Genitori oppressivi e severi
Buongiorno, sono una ragazza di 20 anni e scrivo per parlare del rapporto con i miei genitori e di come mi fanno sentire.
Fin da quando ero piccola sono sempre stati molto ansiosi e apprensivi nei miei confronti, partendo da quando andavo all’oratorio e mi vietavano di uscire per andare a prendere un gelato da sola con gli amici, o di andare nella scuderia vicino perché dovevo passare davanti ad una casa in rovina e poteva essere pericoloso all’inizio stavo alle loro regole, ma quasi da subito ho iniziato a provare una sensazione di soffocamento e di ansia generale che persiste tutt’ora a distanza di anni.
Certo molte cose sono cambiate, ovviamente posso attraversare una strada da sola, però il loro modo di imporsi su di me è rimasto.
Ho la macchina da circa 2 anni, e loro mi permettono di guidare solo nella mia città, spesso ci litigo perché io sostengo che non posso guidare sempre e solo nella mia città fino a 28 anni, la risposta di mia mamma è stata anche fino a 30.
Inoltre mi infastidisce che spesso mi fanno storie per delle uscite normalissime o se torno 10 minuti dopo l’orario predefinito mia mamma quando sono fuori mi scrive molti messaggi chiedendo dove sono o cosa faccio, nonostante avessi già avvisato prima di uscire dove sarei andata e con chi, ma vivo con l’ansia di doverle rispondere immediatamente.
Per non parlare del fatto che il mio ciclo è molto irregolare, e fin da quando ero piccola ho problemi di acne a causa degli ormoni, la pillola mi risolverebbe tutti i problemi, ne ho parlato con mia mamma e mi dice che sono ancora troppo piccola per prenderla, quando ormai moltissime delle mie amiche la utilizzano anche da diversi anni.
Il mio pensiero è che se dovessi prendere la pillola è come se mi desse l’okay per avere una vita sessuale attiva (cosa che già accade a sua insaputa).
Mi sento anche in colpa per il mio ragazzo, stiamo insieme da quasi un anno e mia mamma (ma anche mio papà) non vogliono assolutamente che io vada a casa sua, o che lui venga a casa mia anche di pomeriggio, perché la ritengono una cosa troppo formale soprattutto se ci sono i suoi genitori a casa.
Sia io che lui soffriamo per questa cosa, perché mi piacerebbe che avessero un bel rapporto.
Inoltre ho paura a dire a mio papà i miei programmi, e mi da fastidio quando mia mamma è scocciata o fa la strafottente perché non li approva, vorrei solo dei genitori tranquilli che mi appoggiassero e molto più aperti mentalmente.
Per ovvi motivi a 20 anni non posso stare a tutte queste regole quindi spesso mi ritrovo a dire bugie, non sentendomi nemmeno in colpa, per riuscire a vivere una vita da ventenne e non da quattordicenne.
Mi soffocano e mi rendo conto di essere anche io il problema, dovrei iniziare a fregarmene delle loro ramanzine e dei loro atteggiamenti, ma non riesco perché lì rispetto troppo.
Vorrei imparare a farmi valere e ad impormi su di loro, facendogli capire che gli voglio bene ma allo stesso tempo voglio bene a me stessa e voglio vivere una vita serena.
Fin da quando ero piccola sono sempre stati molto ansiosi e apprensivi nei miei confronti, partendo da quando andavo all’oratorio e mi vietavano di uscire per andare a prendere un gelato da sola con gli amici, o di andare nella scuderia vicino perché dovevo passare davanti ad una casa in rovina e poteva essere pericoloso all’inizio stavo alle loro regole, ma quasi da subito ho iniziato a provare una sensazione di soffocamento e di ansia generale che persiste tutt’ora a distanza di anni.
Certo molte cose sono cambiate, ovviamente posso attraversare una strada da sola, però il loro modo di imporsi su di me è rimasto.
Ho la macchina da circa 2 anni, e loro mi permettono di guidare solo nella mia città, spesso ci litigo perché io sostengo che non posso guidare sempre e solo nella mia città fino a 28 anni, la risposta di mia mamma è stata anche fino a 30.
Inoltre mi infastidisce che spesso mi fanno storie per delle uscite normalissime o se torno 10 minuti dopo l’orario predefinito mia mamma quando sono fuori mi scrive molti messaggi chiedendo dove sono o cosa faccio, nonostante avessi già avvisato prima di uscire dove sarei andata e con chi, ma vivo con l’ansia di doverle rispondere immediatamente.
Per non parlare del fatto che il mio ciclo è molto irregolare, e fin da quando ero piccola ho problemi di acne a causa degli ormoni, la pillola mi risolverebbe tutti i problemi, ne ho parlato con mia mamma e mi dice che sono ancora troppo piccola per prenderla, quando ormai moltissime delle mie amiche la utilizzano anche da diversi anni.
Il mio pensiero è che se dovessi prendere la pillola è come se mi desse l’okay per avere una vita sessuale attiva (cosa che già accade a sua insaputa).
