Non so cosa voglio
Salve, vi scrivo perché sono disperata e sento il bisogno di consultarmi con uno specialista.
Ho 20 anni e ho avuto solo due relazioni, la prima molto più breve e "adolescenziale" mentre l'ultima più lunga e seria.
Non avendo avuto molte esperienze e avendo anche dei genitori poco permissivi e "all'antica" che non mi hanno permesso di fare attività e uscite diverse col mio ragazzo, mi sono ritrovata completamente in difficoltà in questa relazione.
Mi sono sempre sentita come se non fossi abbastanza e guardando le relazioni dei miei coetanei mi accorgevo di ciò che mi stavo perdendo e provavo anche invidia.
Dopo un anno di relazione questa situazione ha iniziato a pesare molto, soprattutto anche per via della distanza e della quarantena.
Tutto ha cominciato a vacillare e ho cominciato ad affrontare pensieri abbastanza ossessivi sul suo aspetto, sui difetti, su tutto ciò che "andava storto", l'ho ferito puntando il dito su ogni cosa che non andava bene e ho pensato che avrei dovuto lasciarlo perché nonostante stessi bene con lui avevo comunque questi pensieri negativi e inoltre non sopportavo più la pressione di dover accontentare i miei genitori.
Ci siamo visti dopo mesi di quarantena ed è andato tutto bene ma una volta tornata a casa cominciavo ad analizzare ogni piccola cosa andata storta e pensavo che forse se l'amavo non avrei dovuto nemmeno pensarle certe cose.
L'ho lasciato e da un lato mi sono sentita molto sollevata perché finalmente ero libera da tutte le ansie e le pressioni create dalla mia famiglia e dalla mia testa, ma ovviamente dall'altro ci sto malissimo e mi chiedo ancora perché l'ho fatto.
Penso che una certa mania di perfezione abbia preso il sopravvento e ogni volta che vedevo qualcosa che non seguiva uno schema preciso pensavo che non sarebbe stato più amore.
Non mi sento più in grado di riuscire ad amare qualcun'altro, non solo perché penso ancora a lui ma perché mi creo veramente tante paranoie su ogni cosa e non mi godo la relazione senza stress.
Ho sempre voluto che andasse tutto bene sotto ogni punto di vista e paradossalmente in questo modo è andato tutto male.
Nella vita in generale ho sempre avuto questo problema, inoltre sono molto timida e mi sento spesso in imbarazzo per ogni cosa.
Sono molto emotiva e quando qualcosa va male o mi sento in pericolo in casi estremi ho attacchi d'ansia e non riesco più a respirare.
Ho preso in considerazione di andare da uno psicologo ma ho paura di dirlo ai miei.
Mi sento molto influenzata dal giudizio degli altri e soprattutto della mia famiglia e quando non accettano ciò che faccio, ciò che vorrei o che mi piace mi sento come se dovessi attraversare un grandissimo ostacolo senza avere le forze per farlo.
Il mio problema è che vorrei che nella vita andasse tutto bene e in modo prevedibile.
Vorrei sapere se ciò che faccio avrà un senso ed è anche per questo che non penso al futuro e che le relazioni mi creano molta ansia.
Spero di poter risolvere questo problema, grazie in anticipo per l'ascolto
Ho 20 anni e ho avuto solo due relazioni, la prima molto più breve e "adolescenziale" mentre l'ultima più lunga e seria.
Non avendo avuto molte esperienze e avendo anche dei genitori poco permissivi e "all'antica" che non mi hanno permesso di fare attività e uscite diverse col mio ragazzo, mi sono ritrovata completamente in difficoltà in questa relazione.
Mi sono sempre sentita come se non fossi abbastanza e guardando le relazioni dei miei coetanei mi accorgevo di ciò che mi stavo perdendo e provavo anche invidia.
Dopo un anno di relazione questa situazione ha iniziato a pesare molto, soprattutto anche per via della distanza e della quarantena.
Tutto ha cominciato a vacillare e ho cominciato ad affrontare pensieri abbastanza ossessivi sul suo aspetto, sui difetti, su tutto ciò che "andava storto", l'ho ferito puntando il dito su ogni cosa che non andava bene e ho pensato che avrei dovuto lasciarlo perché nonostante stessi bene con lui avevo comunque questi pensieri negativi e inoltre non sopportavo più la pressione di dover accontentare i miei genitori.
Ci siamo visti dopo mesi di quarantena ed è andato tutto bene ma una volta tornata a casa cominciavo ad analizzare ogni piccola cosa andata storta e pensavo che forse se l'amavo non avrei dovuto nemmeno pensarle certe cose.
L'ho lasciato e da un lato mi sono sentita molto sollevata perché finalmente ero libera da tutte le ansie e le pressioni create dalla mia famiglia e dalla mia testa, ma ovviamente dall'altro ci sto malissimo e mi chiedo ancora perché l'ho fatto.
