Fobia sociale? quale psicoterapia??
Gentili dottori di medicitalia,
Buongiorno
volevo chiederVi la terapia più indicata per il mio caso e a quale istituto mi devo rivolgere.
Mi spiego meglio, ho da quando sono andato all'università stati d'animo altalenanti dalla nera depressione agli attacchi di panico, alla depressione, nonostante tutto, con molte difficoltà, sono riuscito a laurearmi (tardi) e a superare da solo gli attacchi di panico.
per farla breve la situazione che vivo oggi è questa: ho rapporti sociali limitatissimi, ho avuto catastrofiche esperienze di lavoro (dopo max 3 mesi di lavoro partiva il mobbing) che ho lasciato in molte occasioni, mi sono bloccato e ho paura di trovare un lavoro perché sono sicuro che sarò costretto a lasciarlo dopo il mobbing. Sto per la maggior parte della settimana chiuso in casa con rapporti limitati anche con i miei che fanno andare avanti la situazione senza interessarsi più di tanto.
Essendo questa la situazione mi sono rivolto al mio medico di base che mi ha prescritto degli antidepressivi, su mia proposta abbiamo optato per le sedute di psicoterapia.
Non voglio dilungarmi e vi dico solo che mi sono recato prima da una psicologa che si occupava di riabilitazione dementi e adesso mi sono rivolto ad una psicoterapeuta che è specializzata in problemi di coppia.
A questo punto:
fermo restando che devo sempre usufruire del SSN, devo cambiare e cercare uno psicoterapeuta adatto ai miei problemi o va bene qualsiasi psicologo??
Cordiali saluti
Buongiorno
volevo chiederVi la terapia più indicata per il mio caso e a quale istituto mi devo rivolgere.
Mi spiego meglio, ho da quando sono andato all'università stati d'animo altalenanti dalla nera depressione agli attacchi di panico, alla depressione, nonostante tutto, con molte difficoltà, sono riuscito a laurearmi (tardi) e a superare da solo gli attacchi di panico.
per farla breve la situazione che vivo oggi è questa: ho rapporti sociali limitatissimi, ho avuto catastrofiche esperienze di lavoro (dopo max 3 mesi di lavoro partiva il mobbing) che ho lasciato in molte occasioni, mi sono bloccato e ho paura di trovare un lavoro perché sono sicuro che sarò costretto a lasciarlo dopo il mobbing. Sto per la maggior parte della settimana chiuso in casa con rapporti limitati anche con i miei che fanno andare avanti la situazione senza interessarsi più di tanto.
Essendo questa la situazione mi sono rivolto al mio medico di base che mi ha prescritto degli antidepressivi, su mia proposta abbiamo optato per le sedute di psicoterapia.
Non voglio dilungarmi e vi dico solo che mi sono recato prima da una psicologa che si occupava di riabilitazione dementi e adesso mi sono rivolto ad una psicoterapeuta che è specializzata in problemi di coppia.
A questo punto:
fermo restando che devo sempre usufruire del SSN, devo cambiare e cercare uno psicoterapeuta adatto ai miei problemi o va bene qualsiasi psicologo??
Cordiali saluti
[#1]
Gentile ragazzo, se lo psicologo è specializzato in psicoterapia e con lui si è creata una buna alleanza allora va bene ed è inutile cambiare.
cordialmente
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile utente,
credo di intepretare bene la sua domanda sarebbe rispetto a quale tipo terapeuta sia meglio per il suo problema.
Da quello che descrive l'ideale sarebbe rivolgersi ad un centro di salute mentale, lì dovrebbe essere più facile trovare qualcuno che si occupi del suo problema. Le dico dovrebbe perchè dalla descrizione non ho sufficienti elementi per capire bene di che si tratta e per fare una diagnosi precisa sarebbe necessario il parere di uno psicologo o di uno psichiatra. Solo dopo una diagnosi accurata si può scegliere la tipologia di terapia più adatta a lei, ed il centro di salute mentale è in grado di fare anche questo.
Cordialmente
credo di intepretare bene la sua domanda sarebbe rispetto a quale tipo terapeuta sia meglio per il suo problema.
Da quello che descrive l'ideale sarebbe rivolgersi ad un centro di salute mentale, lì dovrebbe essere più facile trovare qualcuno che si occupi del suo problema. Le dico dovrebbe perchè dalla descrizione non ho sufficienti elementi per capire bene di che si tratta e per fare una diagnosi precisa sarebbe necessario il parere di uno psicologo o di uno psichiatra. Solo dopo una diagnosi accurata si può scegliere la tipologia di terapia più adatta a lei, ed il centro di salute mentale è in grado di fare anche questo.
