Accettazione del rapporto con partner più grande con un figlio
Buongiorno.
Sono fidanzata da 4 anni con un uomo più grande di 23 anni.
Conviviamo da circa 2 anni e mezzo e abbiamo una figlia di quasi 2 anni.
Fin qui tutto ok.
Io e lui abbiamo un rapporto favoloso.
Ci completiamo in tutto.
Lui ha un figlio attualmente di 11 anni che si ostina a non voler conoscere me e la sorellina.
Abbiamo provato svariate volte, durante gli incontri appare normale poi quando rimane solo con il padre lo minaccia di non voler stare con me.
Io credo sia colpa di lui, il mio compagno, che in tutti questi anni non ci ha mai provato seriamente.
Anche quando ero incinta ha sempre voluto attendere il tempo giusto che a quanto pare nn è mai arrivato.
Questo problema ci porta a tenerci separati a we alterni e tutte le volte in cui gli tocca stare con il figlio.
In più a volte è capitato di incontrarli insieme anche alla mamma (senza che io sapessi nulla) mettendomi in I estremo imbarazzo con tutti i loro amici.
È come se avesse due vite, quella con il figlio e gli amici in comune all’ex (molto presente), e quella con me esclusa dal figlio e i loro amici.
Ultimamente questo problema, per me causa di avvilimento e mortificazione, ci fa litigare molto spesso ed ora siamo separati da circa 10 gg.
Mi ha detto che purtroppo non vuole rovinare la complicità con il figlio che è stato molto chiaro sulla mia presenza e che quindi i we in cui gli tocca stare insieme io sono costretta a rimanere sola con nostra figlia.
Non riesco a lasciarlo definitivamente, ho timore di pentirmene ma allo stesso tempo non riesco nemmeno a tornarci insieme perché ho timore in primis di far soffrire la nostra bambina che fra un po’ percepirà molto di più la sua assenza e poi anche me.
Non mi sento felice e appagata in questa relazione ma solo occupata nel suo tempo libero.
Il tutto mi porta a situazioni di forte stress, stati d’ansia quasi sfociati in attacchi di panico.
Inoltre è il mio capo a lavoro pertanto si aggiunge questa problematica.
Lui è un soggetto egoista e narcisista.
Vorrei un consiglio.
Grazie mille Monica
Sono fidanzata da 4 anni con un uomo più grande di 23 anni.
Conviviamo da circa 2 anni e mezzo e abbiamo una figlia di quasi 2 anni.
Fin qui tutto ok.
Io e lui abbiamo un rapporto favoloso.
Ci completiamo in tutto.
Lui ha un figlio attualmente di 11 anni che si ostina a non voler conoscere me e la sorellina.
Abbiamo provato svariate volte, durante gli incontri appare normale poi quando rimane solo con il padre lo minaccia di non voler stare con me.
Io credo sia colpa di lui, il mio compagno, che in tutti questi anni non ci ha mai provato seriamente.
Anche quando ero incinta ha sempre voluto attendere il tempo giusto che a quanto pare nn è mai arrivato.
Questo problema ci porta a tenerci separati a we alterni e tutte le volte in cui gli tocca stare con il figlio.
In più a volte è capitato di incontrarli insieme anche alla mamma (senza che io sapessi nulla) mettendomi in I estremo imbarazzo con tutti i loro amici.
È come se avesse due vite, quella con il figlio e gli amici in comune all’ex (molto presente), e quella con me esclusa dal figlio e i loro amici.
Ultimamente questo problema, per me causa di avvilimento e mortificazione, ci fa litigare molto spesso ed ora siamo separati da circa 10 gg.
Mi ha detto che purtroppo non vuole rovinare la complicità con il figlio che è stato molto chiaro sulla mia presenza e che quindi i we in cui gli tocca stare insieme io sono costretta a rimanere sola con nostra figlia.
