Rapporto con i genitori
Salve,
Ho 29 anni.
Mi trovo in un periodo di transizione nella mia vita: sono da poco andata a vivere da sola, sto scoprendo l'indipendenza.
Ho avuto problemi con i miei genitori in passato: mia madre è molto ansiosa, addirittura è successo che mi controllasse il portafoglio quando vivevamo insieme, per fare un esempio.
Mio padre, al contrario, mi lascia più fare, però è spesso assente, è sempre attaccato al telefonino, per fare un esempio.
Scrivo perché mi rendo conto di non aver coltivato un rapporto con loro.
E' brutto a dirsi, ma sono cresciuta un po' sola.
Non sento un grosso bisogno nei loro confronti...loro hanno spesso litigato quando ero piccola, mio papà alzava le mani a mia madre.
Scrivo perché siamo da tre giorni in vacanza. Ci siamo riuniti dopo un po' che non ci vedevamo.
Ci sono momenti in cui mi sento a disagio, gli argomenti si trovano anche e parliamo ma forse quello che maggiormente mi crea disagio, è che non mi sento al 100% libera, che ne so, di grattarmi, di fare una battuta...inconsciamente guardo sempre i miei genitori.
Mi sono abituata nel corso degli anni a mia madre che per ogni mia singola azione mi criticava pesantemente, idem mio padre, ma lui di meno.
A volte mi sentivo di dover fare la bella statuina per far contenta mia madre.
Sto cercando di combattere questo disagio, per esempio se ho disagio nel fare o dire una cosa, la faccio lo stesso come se fossi con i miei amici, cioè cerco di provare quella sensazione che provo con gli amici ovvero che non sto facendo nulla di male (in passato, non avrei mai fatto una cosa simile) considerando che se i miei dovessero avere da ridire, posso rispondergli.
Non è sempre facile, perché spesso mi sono sentita dire dagli amici che io sono molto impostata, molto riservata, ma non sanno il perchè...a volte mi sento molto irrequieta a causa di questa cosa, e quindi finisco con il parlare troppo, oppure alzarmi mille volte dal divano, ai miei dico semplicemente che mi sento agitata. Cioè io potrei anche dire ai miei genitori che è a causa loro, ma sono molto migliorati da quando sono andata a vivere da sola, e in realtà a parte qualche critica di mia madre, non è decisamente più come prima...quindi il disagio è mio, fondamentalmente.
Sicuramente è legittimo farmi domande sul fatto che i miei litigavano: lo fanno tuttora, ma sono molto migliorati, mia madre gestisce meglio mio padre, e lui ha imparato a controllarsi.
Per quanto riguarda me, mi chiedo: è questo il giusto modo di affrontare questa cosa? Non ho mai capito se devo giustificarmi con la gente quando mi vedono irrequieta.
Vorrei un consiglio.
Grazie.
Ho 29 anni.
Mi trovo in un periodo di transizione nella mia vita: sono da poco andata a vivere da sola, sto scoprendo l'indipendenza.
Ho avuto problemi con i miei genitori in passato: mia madre è molto ansiosa, addirittura è successo che mi controllasse il portafoglio quando vivevamo insieme, per fare un esempio.
Mio padre, al contrario, mi lascia più fare, però è spesso assente, è sempre attaccato al telefonino, per fare un esempio.
Scrivo perché mi rendo conto di non aver coltivato un rapporto con loro.
E' brutto a dirsi, ma sono cresciuta un po' sola.
Non sento un grosso bisogno nei loro confronti...loro hanno spesso litigato quando ero piccola, mio papà alzava le mani a mia madre.
Scrivo perché siamo da tre giorni in vacanza. Ci siamo riuniti dopo un po' che non ci vedevamo.
Ci sono momenti in cui mi sento a disagio, gli argomenti si trovano anche e parliamo ma forse quello che maggiormente mi crea disagio, è che non mi sento al 100% libera, che ne so, di grattarmi, di fare una battuta...inconsciamente guardo sempre i miei genitori.
