Troppo cinica o realista in amore?
Ho 46 anni, non sono sposata né ho avuto figli.
Lavoro in modo stabile da 15 anni e vivo sola.
Ho avuto diverse relazioni nel mio passato, che hanno fatto la mia esperienza, storie più o meno lunghe, quelle da giovane le più sofferte soprattutto quando sono finite: ho incontrato amori folli, persone che volevano cambiarmi, persone che non mi hanno voluta veramente o altre con le quali ho avuto una relazione basata più sul fisico che altro e poi innamoramenti puntualmente finiti.
Ho sofferto e amato.
Ho visto matrimoni di amici e parenti fallire anche dopo 30 anni di relazione in modo inaspettato e crudele... tutto questo mi ha segnato e oggi ho un'idea tutta mia dell'amore: l'amore eterno non esiste, esiste una persona con la quale stai bene per un periodo con la quale hai alcuni punti in comune e con la quale puoi provare ad andare d'accordo essere tollerante e fare dei piccoli progetti.
Non sogno più il matrimonio e la famiglia del mulino bianco, non sogno di convivere, sogno di avere un compagno con il quale viaggiare e passare bei momenti finché la vita ce lo permetterà, magari ognuno a casa sua in modo da non rovinare il rapporto con le noie della quotidianità... è tanto strano quello che penso sull'amore?
Vengo accusata dal mio compagno di 52 anni, grande romanticone, che vive con la madre (con il quale sto da 1 anno e mezzo) di essere cinica e razionale e di non essere innamorata.
Lui non sopporta che ci sono momenti in cui voglio godermi la solitudine della mia casa, la serenità costruita a fatica.
Vorrebbe stare sempre con me anzichè a casa con la madre, ma mi chiedo come dovrei vivere l'amore alla mia età?
Dovrei mettere la mia vita nelle sue mani come una 15enne, superare le mie barriere andare a convivere o sposarmi quanto sono perfettamente consapevole che la storia potrà finire?
Sento che tra noi ci sono molte differenze di vita, studi fatti, cultura e poi Visto e considerato che lui tra l'altro ha anche una certa instabilità lavorativa non me la sento di fare questo passo... sono cinica o troppo realista?
È sbagliato agire così, volersi godere i momenti belli di una relazione senza creare complicazioni?
Dopotutto a 46 anni non sono più una ragazzina- Aspetto consigli grazie
Lavoro in modo stabile da 15 anni e vivo sola.
Ho avuto diverse relazioni nel mio passato, che hanno fatto la mia esperienza, storie più o meno lunghe, quelle da giovane le più sofferte soprattutto quando sono finite: ho incontrato amori folli, persone che volevano cambiarmi, persone che non mi hanno voluta veramente o altre con le quali ho avuto una relazione basata più sul fisico che altro e poi innamoramenti puntualmente finiti.
Ho sofferto e amato.
Ho visto matrimoni di amici e parenti fallire anche dopo 30 anni di relazione in modo inaspettato e crudele... tutto questo mi ha segnato e oggi ho un'idea tutta mia dell'amore: l'amore eterno non esiste, esiste una persona con la quale stai bene per un periodo con la quale hai alcuni punti in comune e con la quale puoi provare ad andare d'accordo essere tollerante e fare dei piccoli progetti.
Non sogno più il matrimonio e la famiglia del mulino bianco, non sogno di convivere, sogno di avere un compagno con il quale viaggiare e passare bei momenti finché la vita ce lo permetterà, magari ognuno a casa sua in modo da non rovinare il rapporto con le noie della quotidianità... è tanto strano quello che penso sull'amore?
Vengo accusata dal mio compagno di 52 anni, grande romanticone, che vive con la madre (con il quale sto da 1 anno e mezzo) di essere cinica e razionale e di non essere innamorata.
Lui non sopporta che ci sono momenti in cui voglio godermi la solitudine della mia casa, la serenità costruita a fatica.
Vorrebbe stare sempre con me anzichè a casa con la madre, ma mi chiedo come dovrei vivere l'amore alla mia età?
