Angoscia e università, difficoltà a prendere una decisione. cosa faccio?
salve a tutti, sono da un po in crisi per la mia carriera universitaria, ma prima di andare dritto al punto secondo me è giusto fare un anamnesi.
Terminata la scuola l'università non era la mia intenzione, ma erano tutt'altre, purtroppo però non ci sono riuscito allora ho detto "proviamo".
Ho fatto il test per le professioni sanitarie in quanto mi interessavano, ci sono materie che mi affascinano e ci sono ottime possibilità lavorative.
Non entro nel corso che mi piace, ma entro ad un altro corso (tecniche ortopediche).
Al inizio ci sono state le paure e le ansie che ogni studente sperimenta, mettiamoci che avevo sottovalutato l'università e l'impegno che ci voleva e che il corso non era il mio preferito ero andato in crisi, tanto da pensare di mollare, invece mi sono rimboccato le maniche e ho studiato riuscendo a dare tanti esami, alcuni anche molto difficili.
Purtroppo c'è stata di mezzo la pandemia covid e tutte le conseguenze che ha portato e di conseguenza ho perso un anno di tirocinio, non per colpa mia.
Proseguendo con gli studi e gli esami mi sono innamorato delle materie, riuscivo a capire le cose e mi motivavano a sapere sempre di più e a imparare.
A distanza di circa un anno ho iniziato il tirocinio del secondo anno e mi sono reso conto che tutto quello che ho studiato non ha nulla a che vedere con il lavoro che andrò a fare.
Molte cose sono inutili, esami che richiedono uno studio intenso non me li ritroverò mai nel mio lavoro e in più, l'ambiente lavorativo e demoralizzante e angosciante.
Mi sono demotivato molto.
Rendendomi conto che ho delle potenzialità, capacità e vorrei che quello che ho studiato venga applicato sarei molto tentato a cambiare corso infatti, tempo fa, mi sono iscritto al test , ma ci sono delle cose che mi mettono angoscia.
La prima è che se dovessi entrare "butterei" 2 anni di studio perchè ricomincerei dal primo anno, anche se mi convalidano diversi esami, la seconda è che mettiamo caso entro e poi mi rendo conto che non fa per me, che mi ero sopravvalutato e il carico di studio e troppo elevato rischierei di buttare davvero tutto, e infine potrei terminare questo corso (che magari in futuro potrebbe anche appassionarmi) e poi iscrivermi ad un altro corso e farmi convalidare gli esami, anche perche tempisticamente ci metterei lo stesso tempo.
Un altra cosa che mi angoscia è che comunque ho già 22 anni e iniziare da zero di nuovo mi demoralizza un po.
Qual è la scelta giusta?
Terminata la scuola l'università non era la mia intenzione, ma erano tutt'altre, purtroppo però non ci sono riuscito allora ho detto "proviamo".
Ho fatto il test per le professioni sanitarie in quanto mi interessavano, ci sono materie che mi affascinano e ci sono ottime possibilità lavorative.
Non entro nel corso che mi piace, ma entro ad un altro corso (tecniche ortopediche).
Al inizio ci sono state le paure e le ansie che ogni studente sperimenta, mettiamoci che avevo sottovalutato l'università e l'impegno che ci voleva e che il corso non era il mio preferito ero andato in crisi, tanto da pensare di mollare, invece mi sono rimboccato le maniche e ho studiato riuscendo a dare tanti esami, alcuni anche molto difficili.
Purtroppo c'è stata di mezzo la pandemia covid e tutte le conseguenze che ha portato e di conseguenza ho perso un anno di tirocinio, non per colpa mia.
Proseguendo con gli studi e gli esami mi sono innamorato delle materie, riuscivo a capire le cose e mi motivavano a sapere sempre di più e a imparare.
A distanza di circa un anno ho iniziato il tirocinio del secondo anno e mi sono reso conto che tutto quello che ho studiato non ha nulla a che vedere con il lavoro che andrò a fare.
Molte cose sono inutili, esami che richiedono uno studio intenso non me li ritroverò mai nel mio lavoro e in più, l'ambiente lavorativo e demoralizzante e angosciante.
Mi sono demotivato molto.