Mi sono abituata nel corso degli anni a mia madre che per ogni mia singola azione mi criticava pesantemente, idem mio padre, ma lui di meno.
A volte mi sentivo di dover fare la bella statuina per far contenta mia madre.
Sto cercando di combattere questo disagio, per esempio se ho disagio nel fare o dire una cosa, la faccio lo stesso come se fossi con i miei amici, cioè cerco di provare quella sensazione che provo con gli amici ovvero che non sto facendo nulla di male (in passato, non avrei mai fatto una cosa simile) considerando che se i miei dovessero avere da ridire, posso rispondergli.
Non è sempre facile, perché spesso mi sono sentita dire dagli amici che io sono molto impostata, molto riservata, ma non sanno il perchè...a volte mi sento molto irrequieta a causa di questa cosa, e quindi finisco con il parlare troppo, oppure alzarmi mille volte dal divano, ai miei dico semplicemente che mi sento agitata. Cioè io potrei anche dire ai miei genitori che è a causa loro, ma sono molto migliorati da quando sono andata a vivere da sola, e in realtà a parte qualche critica di mia madre, non è decisamente più come prima...quindi il disagio è mio, fondamentalmente.
Sicuramente è legittimo farmi domande sul fatto che i miei litigavano: lo fanno tuttora, ma sono molto migliorati, mia madre gestisce meglio mio padre, e lui ha imparato a controllarsi.
Per quanto riguarda me, mi chiedo: è questo il giusto modo di affrontare questa cosa? Non ho mai capito se devo giustificarmi con la gente quando mi vedono irrequieta.
Vorrei un consiglio.
Grazie.
[#1]
Gentilissima,
mi spiace per i vissuti di irrequietezza riportati. Le relazioni familiari rappresentano il primo contesto sociale e fin dalla primissima infanzia sono determinanti nello sviluppo del senso del sé e dell'identità. E' per cui verosimile che parte dei disagi in età adulta possano essere riconducibili alle dinamiche relazionali con e tra le figure di riferimento. Potrebbe quindi esserle utile esplorare ed approfondire il suo percorso di crescita, così da individuare una cornice di senso e delle strategie mirate a fronteggiare le criticità riferite.
In linea generale, nei confronti di chi le provoca delle sensazioni di disagio, potrebbe condividere come si sente relativamente al comportamento in questione. In questo modo uscirebbe dalla condizione di giustificarsi ma sarebbe maggiormente proiettata ad ascoltarsi e informare gli altri rispetto alle proprie emozioni, preservando la sua e l'altrui integrità. Non è semplice e nemmeno automatico, ma con "l'allenamento" si possono ottenere importanti risultati in termini di serenità.
Nella speranza di averle offerto degli spunti di riflessione, rimango a disposizione.
Cordiali saluti.
mi spiace per i vissuti di irrequietezza riportati. Le relazioni familiari rappresentano il primo contesto sociale e fin dalla primissima infanzia sono determinanti nello sviluppo del senso del sé e dell'identità. E' per cui verosimile che parte dei disagi in età adulta possano essere riconducibili alle dinamiche relazionali con e tra le figure di riferimento. Potrebbe quindi esserle utile esplorare ed approfondire il suo percorso di crescita, così da individuare una cornice di senso e delle strategie mirate a fronteggiare le criticità riferite.
In linea generale, nei confronti di chi le provoca delle sensazioni di disagio, potrebbe condividere come si sente relativamente al comportamento in questione. In questo modo uscirebbe dalla condizione di giustificarsi ma sarebbe maggiormente proiettata ad ascoltarsi e informare gli altri rispetto alle proprie emozioni, preservando la sua e l'altrui integrità. Non è semplice e nemmeno automatico, ma con "l'allenamento" si possono ottenere importanti risultati in termini di serenità.
Nella speranza di averle offerto degli spunti di riflessione, rimango a disposizione.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Francesca Colomo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 774 visite dal 17/08/2021.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.