Gelosia retroattiva ed omosessualità
Buongiorno, sono una ragazza di 32 anni e sono ormai consapevole del fatto che mi piacciano le donne.
In passato ho avuto brevissime storie occasionali con dei ragazzi e una più seria, durata quasi 4 anni, ma durante la quale sentivo benissimo che qualcosa non andava e infatti lo lasciai per trovare la "mia" strada.
Ora sto da quasi un anno con una ragazza (la seconda della mia vita), ed è sorto un problema che si presentò già con la mia ex.
Soffro di gelosia retroattiva, e il mio pensiero fisso è nato quando lei (l'attuale ragazza), inconsapevole del fatto che io avessi questo problema, mi disse che nei rapporti orali (con i due ragazzi che ha avuto), ingoiava lo sperma.
Questa cosa mi ha lasciata di stucco perché io con il mio ragazzo ero stata chiara fin da subito sul fatto che non lo avrei mai fatto.
Lei mi disse che lo faceva perché pensava che fosse "quello che andava fatto" ma che il sesso in sé con un uomo non le hai mai trasmesso nulla, nemmeno una minima emozione.
Le sue parole mi hanno confortata all'inizio, pensando che "ok dai in fin dei conti non è successo niente", ma a lungo andare i pensieri intrusivi si impadroniscono spesso e volentieri della mia mente, tanto da provare forte ansia e arrivare a non dormire più.
Delle volte vorrei farle altre domande per conoscere altri dettagli, ma quasi sempre riesco ad evitare perché so benissimo a quanto dolore andrei incontro, se non dovesse rispondere come mi aspetto.
Ho cercato di capire se tante donne lo facciano e cosa le spinga a farlo, trovando ahimè risposte come "lo faccio solo se ho una forte complicità con lui, non a tutti do questo piacere" Ecc... E quindi a volte torno a chiedere a lei il perché, se non le facesse schifo la cosa e lei mi risponde sempre che non vedeva altre vie e che comunque le era indifferente.
Lei mi ha detto che il suo passato è passato, che le è servito per capire delle cose, e che non vorrà mai più andare a letto con un uomo, e che oltretutto era consapevole da sempre che le piacessero le donne, ma aspettava solo il momento per trovare il coraggio di abbandonare il mondo etero.
Sono già in terapia da mesi (cognitivo-comportamentale), ma purtroppo anche chi mi segue mi dice che non ha senso fissarmi sulla cosa e che non è tanto il gesto in sé a provocare dolore, ma probabilmente è il mio inconscio che mi vuole dire qualcosa.
Secondo la psicologa deriva tutto da un vuoto risalente alla mia infanzia, al rapporto con mia madre e la paura di essere abbandonata, e ciò che mi dice è "devi colmarlo da sola quel vuoto, perché la tua ragazza non lo può fare".
Il problema è che non so come, so solo di essere una ragazza molto insicura, che fa continui paragoni con gli altri, e a quanto pare con la mia ragazza stessa.
È come se io mi sentissi una sfigata per non essere riuscita a fare ciò che ha fatto lei, e allo stesso tempo mi fa male pensare che sia stata così tanto DI qualcuno, prima di me.
In passato ho avuto brevissime storie occasionali con dei ragazzi e una più seria, durata quasi 4 anni, ma durante la quale sentivo benissimo che qualcosa non andava e infatti lo lasciai per trovare la "mia" strada.
Ora sto da quasi un anno con una ragazza (la seconda della mia vita), ed è sorto un problema che si presentò già con la mia ex.
Soffro di gelosia retroattiva, e il mio pensiero fisso è nato quando lei (l'attuale ragazza), inconsapevole del fatto che io avessi questo problema, mi disse che nei rapporti orali (con i due ragazzi che ha avuto), ingoiava lo sperma.
Questa cosa mi ha lasciata di stucco perché io con il mio ragazzo ero stata chiara fin da subito sul fatto che non lo avrei mai fatto.
Lei mi disse che lo faceva perché pensava che fosse "quello che andava fatto" ma che il sesso in sé con un uomo non le hai mai trasmesso nulla, nemmeno una minima emozione.
