Test covid e vaccinazioni
Buongiorno, vi scrivo perché è da un po' che non so come gestire la situazione.
Allora, sono mamma di un bimbo di quasi tre anni e sono figlia di un' infermiera in pensione.
Mia mamma è sempre stata una sostenitrice della medicina.
Io sono cresciuta con medicinali se stavo male e vaccino antinfluenzale ogni inverno finché verso i 13 anni ho cominciato a rifiutare quest'ultimo e a trovare metodi alternativi alle medicine (le dissi chiaramente che non volevo nessun farmaco neanche tachipirina).
Quando diventai mamma, durante il parto dissi chiaramente che volevo "solo metodi naturali, niente epidurale o episiotomia" , poi iniziarono le vaccinazioni del bimbo e a me sembrava di fargli del male, stavo male a vederlo e piangevo ad ogni dose.
Quando siamo stati male a dicembre avevo una paura terribile che a qualcuno di noi toccasse un tampone perché mi avrebbe dato la stessa reazione delle vaccinazioni di mio figlio.
Due mesi fa poi, la mia compagna è dovuta partire per l'estero per lavoro, le è toccato fare due tamponi (uno molecolare e uno rapido).
Io, nonostante sapessi che era d'obbligo mi arrabbiai con lei anche se in fondo ero consapevole che non fosse colpa sua visto che lei è partita per dare un futuro a noi.
Alla fine l'ho accompagnata ad entrambi i tamponi però non ho resistito e ad un certo punto entrambe le volte me ne sono andata fuori piangendo con un senso di malessere incredibile per quanto lei abbia cercato di rassicurarmi e abbracciarmi subito dicendo che non le avevano fatto niente a parte quello rapido che le aveva dato un po' fastidio, io le continuavo a ripetere che mi diceva bugie e le avevano fatto male ma lei non voleva dirmelo.
Sempre in quel periodo è finito in ospedale mio papà e di prassi in un mese di degenza gli hanno fatto tanti tamponi, ma io non ho reagito in alcun modo.
Tra un mese io raggiungerò per qualche settimana la mia ragazza e là sarò senza bimbo inizialmente, mi da solo tanto fastidio l'idea dei tamponi ma so che non reagirò come a marzo, perché sarò io.
Ad agosto invece andremo sia io che il piccolo là e verremo in Italia con lei, mi ha detto che se le cose staranno ancora così dovrà fare un tampone.
Io sento che sto provando le stesse emozioni dell'altra volta e so che sicuramente piangerò pure li se farà il tampone.
Queste reazioni estreme ce le ho solo con lei e il bambino, con i miei genitori o mia suocera ad esempio o amici, no e sono comunque consapevole dell'utilità di un vaccino o di un tampone, quello che mi fa stare male e mi fa reagire così è il fatto che la vaccinazione sia sottoforma di iniezione (se fosse per via orale sarei molto tranquilla) e per riscontrare il covid bisogna mettere un bastoncino nel naso (fosse solo sulla punta della lingua anche qui sarei tranquilla).
È come se questi metodi io li vedessi più invasivi di quel che sono, ma vista la situazione covid, questo mio "problema"sta diventando un ostacolo.
Vorrei capire come mai io reagisca così.
Vi ringrazio
Allora, sono mamma di un bimbo di quasi tre anni e sono figlia di un' infermiera in pensione.
Mia mamma è sempre stata una sostenitrice della medicina.
Io sono cresciuta con medicinali se stavo male e vaccino antinfluenzale ogni inverno finché verso i 13 anni ho cominciato a rifiutare quest'ultimo e a trovare metodi alternativi alle medicine (le dissi chiaramente che non volevo nessun farmaco neanche tachipirina).
Quando diventai mamma, durante il parto dissi chiaramente che volevo "solo metodi naturali, niente epidurale o episiotomia" , poi iniziarono le vaccinazioni del bimbo e a me sembrava di fargli del male, stavo male a vederlo e piangevo ad ogni dose.
Quando siamo stati male a dicembre avevo una paura terribile che a qualcuno di noi toccasse un tampone perché mi avrebbe dato la stessa reazione delle vaccinazioni di mio figlio.
