Fantasie erotiche riguardanti l'essere tradita causa di sofferenza
Salve a tutti,
sono una giovane donna di 27 anni, da 5 impegnata con un uomo che amo e che ricambia totalmente il mio sentimento.
Con lui sto benissimo, mi fa sentire amata, rispettata ed è sempre presente per me.
Anche il sesso va benissimo e, insomma, non potrei chiedere niente di meglio da questo rapporto.
Eppure, proprio durante l’atto sessuale, io vivo un problema: nonostante ritenga il mio compagno attraente, raggiungo l’orgasmo soltanto se lo immagino mentre mi tradisce, oppure se immagino il mio ex mentre mi tradisce.
Altre fantasie che funzionano, ma che non sono efficaci come le prime, vedono come protagonista me, mentre vengo umiliata e respinta sessualmente.
Nonostante queste fantasie mi facciano raggiungere il piacere, io non le sopporto, le sento come intruse, durante il rapporto con il mio compagno, mi lasciano l’amaro in bocca e, spesso, dopo l’orgasmo mi viene da piangere per la rabbia e la tristezza di averle avute.
Vorrei poter vivere il rapporto solo ed esclusivamente pensando al mio compagno, non a lui con altre donne o, addirittura, al mio ex.
La storia con questo ex risale a quando avevo 17 anni, siamo stati insieme solo un anno e mezzo ed è stata un’esperienza infernale. Ho subito continui tradimenti, che lui non si preoccupava nemmeno di nascondere. Anzi, sembrava si eccitasse a insinuare in me il dubbio sulla sua fedeltà e, più il tempo passava, più diventava esplicito nei suoi racconti di infedeltà.
Io, che, al tempo, avevo un’autostima ai livelli minimi, non ero in grado di lasciarlo, e rimanevo al suo fianco, piangendo ogni giorno, nauseata e distrutta dalla sua infedeltà. La prima volta che ho scoperto di essere stata tradita, è stato, per me, come uno shock, mi ha provocato un dolore immenso che, ancora oggi, sento ancora.
Perché, allora, tutto ciò è diventato una fantasia sessuale?
Specifico che non sento assolutamente la mancanza di questo ex, anzi.
Aggiungo, inoltre, che ho avuto come padre un uomo aggressivo e disinteressato a chiunque, che non faceva altro che ignorarmi e respigermi e che, spesso, umiliava mia madre, guardando altre donne e paragonando in modo negativo il suo aspetto a quello delle altre.
Chiedo scusa per la lunghezza del racconto e ringrazio, anticipatamente, chiunque leggerà le mie parole.
sono una giovane donna di 27 anni, da 5 impegnata con un uomo che amo e che ricambia totalmente il mio sentimento.
Con lui sto benissimo, mi fa sentire amata, rispettata ed è sempre presente per me.
Anche il sesso va benissimo e, insomma, non potrei chiedere niente di meglio da questo rapporto.
Eppure, proprio durante l’atto sessuale, io vivo un problema: nonostante ritenga il mio compagno attraente, raggiungo l’orgasmo soltanto se lo immagino mentre mi tradisce, oppure se immagino il mio ex mentre mi tradisce.
Altre fantasie che funzionano, ma che non sono efficaci come le prime, vedono come protagonista me, mentre vengo umiliata e respinta sessualmente.
Nonostante queste fantasie mi facciano raggiungere il piacere, io non le sopporto, le sento come intruse, durante il rapporto con il mio compagno, mi lasciano l’amaro in bocca e, spesso, dopo l’orgasmo mi viene da piangere per la rabbia e la tristezza di averle avute.
Vorrei poter vivere il rapporto solo ed esclusivamente pensando al mio compagno, non a lui con altre donne o, addirittura, al mio ex.
La storia con questo ex risale a quando avevo 17 anni, siamo stati insieme solo un anno e mezzo ed è stata un’esperienza infernale. Ho subito continui tradimenti, che lui non si preoccupava nemmeno di nascondere. Anzi, sembrava si eccitasse a insinuare in me il dubbio sulla sua fedeltà e, più il tempo passava, più diventava esplicito nei suoi racconti di infedeltà.
Io, che, al tempo, avevo un’autostima ai livelli minimi, non ero in grado di lasciarlo, e rimanevo al suo fianco, piangendo ogni giorno, nauseata e distrutta dalla sua infedeltà. La prima volta che ho scoperto di essere stata tradita, è stato, per me, come uno shock, mi ha provocato un dolore immenso che, ancora oggi, sento ancora.
Perché, allora, tutto ciò è diventato una fantasia sessuale?
Specifico che non sento assolutamente la mancanza di questo ex, anzi.
Aggiungo, inoltre, che ho avuto come padre un uomo aggressivo e disinteressato a chiunque, che non faceva altro che ignorarmi e respigermi e che, spesso, umiliava mia madre, guardando altre donne e paragonando in modo negativo il suo aspetto a quello delle altre.
Chiedo scusa per la lunghezza del racconto e ringrazio, anticipatamente, chiunque leggerà le mie parole.