Non riesco a lasciarlo definitivamente, ho timore di pentirmene ma allo stesso tempo non riesco nemmeno a tornarci insieme perché ho timore in primis di far soffrire la nostra bambina che fra un po’ percepirà molto di più la sua assenza e poi anche me.
Non mi sento felice e appagata in questa relazione ma solo occupata nel suo tempo libero.
Il tutto mi porta a situazioni di forte stress, stati d’ansia quasi sfociati in attacchi di panico.
Inoltre è il mio capo a lavoro pertanto si aggiunge questa problematica.
Lui è un soggetto egoista e narcisista.
Vorrei un consiglio.
Grazie mille Monica
[#1]
Gentile utente,
premetto che gli psicologi non danno consigli, ma offrono una prospettiva da cui inquadrare i problemi per cercare una soluzione.
Nel suo caso sembra che lei avverta una dolorosa confusione e può essere utile districare le fila della vicenda.
Oltre al rapporto del suo compagno con il figlio undicenne, pare ci sia una sua percezione negativa che si esprime con le parole: "Non mi sento felice e appagata in questa relazione ma solo occupata nel suo tempo libero. Il tutto mi porta a situazioni di forte stress, stati d’ansia quasi sfociati in attacchi di panico". Lei conclude con un giudizio che non è di apprezzamento: "Lui è un soggetto egoista e narcisista".
Come concilia questo con le parole d'esordio: "Io e lui abbiamo un rapporto favoloso. Ci completiamo in tutto"?
Lei dovrebbe aver riflettuto, prima di iniziare la relazione, sul fatto che lui, suo capo in ufficio, aveva anche un altro figlio (avuto tardi, a 42 anni), e che aveva un matrimonio fallito alle spalle. Non voglio nemmeno ipotizzare che abbia lasciato la moglie dopo aver iniziato la relazione con lei, perché in questo caso l'ostilità del primo figlio sarebbe inevitabile.
In ogni caso, un bambino che vede il suo papà impegnato in una relazione che non è con la sua mamma, coinvolto in una nuova paternità, può soffrire della situazione e provare disagio a frequentare la nuova famiglia.
Per i figli i genitori sono indispensabili, e il figlio del suo compagno aveva solo sette anni quando vi siete "fidanzati", come lei dice. Perché ritiene che dovrebbe accettare con serenità la dolorosa assenza del padre dalla sua vita quotidiana?
Un matrimonio può essere un errore e il suo scioglimento una liberazione per i due coniugi, ma per i figli la separazione è solo una perdita che non hanno scelto e da cui ricavano sofferenza.
Lei sapeva, al momento di iniziare questa relazione, che il suo partner non era un uomo libero. Come mai ora le pesa rinunciare alla sua presenza a week end alterni o tutte le volte che può e vuole stare con il figlio, e anche con gli amici che condivide con la ex moglie?
Qualunque decisione lei prenda per il suo futuro e per quello della vostra bambina, l'importante adesso è essere realistica. La confusione non aiuta. Per esempio lei scrive che il figlio undicenne: "si ostina a non voler conoscere me e la sorellina. Abbiamo provato svariate volte, durante gli incontri appare normale poi quando rimane solo con il padre lo minaccia di non voler stare con me".
Ma dunque "si ostina a non conoscere", o al contrario incontra lei e sua figlia, ma non riesce a superare disagio e imbarazzo e preferisce vedere il suo papà da solo o a casa della madre?
Ha anche scritto: "In più a volte è capitato di incontrarli insieme anche alla mamma (senza che io sapessi nulla) mettendomi in estremo imbarazzo con tutti i loro amici".
Intende dire che il suo partner invita anche lei ad incontrare il figlio, gli amici e l'ex moglie, e questo la mette in imbarazzo? O sta dicendo che l'incontro è avvenuto casualmente, per strada?
Ma anche in questo caso, se lei, adulta e attuale compagna, ha provato imbarazzo, come non capire il disagio di un undicenne che non abita più col papà?
Ci scriva ancora, dettagliando meglio i fatti; forse questo può aiutarla a chiarire i suoi sentimenti. Poi decida con calma, e soprattutto con realismo e consapevolezza.
