Dipendenza da droga
Sono la mamma di una ragazza di 19 anni ho appena saputo per caso che mia figlia si droga Si tratta di droghe "leggere" (anche se nessuna in realtà lo è...) che vengono aspirate dal naso (il termine direi che sia "sniffate") con un effetto che dura un paio di ore (giusto il tempo per trascorrere una serata in discoteca o con gli amici). Già da tempo notavo in mia figlia arrossamenti al naso, strani sfoghi cutanei (sempre nel naso che, a volte era anche un po' gonfio); alla mia richiesta di spiegazioni mi diceva che si trattava di allergia...Ho trovato la spiegazione a questo e ad altri suoi comportamenti "strani" leggendo il suo diario che ha dimenticato sulla scrivania della sua camera, a fianco del computer...so benissimo che una madre non lo dovrebbe mai fare (intendo leggere il diario della figlia), ma visto che mia figlia ama scrivere poesie, racconti ecc quando mi sono trovata questo quaderno pensavo di trovarmi davanti ad un suo racconto, non certo al suo diario segreto!). Comunque la cosa è "saltata fuori" così...A questo punto chiedo un consiglio su come mi devo comportare...devo parlarle apertamente dicendole che ho scoperto tutto e che come madre ho il dovere di aiutarla a tirarsi fuori? Non è che così rovini il rapporto che c'è fra di noi? (con me ha sempre avuto stima e affetto, al punto da venire con me in ferie, di confidarmi altri particolari della sua vita diciamo "intimi" ecc.)..se le vado a dire che l'ho saputo "in quel modo" la sua fiducia in me verrebbe meno, si sentirebbe tradita...e non potrei biasimarla...D'altra parte non posso neppure dirle che l'ho saputo da qualcun altro, o perchè l'ho fatta seguire...(in lei avevo la massima fiducia, e ora i è crollato il mondo addosso...)però DEVO fare qualcosa, sono distrutta! Aiutatemi!!! Grazie
L58
L58
[#1]
Gentile Signora,
Le scrivo accogliendo la sua preoccupazione e paura per la sua giovane figlia.A 20 anni sua figlia è una donna, dunque lei sa già ciò che è funzionale da ciò che non lo è. Il fatto che si si confidata con lei non le garantisce di sapere tutto di lei.Comunque mi sembra anche di aver capito che tra di voi c'è un bel rapporto, perchè voler ancora di più da lei? Magari quel messaggio,lasciato là in quel diario non è stato casuale. Provi a condividere con lei queste sue preoccupazioni, ma senza aspettarsi nulla, senza alcuna forma di giudizio, restando con lei ad ascoltarla,costruendo con lei un rapporto diverso,comunque gerarchico madre-figlia.Gli ingredienti lei li conosce già, potrebbe modificarne solo la composizione fra loro stessi.La saluto cordialmente.
Le scrivo accogliendo la sua preoccupazione e paura per la sua giovane figlia.A 20 anni sua figlia è una donna, dunque lei sa già ciò che è funzionale da ciò che non lo è. Il fatto che si si confidata con lei non le garantisce di sapere tutto di lei.Comunque mi sembra anche di aver capito che tra di voi c'è un bel rapporto, perchè voler ancora di più da lei? Magari quel messaggio,lasciato là in quel diario non è stato casuale. Provi a condividere con lei queste sue preoccupazioni, ma senza aspettarsi nulla, senza alcuna forma di giudizio, restando con lei ad ascoltarla,costruendo con lei un rapporto diverso,comunque gerarchico madre-figlia.Gli ingredienti lei li conosce già, potrebbe modificarne solo la composizione fra loro stessi.La saluto cordialmente.
