Superare il mio stato di ansia, rimorso e depressione(?)

Salve.

Riscrivo il consulto in maniera più sintetica visto che il precedente non ha ricevuto risposta ed è scaduto e desidererei molto avere l'opinione di un esperto per capire se vi è la possibilità di intraprendere qualche percorso per riuscire a sentirmi meglio.


La mia può sembrare una richiesta di auto per un problema banale, ma difatti per quanto razionalmente penso lo sia, è circa un mese che sono costantemente in uno stato di perenne ansia, rimorso con continui sensi di colpa, con difficoltà nello svolgere le attività di vita quotidiane perché l'unica cosa che desidero è restare in casa, per via di un tatuaggio che mi sono fatto di recente.


Il tatuaggio è molto esteso e visibile, molto saturo di nero (il che lo rende impossibile da rimuovere con il laser) e si estende dalla spalla al polso ed ho deciso di eseguirlo spinto dall'entusiasmo di un periodo di positivo cambiamento (lavorativo), mi sono tuffato in questa spiacevole avventura.
Dall'ultima seduta ho iniziato progressivamente a rendermi conto che il risultato, per quanto ben eseguito, non era di mio gradimento e risultava "pesante" al mio occhio.
Ho apportato una modifica nei colori che credevo fossero il "problema" di quel tatuaggio, ma dopo un iniziale momento di positività nella cosa durato pochi giorni, sono nuovamente e ancor più fortemente caduto in questo senso di rimorso e senso di colpa per aver in qualche modo "deturpato" il mio corpo.


Sono consapevole che non sia un tatuaggio brutto o mal eseguito, ma so che non lo sento "mio" e che non incontra quello che ero convinto fossero i miei gusti.
Il fatto di non poterlo nascondere e che sia sempre sotto i miei occhi non mi aiuta.

In quest'ultimo mese è ciò a cui penso costantemente durante tutta la giornata, non faccio altro che rammaricarmi sulla scelta fatta e rimuginare continuamente sulle cose che avrei dovuto o potuto fare (o in primis, non fare!).


Vorrei semplicemente capire quali strategie posso adottare o un percorso da intraprendere per accettare questo madornale errore, non dargli tutto questo peso e andare avanti con la mia vita, il lavoro e le relazioni sociali perché in questo periodo, nonostante mi sforzi di tenermi impegnato, il pensiero è costante e non mi permette di essere me stesso e di sentirmi leggero.

Sto soffrendo di ansia costante, inappetenza che mi ha portato a perdere 5kg e difficolta di concentrazione.

Vorrei avere la forza di accettare le conseguenze della mia scelta e voltare pagina, ma mi sento bloccato in questa situazione e non riesco a vedere una via di uscita.

Ho il timore di non riuscire più ad uscirne ed il pensiero di continuare la mia vita, giorno dopo giorno, in questo stato mi uccide.



Datemi qualche speranza, vi prego.
[#1]
Dr.ssa Donatella Fiocchi Psicologo, Psicoterapeuta 60 7
Gentile signore,
prima di tutto vorrei dirle che non esistono problemi banali se ci fanno stare male e per di più al punto da impedirci di vivere normalmente.
La descrizione completa di quello che la tormenta fa pensare che dietro al suo rimuginare come dietro al suo tatuaggio ci siano motivazioni profonde e inconsce che l'hanno portata a punirsi nel momento in cui stava migliorando la sua vita e il suo lavoro.
I sensi di colpa quindi non sono certo legati al tatuaggio in sè ma al motivo per cui se lo è fatto in un modo così visibile e per lei sgradevole. Il continuo pensarci è un meccanismo che tiene a bada i pensieri inconsci più profondi che altrimenti verrebbero in superficie ma da cui lei si protegge.
Si può uscire da questa situazione facendo una psicoterapia psicoanalitica che le permetta insieme al terapeuta di andare a scoprire e quindi superare quei motivi profondi.
Le faccio i miei auguri.
Donatella Fiocchi

Dr.ssa donatella fiocchi

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta Dottoressa.
Con molta fatica ne ho parlato con i miei genitori in quanto mi chiedevano frequentemente se ci fosse qualcosa che non va in questo periodo.
Mio padre mi ha consigliato di chiamare ed incontrare un medico psicoterapeuta che in passato ha incontrato anche lui e con cui si è trovato bene.
Il Medico in questione pratica la vegetoterapia carattero-analitica. Mi sono informato a riguardo in quanto mastico poco la materia ed ho incontrato più di qualche dubbio a riguardo. A breve lo incontrerò ma ho qualche perplessità dato che mi sembra di aver capito che è un ramo poco praticato della psicoterapia. Lei cosa ne pensa?
Cerco di non pensarci per non avere resistenze in seduta ma eventualmente mi riservo di cambiare approccio se non dovesse "fare per me". Lei che tipologia mi consiglierebbe?
Grazie mille ancora.
[#3]
Dr.ssa Donatella Fiocchi Psicologo, Psicoterapeuta 60 7
Buongiorno,
mi dispiace non averle potuto rispondere prima ma non ho avuto la possibilità. Devo dirle che non conosco abbastanza il tipo di orientamento psicoterapeutico cui fa cenno, però in linea generale non è, o perlomeno io non considero mai, positivo fare una psicoterapia con chi ha già analizzato un genitore o un parente in quanto, per quanto il collega sia corretto e onesto, è molto difficile non farsi influenzare dalla lettura di molti fatti familiari già fatta attraverso il racconto e il vissuto del paziente precedente. Quindi lavorare con un terapeuta che non conosce niente della nostra storia è la situazione migliore perché il lavoro possa essere svolto proprio su e dal nostro punto di vista.
Inoltre, e ovviamente è il mio punto di vista, ritengo che la psicoterapia analitica e la psicoanalisi siano i tipi di interventi che riescono a cogliere più in profondità i significati e il senso di tante esperienze precedenti, quindi le consiglierei di rivolgersi a questo tipo di terapie.
Spero di esserel stata di aiuto e le auguro di fare un buon lavoro.
Cordiali saluti
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