Auguri.
premetto che gli psicologi non danno consigli, ma offrono una prospettiva da cui inquadrare i problemi per cercare una soluzione.
Nel suo caso sembra che lei avverta una dolorosa confusione e può essere utile districare le fila della vicenda.
Oltre al rapporto del suo compagno con il figlio undicenne, pare ci sia una sua percezione negativa che si esprime con le parole: "Non mi sento felice e appagata in questa relazione ma solo occupata nel suo tempo libero. Il tutto mi porta a situazioni di forte stress, stati d’ansia quasi sfociati in attacchi di panico". Lei conclude con un giudizio che non è di apprezzamento: "Lui è un soggetto egoista e narcisista".
Come concilia questo con le parole d'esordio: "Io e lui abbiamo un rapporto favoloso. Ci completiamo in tutto"?
Lei dovrebbe aver riflettuto, prima di iniziare la relazione, sul fatto che lui, suo capo in ufficio, aveva anche un altro figlio (avuto tardi, a 42 anni), e che aveva un matrimonio fallito alle spalle. Non voglio nemmeno ipotizzare che abbia lasciato la moglie dopo aver iniziato la relazione con lei, perché in questo caso l'ostilità del primo figlio sarebbe inevitabile.
In ogni caso, un bambino che vede il suo papà impegnato in una relazione che non è con la sua mamma, coinvolto in una nuova paternità, può soffrire della situazione e provare disagio a frequentare la nuova famiglia.
Per i figli i genitori sono indispensabili, e il figlio del suo compagno aveva solo sette anni quando vi siete "fidanzati", come lei dice. Perché ritiene che dovrebbe accettare con serenità la dolorosa assenza del padre dalla sua vita quotidiana?
Un matrimonio può essere un errore e il suo scioglimento una liberazione per i due coniugi, ma per i figli la separazione è solo una perdita che non hanno scelto e da cui ricavano sofferenza.
Lei sapeva, al momento di iniziare questa relazione, che il suo partner non era un uomo libero. Come mai ora le pesa rinunciare alla sua presenza a week end alterni o tutte le volte che può e vuole stare con il figlio, e anche con gli amici che condivide con la ex moglie?
Qualunque decisione lei prenda per il suo futuro e per quello della vostra bambina, l'importante adesso è essere realistica. La confusione non aiuta. Per esempio lei scrive che il figlio undicenne: "si ostina a non voler conoscere me e la sorellina. Abbiamo provato svariate volte, durante gli incontri appare normale poi quando rimane solo con il padre lo minaccia di non voler stare con me".
Ma dunque "si ostina a non conoscere", o al contrario incontra lei e sua figlia, ma non riesce a superare disagio e imbarazzo e preferisce vedere il suo papà da solo o a casa della madre?
Ha anche scritto: "In più a volte è capitato di incontrarli insieme anche alla mamma (senza che io sapessi nulla) mettendomi in estremo imbarazzo con tutti i loro amici".
Intende dire che il suo partner invita anche lei ad incontrare il figlio, gli amici e l'ex moglie, e questo la mette in imbarazzo? O sta dicendo che l'incontro è avvenuto casualmente, per strada?
Ma anche in questo caso, se lei, adulta e attuale compagna, ha provato imbarazzo, come non capire il disagio di un undicenne che non abita più col papà?
Ci scriva ancora, dettagliando meglio i fatti; forse questo può aiutarla a chiarire i suoi sentimenti. Poi decida con calma, e soprattutto con realismo e consapevolezza.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentilissima Dottoressa, innanzitutto le ringrazio per la risposta e procedo subito con il chiarire alcune sue giuste riflessioni dopo la lettura del mio disagio.
