Rapporto complicato

Salve, mi trovo alle prese con un rapporto che in determinati momenti mi crea molta ansia.
Conobbi un anno fa un uomo separato da 4 anni che era tornato a casa dalla madre, ai tempi aveva chiuso una ditta ed aveva un lavoro a contratto, questa situazione già di per sé lo faceva essere depresso.
La madre anziana decise di vendere la casa per prenderne una più grande con la figlia separata e i nipoti.
La parte di eredità del mio compagno della casa fu trasmessa alla figlia di 30 anni avuta dal precedente matrimonio, per la paura di ripercussioni per i debiti con la ditta chiusa e la promessa fu di dividere fra lei e il padre la cifra, in modo che il mio compagno si sarebbe trovato una casa in affitto.
La figlia, dopo l'atto dal notaio, ha vincolato i soldi.
Quest' uomo si è trovato fuori casa senza una lira, solo con la possibilità di dormire su un divano letto in cucina della madre e senza lavoro e prendendo non so quanti psicofarmaci è stato ricoverato in psichiatria.
Da poco stavo con lui senza continuità, saputa questa storia ho preso le distanze, sono stata interpellata dalla figlia che m'incolpava dell'accaduto, ancora non sapevo tutto per filo e per segno.
Dopo poco tempo ci siamo innamorati, è venuto per qualche mese a casa mia, l ho convinto a riaprirsi una ditta, ha rottamato le vecchie cartelle e sta pagando i debiti gli ho 'prestato' dei soldi a scambio per prendersi una casa in affitto, visto che io avevo da fare dei lavori edili in casa e si è rimesso in sesto, andando in terapia ecc.
Sono stata chiara nel non voler frequentare questi familiari né la figlia, che continua a essere gelosa ecc.
Parlando gli ho consigliato di riiniziare a settembre una terapia e di coinvolgere ancge lei, per riuscire a parlare e creare un nuovo equilibrio, perché questa figlia credo abbia molti problemi irrisolti quanto il mio compagno.
Volevamo andare a vivere insieme, io volevo una storia e una famiglia ma quando sento parlare ancora di dinamiche familiari e richieste di soldi da parte di questa figlia, di gelosie, rancori, manipolazioni, mi si accapona la pelle e mi viene da scappare.
Lui ha pagato metà affitto alla ex moglie per anni facendo 4 lavori, come da richiesta del tribunale per la separazione, finché la moglie non avesse trovato lavoro, ora però lei lavora, la figlia non ha mai né lavorato né studiato e lui adesso si è rivolto ad un avvocato per il divorzio, la nostra storia va ma perché sono al di fuori di queste guerre e situazioni assurde.
So che il percorso è lungo, non sarà facile per lui, so anche che è la figlia e non può essere da parte mia per sempre esclusa (premetto che lui la vede e la sente quanto vuole), ma il solo fatto di poterla incontrare e di 'viverla' fra di noi mi mette I brividi.
Oggi gli ho detto che ho bisogno di fare un passo indietro e non andare a vivere con lui, credo che lui debba a settembre affrontare tutte queste cose sue vecchie irrisolte e che io ne debba stare lontano.
Che ne pensate?
Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
La storia che ha raccontato non è dissimile da quellla di altre, dove la famiglia dell'altro getta ombre. Il punto importante è capire se ama e se vuole stare con la persona che ha scelto. Se così è, la famiglia non può e non deve diventare un problema vincolante.

Un fatto della vita è che ognuno deve gestirsi la propria, di famiglia, evitando se possibile che questo interferisca con la vita personale. Ciò non significa che non si possano chiedere suggerimenti e consigli, o farsi aiutare, in questo caso da lei.

Il mondo è tutt'altro che un luogo ideale e, accanto agli aspetti belli, ce ne sono quasi sempre altri meno edificanti.

Perciò se il suo compagno e la figlia hanno dei problemi, lei stessa sta dichiarando di averne uno, se è ossessionata dal poterla incontrare. "Viverla" invece non deve per forza essere un'opzione, in base a quanto detto.

Tuttavia, se il suo compagno ha un carattere debole e insicuro, potrebbe essere questo che la sta facendo esitare e la questione della figlia potrebbe essere l'alibi accettabile che lei fornisce a se stessa per decidere di lasciarlo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Grazie mille dottore, mi ha fatto riflettere, la ringrazio. Non è facile, sinceramente per me stessa speravo in qualcosa di più semplice, sono sincera, a 47 anni ho affrontato tantissime problematiche nella mia famiglia d'origine con conseguenze nei miei rapporti sentimentali e quindi speravo in una storia più leggera. Comunque, mi do il tempo di 'sentire' perché quest'uomo è stato molto debole ma vuole affrontare le sue cose ed è un uomo con molte risorse e valore. Per adesso, poi vedremo

Grazie mille ancora