Convinzione di avere deficit di intelligenza

Buongiorno a tutti, sono una donna di 39 anni e da circa 20 convivo con un enorme problema: sono convinta di avere un deficit intellettivo.

Il disturbo è apparso quando ero alle scuole superiori, quando ho iniziato a rendermi conto di essere più lenta dei miei compagni nel comprendere i concetti.

Giustificavo questo deficit con il fatto che parallelamente agli studi scolastici portavo avanti lo studio del pianoforte a livelli piuttosto elevati.

Sono comunque riuscita a conseguire il diploma di maturità scientifica con un voto diciamo nella media (76/100).

Una volta all’università, sono riuscita a seguire molti corsi senza difficoltà ma il problema della lentezza nell’apprendimento era sempre presente, soprattutto nel caso di materie legate a concetti giuridici o economici.

Ricordo le lacrime versate sugli esami di economia politica e diritto pubblico, quando mi arenavo per giorni nella comprensione di concetti che per altri risultavano alquanto semplici e banali.

È stato allora che ho iniziato a mettere in atto una strategia quasi ossessiva di ricerca di risposte alle mie domande, compravo testi giuridici aggiuntivi, cercavo spiegazioni sul web, fino ad arrivare ad una risposta che fosse in grado di placare la mia ansia.

Ho quindi sviluppato una vera e propria ossessione di fronte all’esperienza dell’apprendimento e ogni volta che mi sono trovata in difficoltà di fronte alla comprensione di un concetto, ho rafforzato in me la convinzione di avere un deficit reale di intelligenza, tanto da sottopormi al test WAIS-R, che ha dato esito normale (115 qi totale) anche se in alcuni subtest ho ottenuto punteggi bassi (anche di 80/90), a detta della psicologa, dovuti ad ansia da prestazione.

Mi sono quindi laureata (in sociologia) e ho iniziato a lavorare nel mondo delle risorse umane.

Anche al lavoro ho sempre sperimentato lo stesso problema.
Non riuscivo a capire qualcosa?

Blocco, ansia, depressione, ricerca ossessiva di risposte, sollievo quando, dopo giorni, avevo la sensazione di aver afferrato il concetto.

Quando 2 anni fa ho cambiato lavoro, è stata una tragedia, in quanto mi sono trovata ad affrontare per la prima volta argomenti di natura giuridica o economica sui quali riscontravo sistematiche difficoltà di comprensione.

Ho vissuto giornate di ansia TOTALE dove cercavo risposte in assoluta solitudine.

In quell’occasione mi sono rivolta ad una psicologa con la quale sto tuttora lavorando e ho iniziato ad assumere psicofarmaci quali antidepressivi e ansiolitici per affrontare meglio le crisi di panico che mi assalivano.

Purtroppo anche dopo i 2 anni di psicoterapia e la terapia farmacologica, ad oggi mi trovo ad affrontare le stesse problematiche di sempre, che mi portano depressione e ansia ma soprattutto senso di totale smarrimento e sensazione di indegnità di fronte al mio compagno e in generale verso il mondo che mi circonda.

Non so più che strada prendere, penso spesso di farla finita.

Grazie
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Da due anni Lei sta seguendo una psicoterapia e inoltre assume psicofarmaci,
come da linee guida: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
però non ci informa sulla diagnosi che sta alla base.
Stante la situazione di stallo occorrerà chiedere una rivalutazione allo Psichiatra
e mettere in atto una riconsiderazione sul percorso psicologico:
la Psicologa è anche Psicoterapeuta? Quale l'orientamento teorico? A cosa attribuisce il permanere del disturbo?

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/