Ho paura della relazione o non è la persona giusta?
Salve,
ho 45 anni e da circa 6 mesi combatto con ansia, insonnia, depressione.
Inizialmente ritenevo la causa fosse il rischio di fallimento per la cooperativa che dirigo e con la quale forse mi sono identificato senza lasciare spazio a me ma successivamente ho iniziato a spostare l'attenzione su una relazione che avviata qualche mese prima ritenevo fosse quella giusta.
Ho iniziato a soffrire delle disattenzioni di questa ragazza, quando le ha aumentate ho iniziato a dire che erano troppe, poi ho iniziato a dirmi che non provavo nulla per lei fino a non farmela piacere del tutto.
Ho vissuto la stessa cosa a 30 anni dopo aver deciso di sposarci con la mia ragazza di allora dopo dieci anni di fidanzamento sereni e senza problemi di sorta.
Seguito da una terapeuta ho deciso di rinviare il matrimonio e sono stato subito bene.
Lei poi però quando ha capito che non mi sarei sposato mi ha lasciato.
A 37 anni stessa cosa con un'altra ragazza.
Mi piace un sacco.
Inizio a stare male ritenendo causa il lavoro ma poi inizio ad attribuire a lei il mio malessere.
La lascio ed anche in questo caso rientra tutto.
Mi dedico al lavoro con grandi riconoscimenti (ma forse non gratificazione da parte mia mi rendo conto oggi) ma sempre col cruccio di non riuscire ad avere una relazione.
Esco con qualche ragazza ma mi sento tranquillo solo quando sono fidanzate o comunque amiche.
Quest'ultima pensavo potesse essere quella giusta.
Ho fatto 5 mesi con una terapeuta che mi ha poi dovuto lasciare per motivi personali ma non sono riuscito ad uscire dall'ambivalenza: la lascio perché non provo niente e non mi piace o questi sono autoinganni della parte di me che vuole fuggire perché ha paura della relazione e se non affronto la paura non ne vengo fuori?
Ho incontrato un nuovo terapeuta che mi invita a starci in questa relazione ma come posso portare avanti una relazione se non riesco più a rintracciare alcun sentimento?
Mi dispiace dirlo ma ormai io sono più contento quando mi dice che per qualche motivo non possiamo stare assieme.
Quando penso di essere deciso e non avere alternative a chiudere questa relazione immediatamente mi assale la paura di nutrire quella parte di me che vuole fuggire e ritorno sui miei passi.
Anche perché resta quella che ha le caratteristiche della ragazza ideale.
E' possibile che la mente mi condizioni talmente tanto e che dietro l'ansia e la paura ci siano quei sentimenti che non trovo più?
O devo solo accettare che ancora una volta o perché non è la persona giusta o perché non sono pronto è il caso di lasciare andare?
Sono 6 mesi che non esco da questo dilemma ed è come se avessi messo la mia vita in stand-by.
Grazie per i vostri pareri.
ho 45 anni e da circa 6 mesi combatto con ansia, insonnia, depressione.
Inizialmente ritenevo la causa fosse il rischio di fallimento per la cooperativa che dirigo e con la quale forse mi sono identificato senza lasciare spazio a me ma successivamente ho iniziato a spostare l'attenzione su una relazione che avviata qualche mese prima ritenevo fosse quella giusta.
Ho iniziato a soffrire delle disattenzioni di questa ragazza, quando le ha aumentate ho iniziato a dire che erano troppe, poi ho iniziato a dirmi che non provavo nulla per lei fino a non farmela piacere del tutto.
Ho vissuto la stessa cosa a 30 anni dopo aver deciso di sposarci con la mia ragazza di allora dopo dieci anni di fidanzamento sereni e senza problemi di sorta.
Seguito da una terapeuta ho deciso di rinviare il matrimonio e sono stato subito bene.
Lei poi però quando ha capito che non mi sarei sposato mi ha lasciato.
A 37 anni stessa cosa con un'altra ragazza.
Mi piace un sacco.
Inizio a stare male ritenendo causa il lavoro ma poi inizio ad attribuire a lei il mio malessere.
La lascio ed anche in questo caso rientra tutto.
Mi dedico al lavoro con grandi riconoscimenti (ma forse non gratificazione da parte mia mi rendo conto oggi) ma sempre col cruccio di non riuscire ad avere una relazione.
Esco con qualche ragazza ma mi sento tranquillo solo quando sono fidanzate o comunque amiche.
Quest'ultima pensavo potesse essere quella giusta.
Ho fatto 5 mesi con una terapeuta che mi ha poi dovuto lasciare per motivi personali ma non sono riuscito ad uscire dall'ambivalenza: la lascio perché non provo niente e non mi piace o questi sono autoinganni della parte di me che vuole fuggire perché ha paura della relazione e se non affronto la paura non ne vengo fuori?
Ho incontrato un nuovo terapeuta che mi invita a starci in questa relazione ma come posso portare avanti una relazione se non riesco più a rintracciare alcun sentimento?
Mi dispiace dirlo ma ormai io sono più contento quando mi dice che per qualche motivo non possiamo stare assieme.
Quando penso di essere deciso e non avere alternative a chiudere questa relazione immediatamente mi assale la paura di nutrire quella parte di me che vuole fuggire e ritorno sui miei passi.
Anche perché resta quella che ha le caratteristiche della ragazza ideale.
E' possibile che la mente mi condizioni talmente tanto e che dietro l'ansia e la paura ci siano quei sentimenti che non trovo più?
O devo solo accettare che ancora una volta o perché non è la persona giusta o perché non sono pronto è il caso di lasciare andare?
Sono 6 mesi che non esco da questo dilemma ed è come se avessi messo la mia vita in stand-by.
Grazie per i vostri pareri.
[#1]
Gentile utente,
costruirsi dilemmi mentali (ripetitivi a quanto narra) caratterizzati da risposte impossibili
toglie dalla necessità di vivere,
e permette (autorizza) l'immobilismo attraverso questo ragionamento:
"fin quando non ho capito sto fermo".
Ma intanto "tempus fugit", vedo che è già negli .. anta.
Si faccia chiarire il significato di quanto sopra dal Suo Terapeuta, che sembrerebbe sapere bene come aiutarLa.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
costruirsi dilemmi mentali (ripetitivi a quanto narra) caratterizzati da risposte impossibili
toglie dalla necessità di vivere,
e permette (autorizza) l'immobilismo attraverso questo ragionamento:
"fin quando non ho capito sto fermo".
Ma intanto "tempus fugit", vedo che è già negli .. anta.
Si faccia chiarire il significato di quanto sopra dal Suo Terapeuta, che sembrerebbe sapere bene come aiutarLa.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa,
credo Lei abbia fotografato in modo inappuntabile quello che è il mio vissuto e non credo io abbia bisogno del terapeuta per comprenderne il significato.
Poiché non riesco a stare in questa relazione e portarla avanti in parallelo rispetto al resto del mio "vivere" devo assumermi la responsabilità di una decisione.
La ringrazio per la sua attenzione.
credo Lei abbia fotografato in modo inappuntabile quello che è il mio vissuto e non credo io abbia bisogno del terapeuta per comprenderne il significato.
Poiché non riesco a stare in questa relazione e portarla avanti in parallelo rispetto al resto del mio "vivere" devo assumermi la responsabilità di una decisione.
La ringrazio per la sua attenzione.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.4k visite dal 19/07/2021.
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