", in quanto ne bevo poco e non mi ubriaco mai?
Oppure sta diventando una dipendenza, in quanto ne assumo quando sono molto triste? L'alternativa ci sarebbe, ovvero tornare nei posti che frequentavamo, ma purtroppo non ho un bosco di alta montagna dietro l'angolo, e nemmeno il Monte Rosa (in quanto erano questi i nostri posti "speciali" e quindi tornarci mi fa stare meglio). Lei cosa consiglierebbe di fare?
Grazie mille per l'attenzione riservatami.
Buona giornata
[#3]
Gentilissimo
Se beve poco non deve preoccuparsi per il discorso della dipendenza. Come dicevamo ieri, sta attraversando un momento particolare ed è normale che cerchi un modo per stare meglio o per lenire il dolore. Qualora si accorgesse che sta diventando troppo, corra subito ai ripari insieme al/alla collega che la segue. Esprima anche questi suoi dubbi e insieme cercate di comprendere se il percorso sta seguendo il suo corso o se possa essere il momento di cambiare terapeuta. Lavorare sul concetto di morte non è facile e spesso i tempi del terapeuta nel percorso dell’elaborazione non corrispondono a quelli del paziente. Però ricordi che il viaggio è tortuoso e non deve pensare che la terapia non funziona o che il/la collega non le serva.
É molto dolce quando parla dei luoghi dove con la ragazza ha vissuto bei momenti; avrà occasione di tornarci vedrà, magari con uno spirito diverso. Pensi invece a riprendere il discorso sul volontariato. Lei è una persona sensibile e lo dimostra il desiderio di aiutare chi è in una situazione grave. Soprattutto in questo momento storico c’è bisogno di aiuto. In tanti modi e con piccolissimi gesti o con una parola. Lei ha la sensibilità giusta anche per aiutare chi ha perso una persona cara e soprattutto ha superato il riserbò nel parlare del suo dolore, ha trovato le parole giuste: i luoghi, i ricordi, là memoria, la dolcezza. Potrebbe aiutare gli altri a fare lo stesso.
Le auguro una buona settimana
Se beve poco non deve preoccuparsi per il discorso della dipendenza. Come dicevamo ieri, sta attraversando un momento particolare ed è normale che cerchi un modo per stare meglio o per lenire il dolore. Qualora si accorgesse che sta diventando troppo, corra subito ai ripari insieme al/alla collega che la segue. Esprima anche questi suoi dubbi e insieme cercate di comprendere se il percorso sta seguendo il suo corso o se possa essere il momento di cambiare terapeuta. Lavorare sul concetto di morte non è facile e spesso i tempi del terapeuta nel percorso dell’elaborazione non corrispondono a quelli del paziente. Però ricordi che il viaggio è tortuoso e non deve pensare che la terapia non funziona o che il/la collega non le serva.
É molto dolce quando parla dei luoghi dove con la ragazza ha vissuto bei momenti; avrà occasione di tornarci vedrà, magari con uno spirito diverso. Pensi invece a riprendere il discorso sul volontariato. Lei è una persona sensibile e lo dimostra il desiderio di aiutare chi è in una situazione grave. Soprattutto in questo momento storico c’è bisogno di aiuto. In tanti modi e con piccolissimi gesti o con una parola. Lei ha la sensibilità giusta anche per aiutare chi ha perso una persona cara e soprattutto ha superato il riserbò nel parlare del suo dolore, ha trovato le parole giuste: i luoghi, i ricordi, là memoria, la dolcezza. Potrebbe aiutare gli altri a fare lo stesso.
Le auguro una buona settimana
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.4k visite dal 12/09/2021.
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