Sintomi di ansia e paura di stare da soli che peggiorano dopo 3 anni di psicoterapia

Cari dottori, cerco di riassumere un po’.
Sono nata In una famiglia complicata, vittima di diversi lutti e tragedie familiari, purtroppo a causa di ciò i miei genitori sono entrambi anaffettivi, distaccati e anche se brave persone non hanno mai costituito per me un supporto vero e proprio anzi, quando stavo male temevo di farmi vedere da loro.
Ho sempre cercato di non essergli di peso, anche perché penso seriamente che siano depressi e mi ogni volta che sentono aria di cattive notizie si vede che fanno di tutto per evitarle perché non sono in grado di reggerle.
e in questi anni ne sono capitate di tutti i colori, soprattutto riguardo il cancro che ci ha portato via moltissimi amici e parenti anche giovanissimi e in modo assolutamente ingiusto, anche mio padre si è ammalato di un tumore del sangue ma per fortuna le cure nel suo caso hanno reso gestibile la malattia.
il mio primo episodio di ansia acuta é stato dopo essere tornata da loro, perché sia io che il mio ragazzo avevamo perso il lavoro e avevamo bisogno di un luogo dove andare...da quel momento la mia vita non é stata più la stessa.
Ero a casa dei miei e ho iniziato e nn sentirmi bene, tremavo avevo spasmi e ho avuto una specie di paralisi degli arti, non riuscivo a muovermi.
mia madre passando da lì si è subito spaventata e ha iniziato a chiedermi di smetterla di fare così e di riprendermi mi ha portato via il cane e mi ha iniziato a dire che dovevo reagire e che nn si capiva cosa diavolo avevo era veramente terrorizzata.
Lo ero anche io ovviamente anche perché il tutto durava da quasi 50 min.
Finito questo attacco il mio terrore di riaverne un altro mi impediva di restare sola ma nessuno riuscirà ad avere del tatto a riguardo.

Da quel momento in poi non ho avuto più energie il mio corpo era stanco e son9 caduta in una fitta depressione durata giorn e giorni.
Il corpo non voleva collaborare.
Il mio unico scopo era trovare un lavoro e andare via trovare una casa ma a stento riuscivo ad alazarmi dal letto e camminare.
È stat9 il più grande incubo della mia vita.
fortunatamente ho trovato le forze di cercare una casetta accessibile si risparmi che avevamo.
Li mi sono rivolta subito al servizio pubblico per fare delle sedute di psicoterapia.
M me ne concedevano una al mese e lo psicologo stesso non mi sembrava tanto sensibile alla mia causa.
Così ho trovato una psicologa che mi ha seguito e mi segue ancora da anni ma non riesco a venire al capo del mio problema anzi il problema è che da certi aspetti tutto va meglio da altri invece peggioro.
Non ho sempre paura di uscire da sola o di rimanere a casa da sola.
Ma da un paio di mesi ho paura anche di mangiare da sola...e questo mi terrorizza perché sono già sottopeso e non so come affrontare settimane intere da sola.
Con la mia terapista non parliamo mai dei sintomi.
Parliamo sempre della mia famiglia, del cancro.
Ma il problema più grande per me sono i sintomi che mi impediscono la vita quotidiana.
grazie a tutti spero di essere riuscita a riassu
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Lei è già in psicoterapia.
Però - ci dice - in seduta "..non parliamo mai dei sintomi.
Parliamo sempre della mia famiglia, del cancro.
Ma il problema più grande per me sono i sintomi che mi impediscono la vita quotidiana."

Cosa Vi impedisce di farlo?
Cosa impedisce a Lei di manifestare schiettamente alla Sua Terapeuta quanto ha esposto qui a noi? Magari leggendole questo scritto?
La trasparenza è di fondamentale importanza nell'alleanza terapeutica. E nel successo della terapia.

Saluti cordiali.
Dott.Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Grazie mille della risposta e soprattutto della domanda, il problema é proprio questo. Che ho sempre detto alla mia psicoterapeuta tutto. Soprattutto del fattore che per me il malessere emotivo familiare e le malattie sono assolutamente delle dinamiche fortissime e che mi fanno stare male. Ma la cosa che mi impedisce di vivere come vorrei...sono i sintomi, e la mia paura di provarli o il provarli quando affronto una delle mille cose che mi spaventa. Ma la mia psicologa mi rimanda sempre al fatto che io sono ossessionata dai sintomi e che i sintomi sono solo la parte superficiale delle cose, e che noi dobbiamo indagare su cosa di più profondo si manifesta in me sottoforma di sintomi. Così lavoriamo sul senso di solitudine che mi assale e che tanto mi terrorizza esplorando sempre episodi del passato. Io mi sforzo e sforzo e trovo sempre qualcosa del mio passato da analizzare e da sviscerare. Ma dopo tre anni mi sono stancata di scavare nel passato vorrei vivere nel presente e mi sento come se questo passato attraverso i sintomi non mi permetta di andare avanti. Ho chiesto alla mia dottoressa come posso intanto risolvere il problema del cibo e il fatto che da qualche mese nn riesco a mangiare da sola per paura di soffocare. E lei mi ha detto. Lavorandoci qui insieme e cercando di esplorare delle emozioni difficili..ok continuiamo così..ma quando é che funzionerà? E la risposta é stata che la psicoterapia come una spirale e che anche se io mi sento come regredita in realtà sto salendo. Io non mi sento affatto così non sento tutto ciò. E riferisco tutto sempre. Ma la risposta é che che sono io che non vedo le parti positive e mi concentro su quelle negative( come ad esempio che i sintomi mi impediscono di stare serena quando solo sola.) Mi scuso per essermi dilungata ma ho bisogno di sapere se c'è qualcosa di sbagliato nel mio modo di affrontare la terapia o se i miei dubbi e le mie perplessità sono reali.
PS credo si tratti di psicoterapia analitica . E la ringrazio veramente tanto per l'ascolto
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

è possibile che il percorso di "psicoterapia analitica" abbia attualmente esaurito le proprie potenzialità, accade.
In questo caso cambiare approccio, privilegiando una psicoterapia breve focale integrata, può essere opportuno.
Ne parli però con la Sua Terapeuta: concludere bene è altrettanto importante che iniziare bene..!

Se desidera approfondire la questione dei differenti approcci, ecco una News per nulla complicata:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html .

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Utente
Mi scusi mi sono sbagliata il percorso di psicoterapia, che attualmente seguo, si chiama dinamica breve.
Ho spiegato alla mia psicologa che temo da mesi che che la psicoterapia non faccia più gli effetti che speravo su di me, ma lei dice che sono in quella spirale dove sto salendo verso la guarigione anche se ho la sensazione di non progredire affatto, normale provare questa sensazione per così tanto tempo durante un percorso?
Inoltre volevo approfittare della sua gentilezza per chiederle se vero che gli psicofarmaci durante la gravidanza non creano problematiche oppure se invece sono pericolosi.
Grazie ancora
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