Io e lui abbiamo un rapporto favoloso perché se non fosse per la problematica del figlio lo sceglierei altre mille volte come mio partner. Il suo essere egoista e narcisista ha iniziato ad essere un problema ma solo quando legato sempre alla stessa causa: il figlio. Lo ritengo egoista perché la situazione che stiamo vivendo mi porta a pensare che pensi solo al bene del figlio e non anche al mio e quello di nostra figlia (secondo lui la nostra bambina essendo nata contestualmente alla problematica e quindi avendo avuto già dalla nascita il padre assente a we alterni, per lei non sarà un trauma crescere in questo modo al contrario del figlio che invece ha dovuto subire la separazione dei genitori).
Quando ho scelto di intraprendere una relazione con lui, tenuta nascosta per circa un anno(lui era già separato nn sono stata io la causa della loro separazione) avevamo accordi diversi e lui era decisamente più elastico nei confronti del nostro futuro insieme che avrebbe compreso anche il figlio.. cosa che invece con il tempo non è accaduto. Per questa ragione ho molto rancore nei suoi riguardi perché è come se mi sentissi presa in giro dalle sue promesse non mantenute.
Abbiamo provato più volte a frequentarci con il ragazzo, durante gli incontri sembra tutto ok quando poi rientra a casa con il papà si lamenta e dice di non volerlo più fare. Vuole avere un rapporto esclusivo con il padre e sembra che sarebbe lo stesso anche nei confronti di un nuovo compagno per la mamma (che al momento è ancora single).
A volte è capitato che io incontrassi lui, l’ex assieme al figlio magari dopo un pranzo insimee mentre io ero sola con nostra figlia. Io non gli ho mai negato gli incontri con l’ex per il bene del figlio ma a patto di dirmelo sempre ed invece è accaduto più volte che siano stati assieme senza che io lo sapessi e dato che per me è già abbastanza complesso accettare di rimanere sola con nostra figlia mentre lui deve stare con il figlio non riesco anche ad accettare che trascorra del tempo con lei senza dirmelo.
La verità è che io mi sento tradita dalla sua disonestà iniziale; mi aveva promesso altro, che avremmo subito conosciuto il figlio invece appena sono rimasta in attesa è tutto andato diversamente. Avremmo dovuto attendere i tempi giusti per evitare il suo trauma, sono sempre stata d’accordo ma alla fine mi sento presa in giro ed incatenata ad una vita che mai avrei voluto avere. A me dispiace tanto che il figlio possa soffrire della mia presenza e ho anche provato ad accettare questa cosa lavorando su me stessa, ma mentre io lavoravo sull’accettazione scoprivo che magari erano stati in spiaggia assieme alla mamma e i loro amici, o addirittura una vacanza assieme appena a 4 mesi dalla nascita della nostra figlia (da lui sempre negata). Io facevo tanti passi in avanti cercando di andargli incontro ed io invece mi ritrovavo a sentirmi una stupida lasciata a casa sola mentre lui faceva quello che desiderava senza la mia minima considerazione.
Ad oggi io ho lasciato il lavoro perché lui credeva di avermi in pugno anche per quella ragione. Ci stiamo risentendo ma ho serie problematiche di accettazione. Sto cercando di capire se possa riuscire ad andare avanti con lui o meno.
Spero di aver chiarito al meglio ciò che sento e penso.
Grazie mille
Saluti
Monica
Io e lui abbiamo un rapporto favoloso perché se non fosse per la problematica del figlio lo sceglierei altre mille volte come mio partner. Il suo essere egoista e narcisista ha iniziato ad essere un problema ma solo quando legato sempre alla stessa causa: il figlio. Lo ritengo egoista perché la situazione che stiamo vivendo mi porta a pensare che pensi solo al bene del figlio e non anche al mio e quello di nostra figlia (secondo lui la nostra bambina essendo nata contestualmente alla problematica e quindi avendo avuto già dalla nascita il padre assente a we alterni, per lei non sarà un trauma crescere in questo modo al contrario del figlio che invece ha dovuto subire la separazione dei genitori).
