30 anni, coming out bisessualità, seconda adolescenza

Buonasera, sono una ragazza di 30 anni che sta attraversando un momento difficilissimo, il mio fidanzato ha deciso di lasciarmi dopo 12 anni di storia.

Dall’oggi al domani ha interrotto qualsiasi tipo di comunicazione (dovevamo andare a vivere insieme, avevamo comprato casa, e dovevamo sposarci) e invece quello che mi ha detto è di essersi accorto di essere bisex, essere attratto da uomini e donne e voler provare avventure con uomini.

Come se la bisessualità o omosessualità non bastasse e non fosse già difficile da accettare lo vedo anche viversi una seconda adolescenza, fatta di festini, nuovi amici, serate e giornate di leggerezza e spensieratezza.

È sempre stato una persona timida, diversa dall’altra gente che non amava ubriacarsi o andare a ballare, postare sui social foto private, la cosa più sconcertante è che per me e chiunque lo circonda da anni è irriconoscibile, un’altra persona!

Aveva sofferto prima del coming out di strane sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione ad oggi vedo un ragazzo che è sempre stato molto sensibile essere diventato di colpo superficiale e egoista, non coglie e non si preoccupa dei sentimenti delle persone che lo circondano e amano da sempre, ma pare interessarsi solo della sua nuova vita.

Io sono diventata un’estranea per la quale nemmeno ha rispetto, come se si fosse dimenticato di colpo di tutto.

Due sono le domande che mi piacerebbe porvi: a questo periodo di brio e adrenalina seguirà un periodo in cui capirà il male che mi ha fatto?
Non dico si pentirà, ma almeno riuscirà a tornare con la testa sulle spalle?
Come si sopravvive?

Vi ringrazio di cuore
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

del Suo ultradecennale fidanzato ci dice che:
"..la cosa più sconcertante è che per me e chiunque lo circonda da anni è irriconoscibile, un’altra persona!";
cioè che da poco, oltre ad aver modificato l'orientamento sessuale, ha cambiato comportamenti e - quasi - carattere.

Lei forse ha il dubbio che si tratti di una patologia quando afferma "..Aveva sofferto prima del coming out di strane sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione.."?
Questi termini erano emersi dalla diagnosi fatta da uno Specialista?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Dottoressa Brunialti, grazie infinite intanto della sua risposta, purtroppo uno dei tanti problemi è che non ha mai voluto considerare l’aiuto di un terapeuta, non si è voluto fare aiutare trovando come soluzione appunto questa di viversi una vita frivola e spensierata per non affrontare i vari e veri problemi. Ha sempre reagito di fronte ai problemi familiari con un atteggiamento di fuga, lui faceva le valigie letteralmente e usciva di casa. In seguito a un lutto familiare ha ammesso lui stesso che questo meccanismo di depersonalizzazione gli permette di spostare il dolore e non sentirlo, ne è cosciente e gli ultimi tempi che stavamo insieme era addirittura preoccupato per il suo essere ciclotimico e si domandava se non fosse anche bipolare. Andava a lavoro e viveva la sua vita sentendosene distaccato, come se la persona a vivere non fosse se stesso, non riusciva a ritrovare il vero sè, aveva costantemente una sensazione di estraneità verso se stesso. Capitavano momenti frequenti in cui piangeva e rideva contemporaneamente
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Lei ci mette in difficoltà chiedendoci una valutazione su un'altra persona;
un po' perchè abbiamo solo e unicamente le Sue parole e la Sua "campana", e questo rende "di parte" ogni cosa che potremmo dire,
un po' perchè le Linee guida del servizio lo vietano, giustamente.

Per questo Le avevo chiesto se c'era stata una diagnosi specialistica a cui agganciarci, ma così non è..
e in tale modo il tutto risulta troppo scivoloso.

Saluti cordiali.
dott. Brunialto
[#4]
Utente
Utente
Dottoressa buonasera, forse mi sono espressa male, ma le mie domande

Due sono le domande che mi piacerebbe porvi: a questo periodo di brio e adrenalina seguirà un periodo in cui capirà il male che mi ha fatto?
Non dico si pentirà, ma almeno riuscirà a tornare con la testa sulle spalle?
Come si sopravvive?

Non erano la richiesta di una diagnosi, ma semplicemente capire come fosse per me possibile superare questo trauma, e se in qualche modo un domani lui capirà la situazione anche dal mio punto di vista, dato che al momento è privo di empatia.

Grazie comunque della sua disponibilità e professionalità
[#5]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

alle Sue tre domande (nel "virgolettato") rispondo come segue:

1. "... a questo periodo di brio e adrenalina seguirà un periodo in cui capirà il male che mi ha fatto?.."
Non riusciamo a conoscere il futuro, ma avere una diagnosi fornirebbe alcuni elementi per prevederne l'andamento. Senza una dignosi clinica la risposta risulta impossibile.

2. "...Non dico si pentirà, ma almeno riuscirà a tornare con la testa sulle spalle?.."
Se i cambiamenti che Lei descrive fossero imputabili ad una patologia psichica o psichiatrica, la risposta potrebbe essere possibilista,
ma se al contrario lui avesse trovato una sua propria strada, anche se tardivamente...?
In questo secondo caso egli potrebbe, un domani, giungere anche a comprendere la Sua sofferenza, ma non tornerebbe indietro.

3. "Come si sopravvive?"
Dopo due domande riguardanti lui, alle quali come vede è difficilissimo (anzi impossibile) dare una risposta se non nel campo delle ipotesi teoriche, la Sua attenzione torna su di sè, l'unica persona che non La abbandonerà mai e che dunque va tenuta in debito conto.
Come sopravvivere? ci chiede. Come dopo un lutto importante. Anzi, peggio, perchè si spera ancora che il lui torni.
Il lutto attraversa fasi differenti, incontra sentimenti differenti (incredulità, tristezza, rabbia, ...,), ma sicuramente abbisogna di tempo e di lavoro interiore prima di giungere all'accettazione.

Saluti cari.
Dott. Brunialti