Ansia canalizzata positivamente ma non voglio che prenda il sopravvento
Buonasera, sono una donna di 32 anni e credo di soffrire di ansia da molto tempo.
Mi spiego meglio:
Spesso ho quella sensazione di peso sul torace, fiato corto e battito accelerato.
I primi episodi che ricordo di questo genere, risalgono agli anni dell’università, mi preoccupavo per gli esami e di perdere troppo tempo.
La paura principale derivava dal fatto che i miei genitori hanno vissuto una serie di alti e bassi economici che mi pesavano e che non mi hanno mai fatto sentire completamente sicura di affidarmi a loro.
Alla fine sono riuscita a canalizzare le mie ansie e sfruttarle per raggiungere ottimi risultati.
Stessa cosa con il lavoro, ansia perenne di fare scelte sbagliate, di non trovare lavoro e alla fine sono riuscita con l’impegno a realizzarmi e raggiungere ottimi traguardi.
Di nuovo questo ciclo di ansie si sta ripetendo per l’acquisto di una casa/convivenza/uscita dal nucleo familiare.
Diciamo che ho sempre gestito l’ansia in maniera che mi stimolasse a raggiungere i miei traguardi, ma adesso non ce la faccio più a vivere senza godermi un attimo di felicità, perché quelli che dovrebbero essere solo momenti di un normale percorso di vita, per me diventano tragedie e occasioni di ansie e infelicità, quando raggiungo un traguardo già non mi interessa più il risultato e ho l’ansia per lo step successivo
Gli ultimi episodi riguardano invece la mia vita di coppia, sono sempre stata abbastanza sicura di comprare casa/ andare a convivere/sposarmi con il mio compagno, ma a seguito di un episodio che ha messo in evidenza il suo lato caratteriale peggiore, oltre ad avere mia madre che mi riempie di dubbi e (anche se prova a non farmelo vedere) non approva del tutto la persona con cui st, già da diversi anni, perché pensa che meriterei di meglio, sto andando in crisi totale, ho ansia tutti i giorni e addirittura quando sono con il mio compagno mi sembra di dissociarmi da me stessa, come se non provassi emozioni di alcun tipo e mi viene la paura/dubbio di non amarlo.
Specifico che una fonte di stress molto forte per me è il fatto che sono molto riflessiva e penso e ripenso ai miei comportamenti perché sono terrorizzata dalla paura di fare scelte sbagliate o cose in modo sbagliato.
ho deciso di andare da un terapista, ma nel frattempo vorrei chiedervi se avete consigli per smettere di soffrire così tanto e di rovinarmi le cose belle che mi ha dato la vita e affrontare le scelte con serenità, perché la situazione per me non è più sostenibile.
Grazie in anticipo
Mi spiego meglio:
Spesso ho quella sensazione di peso sul torace, fiato corto e battito accelerato.
I primi episodi che ricordo di questo genere, risalgono agli anni dell’università, mi preoccupavo per gli esami e di perdere troppo tempo.
La paura principale derivava dal fatto che i miei genitori hanno vissuto una serie di alti e bassi economici che mi pesavano e che non mi hanno mai fatto sentire completamente sicura di affidarmi a loro.
Alla fine sono riuscita a canalizzare le mie ansie e sfruttarle per raggiungere ottimi risultati.
Stessa cosa con il lavoro, ansia perenne di fare scelte sbagliate, di non trovare lavoro e alla fine sono riuscita con l’impegno a realizzarmi e raggiungere ottimi traguardi.
Di nuovo questo ciclo di ansie si sta ripetendo per l’acquisto di una casa/convivenza/uscita dal nucleo familiare.
Diciamo che ho sempre gestito l’ansia in maniera che mi stimolasse a raggiungere i miei traguardi, ma adesso non ce la faccio più a vivere senza godermi un attimo di felicità, perché quelli che dovrebbero essere solo momenti di un normale percorso di vita, per me diventano tragedie e occasioni di ansie e infelicità, quando raggiungo un traguardo già non mi interessa più il risultato e ho l’ansia per lo step successivo
Gli ultimi episodi riguardano invece la mia vita di coppia, sono sempre stata abbastanza sicura di comprare casa/ andare a convivere/sposarmi con il mio compagno, ma a seguito di un episodio che ha messo in evidenza il suo lato caratteriale peggiore, oltre ad avere mia madre che mi riempie di dubbi e (anche se prova a non farmelo vedere) non approva del tutto la persona con cui st, già da diversi anni, perché pensa che meriterei di meglio, sto andando in crisi totale, ho ansia tutti i giorni e addirittura quando sono con il mio compagno mi sembra di dissociarmi da me stessa, come se non provassi emozioni di alcun tipo e mi viene la paura/dubbio di non amarlo.
