I miei genitori mi considerano una poco di buono?
Buonasera,
Tutto è iniziato nel 2012 quando mi comprarono un pc e su un gioco innocuo di bambole trovai persone parlare in modo spinto e volgare e io, ancora 11 enne, rispondevo allo stesso modo senza realmente capire il pericolo.
Da allora hanno iniziato a vedermi come una pervertita.
All'età di 13 anni un ragazzino alle medie aveva scritto sotto la mia foto profilo Facebook "vai a fare la p...", dopo essermi allontanata da lui come amico.
I miei genitori gli diedero ragione "Vedi lo dicono tutti".
A 14 anni (terza media) ero in giardino per la pausa pranzo quando un ragazzino mi si avvicina e mi importuna prendendomi per i fianchi e facendomi girare velocemente.
Io rido imbarazzata; in classe la prof dice davanti ad altre due compagni: "Martina ci prova con tutti e le piacciono tutti".
Nello stesso anno una mia amica si depila le parti intime, mi dice di farlo anche io e la seguo senza alcuna malizia.
I miei genitori trovano il rasoio e con forza mi abbassano le mutande.
Mia mamma mi dice "guardati, che occhi da p...".
Ho avuto il primo ragazzo a 16 anni e il primo rapporto a 17 anni.
Non era per nulla un bravo ragazzo, ma ne ero innamorata e amavo ancora di più il fatto che i miei genitori si preoccupassero che potessi avere rapporti con lui.
Così fu, un po' per amore e un po' per dargli fastidio.
Con mia mamma non ho mai parlato di sessualità e non sono ancora andata da un ginecologo per paura di una sua possibile reazione.
La ciliegina sulla torta è stata ieri sera, quando presa a perquisire la mia camera mentre ero fuori con le mie amiche ha trovato una scatola contenente un sex toy.
È tutto il giorno che mi guarda schifata.
Io non ne posso più di sentirmi giudicata così, perché la mia unica colpa è quella di avere un carattere aperto, estroverso.
Sono una ragazza seria, ma odio i taboo.
Sono già seguita da una psicoterapeuta, ma i miei genitori si sono rifiutati di collaborare (ci sono anche problemi di violenza da parte di mio padre).
Ho rielaborato questi ricordi tramite EMDR, ma se per tutti gli altri legati agli episodi di violenza ho visto benefici, in questo caso no.
Cosa posso fare?
Esiste un altro approccio terapeutico?
Tutto è iniziato nel 2012 quando mi comprarono un pc e su un gioco innocuo di bambole trovai persone parlare in modo spinto e volgare e io, ancora 11 enne, rispondevo allo stesso modo senza realmente capire il pericolo.
Da allora hanno iniziato a vedermi come una pervertita.
All'età di 13 anni un ragazzino alle medie aveva scritto sotto la mia foto profilo Facebook "vai a fare la p...", dopo essermi allontanata da lui come amico.
I miei genitori gli diedero ragione "Vedi lo dicono tutti".
A 14 anni (terza media) ero in giardino per la pausa pranzo quando un ragazzino mi si avvicina e mi importuna prendendomi per i fianchi e facendomi girare velocemente.
Io rido imbarazzata; in classe la prof dice davanti ad altre due compagni: "Martina ci prova con tutti e le piacciono tutti".
Nello stesso anno una mia amica si depila le parti intime, mi dice di farlo anche io e la seguo senza alcuna malizia.
I miei genitori trovano il rasoio e con forza mi abbassano le mutande.
Mia mamma mi dice "guardati, che occhi da p...".
Ho avuto il primo ragazzo a 16 anni e il primo rapporto a 17 anni.
Non era per nulla un bravo ragazzo, ma ne ero innamorata e amavo ancora di più il fatto che i miei genitori si preoccupassero che potessi avere rapporti con lui.
Così fu, un po' per amore e un po' per dargli fastidio.
Con mia mamma non ho mai parlato di sessualità e non sono ancora andata da un ginecologo per paura di una sua possibile reazione.
La ciliegina sulla torta è stata ieri sera, quando presa a perquisire la mia camera mentre ero fuori con le mie amiche ha trovato una scatola contenente un sex toy.
È tutto il giorno che mi guarda schifata.
Io non ne posso più di sentirmi giudicata così, perché la mia unica colpa è quella di avere un carattere aperto, estroverso.
Sono una ragazza seria, ma odio i taboo.
Sono già seguita da una psicoterapeuta, ma i miei genitori si sono rifiutati di collaborare (ci sono anche problemi di violenza da parte di mio padre).
Ho rielaborato questi ricordi tramite EMDR, ma se per tutti gli altri legati agli episodi di violenza ho visto benefici, in questo caso no.
Cosa posso fare?
Esiste un altro approccio terapeutico?
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"Esiste un altro approccio terapeutico?"
Le cosigliamo di chiederlo al Suo Terapeuta, che La conosce ed ha certamente fatto una diagnosi del problema che La riguarda.
Noi, online, che nemmeno La conosciamo, non siamo in grado di essere più bravi di lui, non crede?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Le cosigliamo di chiederlo al Suo Terapeuta, che La conosce ed ha certamente fatto una diagnosi del problema che La riguarda.
Noi, online, che nemmeno La conosciamo, non siamo in grado di essere più bravi di lui, non crede?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.9k visite dal 23/08/2021.
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