Pensare sempre all'ansia
Salve. Il 20 maggio, alzandomi dal divano velocemente, ho avuto una sorta di cambio di pressione. Era un cosa che non mi era mai successa e mi ha spaventato in quanto, ho subito pensato che potesse trattarsi di un infarto. Da lì a pochi giorni, ho fatto una visita medica con un elettrocardiogramma sotto sforzo e ho fatto presente al medico quanto successo. Faccio la visita e va tutto bene. Però, mi continua a rimanere un dolore che mi va e mi viene nella zona vicina al cuore, allo sterno, al costato sinistro e al braccio sinistro. In quel periodo poi, è stato male un giocatore durante gli europei di calcio e questo mi ha caricato ancora più ansia. Tant'è vero che, per alcuni giorni, 3 o 4 mi pare, non sono riuscito a prendere sonno la notte. In questo periodo, inoltre, era talmente forte l'ansia che non mi veniva voglia di mangiare e avevo sempre brutti pensieri, cose che mi hanno portato poi alla paura di morire. A quest'ultima, tuttavia, non mi capita più di pensarci. La mia testa era talmente concentrata su queste cose che, capitava, seppur raramente, di estraniarmi un po' ma non del tutto per fortuna. Cioè, per farvi capire, faccio un esempio. Quando guido e devo andare in un posto, mi capita di mettermi a pensare ad altre cose e arrivo in quel luogo senza accorgermene. Così era la mia mente in quel periodo. Così, qualche settimana più tardi, vado a fare un ecocuore e questo va bene. Però, mi continuavano a venire questi dolori che vanno e vengono e di conseguenza, spesso, mi sentivo il battito del cuore per paura di stare male. Inoltre queste sommatizzazione ansiose, così le ha definite il cardiologo, sfogano anche con il mal di testa e con una digestione lenta. Oggi, rispetto ad un mesetto fa, e quindi rispetto a quando mi è successo questo cambio di pressione e a quando è stato male il giocatore, sto meglio, mi sento più tranquillo. Provo ad uscire e a distrarmi, però mi fa a momenti o a giornate. Alcuni momenti o alcuni giorni sto più o meno tranquillo, altri mi viene l'ansia. Per esempio era diversi giorni che ero abbastanza tranquillo poi, venerdì sera, sono andato a farmi la doccia e mi è venuta l'ansia. Mi viene soprattutto in momenti in cui sono solo come, per l'appunto, sotto la doccia. La tranquillità che sto avendo in questo momento non è uguale a quella che avevo prima di questa situazione. Infatti, la mia testa continua sempre a pensare all'ansia e questo, ovviamente, non mi fa concentrare al 100% sulle cose. Quando mi viene mi aiuta parlarne, fare respiri profondi e fare attività fisica, perché mi distrae molto. Vi posso assicurare che non sono depresso e non ho ansia generalizzata, perché non ho una paura costante che mi possa succedere qualcosa, mi piace stare tra la gente e un giro, non ho ansia nello stare nei luoghi pubblici o chiusi. Quel che penso io è che sia dello stress accumulato in questo periodo di pandemia e che, a causa del poco contatto con i miei coetanei, sia sfociato così. Voi cosa ne pensate?
Cordiali Saluti
Cordiali Saluti
[#1]
Gentile utente,
le parole del suo medico, la sintomatologia che riferisce, nonché i suoi precedenti consulti su questo sito farebbero propendere per la necessità di incontrare uno psicologo psicoterapeuta in grado di aiutarla a vivere più serenamente la sua vita.
Da qui, è difficile pensare altro.
Ora, verosimilmente - se rientra nella "normalità" statistica - temporeggerà.
Ma la soluzione è lì. E noi possiamo "pensare" altro che questo. Il miglior consiglio che possiamo darle è quello di farsi aiutare, in special modo in un momento in cui il quadro fa pensare ad un buon esito e a un trattamento della sua sintomatologia ansiosa in tempi verosimilmente brevi.
Perdoni l'assenza di fronzoli.
Cordialmente
le parole del suo medico, la sintomatologia che riferisce, nonché i suoi precedenti consulti su questo sito farebbero propendere per la necessità di incontrare uno psicologo psicoterapeuta in grado di aiutarla a vivere più serenamente la sua vita.
Da qui, è difficile pensare altro.
Ora, verosimilmente - se rientra nella "normalità" statistica - temporeggerà.
