Sto male e non riesco ad uscirne

Buongiorno a tutti,
ho 30 anni e non riesco a trovare un equilibrio.

Sto male, non riesco ad avere una relazione stabile con una ragazza, non ho amici ed il lavoro c'è ma è un problema più che una risorsa.

In realtà sono una persona normale e ritengo affidabile ma la depressione che vivo, da sempre praticamente, mi distrugge.
La solitudine, l'incertezza economica (in realtà non mi manca il lavoro "ora" ma potrebbe cambiare dall'oggi al domani e questo mi impedisce di fare investimenti per il futuro) mi sento bloccato in una vita che non mi piace affatto.

Sicuramente non ho abbastanza fiducia in me ed un tempo era anche peggio, non ho fatto scelte coerenti scendendo a compromessi ed ora sto pagando, giustamente.

Vorrei cambiare ma non riesco, è decisamente troppo tardi per le relazioni sociali mentre il lavoro è solo stress e nessuna soddisfazione...
Secondo voi cosa posso fare e da dove iniziare?

Per stare un po' meglio perlomeno...

Ringrazio anticipatamente per il vostro tempo.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
si è dato da solo una diagnosi molto attendibile, e tutto il resto che cita nella sua email conferma questa diagnosi. Eccola: "[... ] la depressione che vivo, da sempre praticamente, mi distrugge".
E' questo che le rende pesante il lavoro, minaccioso il futuro, le fa credere che sia troppo tardi per le relazioni sociali e così via.
La depressione ha varie forme. Le più insidiose sembrano "moderate" oppure "tratti congeniti del carattere".
Viene considerata incurabile, e nello stesso tempo si ha l'illusione di poterne uscire da soli.
Questa illusione è spesso sostenuta da chi ci circonda, perché non vuole vedere e non vuole capire, in certi casi per paura, in altri per indifferenza. Certe culture regionali hanno il mito dell'uomo forte, che muore in piedi ma non rivela la sua debolezza.
Infine, le forme di depressione più insidiose (provi a cercare in rete cos'è la distimia) ci fanno vivere in una palude grigia che tuttavia non ci impedisce i gesti della vita quotidiana, dandoci l'illusione che non si tratti di una malattia, ma del fatto che la vita è così, che noi siamo così e non c'è niente da fare.
Lei scrive a noi: questo vuol dire che uno spiraglio di consapevolezza si è aperto nel grigiore.
Si tratta ora di orientare il timone sulla rotta che prevede tre difficoltà:
1) Cercare uno specialista che possa curarla, ossia uno psicoterapeuta esperto in depressione, associando o meno la psicoterapia ai farmaci. Nel servizio sanitario nazionale ne trova gratis o a costo di ticket, se si fa fare la prescrizione dal medico di famiglia.
2) Resistere a parenti e amici che le diranno: "Tu non hai niente, sei solo pigro" e "Non ti fare intossicare dalle chiacchiere e dalle medicine"; ma anche resistere a quegli specialisti che credono che il male di vivere non richieda psicoterapia, bensì solo pillole.
3) Sconfiggere la propria resistenza al cambiamento; vincere il dolore di uscire dalla palude per esporsi al sole e al vento della vita.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com