Dr.ssa Alessandra Campana
alessa.campana@tiscali.it
[#2]
Utente
Mi deve scusare se nella mia ignoranza mi permetto di condividere poco quanto mi ha detto...1) non mi sembra che nè mia figlia (che pure è matura sotto tanti punti di vista), nè la maggior parte dei giovani di adesso si può definire "adulta" a 20 anni...se le droghe, o l'alcolismo o altre forme di "sballo" fra i giovani sono così diffuse non è certo perchè a 20 anni si è maturi e adulti, anzi!...Ci troviamo di fronte a giovani spesso debolissimi dal punto di vista emozionale o psicologico, giovani che all'apparenza "fanno i duri", ma sotto sotto hanno una paura che neppure loro sono in grado di riconoscere 2) E' vero, fra noi due c'è un rapporto stupendo, e voglio mantenerlo tale. Lei mi dice: "perchè volere ancora di più da lei?". se "volere di più" significa "salvarle la vita", "preoccuparsi per la sua crescita, per il suo futuro", allora SI, VOGLIO DAVVERO DI PIU', e penso che questo mio desiderio, oltre che essere più che comprensibile per una madre, sia un dovere che tutti dovremmo avere, un dovere da tutelare perchè da esso dipende non solo la sua crescita in famiglia, il suo futuro, ma è anche un dovere che sento di avere,(nel mio piccolo) per fare qualcosa di buono per questa società (visto che i drogati spesso arrivano a delinquere!)
3) Se mia figlia non l'ho giudicata 3 anni fa quando mi ha detto di essere omosessuale (e le assicuro che è stata una bella "botta" saperlo, specie per una cattolica praticante come me!), non sarà giudicata nemmeno adesso se mi dice di far uso di stupefacenti...e QUESTO mia figlia lo sa benissimo. Il mio "essere madre" significa innanzitutto che continuerò sempre ad essere al suo fianco, ad aiutarla con tutte le mie forze a superare ogni ostacolo, ma soprattutto ad amarla. E' ovvio che non pretendo di sapere sempre tutto di lei, ma chiedo come instaurare in questa circostanza un dialogo che permetta di mantenere la fiducia reciproca 4) Mi dice ancora: "senza aspettarsi nulla"...io credo che OGNI madre debba "puntare alto", specie quando c'è in ballo la vita della propria figlia....5) Condivido quando mi dice che si deve salvaguardare un rapporto "gerarchico" fra madre/figlia, ma è proprio su questo che le chiedevo qualche informazione in più: cosa significa esattamente? Che devo far valere le mie idee, "forte" del fatto che comunque resto sempre un genitore e non una semplice amica, o del fatto che viene ancora mantenuta, che vive ancora in famiglia e pertanto deve sottostare a "certe" regole, fra cui "non drogarsi"? e, soprattutto, (ripeto), le devo dire COME sono venuta al corrente della cosa?
Scusi ancora per questo "sfogo", ma l'ansia, la paura, l'angoscia che sento dentro (sentimenti comprensibili, penso...) mi portano a chiedere risposte non evasive e generiche ma più dettagliate...L58
3) Se mia figlia non l'ho giudicata 3 anni fa quando mi ha detto di essere omosessuale (e le assicuro che è stata una bella "botta" saperlo, specie per una cattolica praticante come me!), non sarà giudicata nemmeno adesso se mi dice di far uso di stupefacenti...e QUESTO mia figlia lo sa benissimo. Il mio "essere madre" significa innanzitutto che continuerò sempre ad essere al suo fianco, ad aiutarla con tutte le mie forze a superare ogni ostacolo, ma soprattutto ad amarla. E' ovvio che non pretendo di sapere sempre tutto di lei, ma chiedo come instaurare in questa circostanza un dialogo che permetta di mantenere la fiducia reciproca 4) Mi dice ancora: "senza aspettarsi nulla"...io credo che OGNI madre debba "puntare alto", specie quando c'è in ballo la vita della propria figlia....5) Condivido quando mi dice che si deve salvaguardare un rapporto "gerarchico" fra madre/figlia, ma è proprio su questo che le chiedevo qualche informazione in più: cosa significa esattamente? Che devo far valere le mie idee, "forte" del fatto che comunque resto sempre un genitore e non una semplice amica, o del fatto che viene ancora mantenuta, che vive ancora in famiglia e pertanto deve sottostare a "certe" regole, fra cui "non drogarsi"? e, soprattutto, (ripeto), le devo dire COME sono venuta al corrente della cosa?