Ma la soluzione è lì. E noi possiamo "pensare" altro che questo. Il miglior consiglio che possiamo darle è quello di farsi aiutare, in special modo in un momento in cui il quadro fa pensare ad un buon esito e a un trattamento della sua sintomatologia ansiosa in tempi verosimilmente brevi.
Perdoni l'assenza di fronzoli.
Cordialmente
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la risposta. Oggi, per la seconda volta, ho sentito telefonicamente una psicologa che dà sostegno e supporto in uno sportello messo a disposizione dalla regione e completamente gratuito. Parlare con lei mi aiuta, perché mi dà consigli e mi aiuta a tranquillizzarmi. Essendo uno sportello telefonico, non offre un percorso psicologico, però, ripeto, mi aiuta tanto.
Pensa che possa bastare sentire questa psicologa una o due volte alla settimana considerando la mia situazione?
Un'altra cosa. "Tempi verosimilmente brevi" cosa intende? Un mese con 4 sedute?
Cordiali Saluti
Pensa che possa bastare sentire questa psicologa una o due volte alla settimana considerando la mia situazione?
Un'altra cosa. "Tempi verosimilmente brevi" cosa intende? Un mese con 4 sedute?
Cordiali Saluti
[#3]
Gentile utente,
mi fa innanzitutto piacere che il colloquio telefonico con la collega la rassicuri e aiuti a star meglio.
Cosa dirle rispetto alla capacità di questo intervento di risolvere definitivamente la situazione che ci racconta...
In linea di massima, se fosse acclarata in lei la presenza di una vera e propria patologia riferibile ad una forma d'ansia (cosa che non possiamo stabilire da qui, pur constatando che lei ci riferisce l'esistenza di sintomi ansiosi!), sarebbe necessario che essa venga curata attraverso un percorso di psicoterapia, che lei stesso riconoscerà come diverso da quanto invece sta facendo. Quindi, di base, no, un "orientamento" telefonico (così come quello che possiamo dare noi su questa piattaforma) non sarebbe sufficiente.
D'altro canto, lo chiedo io a lei: secondo lei, il percorso telefonico è sufficiente? Si è provato a dare una risposta? Nessuno meglio di lei può sapere ...
Può comunque parlarne anche alla collega. Sono sicuro che le darà una risposta opportuna.
Rispetto ai "tempi verosimilmente brevi", non esistono risposte univoche. Molto dipende dalla sua volontà di mettersi in discussione in un percorso terapeutico e, non ultimo, dall'approccio seguito dal(la) terapeuta. Un(a) professionista con approccio breve strategico o cognitivo-comportamentale, verosimilmente e in linea di massima, le proporrà un numero di sedute più basso rispetto a, per esempio, uno/a psicoanalista freudiano/a.
Non è però una regola, parliamo di prassi, consuetudini ma tutto dipende dalla sua situazione reale, dal rapporto che si instaura tra paziente e terapeuta, dalla sua situazione personale, dalle caratteristiche del professionista e da altri parametri su cui è difficile dire a priori.
D'altro canto, cosa dirle... ha davvero senso chiedersi cosa sarà? Forse val la pena di iniziare, intanto... e se è già in contatto con una collega con cui c'è - pur telefonico - già un dialogo da cui trae giovamento ... chissà che non possa partire da lì per un orientamento più puntuale ... :).
Lo dico non per lavarmene le mani, ma perché un contatto più vicino è una risorsa che non "sprecherei" ... fermo restando che siam qui e non scappiamo ;).
Cordialmente
mi fa innanzitutto piacere che il colloquio telefonico con la collega la rassicuri e aiuti a star meglio.
Cosa dirle rispetto alla capacità di questo intervento di risolvere definitivamente la situazione che ci racconta...
In linea di massima, se fosse acclarata in lei la presenza di una vera e propria patologia riferibile ad una forma d'ansia (cosa che non possiamo stabilire da qui, pur constatando che lei ci riferisce l'esistenza di sintomi ansiosi!), sarebbe necessario che essa venga curata attraverso un percorso di psicoterapia, che lei stesso riconoscerà come diverso da quanto invece sta facendo. Quindi, di base, no, un "orientamento" telefonico (così come quello che possiamo dare noi su questa piattaforma) non sarebbe sufficiente.
D'altro canto, lo chiedo io a lei: secondo lei, il percorso telefonico è sufficiente? Si è provato a dare una risposta? Nessuno meglio di lei può sapere ...
Può comunque parlarne anche alla collega. Sono sicuro che le darà una risposta opportuna.
