Scelta di cambiare lavoro. consigli
Buongiorno, da poco tempo ho avuto una proposta di cambio di lavoro per occupare un ruolo dirigenziale nella pubblica amministrazione.
Attualmente sono un quadro direttivo.
Mi ero appena introdotto nel mondo dei concorsi da dirigente, giusto per iniziare a capire le dinamiche per prepararmi al meglio in futuro ad un ruolo dirigenziale, ma sono stato bravo e fortunato ed ho vinto un concorso alla prima occasione.
Ora però dovrò prendere servizio tra poche settimane.
Sono molto frastornato in quanto nel posto che occupo mi trovo molto bene: è vicino a casa, ho molta libertà ed autonomia è un ambiente che ho modellato a mia immagine.
Inoltre con gli amministratori c'è un rapporto molto cordiale e rispettoso.
Sono sereno e non ho nessun peso ad andare a lavorare.
L'unico aspetto negativo è che le mie prospettive sono limitate: non ho possibilità di crescere ulteriormente mentre mi sento di poter fare di più.
Il nuovo posto di lavoro è sicuramente un grosso avanzamento di carriera e responsabilità sia a livello economico che personale.
E' più lontano da casa, l'ambiente è nuovo e piuttosto freddo.
In questo periodo io e mia moglie stiamo anche cercando di avere un figlio.
In tale contesto non riesco a valutare se sarebbe più opportuno rimanere nella "confort zone" del vecchio lavoro, concentrandomi magari sulla gravidanza di mia moglie, nella attesa di una nuova occasione futura (con però il rischio che non ricapiti più ed il rammarico di questa grossa occasione perduta oltre che, ma solo in piccola parte, l'opinione dei colleghi che penserebbero: "questo è matto! ") o cambiare lasciando il vecchio lavoro con la paura però di non riuscire a dedicare tutto il tempo che vorrei a mia moglie e mio figlio nel caso la gravidanza dovesse andare in porto e soprattutto con la paura di perdere quella serenità che attualmente ho sia a livello lavorativo che famigliare.
Qualora NON cambiassi mi sento inoltre di deludere le aspettative in particolare di mia moglie (che vede questa occasione come una mia gratificazione ed una maggiore possibilità economica per la famiglia in generale anche se, dal mio punto di vista economicamente stiamo bene anche così...) ed anche dei miei genitori.
Se dovessi cambiare ho comunque la possibilità (ed è una grossa fortuna) di poter rientrare nel precedente lavoro entro 6 mesi.
Una sorta di "uscita di sicurezza".
Ma la vivrei comunque in parte come un fallimento perchè creerei disagio organizzativo a entrambe le amministrazioni e, da un altro lato, non mi farei una buona immagine.
Da quando ho vinto il concorso il pensiero più frequente è stato "quanto mai l'ho fatto! " e fatico a dormire la notte... In generale sono un soggetto piuttosto ansioso e che basa molto della sua serenità sui rapporti umani (situazione che ho consolidato nell'attuale lavoro).
In base alla vostra esperienza vorrei qualche consiglio per scegliere con consapevolezza.
Grazie
Attualmente sono un quadro direttivo.
Mi ero appena introdotto nel mondo dei concorsi da dirigente, giusto per iniziare a capire le dinamiche per prepararmi al meglio in futuro ad un ruolo dirigenziale, ma sono stato bravo e fortunato ed ho vinto un concorso alla prima occasione.
Ora però dovrò prendere servizio tra poche settimane.
Sono molto frastornato in quanto nel posto che occupo mi trovo molto bene: è vicino a casa, ho molta libertà ed autonomia è un ambiente che ho modellato a mia immagine.
Inoltre con gli amministratori c'è un rapporto molto cordiale e rispettoso.
Sono sereno e non ho nessun peso ad andare a lavorare.
L'unico aspetto negativo è che le mie prospettive sono limitate: non ho possibilità di crescere ulteriormente mentre mi sento di poter fare di più.
Il nuovo posto di lavoro è sicuramente un grosso avanzamento di carriera e responsabilità sia a livello economico che personale.
E' più lontano da casa, l'ambiente è nuovo e piuttosto freddo.
In questo periodo io e mia moglie stiamo anche cercando di avere un figlio.
In tale contesto non riesco a valutare se sarebbe più opportuno rimanere nella "confort zone" del vecchio lavoro, concentrandomi magari sulla gravidanza di mia moglie, nella attesa di una nuova occasione futura (con però il rischio che non ricapiti più ed il rammarico di questa grossa occasione perduta oltre che, ma solo in piccola parte, l'opinione dei colleghi che penserebbero: "questo è matto! ") o cambiare lasciando il vecchio lavoro con la paura però di non riuscire a dedicare tutto il tempo che vorrei a mia moglie e mio figlio nel caso la gravidanza dovesse andare in porto e soprattutto con la paura di perdere quella serenità che attualmente ho sia a livello lavorativo che famigliare.