Quando ho scelto di intraprendere una relazione con lui, tenuta nascosta per circa un anno(lui era già separato nn sono stata io la causa della loro separazione) avevamo accordi diversi e lui era decisamente più elastico nei confronti del nostro futuro insieme che avrebbe compreso anche il figlio.. cosa che invece con il tempo non è accaduto. Per questa ragione ho molto rancore nei suoi riguardi perché è come se mi sentissi presa in giro dalle sue promesse non mantenute.
Abbiamo provato più volte a frequentarci con il ragazzo, durante gli incontri sembra tutto ok quando poi rientra a casa con il papà si lamenta e dice di non volerlo più fare. Vuole avere un rapporto esclusivo con il padre e sembra che sarebbe lo stesso anche nei confronti di un nuovo compagno per la mamma (che al momento è ancora single).
A volte è capitato che io incontrassi lui, l’ex assieme al figlio magari dopo un pranzo insimee mentre io ero sola con nostra figlia. Io non gli ho mai negato gli incontri con l’ex per il bene del figlio ma a patto di dirmelo sempre ed invece è accaduto più volte che siano stati assieme senza che io lo sapessi e dato che per me è già abbastanza complesso accettare di rimanere sola con nostra figlia mentre lui deve stare con il figlio non riesco anche ad accettare che trascorra del tempo con lei senza dirmelo.
La verità è che io mi sento tradita dalla sua disonestà iniziale; mi aveva promesso altro, che avremmo subito conosciuto il figlio invece appena sono rimasta in attesa è tutto andato diversamente. Avremmo dovuto attendere i tempi giusti per evitare il suo trauma, sono sempre stata d’accordo ma alla fine mi sento presa in giro ed incatenata ad una vita che mai avrei voluto avere. A me dispiace tanto che il figlio possa soffrire della mia presenza e ho anche provato ad accettare questa cosa lavorando su me stessa, ma mentre io lavoravo sull’accettazione scoprivo che magari erano stati in spiaggia assieme alla mamma e i loro amici, o addirittura una vacanza assieme appena a 4 mesi dalla nascita della nostra figlia (da lui sempre negata). Io facevo tanti passi in avanti cercando di andargli incontro ed io invece mi ritrovavo a sentirmi una stupida lasciata a casa sola mentre lui faceva quello che desiderava senza la mia minima considerazione.
Ad oggi io ho lasciato il lavoro perché lui credeva di avermi in pugno anche per quella ragione. Ci stiamo risentendo ma ho serie problematiche di accettazione. Sto cercando di capire se possa riuscire ad andare avanti con lui o meno.
Spero di aver chiarito al meglio ciò che sento e penso.
Grazie mille
Saluti
Monica
[#3]
Gentile utente,
ribadisco, dopo aver letto la sua replica, che il suo problema rischia di farla inutilmente soffrire. Le contraddizioni infatti permangono e si acuiscono.
Qualche esempio: "Io e lui abbiamo un rapporto favoloso perché se non fosse per la problematica del figlio lo sceglierei altre mille volte come mio partner"; "ho molto rancore nei suoi riguardi perché è come se mi sentissi presa in giro dalle sue promesse non mantenute"; "mi aveva promesso altro, che avremmo subito conosciuto il figlio invece appena sono rimasta in attesa è tutto andato diversamente..."
Il problema, cara utente, non è nel figlio, dei cui sentimenti il padre non può certo disporre a comando, e questo lei lo capisce senz'altro. Il problema è nelle sue aspettative, che le hanno fatto credere che un uomo sposato, tanto maggiore di lei da poter essere suo padre, con il quale avete vissuto un intero anno di relazione clandestina (per quale ragione?), che "credeva di averla in pugno" anche perché era suo datore di lavoro, al quale forse la sua gravidanza è giunta inattesa e non voluta, possa trasformarsi di colpo in un trentenne alla prima esperienza sentimentale e alla prima paternità, pronto ad accettare di starle sempre accanto e dirle quando e come incontra la propria ex (che poi è davvero ex? lei ha visto la sentenza di divorzio?).