Rispetto ai "tempi verosimilmente brevi", non esistono risposte univoche. Molto dipende dalla sua volontà di mettersi in discussione in un percorso terapeutico e, non ultimo, dall'approccio seguito dal(la) terapeuta. Un(a) professionista con approccio breve strategico o cognitivo-comportamentale, verosimilmente e in linea di massima, le proporrà un numero di sedute più basso rispetto a, per esempio, uno/a psicoanalista freudiano/a.
Non è però una regola, parliamo di prassi, consuetudini ma tutto dipende dalla sua situazione reale, dal rapporto che si instaura tra paziente e terapeuta, dalla sua situazione personale, dalle caratteristiche del professionista e da altri parametri su cui è difficile dire a priori.
D'altro canto, cosa dirle... ha davvero senso chiedersi cosa sarà? Forse val la pena di iniziare, intanto... e se è già in contatto con una collega con cui c'è - pur telefonico - già un dialogo da cui trae giovamento ... chissà che non possa partire da lì per un orientamento più puntuale ... :).
Lo dico non per lavarmene le mani, ma perché un contatto più vicino è una risorsa che non "sprecherei" ... fermo restando che siam qui e non scappiamo ;).
Cordialmente
[#4]
Ex utente
La ringrazio per la risposta. Da quando parlo con questa psicologa, circa 20/30 minuti di telefonata, ripeto, riesco a stare più tranquillo durante il giorno, nonostante l'abbia sentita solo due volte fino ad ora. Ho anche ripreso con più continuità a fare attività fisica e questa mi aiuta tanto a scaricare e a distarmi. Ho anche riniziato a studiare e anche questo mi aiuta tanto a darmi degli stimoli. Esco, sto in mezzo alla gente senza problemi, non ho paura di uscire di casa o che mi possa succedere qualsiasi cosa da un momento all'altro. Se sono a piedi non penso che mi possa investire qualcosa o roba del genere. Sto cercando di insegnare a me stesso, e credo di iniziare ad imparare, che non si muore di attacchi d'ansia, in quanto questi li so riconoscere e più o meno calmare, facendo respiri profondi, parlandone con qualcuno e sapendo, per l'appunto, che non mi succede nulla. Durante il giorno è una così che mi viene più facile da fare, anche quando sto da solo, mentre di notte è un po' più complicato da gestire, però ci sto lavorando. Come detto da lei, credo proprio che aspetterò per rivolgermi ad uno psicologo, più per ragioni di tipo economico che altro. Con questo non voglio offendere nessuno ma è un periodo in cui ho diverse spese.
Detto ciò, mi chiedo, anche se immagino che sia difficile darmi una risposta, quanto tempo ci vuole secondo lei, affinché io possa superare questa situazione, considerando quello che le ho scritto ieri e oggi e continuando questo contatto telefonico con la psicologa senza, dunque, affidarmi in un primo momento ad un percorso in presenza con uno psicologo. Cordiali Saluti
Detto ciò, mi chiedo, anche se immagino che sia difficile darmi una risposta, quanto tempo ci vuole secondo lei, affinché io possa superare questa situazione, considerando quello che le ho scritto ieri e oggi e continuando questo contatto telefonico con la psicologa senza, dunque, affidarmi in un primo momento ad un percorso in presenza con uno psicologo. Cordiali Saluti
[#5]
Ex utente
Un'altra cosa mi sono dimenticato di dirle. Ho spesso un mal di testa fastidioso che mi non mi fa concentrare al 100%. Non è un pensiero all'ansia, che sto iniziando a combattere, o una cosa che mi fa staccare un po' dalla realtà, cosa che non mi succede praticamente mai, come le ho scritto ieri ma è proprio un mal di testa. Mi chiedo, questo può essere causato dallo stress di questa mia situazione? C'è un modo per calmarlo anche con Tachipirina o medicine che si hanno in casa?
Cordiali Saluti
Cordiali Saluti
[#6]
Gentile utente,
darle una risposta non solo non è possibile, ma suonerebbe anche come una sorta di presa in giro nei suoi confronti. Sarebbe bello poterle dire, ma si può davvero?
Mi fa piacere che lei ci racconti il "bicchiere mezzo pieno" e che intraveda dei miglioramenti in sé. Io non sono dell'avviso che "non se ne esca senza lo psicologo" perché non è sempre vero, anzi. Ciascuno di noi ha risorse inimmaginabili.