Qualora NON cambiassi mi sento inoltre di deludere le aspettative in particolare di mia moglie (che vede questa occasione come una mia gratificazione ed una maggiore possibilità economica per la famiglia in generale anche se, dal mio punto di vista economicamente stiamo bene anche così...) ed anche dei miei genitori.
Se dovessi cambiare ho comunque la possibilità (ed è una grossa fortuna) di poter rientrare nel precedente lavoro entro 6 mesi.
Una sorta di "uscita di sicurezza".
Ma la vivrei comunque in parte come un fallimento perchè creerei disagio organizzativo a entrambe le amministrazioni e, da un altro lato, non mi farei una buona immagine.
Da quando ho vinto il concorso il pensiero più frequente è stato "quanto mai l'ho fatto! " e fatico a dormire la notte... In generale sono un soggetto piuttosto ansioso e che basa molto della sua serenità sui rapporti umani (situazione che ho consolidato nell'attuale lavoro).
In base alla vostra esperienza vorrei qualche consiglio per scegliere con consapevolezza.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
risponda a questa domanda per favore. In alcuni contesti finisce per sembrare la più banale del mondo, ma non credo sia questo il suo caso.
Come si immagina tra 5 anni? E tra 10?
Quali sono le caratteristiche che vorrà trovare nella sua vita e nel suo lavoro di domani?
Lo faccia senza pensare alla situazione presente, per come può.
Poi, se vuole, legga un buon libro in argomento.
Tra i diversi, le consiglio:
Bruscaglioni, G., Gheno, S. (2015). Il gusto del potere. Empowerment di persone ed azienda. FrancoAngeli.
Tra gli strumenti proposti, troverà un esercizio: la margherita delle possibilità, di cui può in effetti trovare anche cose in rete. Le cerchi, anche dalla bocca dell'autore (Gheno).
Ancora un altro strumento: provi a "disegnare" il suo lavoro ideale o il suo futuro. Svolga questo compito con la massima certosinità. E lo spieghi a qualcuno. Anche qui se vuole.
Si dia poi un tempo. Una scadenza per decidere e, se alla scadenza si sentirà ancora in difficoltà, valuti anche l'idea di chiedere una consulenza di carriera (anche subito in realtà) a uno psicologo del lavoro e dell'orientamento (possibilmente vero, non improvvisato!).
... e ricordi che quel tempo di 6 mesi, potrebbe essere una risorsa ... Un po' di sano egoismo (senza esagerare!): lei faccia almeno un po' il "suo" gioco ... lasci perdere l'empasse per le amministrazioni ... quella è una possibilità non da poco!!
Resto a disposizione
cordiali saluti
risponda a questa domanda per favore. In alcuni contesti finisce per sembrare la più banale del mondo, ma non credo sia questo il suo caso.
Come si immagina tra 5 anni? E tra 10?
Quali sono le caratteristiche che vorrà trovare nella sua vita e nel suo lavoro di domani?
Lo faccia senza pensare alla situazione presente, per come può.
Poi, se vuole, legga un buon libro in argomento.
Tra i diversi, le consiglio:
Bruscaglioni, G., Gheno, S. (2015). Il gusto del potere. Empowerment di persone ed azienda. FrancoAngeli.
Tra gli strumenti proposti, troverà un esercizio: la margherita delle possibilità, di cui può in effetti trovare anche cose in rete. Le cerchi, anche dalla bocca dell'autore (Gheno).
Ancora un altro strumento: provi a "disegnare" il suo lavoro ideale o il suo futuro. Svolga questo compito con la massima certosinità. E lo spieghi a qualcuno. Anche qui se vuole.
Si dia poi un tempo. Una scadenza per decidere e, se alla scadenza si sentirà ancora in difficoltà, valuti anche l'idea di chiedere una consulenza di carriera (anche subito in realtà) a uno psicologo del lavoro e dell'orientamento (possibilmente vero, non improvvisato!).
... e ricordi che quel tempo di 6 mesi, potrebbe essere una risorsa ... Un po' di sano egoismo (senza esagerare!): lei faccia almeno un po' il "suo" gioco ... lasci perdere l'empasse per le amministrazioni ... quella è una possibilità non da poco!!
Resto a disposizione
cordiali saluti
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 20/06/2021.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.