Le sue parole mi hanno confortata all'inizio, pensando che "ok dai in fin dei conti non è successo niente", ma a lungo andare i pensieri intrusivi si impadroniscono spesso e volentieri della mia mente, tanto da provare forte ansia e arrivare a non dormire più.
Delle volte vorrei farle altre domande per conoscere altri dettagli, ma quasi sempre riesco ad evitare perché so benissimo a quanto dolore andrei incontro, se non dovesse rispondere come mi aspetto.
Ho cercato di capire se tante donne lo facciano e cosa le spinga a farlo, trovando ahimè risposte come "lo faccio solo se ho una forte complicità con lui, non a tutti do questo piacere" Ecc... E quindi a volte torno a chiedere a lei il perché, se non le facesse schifo la cosa e lei mi risponde sempre che non vedeva altre vie e che comunque le era indifferente.
Lei mi ha detto che il suo passato è passato, che le è servito per capire delle cose, e che non vorrà mai più andare a letto con un uomo, e che oltretutto era consapevole da sempre che le piacessero le donne, ma aspettava solo il momento per trovare il coraggio di abbandonare il mondo etero.
Sono già in terapia da mesi (cognitivo-comportamentale), ma purtroppo anche chi mi segue mi dice che non ha senso fissarmi sulla cosa e che non è tanto il gesto in sé a provocare dolore, ma probabilmente è il mio inconscio che mi vuole dire qualcosa.
Secondo la psicologa deriva tutto da un vuoto risalente alla mia infanzia, al rapporto con mia madre e la paura di essere abbandonata, e ciò che mi dice è "devi colmarlo da sola quel vuoto, perché la tua ragazza non lo può fare".
Il problema è che non so come, so solo di essere una ragazza molto insicura, che fa continui paragoni con gli altri, e a quanto pare con la mia ragazza stessa.
È come se io mi sentissi una sfigata per non essere riuscita a fare ciò che ha fatto lei, e allo stesso tempo mi fa male pensare che sia stata così tanto DI qualcuno, prima di me.
[#1]
Gentile utente,
meraviglia che una Psicologa "cognitivo-comportamentale" chiami in causa l'inconscio (che fa parte di tutt'altro approccio), dicendole che "..è il mio inconscio che mi vuole dire qualcosa."
E' certa che sia anche Psicoterapeuta, cioè riconosciuta dall'Ordine come in grado di curare?
"Delle volte vorrei farle altre domande per conoscere altri dettagli.."
Come La aiuta la Sua curante a fronteggiare tali pensieri intrusivi? con quali tecniche?
Saluti cordiali.
Dott.Brunialti
meraviglia che una Psicologa "cognitivo-comportamentale" chiami in causa l'inconscio (che fa parte di tutt'altro approccio), dicendole che "..è il mio inconscio che mi vuole dire qualcosa."
E' certa che sia anche Psicoterapeuta, cioè riconosciuta dall'Ordine come in grado di curare?
"Delle volte vorrei farle altre domande per conoscere altri dettagli.."
Come La aiuta la Sua curante a fronteggiare tali pensieri intrusivi? con quali tecniche?
Saluti cordiali.
Dott.Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Buonasera,
Si è anche psicoterapeuta iscritta all'Ordine. A dirle la verità in questo periodo sto leggendo talmente tante cose e guardando tanti video a riguardo, che può darsi che mi sia confusa nell'assocciare il termine "inconscio" alla mia curante (ora non faccio più le sedute settimanali e ci vediamo molto meno) . Sta di fatto che comunque lei mi ha detto che il problema non sia tanto il gesto in sé ma sia qualcosa di più profondo, probabilmente dovuto appunto ad un vuoto derivante dall'infanzia. Riguardo ai pensieri intrusivi, mi dice di distrarmi e di cercare di fare qualcosa per non focalizzare la mente sul pensiero; un metodo che mi ha consigliato è quello di concentrarmi sul mio respiro. Mi è stato anche detto che anziché andare contro questi pensieri e cercare di combatterli, dovrei accettare le mie notti insonni, l'ansia e la perdita di appetito che ne derivano. Solo accentandoli potrebbero svanire o comunque non rappresenteranno più una minaccia così insormontabile. Per quanto riguarda la ricerca di dettagli facendo domande inerenti alle esperienze sessuali alla mia ragazza, mi dice di evitare di farlo perché non saranno le sue rassicurazioni a risolvere il problema, ma la soluzione deve venire esclusivamente da me. Anche perché così facendo posso solo che causare un'instabilità e portare infelicità alla coppia.