[#1]
Buonasera, leggendo le sue parole, sento tanto coraggio in lei a chiedere aiuto.
Mi chiedo, e le chiedo, come mai, nel momento in cui si ritrova in una situazione stabile, che la fa sentire bene e che le da sicurezza, lei si nasconde nelle fantasie erotiche per ritrovarsi e rivedersi in una condizione che crea un apparente e forte disagio.
Credo che sarebbe opportuno scavare a fondo, nell’eventuale ricerca di un significato che sicuramente a lei adesso non è chiaro, ma che potrebbe aiutarla a ritrovare un contatto con se stessa e con la sua storia personale.
Per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi.
Mi chiedo, e le chiedo, come mai, nel momento in cui si ritrova in una situazione stabile, che la fa sentire bene e che le da sicurezza, lei si nasconde nelle fantasie erotiche per ritrovarsi e rivedersi in una condizione che crea un apparente e forte disagio.
Credo che sarebbe opportuno scavare a fondo, nell’eventuale ricerca di un significato che sicuramente a lei adesso non è chiaro, ma che potrebbe aiutarla a ritrovare un contatto con se stessa e con la sua storia personale.
Per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi.
Dr.ssa Amanda Amato
[#3]
Utente
Salve, dottoressa,
per prima cosa, la ringrazio per la rapidissima risposta e per la disponibiltà.
Ho sempre pensato, comunque, che queste fantasie fossero solo un "sintomo" di un qualcosa di più profondo, e non il vero e proprio problema. Intuisco, dalla sua risposta, che potrei aver pensato bene. Ho sempre voluto bene a mio padre, ma è impossibile stargli accanto: litiga con chiunque, si esprime solo urlando e, a volte, insultando. Nel suo perenne ruolo di vittima, si era convinto che io e mia madre fossimo coalizzate contro di lui e che io non gli avessi mai voluto bene. È, così, passato dall'avere con me un rapporto quasi morboso, all'ignorarmi (avevo circa 6 anni, iniziavo la scuola elementare). Ci rimanevo molto male, non capivo il suo atteggiamento, il suo interesse per qualsiasi persona o cosa che non fossimo io o mia madre. Col tempo, ricordo benissimo di aver trasformato la situazione in una specie di gioco. Prendevo le sue manifestazioni di disinteresse come una sorta di provocazione, nei miei confronti, e avevo imparato a trarne piacere. Infatti, ai miei occhi, erano comunque una forma di contatto e scambio. A volte, ho l'impressione di non sentirmi soddisfatta finché non trovo una situazione problematica da gestire. Mi sembra che l'affetto forte e stabile del mio compagno sia qualcosa di troppo facile da ottenere, mi chiedo se me lo meriti davvero, dato che non sto lottando/soffrendo pur di ottenerlo. Mi sento indegna di tutte le cose belle che ho nella vita. Spesso, mi sento in colpa, come se meritassi di essere punita, e ricerco ossessivamente una qualche sensazione di dolore o, almeno, fastidio.
Spero di non aver messo insieme un'accozzaglia di informazioni inutili, e che ci sia un senso, in quello che ho scritto.
Di nuovo, la ringrazio molto per l'attenzione
per prima cosa, la ringrazio per la rapidissima risposta e per la disponibiltà.
Ho sempre pensato, comunque, che queste fantasie fossero solo un "sintomo" di un qualcosa di più profondo, e non il vero e proprio problema. Intuisco, dalla sua risposta, che potrei aver pensato bene. Ho sempre voluto bene a mio padre, ma è impossibile stargli accanto: litiga con chiunque, si esprime solo urlando e, a volte, insultando. Nel suo perenne ruolo di vittima, si era convinto che io e mia madre fossimo coalizzate contro di lui e che io non gli avessi mai voluto bene. È, così, passato dall'avere con me un rapporto quasi morboso, all'ignorarmi (avevo circa 6 anni, iniziavo la scuola elementare). Ci rimanevo molto male, non capivo il suo atteggiamento, il suo interesse per qualsiasi persona o cosa che non fossimo io o mia madre. Col tempo, ricordo benissimo di aver trasformato la situazione in una specie di gioco. Prendevo le sue manifestazioni di disinteresse come una sorta di provocazione, nei miei confronti, e avevo imparato a trarne piacere. Infatti, ai miei occhi, erano comunque una forma di contatto e scambio. A volte, ho l'impressione di non sentirmi soddisfatta finché non trovo una situazione problematica da gestire. Mi sembra che l'affetto forte e stabile del mio compagno sia qualcosa di troppo facile da ottenere, mi chiedo se me lo meriti davvero, dato che non sto lottando/soffrendo pur di ottenerlo. Mi sento indegna di tutte le cose belle che ho nella vita. Spesso, mi sento in colpa, come se meritassi di essere punita, e ricerco ossessivamente una qualche sensazione di dolore o, almeno, fastidio.
Spero di non aver messo insieme un'accozzaglia di informazioni inutili, e che ci sia un senso, in quello che ho scritto.
Di nuovo, la ringrazio molto per l'attenzione
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.7k visite dal 09/09/2021.
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