Cordialmente
Dr.ssa Sara Daniela Elettra Pezzola
Ordine psicologi Lombardia n° 10817
[#3]
Gentile utente, sta ottenendo benefici dalla professionista dalla quale è attualmente seguito, oppure no?
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Utente
Anzitutto Grazie per la gentile risposta.
Per quanto riguarda i miei problemi sintetizzando sono questi:
da più giovane avevo una vita sociale soddisfacente, oggi non riesco a inserirmi in nessun gruppo sociale, anzi negli ambienti di lavoro c'è la tendenza a trattarmi male e ad allontanarmi e non riesco a capire perché: mi ritengo una persona molto gentile e disponibile. Nonostante la mia disponibilità vengo considerato uno scemo dopo un pò, e vengo trattato con risatine e infine emarginato e ostacolato nel lavoro.
Inoltre non sono mai convinto di quello che faccio, dovrei cercare un altro lavoro, ma nonostante le occasioni non riesco ad iniziare perché credo che comunque il lavoro per il quale ho preso la laurea non sia quello adatto a me. Le persone mi hanno sempre detto che sono depresso e pessimista, "si vede dalla faccia sempre imbronciata" dicono. Vorrei cambiare vita, fare un lavoro anche non qualificato, ma staccarmi dalla mia famiglia e cominciare a respirare la libertà.
Per quanto riguarda la psicoterapia,in realtà dopo l'esperienza con la prima psicologa (quella dei dementi per capirci) mi sono recato presso un centro salute mentale e chiedendo praticamente all'usciere dove potevo rivolgermi per l'accoglienza, sono stato indirizzato presso la prima dott.ssa disponibile appunto, che è psicologa e abilitata in psicoterapia, ma si occupa di mediazione familiare e terapia della famiglia, in conclusione la dott.ssa mi ha fissato il primo appuntamento presso di lei alla ASl.
Francamente io non ne capisco nulla in questo campo, la dott.ssa mi sembra una persona affidabile dai discorsi che mi ha fatto durante quei 10 minuti di accoglienza, ma mi sento un tantino abbandonato al caso.
Chiedo consiglio a Voi che sicuramente sarete in grado di indirizzarmi.
Vi Ringrazio Nuovamente per le risposte date e per ogni altra eventuale risposta.
Cordiali saluti
Per quanto riguarda i miei problemi sintetizzando sono questi:
da più giovane avevo una vita sociale soddisfacente, oggi non riesco a inserirmi in nessun gruppo sociale, anzi negli ambienti di lavoro c'è la tendenza a trattarmi male e ad allontanarmi e non riesco a capire perché: mi ritengo una persona molto gentile e disponibile. Nonostante la mia disponibilità vengo considerato uno scemo dopo un pò, e vengo trattato con risatine e infine emarginato e ostacolato nel lavoro.
Inoltre non sono mai convinto di quello che faccio, dovrei cercare un altro lavoro, ma nonostante le occasioni non riesco ad iniziare perché credo che comunque il lavoro per il quale ho preso la laurea non sia quello adatto a me. Le persone mi hanno sempre detto che sono depresso e pessimista, "si vede dalla faccia sempre imbronciata" dicono. Vorrei cambiare vita, fare un lavoro anche non qualificato, ma staccarmi dalla mia famiglia e cominciare a respirare la libertà.
Per quanto riguarda la psicoterapia,in realtà dopo l'esperienza con la prima psicologa (quella dei dementi per capirci) mi sono recato presso un centro salute mentale e chiedendo praticamente all'usciere dove potevo rivolgermi per l'accoglienza, sono stato indirizzato presso la prima dott.ssa disponibile appunto, che è psicologa e abilitata in psicoterapia, ma si occupa di mediazione familiare e terapia della famiglia, in conclusione la dott.ssa mi ha fissato il primo appuntamento presso di lei alla ASl.
Francamente io non ne capisco nulla in questo campo, la dott.ssa mi sembra una persona affidabile dai discorsi che mi ha fatto durante quei 10 minuti di accoglienza, ma mi sento un tantino abbandonato al caso.
Chiedo consiglio a Voi che sicuramente sarete in grado di indirizzarmi.
Vi Ringrazio Nuovamente per le risposte date e per ogni altra eventuale risposta.