D'altro canto, lei racconta di una sintomatologia non palesatasi solo recentemente, e affidarsi a un professionista è la strada più veloce e, superate le resistenze iniziali, probabilmente anche la più semplice, per stare meglio. Quindi non le dico che certamente non ne uscirà da solo o con il "solo" supporto telefonico (che non è la stessa cosa di un percorso "canonico" tanto e solo per il mezzo, ma per il fatto che non è tanto un percorso di diagnosi e cura ma - come lei stesso ci racconta - un supporto/sostegno), ma d'altro canto la invito a considerare sempre la consulenza psicologica/psicoterapia, ossia un percorso specifico per lei, dedicato alla risoluzione dei suoi problemi, come la strada maestra.
Lei ci racconta di ragioni di tipo economico, e ho massimo rispetto per quello che ci dice. D'altro canto, ci parla anche di una visita, un ecg da sforzo e un'ecocardio che - se non ottenuti in amicizia diciamo - ha fatto comunque senza troppi "complimenti" (e forse però con qualche sacrificio economico?!).
Noi psicologi siamo sempre quelli da cui si va per ultimi, e quelli per i quali la "moneta" tolta dalla tasca, per quanto "economici" si possa essere, pesa sempre un po' di più...
D'altro canto... Quanti sono i pazienti che spendono quattrini per andare dal cardiologo, dal gastroenterologo, per fare esami radiodiagnostici, test e chissà cosa ... per scoprire di non avere niente di quanto sospettato in prima (più comoda?) istanza ... e che scoprono anche che andare dallo psicologo veniva meno e soprattutto veniva MEGLIO?
(nulla togliendo ai medici, imprescindibili, e che spesso dicono dell'ansia dei loro pazienti ancor prima degli psicologi!)
Stare bene è anche un investimento economico, se vuole ci rifletta. Penso ai soldi spesi per altre visite, ma anche a quelli persi perché si è d'umore cattivo e si finisce ad esempio per lavorare peggio o ritardare la fine dell'università, o perché si ha paura di certe cose e allora se ne risolve in modi più costosi (prenda ad esempio chi per paura dei mezzi pubblici si muove in macchina, etc., etc...).
Detto questo: ha sentito il suo medico di base? Perché non prova a farsi suggerire da lui/lei realtà del suo territorio che possono aiutarla gratuitamente o, come ad esempio all'ASL, per i non esenti (se si è esenti non si paga proprio!), tramite ticket?
Attraverso questi canali certo risolverebbe il problema economico ... e però non le resistenze che potrebbe avere ...
Mi permetta inoltre di spezzare una lancia a favore dei molti, moltissimi servizi di psicologia clinica e psicoterapia nati online in Italia.
Non sono un contatto "in presenza", ma la ricerca scientifica mostra ormai che la consulenza psicologica e la terapia in videochiamata hanno risultati paragonabili ad analoghi percorsi svolti in presenza. Non gliene posso suggerire io, ma se usa un motore di ricerca non le sarà difficile imbattersi in percorsi con (pochi) incontri che, venendo dai 25/30 ai 40 euro, direi tutto sommato economici considerando il servizio professionale erogato... e tutt'altro che cattivi dal punto di vista dell'efficacia e delle professionalità incontrabili ...
... tutto questo per darle una visione più ampia e non per costringerla ... per suggerirle ... per metterla meglio alla scelta ...
Un caro saluto
p. s.
Leggo ora l'aggiunta sul mal di testa ...
Ancora le chiedo di rivolgersi al medico di base per ricevere un indirizzo da lui ... almeno per una "partenza" ...
Dal canto mio le posso dire che l'emicrania PUO' essere un sintomo di ansia/stress ... a maggior ragione proverei, se il MMG è concorde, a sentire uno psicologo psicoterapeuta ...
Detto questo una Tachipirina, se è un farmaco che prende abitualmente e soprattutto al dosaggio giusto (secondo bugiardino), la può provare a prendere anche in autonomia ... se non altro per capire se passa (e poi però magari ritorna in altri giorni) ...
p. p. s.
Non è la prima volta che ne parla... tanto che intitola così il suo consulto... ma cosa intende per pensare all'ansia?
L'ansia non è essa stessa (anche e a volte principalmente) una forma di pensiero un po' rompiscatole?
darle una risposta non solo non è possibile, ma suonerebbe anche come una sorta di presa in giro nei suoi confronti. Sarebbe bello poterle dire, ma si può davvero?
