Dipendenza affettiva
Gentili dottori,
Ho 28 anni e scrivo per un confronto sulla mia situazione, che mi crea enorme disagio.
Lo scorso anno ho iniziato a soffrire di attacchi di panico con agorafobia in seguito ad una malattia grave di mia madre, che ha comportato per me l’assunzione di grosse responsabilità emotive che i familiari hanno investito su di me.
Nel mentre, soffrivo da un paio di anni a causa di una brusca delusione amorosa causata da un uomo che, conoscendo i miei sentimenti per lui, dopo avermi rifiutata è poi ricomparso ad elastico dopo 1 anno, fino a che ci siamo avvicinati proprio lo scorso anno, perché la malattia di mia madre ci ha riavvicinati.
Grazie al sostegno di questa persona e all’interesse che mi ha comunicato, nonostante grosse difficoltà iniziali, sono stata bene.
Ho coltivato questo rapporto con entusiasmo perché attendevo questa persona da tempo.
Abbiamo avuto anche contatti intimi, con da parte sua la volontà di impegnarsi in una relazione con me.
Purtroppo, a causa delle chiusure dello scorso autunno, siamo rimasti distanti, ma ci siamo sempre tenuti in contatto quotidiano, con il desiderio reciproco di vedersi e sostenersi.
Tutto sembrava equilibrato, finché, dopo mesi e mesi in cui si è consolidato un legame sentimentale, in prossimità delle riaperture questa persona mi dice improvvisamente che ha cambiato idea, e che non è mai stato interessato a legami stabili.
Il giorno successivo, dopo avermi insultata dicendomi di essere immatura per avergli detto che soffrivo a causa di tale decisione, quest'uomo Mi getta in confusione dicendomi che comunque gli interesso e che dovremo parlare di persona.
Ovviamente il mio malessere è stato indescrivibile e sono ricascata in attacchi agorafobici.
Ho voluto iniziare una terapia di recente, perché l’angoscia era troppo forte: è emerso che soffro di dipendenza affettiva, e che il mio panico deriva da questo.
Tuttavia, quest’uomo non sa nulla, e temo che dicendoglielo mi possa voler circuire come ha già fatto; d'altra Parte, era per me un sostegno sicuro e fonte di benessere, ho un conflitto sul nascondergli o meno questa cosa, per paura di soffrire.
Ho fatto bene ad intraprendere una terapia per questo?
Grazie per l’ascolto.
Ho 28 anni e scrivo per un confronto sulla mia situazione, che mi crea enorme disagio.
Lo scorso anno ho iniziato a soffrire di attacchi di panico con agorafobia in seguito ad una malattia grave di mia madre, che ha comportato per me l’assunzione di grosse responsabilità emotive che i familiari hanno investito su di me.
Nel mentre, soffrivo da un paio di anni a causa di una brusca delusione amorosa causata da un uomo che, conoscendo i miei sentimenti per lui, dopo avermi rifiutata è poi ricomparso ad elastico dopo 1 anno, fino a che ci siamo avvicinati proprio lo scorso anno, perché la malattia di mia madre ci ha riavvicinati.
Grazie al sostegno di questa persona e all’interesse che mi ha comunicato, nonostante grosse difficoltà iniziali, sono stata bene.
Ho coltivato questo rapporto con entusiasmo perché attendevo questa persona da tempo.
Abbiamo avuto anche contatti intimi, con da parte sua la volontà di impegnarsi in una relazione con me.
Purtroppo, a causa delle chiusure dello scorso autunno, siamo rimasti distanti, ma ci siamo sempre tenuti in contatto quotidiano, con il desiderio reciproco di vedersi e sostenersi.
Tutto sembrava equilibrato, finché, dopo mesi e mesi in cui si è consolidato un legame sentimentale, in prossimità delle riaperture questa persona mi dice improvvisamente che ha cambiato idea, e che non è mai stato interessato a legami stabili.
Il giorno successivo, dopo avermi insultata dicendomi di essere immatura per avergli detto che soffrivo a causa di tale decisione, quest'uomo Mi getta in confusione dicendomi che comunque gli interesso e che dovremo parlare di persona.
Ovviamente il mio malessere è stato indescrivibile e sono ricascata in attacchi agorafobici.
Ho voluto iniziare una terapia di recente, perché l’angoscia era troppo forte: è emerso che soffro di dipendenza affettiva, e che il mio panico deriva da questo.
Tuttavia, quest’uomo non sa nulla, e temo che dicendoglielo mi possa voler circuire come ha già fatto; d'altra Parte, era per me un sostegno sicuro e fonte di benessere, ho un conflitto sul nascondergli o meno questa cosa, per paura di soffrire.
Ho fatto bene ad intraprendere una terapia per questo?
Grazie per l’ascolto.
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Gentilissima lettrice,
ha fatto benissimo ad iniziare una terapia psicologica che certamente l'aiuterà ad affrontare le difficoltà e gli impegni familiari di cui si è dovuta occupare nell'ultimo anno, ma soprattutto di superare la dipendenza affettiva e di prendere le distanze da questa persona. Aspiri a raggiungere una condizione costante di benessere senza di lui, rappresentando questa persona per lei più una fonte di ansia e confusione costante, e ora che il " lockdown" è passato sembrerebbe che i suoi sentimenti e progetti siano modificati.
Mille saluti e auguri.
ha fatto benissimo ad iniziare una terapia psicologica che certamente l'aiuterà ad affrontare le difficoltà e gli impegni familiari di cui si è dovuta occupare nell'ultimo anno, ma soprattutto di superare la dipendenza affettiva e di prendere le distanze da questa persona. Aspiri a raggiungere una condizione costante di benessere senza di lui, rappresentando questa persona per lei più una fonte di ansia e confusione costante, e ora che il " lockdown" è passato sembrerebbe che i suoi sentimenti e progetti siano modificati.
Mille saluti e auguri.
Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 937 visite dal 20/06/2021.
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