Specifico che una fonte di stress molto forte per me è il fatto che sono molto riflessiva e penso e ripenso ai miei comportamenti perché sono terrorizzata dalla paura di fare scelte sbagliate o cose in modo sbagliato.
ho deciso di andare da un terapista, ma nel frattempo vorrei chiedervi se avete consigli per smettere di soffrire così tanto e di rovinarmi le cose belle che mi ha dato la vita e affrontare le scelte con serenità, perché la situazione per me non è più sostenibile.
Grazie in anticipo
[#1]
Gentile signorina,
nella sua comunicazione lei afferma di avere utilizzato la sua ansia - apprensione in modo che le servisse per raggiungere i suoi traguardi. Un mio amico che faceva lo stesso dichiarava di avere "un foruncolo sulla coscienza" quando qualcuno gli chiedeva se lui considerasse questo difettuccio come una malattia. Anche nel suo caso penso che lei lo consideri allo stesso modo come un piccolo problema e, comunque, ha deciso di farsi seguire da uno psicologo. Bene. Devo, però, chiederle di rettificare una apparente contraddizione quando afferma che si è decisa ad andare da un terapista e chiede adesso un consiglio per smettere di soffrire così tanto. Se ritiene che il suo problema vada affrontato da un professionista in modo più sistematico come mai ritiene che un semplice consiglio possa farle smettere di soffrire così tanto?
Il suo problema, pur essendo un "foruncolo sulla coscienza" va considerato con più sistematicità e impegno.
Il mio consiglio, allora, è di rivolgersi ad un professionista di orientamento Strategico. Con la terapia di orientamento strategico vengono affrontati gli argomenti della sua ansia con metodo dandole anche delle prescrizioni che vanno seguite con la massima precisione. Le anticipo che il metodo strategico - paradossale non si occupa delle origini del suo problema ma semplicemente della soluzione. Il paradosso consiste nel somministrarle il danno in una forma per cui sarà lei l'artefice della sua ansia.
Non riesco ad essere più chiaro. posso solo suggerirle di leggere il libro di Nardone: "Non c'è notte che non veda giorno", o anche il mio "Terapia breve degli attacchi di panico".
i più cordiali saluti.
nella sua comunicazione lei afferma di avere utilizzato la sua ansia - apprensione in modo che le servisse per raggiungere i suoi traguardi. Un mio amico che faceva lo stesso dichiarava di avere "un foruncolo sulla coscienza" quando qualcuno gli chiedeva se lui considerasse questo difettuccio come una malattia. Anche nel suo caso penso che lei lo consideri allo stesso modo come un piccolo problema e, comunque, ha deciso di farsi seguire da uno psicologo. Bene. Devo, però, chiederle di rettificare una apparente contraddizione quando afferma che si è decisa ad andare da un terapista e chiede adesso un consiglio per smettere di soffrire così tanto. Se ritiene che il suo problema vada affrontato da un professionista in modo più sistematico come mai ritiene che un semplice consiglio possa farle smettere di soffrire così tanto?
Il suo problema, pur essendo un "foruncolo sulla coscienza" va considerato con più sistematicità e impegno.
Il mio consiglio, allora, è di rivolgersi ad un professionista di orientamento Strategico. Con la terapia di orientamento strategico vengono affrontati gli argomenti della sua ansia con metodo dandole anche delle prescrizioni che vanno seguite con la massima precisione. Le anticipo che il metodo strategico - paradossale non si occupa delle origini del suo problema ma semplicemente della soluzione. Il paradosso consiste nel somministrarle il danno in una forma per cui sarà lei l'artefice della sua ansia.
Non riesco ad essere più chiaro. posso solo suggerirle di leggere il libro di Nardone: "Non c'è notte che non veda giorno", o anche il mio "Terapia breve degli attacchi di panico".
i più cordiali saluti.
Dr. Paolo Mancino
[#2]
Ex utente
Grazie mille Dr. Mancino, mi ha dato degli spunti molto interessanti di cui la ringrazio. A volte forse mi rendo conto di aspettarmi un po’ troppo da me stessa e dalla mia vita e il contrasto tra ciò che vorrei (che è più di quello che mi aspetto), tra ciò che mi aspetto/ mi impongo di realizzare (che è più di quanto non si realizzi) e la realtà fattuale mi manda in crisi, mi crea ansia e talvolta sento una lacerazione interiore quando raggiungo la consapevolezza che quello che vorrei, che farei, che perseguo non si realizzerà mai come lo desidero io.
In ogni caso mi documenterò sui libri e sul metodo che mi ha suggerito. Grazie ancora per avermi dato il suo parere medico.
In ogni caso mi documenterò sui libri e sul metodo che mi ha suggerito. Grazie ancora per avermi dato il suo parere medico.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 757 visite dal 15/06/2021.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.