Si è anche psicoterapeuta iscritta all'Ordine. A dirle la verità in questo periodo sto leggendo talmente tante cose e guardando tanti video a riguardo, che può darsi che mi sia confusa nell'assocciare il termine "inconscio" alla mia curante (ora non faccio più le sedute settimanali e ci vediamo molto meno) . Sta di fatto che comunque lei mi ha detto che il problema non sia tanto il gesto in sé ma sia qualcosa di più profondo, probabilmente dovuto appunto ad un vuoto derivante dall'infanzia. Riguardo ai pensieri intrusivi, mi dice di distrarmi e di cercare di fare qualcosa per non focalizzare la mente sul pensiero; un metodo che mi ha consigliato è quello di concentrarmi sul mio respiro. Mi è stato anche detto che anziché andare contro questi pensieri e cercare di combatterli, dovrei accettare le mie notti insonni, l'ansia e la perdita di appetito che ne derivano. Solo accentandoli potrebbero svanire o comunque non rappresenteranno più una minaccia così insormontabile. Per quanto riguarda la ricerca di dettagli facendo domande inerenti alle esperienze sessuali alla mia ragazza, mi dice di evitare di farlo perché non saranno le sue rassicurazioni a risolvere il problema, ma la soluzione deve venire esclusivamente da me. Anche perché così facendo posso solo che causare un'instabilità e portare infelicità alla coppia.
[#3]
Gentile utrenet,
Tutte queste letture, tutti questi video in rete hanno come effetto di distrarLa dal suo percorso principale, quello della psicoterapia.
Di questo fatto, cioè di continuare a cercare a destra e a manca, ne parli con la Sua Psy, è possibile sia uno degli aspetti del problema.
Chieda inoltre maggiore aiuto in termini di comportamenti da mettere in atto, oltre che di "vuoti risalenti all'infanzia". Ma poi applichi puntualmente quanto suggeritoLe o prescrittoLe; senza una Sua partecipazione concreta la psicoterapia non produce miracoli di per sè.
Non vedo inoltre la ratio del rendere le sedute più distanziate nel tempo, stante la situazione.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Tutte queste letture, tutti questi video in rete hanno come effetto di distrarLa dal suo percorso principale, quello della psicoterapia.
Di questo fatto, cioè di continuare a cercare a destra e a manca, ne parli con la Sua Psy, è possibile sia uno degli aspetti del problema.
Chieda inoltre maggiore aiuto in termini di comportamenti da mettere in atto, oltre che di "vuoti risalenti all'infanzia". Ma poi applichi puntualmente quanto suggeritoLe o prescrittoLe; senza una Sua partecipazione concreta la psicoterapia non produce miracoli di per sè.