Penso che una certa mania di perfezione abbia preso il sopravvento e ogni volta che vedevo qualcosa che non seguiva uno schema preciso pensavo che non sarebbe stato più amore.
Non mi sento più in grado di riuscire ad amare qualcun'altro, non solo perché penso ancora a lui ma perché mi creo veramente tante paranoie su ogni cosa e non mi godo la relazione senza stress.
Ho sempre voluto che andasse tutto bene sotto ogni punto di vista e paradossalmente in questo modo è andato tutto male.
Nella vita in generale ho sempre avuto questo problema, inoltre sono molto timida e mi sento spesso in imbarazzo per ogni cosa.
Sono molto emotiva e quando qualcosa va male o mi sento in pericolo in casi estremi ho attacchi d'ansia e non riesco più a respirare.
Ho preso in considerazione di andare da uno psicologo ma ho paura di dirlo ai miei.
Mi sento molto influenzata dal giudizio degli altri e soprattutto della mia famiglia e quando non accettano ciò che faccio, ciò che vorrei o che mi piace mi sento come se dovessi attraversare un grandissimo ostacolo senza avere le forze per farlo.
Il mio problema è che vorrei che nella vita andasse tutto bene e in modo prevedibile.
Vorrei sapere se ciò che faccio avrà un senso ed è anche per questo che non penso al futuro e che le relazioni mi creano molta ansia.
Spero di poter risolvere questo problema, grazie in anticipo per l'ascolto
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Carissima Utente MediciItalia,
riporto le sue parole per focalizzare la sua attenzione sulle discrasie che il suo pensiero crea fra l'essere libera di pensare e l'ingorgo di pensieri ripetitivi che ingombrano la sua mente.
"Ho sempre voluto che andasse tutto bene sotto ogni punto di vista e paradossalmente in questo modo è andato tutto male.
Nella vita in generale ho sempre avuto questo problema, inoltre sono molto timida e mi sento spesso in imbarazzo per ogni cosa.
Sono molto emotiva e quando qualcosa va male o mi sento in pericolo in casi estremi ho attacchi d'ansia e non riesco più a respirare.
Ho preso in considerazione di andare da uno psicologo ma ho paura di dirlo ai miei.
Mi sento molto influenzata dal giudizio degli altri e soprattutto della mia famiglia e quando non accettano ciò che faccio, ciò che vorrei o che mi piace mi sento come se dovessi attraversare un grandissimo ostacolo senza avere le forze per farlo.
Il mio problema è che vorrei che nella vita andasse tutto bene e in modo prevedibile.
Vorrei sapere se ciò che faccio avrà un senso ed è anche per questo che non penso al futuro e che le relazioni mi creano molta ansia".
Come può lei stessa notare riflettendo sulle sue parole, ha una continua oscillazione fra osare e rimanere nel guscio. Certo devo dire che questo è un brutto tiro che le gioca l'inconscio, quella struttura profonda che assorbe le prime relazioni alla nascita e ne determina il destino futuro.
Un buon colloquio con un esperto potrebbe già rassicurarla sul da farsi.
In bocca al lupo.
Dott. Aldo Schiavone Salerno
riporto le sue parole per focalizzare la sua attenzione sulle discrasie che il suo pensiero crea fra l'essere libera di pensare e l'ingorgo di pensieri ripetitivi che ingombrano la sua mente.
"Ho sempre voluto che andasse tutto bene sotto ogni punto di vista e paradossalmente in questo modo è andato tutto male.
Nella vita in generale ho sempre avuto questo problema, inoltre sono molto timida e mi sento spesso in imbarazzo per ogni cosa.
Sono molto emotiva e quando qualcosa va male o mi sento in pericolo in casi estremi ho attacchi d'ansia e non riesco più a respirare.
Ho preso in considerazione di andare da uno psicologo ma ho paura di dirlo ai miei.
Mi sento molto influenzata dal giudizio degli altri e soprattutto della mia famiglia e quando non accettano ciò che faccio, ciò che vorrei o che mi piace mi sento come se dovessi attraversare un grandissimo ostacolo senza avere le forze per farlo.
Il mio problema è che vorrei che nella vita andasse tutto bene e in modo prevedibile.
Vorrei sapere se ciò che faccio avrà un senso ed è anche per questo che non penso al futuro e che le relazioni mi creano molta ansia".
Come può lei stessa notare riflettendo sulle sue parole, ha una continua oscillazione fra osare e rimanere nel guscio. Certo devo dire che questo è un brutto tiro che le gioca l'inconscio, quella struttura profonda che assorbe le prime relazioni alla nascita e ne determina il destino futuro.
Un buon colloquio con un esperto potrebbe già rassicurarla sul da farsi.
In bocca al lupo.
Dott. Aldo Schiavone Salerno
Dr. Aldo Schiavone
Psicologo clinico Psicoterapeuta infantile individuale di coppia famiglia Psicoanalista Gruppoanalista Psicotraumatologo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1k visite dal 20/08/2021.
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