Cordiali saluti
[#5]
Gentile utente, sarà lei a rendersi conto dell'aiuto ricevuto solo quando comincerà il suo percorso di terapia. Da questa sede non potremmo mai dirle se quella dottoressa va bene oppure no. La collega, specializzata in terapia della famiglia, è innanzitutto una psicoterapeuta e noi non conosciamo il suo orientamento . Il terapeuta famigliare può essere di orientamento sistemico (e quindi può affrontare il discorso comportamentale e strategico correttamente) ma può anche avere un orientamento psicoanalitico o di tipo umanistico esistenziale. Ma solo lei potrà valutare i benefici sulla sua persona.
Cordialmente
Cordialmente
[#6]
Mi sembra che se la dottoressa le sta dando un'impressione di affidabilità, non ci sia niente verso cui indirizzarla, almeno per ora. Inizi a fare qualche colloquio con lei, e se ce ne sarà bisogno potremo reindirizzarla altrove. Ma in questo momento farlo sarebbe controproducente.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#7]
Gentile Utente,
immagino quanto sia penoso per lei questo momento, soprattutto l'idea di dover parlare con uno/a sconosciuto/a dei suoi problemi emotivi e psicologici.
Per rispondere al suo quesito iniziale il miglior approccio alla fobia sociale (ammesso che sia questa la diagnosi)è quello cognitivo-comportamentale. Provi a leggere questo articolo per farsi un'idea della cura ed eventualmente per capire se davvero si tratti di fobia sociale https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/316-fobia-sociale-il-palcoscenico-della-paura.html
Detto questo, gli specialisti che utilizzano questo tipo di orientamento terapeutico difficilmente si trovano presso le Asl, ma spesso ricevono privatamente. Ciò non significa che la psicologa dell'Asl che le hanno assegnato sia meno competente o utile nel suo caso. Secondo me dovrebbe adottare questa regola: se una cosa non funziona dopo un po' la si cambia.
In ogni caso, anche se non dovesse funzionare per l'ansia, un eventuale lavoro con la psicologa dell'Asl può sempre aiutarla ad aprire alcune "finestre" decisamente interessanti, per questo io proverei
immagino quanto sia penoso per lei questo momento, soprattutto l'idea di dover parlare con uno/a sconosciuto/a dei suoi problemi emotivi e psicologici.
Per rispondere al suo quesito iniziale il miglior approccio alla fobia sociale (ammesso che sia questa la diagnosi)è quello cognitivo-comportamentale. Provi a leggere questo articolo per farsi un'idea della cura ed eventualmente per capire se davvero si tratti di fobia sociale https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/316-fobia-sociale-il-palcoscenico-della-paura.html
Detto questo, gli specialisti che utilizzano questo tipo di orientamento terapeutico difficilmente si trovano presso le Asl, ma spesso ricevono privatamente. Ciò non significa che la psicologa dell'Asl che le hanno assegnato sia meno competente o utile nel suo caso. Secondo me dovrebbe adottare questa regola: se una cosa non funziona dopo un po' la si cambia.
In ogni caso, anche se non dovesse funzionare per l'ansia, un eventuale lavoro con la psicologa dell'Asl può sempre aiutarla ad aprire alcune "finestre" decisamente interessanti, per questo io proverei
[#8]
Utente
Anzitutto Grazie per le risposte,
Volevo informarvi della situazione ad un po’ di tempo di distanza dalla prima seduta.
Allora: la situazione non mi sembra stia migliorando, nel senso che una volta palesati i miei problemi sul lavoro, tutte le sedute le passo a sentirmi dire sempre la stesse cose: devi adattarti al lavoro che trovi e devi essere più reattivo.
Il mio problema però è proprio questo!!
se dopo un po’ di tempo mi trovo a lavorare in situazioni disumane ed oggettivamente insopportabili ci sarà un motivo che non riesco a capire, secondo me non basta dire la situazione è questa e ti devi adattare, magari con l'aiuto degli psicofarmaci, io voglio capire perché solo io sono escluso dal mondo del lavoro e più in generale da tutti i contesti sociali, cioè dove sbaglio, sempre che si tratti di uno sbaglio mio oppure che ho avuto la sfortuna di trovarmi sempre in ambienti particolari.
Oggi la mia situazione è questa: non riesco a impegnarmi nelle cose che dovrei fare, ho voglia spesso di piangere e a volte lo faccio, ho paura per l’avvenire e mi sento abbandonato a me stesso da tutti, dalla famiglia che non può o non vuole capire.