Dovrei mettere la mia vita nelle sue mani come una 15enne, superare le mie barriere andare a convivere o sposarmi quanto sono perfettamente consapevole che la storia potrà finire?
Sento che tra noi ci sono molte differenze di vita, studi fatti, cultura e poi Visto e considerato che lui tra l'altro ha anche una certa instabilità lavorativa non me la sento di fare questo passo... sono cinica o troppo realista?
È sbagliato agire così, volersi godere i momenti belli di una relazione senza creare complicazioni?
Dopotutto a 46 anni non sono più una ragazzina- Aspetto consigli grazie
[#1]
Gentilissima lettrice,
non esiste una unica definizione dell'amore ed un unico modo di vivere una relazione amorosa e sentimentale, come non esiste un unico matrimonio ma esistono i matrimoni, ogni coppia vive il proprio.
Riterrei reale la sua visione, l'amore è eterno finchè dura, cerchi di superare però il pregiudizio che ogni amore sia comunque destinato a finire lasciando delusione e sofferenze. Intanto si
goda questo innamoramento e questa relazione "da fidanzati", rispettando i suoi bisogni ed esigenze anche di solitudine. Forse se vedesse il suo lui più indipendente ed autonomo (con una casa sua ed un lavoro più stabile) alcune distanze tra voi , chissà, potrebbero anche accorciarsi .
Mille auguri e saluti.
non esiste una unica definizione dell'amore ed un unico modo di vivere una relazione amorosa e sentimentale, come non esiste un unico matrimonio ma esistono i matrimoni, ogni coppia vive il proprio.
Riterrei reale la sua visione, l'amore è eterno finchè dura, cerchi di superare però il pregiudizio che ogni amore sia comunque destinato a finire lasciando delusione e sofferenze. Intanto si
goda questo innamoramento e questa relazione "da fidanzati", rispettando i suoi bisogni ed esigenze anche di solitudine. Forse se vedesse il suo lui più indipendente ed autonomo (con una casa sua ed un lavoro più stabile) alcune distanze tra voi , chissà, potrebbero anche accorciarsi .
Mille auguri e saluti.
Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica
[#2]
Ex utente
Gentile dottoressa Pezzella, la ringrazio per la sua puntuale e precisa risposta, concordo con lei quando dice che probabilmente il fatto che vedo poco autonomo e indipendente il mio compagno, mi scoraggia e mi fa passare ogni entusiasmo e progettualità, perché sento che sarebbe comunque tutto sulle mie spalle e questo mi spaventa non poco. Ho provato a chiedere al mio compagno delucidazioni in merito sui suoi progetti futuri, ma lui mette sempre in mezzo che il suo progetto futuro è quello di una convivenza con me, non credo che riuscirebbe a lasciare la casa materna se non per vivere con me. Come posso affrontare questo discorso cosi delicato con lui senza ferirlo nell'orgoglio ma fargli capre che è importante che lui abbia una sua autonomia anche se non per andare a vivere con me? O sbaglio a pensare questo? Se mi da qualche consiglio in merito le sarei molto grata
[#3]
Gentilissima lettrice,
sarebbe auspicabile se la sua autonomia rappresentasse un modello per il suo compagno,
sottolineare tale condizione potrebbe anzichè ferirlo, spingerlo ad una "crescita " personale.
Potrebbe essere opportuno in questa fase valutare con lui, o anche attraverso una consultazione congiunta con l'aiuto di una collega psicologa, se lui desidera "crescere" o vuole passare da una "custodia" materna ad un altro nido protettivo.
Mille auguri e saluti
sarebbe auspicabile se la sua autonomia rappresentasse un modello per il suo compagno,
sottolineare tale condizione potrebbe anzichè ferirlo, spingerlo ad una "crescita " personale.
Potrebbe essere opportuno in questa fase valutare con lui, o anche attraverso una consultazione congiunta con l'aiuto di una collega psicologa, se lui desidera "crescere" o vuole passare da una "custodia" materna ad un altro nido protettivo.
Mille auguri e saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.9k visite dal 20/06/2021.
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