Rendendomi conto che ho delle potenzialità, capacità e vorrei che quello che ho studiato venga applicato sarei molto tentato a cambiare corso infatti, tempo fa, mi sono iscritto al test , ma ci sono delle cose che mi mettono angoscia.
La prima è che se dovessi entrare "butterei" 2 anni di studio perchè ricomincerei dal primo anno, anche se mi convalidano diversi esami, la seconda è che mettiamo caso entro e poi mi rendo conto che non fa per me, che mi ero sopravvalutato e il carico di studio e troppo elevato rischierei di buttare davvero tutto, e infine potrei terminare questo corso (che magari in futuro potrebbe anche appassionarmi) e poi iscrivermi ad un altro corso e farmi convalidare gli esami, anche perche tempisticamente ci metterei lo stesso tempo.
Un altra cosa che mi angoscia è che comunque ho già 22 anni e iniziare da zero di nuovo mi demoralizza un po.
Qual è la scelta giusta?
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Gentile studente, ciò che la preoccupa si può esaminare da differenti prospettive, vediamo insieme: dal punto di vista della psicologia si osserva una certa tendenza a rendere ossessiva la scelta che si trova a fare e così bloccare il processo decisionale, in cerca della scelta perfetta che probabilmente, al netto degli elementi che ha, non è possibile assicurarsi. Se ha deciso di scrivere a specialisti probabilmente sta entrando in uno stato ansioso.
Da un punto di vista più generale invece: che valore riesce ad attribuire a consigli di chi meglio la conosce , persone care, amici? a volte un tranquillo confronto con idee e suggerimenti da parte di chi ci è vicino e ci conosce meglio offre sollievo e spesso apre lo sguardo ad orizzonti percorribili.
Infine: si sente troppo avanti nel suo tempo di studio ("Già" 22 anni ci dice) invece le assicuro che non è in ritardo come sente e quanto già appreso potrebbe essere un tesoro per lei, in futuro.
Cambiare idea non è così raro, si accompagna alla crescita delle persone, e spesso indica nuove direzioni. Chiede quale sia giusta..... non si può sapere, si tratta di affidarsi al suo sentire, oltre che ai pareri di chi le sta vicino.
Nel salutarla aggiungo solo di non confrontare l'apprendimento accademico con quanto poi si applica sul lavoro effettivo, occorre formare in sè una cultura più ampia e generale all'interno dell'area di studi prescelta, affidandosi ai programmi prestabiliti ed uniformi per accedere al titolo di studio. E' nei lavori più semplici che "si impara e si fa", come nell'apprendistato di mansioni semplici, manuali, operative; invece in professioni complesse, come è tutta l'area sanitaria, lo studio è molto più ampio e non può essere solo "concreto-operativo". Spero di aver contribuito a chiarire in parte i suoi legittimi dubbi . Fiducia!
Da un punto di vista più generale invece: che valore riesce ad attribuire a consigli di chi meglio la conosce , persone care, amici? a volte un tranquillo confronto con idee e suggerimenti da parte di chi ci è vicino e ci conosce meglio offre sollievo e spesso apre lo sguardo ad orizzonti percorribili.
Infine: si sente troppo avanti nel suo tempo di studio ("Già" 22 anni ci dice) invece le assicuro che non è in ritardo come sente e quanto già appreso potrebbe essere un tesoro per lei, in futuro.
Cambiare idea non è così raro, si accompagna alla crescita delle persone, e spesso indica nuove direzioni. Chiede quale sia giusta..... non si può sapere, si tratta di affidarsi al suo sentire, oltre che ai pareri di chi le sta vicino.
Nel salutarla aggiungo solo di non confrontare l'apprendimento accademico con quanto poi si applica sul lavoro effettivo, occorre formare in sè una cultura più ampia e generale all'interno dell'area di studi prescelta, affidandosi ai programmi prestabiliti ed uniformi per accedere al titolo di studio. E' nei lavori più semplici che "si impara e si fa", come nell'apprendistato di mansioni semplici, manuali, operative; invece in professioni complesse, come è tutta l'area sanitaria, lo studio è molto più ampio e non può essere solo "concreto-operativo". Spero di aver contribuito a chiarire in parte i suoi legittimi dubbi . Fiducia!
Dr.ssa Fulvia Tramontano
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 12/09/2021.
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