Convivere con la sindrome del colon irritabile

Buonasera,

ho 45 anni e dal marzo del 2020, ovvero da quando ho iniziato a soffrire di colon irritabile, la mia vita è diventata un incubo.


Improvvisamente vengo colto da coliche addominali, con la conseguente necessità di correre in toilette, anche ripetutamente.
E' accaduto anche poco fa, dopo aver bevuto un sorso d'acqua (!).
Ciò mi sta impedendo di vivere normalmente: esco pochissimo, e quando lo faccio resto sempre nelle vicinanze di casa.
Se sono costretto a uscire, evito di bere e di mangiare nelle ore precedenti.


A causa di questa situazione non ho più una vita sociale.
La persona che frequentavo, non la biasimo, ha deciso di chiudere.


Tra dicembre e marzo ho effettuato visita gastroenterologica, esami del sangue, dosaggio della calprotectina, esame per la celiachia, colonscopia totale.
Non è stato riscontrato nulla di patologico.
La diagnosi, per esclusione, è stata quella di sindrome dell'intestino irritabile.


Ho provato medicinali, integratori, fermenti lattici.
Ho cambiato alimentazione.
Nulla di fatto.
A volte, come oggi, basta un po' d'acqua per scatenare dolori e diarrea.
L'unica soluzione è evitare di mangiare.
Sono alto 1.80, e peso 55 kg (sono sempre stato magro, ma continuo a perdere peso).


Oltre ai chili, ho perso anche interesse ed entusiasmo.
Vivo (si fa per dire) con la paura di sentirmi male.
Tra la pandemia e questa problematica, non ho più una vita degna di tale nome.
E non vedo via d'uscita, visto che potrei sentirmi male in qualunque momento, per un biscotto, una mela, un sorso d'acqua.


Grazie per avermi ascoltato.
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
scrive che il suo problema è iniziato a marzo 2020, dunque in coincidenza con la pandemia: quali specifici cambiamenti ci sono stati nella sua vita in conseguenza del lockdown?
A livello personale,
emotivo,
relazionale,
lavorativo,
di routines...

Tra i vari specialisti che ha consultato, nessuno le ha suggerito di effettuare anche una consulenza psicologica o psichiatrica per una valutazione anche del suo umore e/o di eventuali problematiche ansiose?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa,

grazie per avermi risposto.

Ricordo bene il primo episodio, avvenuto il 31 marzo '20, mentre ero al telefono con la mia ragazza dell'epoca. A scatenare la colica fu una caramella. Da qual giorno in poi, almeno 3/4 volte al mese, vengo colto da coliche, che possono essere causate da qualunque alimento, perfino -come ieri- da un sorso d'acqua.

Il lockdown non ha influito più di tanto sulla mia vita. Avevo una relazione, ma a causa della distanza e di altri impegni (lei aveva un figlio adolescente), riuscivamo a vederci solo nei week-end. Inoltre non ho mai avuto una vita sociale molto attiva, preferendo le situazioni intime e tranquille (un film, una passeggiata, un libro).

Infine, si diceva che quel sacrificio di due mesi avrebbe riportato tutto alla normalità, in tempo per goderci l'estate.

La situazione di oggi è molto più pesante, sia dal punto di vista mentale che da quello fisico: la pandemia è ancora in corso, i miei sintomi non accennano a migliorare, anzi. Ciò ha contribuito alla fine della nuova storia che avevo iniziato a metà marzo 2021.

Non mi è stato consigliato un supporto psicologico. Mi hanno detto di vivere sereno, non avendo "nulla". Ma, tra pandemia e coliche, sono tutto tranne che sereno. Ogni volta che mangio e/o bevo mi chiedo se starò male...

Per completezza: nel febbraio del 2012 ho perso mia mamma per tumore al colon-retto. La colonscopia (ne avevo già fatta una nel 2016) mi è stata prescritta anche per questo motivo.

E' la mia testa che, inconsapevolmente, mi sta distruggendo l'intestino o è il mio intestino che sta mandando in tilt il mio stato mentale?

Grazie ancora per il tempo dedicatomi.

Un cordiale saluto.
[#3]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"E' la mia testa che, inconsapevolmente, mi sta distruggendo l'intestino o è il mio intestino che sta mandando in tilt il mio stato mentale?"

Difficile a dirsi, anche perché in tale tipo di disturbo una certa vulnerabilità genetica può predisporre alla sintomatologia che Lei conosce bene, ma solitamente sono coinvolti anche fattori psico-sociali (es. stress lavorativo, difficoltà relazionali...), che contribuiscono non poco al mantenimento del problema.

Tanto per iniziare, potrebbe essere d'aiuto individuare e (per quanto possibile) ridurre o eliminare le fonti di stress dalla propria quotidianità.
In secondo luogo, porre maggior attenzione alle proprie emozioni, tenendo un vero e proprio diario situazionale, in cui appuntare non solo ciò che ha mangiato e bevuto, ma anche i fatti, i pensieri e le emozioni precedenti, concomitanti e seguenti l'episodio "disturbante".

Una volta che avrà iniziato a compiere queste osservazioni ed avrà raccolto un po' di materiale, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta per analizzare insieme i pensieri e i comportamenti disfunzionali (perché anziché risolverlo, perpetuano il disturbo) relativi al discomfort fisico e quelli legati alle previsioni di conseguenze relazionali e lavorative dei suoi sintomi.

Il suggerimento è di contattare uno psicologo psicoterapeuta ad orientamento cognitivo comportamentale, che l'aiuti a combattere l'ansia anticipatoria e le inefficaci tentate soluzioni (ad es., l'evitamento) fino ad ora messe in atto.
In base a come andrà il lavoro terapeutico, potrete decidere se sia il caso o meno di richiedere una consulenza psichiatrica per un'eventuale terapia famacologica da affiancare alla psicoterapia.

Saluti.
[#4]
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,

grazie per il tempo dedicatomi e per i preziosi consigli.

Inizierò fin da subito a redigere questa sorta di diario.

Grazie ancora.

Cordiali saluti.
[#5]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Concludo informandola che nella sua città sono presenti rinomati centri di psicoterapia cognitiva, a cui si può rivolgere per cercare di risolvere il suo problema.

Se le può far piacere, tra qualche tempo ci può aggiornare su come stanno andando le cose.
[#6]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Il colon irritabile può richiedere anche trattamenti farmacologici di tipo psichiatrico che consentono un miglioramento sostanziale della sintomatologia e riportare la condizione di vita ad una situazione nella norma.

Una volta stabilita la diagnosi andava indirizzato anche verso uno specialista in psichiatria.


Dr. F. S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#7]
Utente
Utente
Buongiorno Dottor Ruggiero,

come detto alla Sua collega, non mi è stata data alcuna indicazione in tal senso.
Provvederò dunque a cercare anche un supporto psichiatrico, poiché la situazione è divenuta insostenibile.

Grazie per il tempo dedicatomi.

Un cordiale saluto.
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