Mi sento anche in colpa per il mio ragazzo, stiamo insieme da quasi un anno e mia mamma (ma anche mio papà) non vogliono assolutamente che io vada a casa sua, o che lui venga a casa mia anche di pomeriggio, perché la ritengono una cosa troppo formale soprattutto se ci sono i suoi genitori a casa.
Sia io che lui soffriamo per questa cosa, perché mi piacerebbe che avessero un bel rapporto.
Inoltre ho paura a dire a mio papà i miei programmi, e mi da fastidio quando mia mamma è scocciata o fa la strafottente perché non li approva, vorrei solo dei genitori tranquilli che mi appoggiassero e molto più aperti mentalmente.
Per ovvi motivi a 20 anni non posso stare a tutte queste regole quindi spesso mi ritrovo a dire bugie, non sentendomi nemmeno in colpa, per riuscire a vivere una vita da ventenne e non da quattordicenne.
Mi soffocano e mi rendo conto di essere anche io il problema, dovrei iniziare a fregarmene delle loro ramanzine e dei loro atteggiamenti, ma non riesco perché lì rispetto troppo.
Vorrei imparare a farmi valere e ad impormi su di loro, facendogli capire che gli voglio bene ma allo stesso tempo voglio bene a me stessa e voglio vivere una vita serena.
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Buongiorno,
mi sembra di capire che in questo momento la "lotta" interiore tra quello che devi essere per i tuoi genitori e quello che vuoi essere per volerti bene ha bisogno di essere "esternalizzata", quindi prendere un giusto tempo e spazio per individuarti rispetto alle loro richieste pur mantenendo il rapporto e il bene che senti di provare nei loro confronti.
Mi rendo conto che le regole a cui devi sottostare sono molto rigide e uniformi, dal "non passare davanti alla casa in rovina" al "non uscire dalla città con la macchina".
Questo, se accettabile in giovane età, diventa meno accettabile per te ora che hai raggiunto non solo la maggiore età ma anche un desiderio e una spinta sempre più forte ad una vita indipendente.
Quello che posso consigliarti di fare è di intraprendere una psicoterapia personale per poter avere un luogo protetto e "comodo" dove accettare tutte queste parti di te che si fanno sempre più forti e che non trovano, per il momento, terreno per sbocciare. Ci sono tanti fattori che vanno considerati, a partire dal tuo rapporto con i genitori fino a come trovare una "quadra" per avere un giusto distanziamento.
La psicoterapia offre un luogo dove sentirsi in confidenza e accettati per quello che si è, dove portare fuori anche ciò che ci fa più male dire.
Il mio augurio è che tu possa trovare questo spazio, hai 20 anni, tanta vita davanti e sento proprio questo tuo bisogno di portarla alla luce del sole.. bisogna "solo" trovare il modo di aprire le finestre :)
Sul tema dei tuoi disagi fisici correlati a questo forte stress emotivo costante, invece, ti consiglio caldamente un libro di facile fruizione che si chiama "La rivolta del corpo" di Alice Miller.
Molto bello, sento che può fare al caso tuo.
Un caro saluto,
Alessandra
mi sembra di capire che in questo momento la "lotta" interiore tra quello che devi essere per i tuoi genitori e quello che vuoi essere per volerti bene ha bisogno di essere "esternalizzata", quindi prendere un giusto tempo e spazio per individuarti rispetto alle loro richieste pur mantenendo il rapporto e il bene che senti di provare nei loro confronti.
Mi rendo conto che le regole a cui devi sottostare sono molto rigide e uniformi, dal "non passare davanti alla casa in rovina" al "non uscire dalla città con la macchina".
Questo, se accettabile in giovane età, diventa meno accettabile per te ora che hai raggiunto non solo la maggiore età ma anche un desiderio e una spinta sempre più forte ad una vita indipendente.
Quello che posso consigliarti di fare è di intraprendere una psicoterapia personale per poter avere un luogo protetto e "comodo" dove accettare tutte queste parti di te che si fanno sempre più forti e che non trovano, per il momento, terreno per sbocciare. Ci sono tanti fattori che vanno considerati, a partire dal tuo rapporto con i genitori fino a come trovare una "quadra" per avere un giusto distanziamento.
La psicoterapia offre un luogo dove sentirsi in confidenza e accettati per quello che si è, dove portare fuori anche ciò che ci fa più male dire.
Il mio augurio è che tu possa trovare questo spazio, hai 20 anni, tanta vita davanti e sento proprio questo tuo bisogno di portarla alla luce del sole.. bisogna "solo" trovare il modo di aprire le finestre :)
Sul tema dei tuoi disagi fisici correlati a questo forte stress emotivo costante, invece, ti consiglio caldamente un libro di facile fruizione che si chiama "La rivolta del corpo" di Alice Miller.
Molto bello, sento che può fare al caso tuo.
Un caro saluto,
Alessandra
Dr.ssa Alessandra Colombo
Psicologa del Benessere,
Psicoterapeuta ad orientamento Rogersiano.
Gallarate (VA)
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.9k visite dal 18/06/2021.
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