Scusi ancora per questo "sfogo", ma l'ansia, la paura, l'angoscia che sento dentro (sentimenti comprensibili, penso...) mi portano a chiedere risposte non evasive e generiche ma più dettagliate...L58
[#3]
gentile utente,
il suo sfogo esprime tutta la sua ansia a riguardo.
Sono momenti cruciali quelli in cui come madri non riusciamo a scegliere che modello di comportamento adottare, da mamma comprendo bene il suo dilemma.
Essere severa, punitiva, intervenire con fermezza su una cosa tanto grave da spaventarci da mettere a rischio la salute diventando così la nemica dei nostri figli? essere ferma e decisa nell'intervenire rischiando, nel momento in cui raccontiamo ai nostri figli che in qualche modo abbiamo violato quel rapporto di fiducia che ha sempre contraddistinto le nostre relazioni, che loro si rivoltino contro di noi e il rpporto duramente costruito si rovini?E con quale senso di colpa poi? Essere forte e trattenere le proprie preoccupazioni , non dire nulla per tutelare il rapporto di fiducia rischiando così la salute della propria figlia?Però potrebbe non essere nulla di così grave...
In queste circostanze manca la lucidità per decidere.
Cara signora quale sia la strada migliore, il modo migliore per parlare con sua figlia lo conosce lei, lei l'ha cresciuta e lei la conosce da sempre, snon certa che ha elaborato nel tempo anche la conoscenza del modo migliore per comunicare con lei anche le cose più difficili. Provi a ricordare altri momenti e come li ha risolti. Quello che io le posso consigliare, senza conoscere sua figlia è di dirle quello che ha detto a noi con estrema franchezza...compresi i suoi dubbi rispetto al come ha scoperto l'evento e al come comunicarglielo. In questo modo è probabile che come l'abbiamo comresa noi la comprenda anche sua figlia.
Cordialmente
il suo sfogo esprime tutta la sua ansia a riguardo.
Sono momenti cruciali quelli in cui come madri non riusciamo a scegliere che modello di comportamento adottare, da mamma comprendo bene il suo dilemma.
Essere severa, punitiva, intervenire con fermezza su una cosa tanto grave da spaventarci da mettere a rischio la salute diventando così la nemica dei nostri figli? essere ferma e decisa nell'intervenire rischiando, nel momento in cui raccontiamo ai nostri figli che in qualche modo abbiamo violato quel rapporto di fiducia che ha sempre contraddistinto le nostre relazioni, che loro si rivoltino contro di noi e il rpporto duramente costruito si rovini?E con quale senso di colpa poi? Essere forte e trattenere le proprie preoccupazioni , non dire nulla per tutelare il rapporto di fiducia rischiando così la salute della propria figlia?Però potrebbe non essere nulla di così grave...
In queste circostanze manca la lucidità per decidere.
Cara signora quale sia la strada migliore, il modo migliore per parlare con sua figlia lo conosce lei, lei l'ha cresciuta e lei la conosce da sempre, snon certa che ha elaborato nel tempo anche la conoscenza del modo migliore per comunicare con lei anche le cose più difficili. Provi a ricordare altri momenti e come li ha risolti. Quello che io le posso consigliare, senza conoscere sua figlia è di dirle quello che ha detto a noi con estrema franchezza...compresi i suoi dubbi rispetto al come ha scoperto l'evento e al come comunicarglielo. In questo modo è probabile che come l'abbiamo comresa noi la comprenda anche sua figlia.
Cordialmente
Dr.ssa Sara Daniela Elettra Pezzola
Ordine psicologi Lombardia n° 10817
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.9k visite dal 18/05/2009.
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