Non vedo inoltre la ratio del rendere le sedute più distanziate nel tempo, stante la situazione.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Buongiorno,
La ringrazio per le sue risposte. Sono ormai diversi mesi che sono in terapia e per tanti di questi le sedute erano settimanali; devo dire che non era solo questo il tema centrale delle sedute, visto che avevo anche qualche altra questione irrisolta. Purtroppo non mi sto rendendo conto se nei mesi precedenti le ricadute in fatto di gelosia retroattiva fossero più frequenti, forse sì, quindi non so definire se abbia fatto un piccolo passo avanti. Se ho scritto qui è perché non mi sento di aver trovato una risposta esaustiva inerenti le cause di questo disturbo, e soprattutto un valido aiuto. Certo non mi aspetto che i miglioramenti avvengano dall'oggi al domani. Lei mi saprebbe dire qualcosa in più riguardo al mio problema? Vorrei almeno capire se sia possibile uscirne, perché in questi giorni mi sembra di essere ripartita da zero e le speranze di una possibile "guarigione" sono di nuovo ridotte al minimo. Grazie
La ringrazio per le sue risposte. Sono ormai diversi mesi che sono in terapia e per tanti di questi le sedute erano settimanali; devo dire che non era solo questo il tema centrale delle sedute, visto che avevo anche qualche altra questione irrisolta. Purtroppo non mi sto rendendo conto se nei mesi precedenti le ricadute in fatto di gelosia retroattiva fossero più frequenti, forse sì, quindi non so definire se abbia fatto un piccolo passo avanti. Se ho scritto qui è perché non mi sento di aver trovato una risposta esaustiva inerenti le cause di questo disturbo, e soprattutto un valido aiuto. Certo non mi aspetto che i miglioramenti avvengano dall'oggi al domani. Lei mi saprebbe dire qualcosa in più riguardo al mio problema? Vorrei almeno capire se sia possibile uscirne, perché in questi giorni mi sembra di essere ripartita da zero e le speranze di una possibile "guarigione" sono di nuovo ridotte al minimo. Grazie
[#5]
Gentile utente,
in replica ci scrive che
"..Se ho scritto qui è perché non mi sento di aver trovato una risposta esaustiva inerenti le cause di questo disturbo, e soprattutto un valido aiuto."
Grazie della fiducia,
ma sicuramente un consulto online fatto di una manciata di parole non è più "potente" ed efficace di un percorso di psicoterapia di persona per vari mesi, quello che Lei ha fatto.
Sicuramente la Sua Terapeuta Le avrà fatto una diagnosi,
cosa che noi online siamo impossibilitati a porre.
E dunque è in grado di rispondere a Sue domande di cui noi non possediamo gli elementi.
Tenga conto inoltre che l'approccio che io seguo non considera l'approfondimento delle cause "condicio sine qua non" per la risoluzione del problema.
E ancora: chiedere rassicurazioni - di cui i Suoi tentativi in rete fanno parte - appartiene probabilmente al Suo problema,
e noi evitiamo accuratamente di darne (rassicurazioni) per evitare di nutrire il problema stesso.
La soluzione che Lei cerca sta nel Suo proprio impegno al cambiamento, non nelle parole.
Però all'amo che abbiamo buttato, questo:
"..applichi puntualmente quanto suggeritoLe o prescrittoLe; senza una Sua partecipazione concreta la psicoterapia non produce miracoli di per sè."
non ci ha dato alcun riscontro.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
in replica ci scrive che
"..Se ho scritto qui è perché non mi sento di aver trovato una risposta esaustiva inerenti le cause di questo disturbo, e soprattutto un valido aiuto."
Grazie della fiducia,
ma sicuramente un consulto online fatto di una manciata di parole non è più "potente" ed efficace di un percorso di psicoterapia di persona per vari mesi, quello che Lei ha fatto.
Sicuramente la Sua Terapeuta Le avrà fatto una diagnosi,
cosa che noi online siamo impossibilitati a porre.
E dunque è in grado di rispondere a Sue domande di cui noi non possediamo gli elementi.
Tenga conto inoltre che l'approccio che io seguo non considera l'approfondimento delle cause "condicio sine qua non" per la risoluzione del problema.
E ancora: chiedere rassicurazioni - di cui i Suoi tentativi in rete fanno parte - appartiene probabilmente al Suo problema,
e noi evitiamo accuratamente di darne (rassicurazioni) per evitare di nutrire il problema stesso.
La soluzione che Lei cerca sta nel Suo proprio impegno al cambiamento, non nelle parole.
Però all'amo che abbiamo buttato, questo:
"..applichi puntualmente quanto suggeritoLe o prescrittoLe; senza una Sua partecipazione concreta la psicoterapia non produce miracoli di per sè."
non ci ha dato alcun riscontro.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2k visite dal 09/06/2021.
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