Il fatto poi che lei ripeta più volte frasi come: "per me è già abbastanza complesso accettare di rimanere sola con nostra figlia" fa sorgere il problema sulla sua stessa scelta di questa maternità. Come mai le è tanto gravoso stare sola con sua figlia?
Inoltre, prima di lasciare il lavoro si è premurata di trovarne un altro che le permetta di provvedere a sé stessa e alla bambina? Ha valutato quanto negativamente inciderebbe sulla qualità della sua relazione il fatto di dipendere economicamente da un uomo con il quale sta "cercando di capire se possa riuscire ad andare avanti con lui o meno?".
L'impressione di essere stata ingannata (dal suo partner o da sé stessa?), il rapporto con sua figlia, l'infelicità che ricava dall'intera situazione richiedono, a mio avviso, di essere risolte con uno psicologo, meglio se specialista dell'ambito delle relazioni.
Auguri.
ribadisco, dopo aver letto la sua replica, che il suo problema rischia di farla inutilmente soffrire. Le contraddizioni infatti permangono e si acuiscono.
Qualche esempio: "Io e lui abbiamo un rapporto favoloso perché se non fosse per la problematica del figlio lo sceglierei altre mille volte come mio partner"; "ho molto rancore nei suoi riguardi perché è come se mi sentissi presa in giro dalle sue promesse non mantenute"; "mi aveva promesso altro, che avremmo subito conosciuto il figlio invece appena sono rimasta in attesa è tutto andato diversamente..."
Il problema, cara utente, non è nel figlio, dei cui sentimenti il padre non può certo disporre a comando, e questo lei lo capisce senz'altro. Il problema è nelle sue aspettative, che le hanno fatto credere che un uomo sposato, tanto maggiore di lei da poter essere suo padre, con il quale avete vissuto un intero anno di relazione clandestina (per quale ragione?), che "credeva di averla in pugno" anche perché era suo datore di lavoro, al quale forse la sua gravidanza è giunta inattesa e non voluta, possa trasformarsi di colpo in un trentenne alla prima esperienza sentimentale e alla prima paternità, pronto ad accettare di starle sempre accanto e dirle quando e come incontra la propria ex (che poi è davvero ex? lei ha visto la sentenza di divorzio?).
Il fatto poi che lei ripeta più volte frasi come: "per me è già abbastanza complesso accettare di rimanere sola con nostra figlia" fa sorgere il problema sulla sua stessa scelta di questa maternità. Come mai le è tanto gravoso stare sola con sua figlia?
Inoltre, prima di lasciare il lavoro si è premurata di trovarne un altro che le permetta di provvedere a sé stessa e alla bambina? Ha valutato quanto negativamente inciderebbe sulla qualità della sua relazione il fatto di dipendere economicamente da un uomo con il quale sta "cercando di capire se possa riuscire ad andare avanti con lui o meno?".
L'impressione di essere stata ingannata (dal suo partner o da sé stessa?), il rapporto con sua figlia, l'infelicità che ricava dall'intera situazione richiedono, a mio avviso, di essere risolte con uno psicologo, meglio se specialista dell'ambito delle relazioni.
Auguri.
[#4]
Utente
Buongiorno Dottoressa.
La gravidanza è stata una scelta consapevole di entrambi e con l’ex non era sposato.
Senz’altro ha ragione quando dice che la vera causa di tutto sono state e sono ancora le mie aspettative nei suoi riguardi.
Ad ogni modo accolgo il suo consiglio e cercherò di farmi seguire da qualcuno per capire al meglio così risolvere al meglio la situazione.
Saluti
La gravidanza è stata una scelta consapevole di entrambi e con l’ex non era sposato.
Senz’altro ha ragione quando dice che la vera causa di tutto sono state e sono ancora le mie aspettative nei suoi riguardi.
Ad ogni modo accolgo il suo consiglio e cercherò di farmi seguire da qualcuno per capire al meglio così risolvere al meglio la situazione.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.8k visite dal 21/07/2021.
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