Mi fa piacere che lei ci racconti il "bicchiere mezzo pieno" e che intraveda dei miglioramenti in sé. Io non sono dell'avviso che "non se ne esca senza lo psicologo" perché non è sempre vero, anzi. Ciascuno di noi ha risorse inimmaginabili.
D'altro canto, lei racconta di una sintomatologia non palesatasi solo recentemente, e affidarsi a un professionista è la strada più veloce e, superate le resistenze iniziali, probabilmente anche la più semplice, per stare meglio. Quindi non le dico che certamente non ne uscirà da solo o con il "solo" supporto telefonico (che non è la stessa cosa di un percorso "canonico" tanto e solo per il mezzo, ma per il fatto che non è tanto un percorso di diagnosi e cura ma - come lei stesso ci racconta - un supporto/sostegno), ma d'altro canto la invito a considerare sempre la consulenza psicologica/psicoterapia, ossia un percorso specifico per lei, dedicato alla risoluzione dei suoi problemi, come la strada maestra.
Lei ci racconta di ragioni di tipo economico, e ho massimo rispetto per quello che ci dice. D'altro canto, ci parla anche di una visita, un ecg da sforzo e un'ecocardio che - se non ottenuti in amicizia diciamo - ha fatto comunque senza troppi "complimenti" (e forse però con qualche sacrificio economico?!).
Noi psicologi siamo sempre quelli da cui si va per ultimi, e quelli per i quali la "moneta" tolta dalla tasca, per quanto "economici" si possa essere, pesa sempre un po' di più...
D'altro canto... Quanti sono i pazienti che spendono quattrini per andare dal cardiologo, dal gastroenterologo, per fare esami radiodiagnostici, test e chissà cosa ... per scoprire di non avere niente di quanto sospettato in prima (più comoda?) istanza ... e che scoprono anche che andare dallo psicologo veniva meno e soprattutto veniva MEGLIO?
(nulla togliendo ai medici, imprescindibili, e che spesso dicono dell'ansia dei loro pazienti ancor prima degli psicologi!)
Stare bene è anche un investimento economico, se vuole ci rifletta. Penso ai soldi spesi per altre visite, ma anche a quelli persi perché si è d'umore cattivo e si finisce ad esempio per lavorare peggio o ritardare la fine dell'università, o perché si ha paura di certe cose e allora se ne risolve in modi più costosi (prenda ad esempio chi per paura dei mezzi pubblici si muove in macchina, etc., etc...).
Detto questo: ha sentito il suo medico di base? Perché non prova a farsi suggerire da lui/lei realtà del suo territorio che possono aiutarla gratuitamente o, come ad esempio all'ASL, per i non esenti (se si è esenti non si paga proprio!), tramite ticket?
Attraverso questi canali certo risolverebbe il problema economico ... e però non le resistenze che potrebbe avere ...
Mi permetta inoltre di spezzare una lancia a favore dei molti, moltissimi servizi di psicologia clinica e psicoterapia nati online in Italia.
Non sono un contatto "in presenza", ma la ricerca scientifica mostra ormai che la consulenza psicologica e la terapia in videochiamata hanno risultati paragonabili ad analoghi percorsi svolti in presenza. Non gliene posso suggerire io, ma se usa un motore di ricerca non le sarà difficile imbattersi in percorsi con (pochi) incontri che, venendo dai 25/30 ai 40 euro, direi tutto sommato economici considerando il servizio professionale erogato... e tutt'altro che cattivi dal punto di vista dell'efficacia e delle professionalità incontrabili ...
... tutto questo per darle una visione più ampia e non per costringerla ... per suggerirle ... per metterla meglio alla scelta ...
Un caro saluto
p. s.
Leggo ora l'aggiunta sul mal di testa ...
Ancora le chiedo di rivolgersi al medico di base per ricevere un indirizzo da lui ... almeno per una "partenza" ...
Dal canto mio le posso dire che l'emicrania PUO' essere un sintomo di ansia/stress ... a maggior ragione proverei, se il MMG è concorde, a sentire uno psicologo psicoterapeuta ...
Detto questo una Tachipirina, se è un farmaco che prende abitualmente e soprattutto al dosaggio giusto (secondo bugiardino), la può provare a prendere anche in autonomia ... se non altro per capire se passa (e poi però magari ritorna in altri giorni) ...
p. p. s.
Non è la prima volta che ne parla... tanto che intitola così il suo consulto... ma cosa intende per pensare all'ansia?
L'ansia non è essa stessa (anche e a volte principalmente) una forma di pensiero un po' rompiscatole?
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.7k visite dal 11/07/2021.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.