Non lo so, non mi sembra giusto che la psicoterapeuta mi dica che non ho un carattere forte e devo cercare un lavoro più consono alle mie capacità.
Io sono rimasto traumatizzato dalle esperienze di lavoro cioè dover restare seduto 10 ore al giorno su una sedia (la maggior parte del tempo a non fare niente) con l’unico collega che è impermeabile a qualsiasi tentativo di socializzazione e che ad ogni piè sospinto fa una frecciatina sulla mia incompetenza lavorativa.
E questa è solo l’ultima esperienza lavorativa, vi risparmio le situazioni umilianti e alienanti cui ero sottoposto prima. Come posso pensare di adattarmi a situazioni di questo genere.
La mia domanda ora è questa: come faccio a capire che con la psicoterapeuta stiamo percorrendo la strada giusta?
Io da un lato non condivido quello che mi dice la psicoterapeuta, ma so anche che se voglio che la situazione cambi mi devo fidare di qualcuno esterno più che di me stesso.
Voi cosa ne pensate??
Grazie ancora e saluti
Volevo informarvi della situazione ad un po’ di tempo di distanza dalla prima seduta.
Allora: la situazione non mi sembra stia migliorando, nel senso che una volta palesati i miei problemi sul lavoro, tutte le sedute le passo a sentirmi dire sempre la stesse cose: devi adattarti al lavoro che trovi e devi essere più reattivo.
Il mio problema però è proprio questo!!
se dopo un po’ di tempo mi trovo a lavorare in situazioni disumane ed oggettivamente insopportabili ci sarà un motivo che non riesco a capire, secondo me non basta dire la situazione è questa e ti devi adattare, magari con l'aiuto degli psicofarmaci, io voglio capire perché solo io sono escluso dal mondo del lavoro e più in generale da tutti i contesti sociali, cioè dove sbaglio, sempre che si tratti di uno sbaglio mio oppure che ho avuto la sfortuna di trovarmi sempre in ambienti particolari.
Oggi la mia situazione è questa: non riesco a impegnarmi nelle cose che dovrei fare, ho voglia spesso di piangere e a volte lo faccio, ho paura per l’avvenire e mi sento abbandonato a me stesso da tutti, dalla famiglia che non può o non vuole capire.
Non lo so, non mi sembra giusto che la psicoterapeuta mi dica che non ho un carattere forte e devo cercare un lavoro più consono alle mie capacità.
Io sono rimasto traumatizzato dalle esperienze di lavoro cioè dover restare seduto 10 ore al giorno su una sedia (la maggior parte del tempo a non fare niente) con l’unico collega che è impermeabile a qualsiasi tentativo di socializzazione e che ad ogni piè sospinto fa una frecciatina sulla mia incompetenza lavorativa.
E questa è solo l’ultima esperienza lavorativa, vi risparmio le situazioni umilianti e alienanti cui ero sottoposto prima. Come posso pensare di adattarmi a situazioni di questo genere.
La mia domanda ora è questa: come faccio a capire che con la psicoterapeuta stiamo percorrendo la strada giusta?
Io da un lato non condivido quello che mi dice la psicoterapeuta, ma so anche che se voglio che la situazione cambi mi devo fidare di qualcuno esterno più che di me stesso.
Voi cosa ne pensate??
Grazie ancora e saluti
[#9]
gentile ragazzo, quando si comincia un percorso di psicoterapia si ha l'illusione che il teraputa debba subito darci conforto e concordare con ciò che noi ci aspettiamo da quest'ultimo. Se fosse davvero così basterebbe un amico o un sacerdote. In terapia vengono messe innanzitutto in discussione le dinamiche disfunzionali di un paziente e l'eventuale reazione negativa a questo è un effetto che fa parte del gioco. Noi non possiamo dirle se il suo è il percorso giusto, sarà lei a rendersene conto entro un certo tempo, ma non può pensare di ottenere risposte che a lei piacciono di più altrimenti uno se le potrebbe dare da solo.
abbia pazienza e riporti questi dubbi al suo terapeuta.
saluti
abbia pazienza e riporti questi dubbi al suo terapeuta.
saluti
[#10]
E inoltre, una sola seduta è un po' poca per decidere se stiamo andando bene o no. Si dia almeno un altro po' di tempo. Può leggere questo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/374-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-ii.html
Cordiali saluti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/374-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-ii.html
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.7k visite dal 14/05/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?