Due mesi fa poi, la mia compagna è dovuta partire per l'estero per lavoro, le è toccato fare due tamponi (uno molecolare e uno rapido).
Io, nonostante sapessi che era d'obbligo mi arrabbiai con lei anche se in fondo ero consapevole che non fosse colpa sua visto che lei è partita per dare un futuro a noi.
Alla fine l'ho accompagnata ad entrambi i tamponi però non ho resistito e ad un certo punto entrambe le volte me ne sono andata fuori piangendo con un senso di malessere incredibile per quanto lei abbia cercato di rassicurarmi e abbracciarmi subito dicendo che non le avevano fatto niente a parte quello rapido che le aveva dato un po' fastidio, io le continuavo a ripetere che mi diceva bugie e le avevano fatto male ma lei non voleva dirmelo.
Sempre in quel periodo è finito in ospedale mio papà e di prassi in un mese di degenza gli hanno fatto tanti tamponi, ma io non ho reagito in alcun modo.
Tra un mese io raggiungerò per qualche settimana la mia ragazza e là sarò senza bimbo inizialmente, mi da solo tanto fastidio l'idea dei tamponi ma so che non reagirò come a marzo, perché sarò io.
Ad agosto invece andremo sia io che il piccolo là e verremo in Italia con lei, mi ha detto che se le cose staranno ancora così dovrà fare un tampone.
Io sento che sto provando le stesse emozioni dell'altra volta e so che sicuramente piangerò pure li se farà il tampone.
Queste reazioni estreme ce le ho solo con lei e il bambino, con i miei genitori o mia suocera ad esempio o amici, no e sono comunque consapevole dell'utilità di un vaccino o di un tampone, quello che mi fa stare male e mi fa reagire così è il fatto che la vaccinazione sia sottoforma di iniezione (se fosse per via orale sarei molto tranquilla) e per riscontrare il covid bisogna mettere un bastoncino nel naso (fosse solo sulla punta della lingua anche qui sarei tranquilla).
È come se questi metodi io li vedessi più invasivi di quel che sono, ma vista la situazione covid, questo mio "problema"sta diventando un ostacolo.
Vorrei capire come mai io reagisca così.
Vi ringrazio
[#1]
gentile utente le sue reazioni sono, ovviamente, dettate dall'emotività, NON c'è alcuna ragione per temere tamponi e vaccini. Lei li vive in quel modo , forse, per una interpretazione irrazionale che ne fa.
forse dovrebbe discutere la cosa con uno psicologo onde comprendere che quelle pratiche salvaguardano solo la salute e bisognerebbe piangere se non ci fossero ;-)
forse dovrebbe discutere la cosa con uno psicologo onde comprendere che quelle pratiche salvaguardano solo la salute e bisognerebbe piangere se non ci fossero ;-)
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Buongiorno, la ringrazio per aver risposto.
È questo il problema, sono consapevole dell' utilità dei tamponi e dei vaccini cosi come dei farmaci, perché come detto sopra sono figlia di un'infermiera in pensione favorevole a questi quindi sono sempre cresciuta sentendo parlare di medicine e vaccini, poi recentemente di tamponi ma sempre sentito parlare di queste cose in modo positivo, nonostante questo però quando vengono coinvolti mio figlio( che finora non ha ancora fatto tamponi) e la mia compagna io mi innervosisco, mi arrabbio e sempre, esterno le mie emozioni piangendo come nelle esperienze che le ho citato sopra. Succede solo con loro, non con altri parenti o amici.
Vorrei poter gestire questa cosa e capire come mai provi addirittura fastidio e rabbia tale da piangere.
È questo il problema, sono consapevole dell' utilità dei tamponi e dei vaccini cosi come dei farmaci, perché come detto sopra sono figlia di un'infermiera in pensione favorevole a questi quindi sono sempre cresciuta sentendo parlare di medicine e vaccini, poi recentemente di tamponi ma sempre sentito parlare di queste cose in modo positivo, nonostante questo però quando vengono coinvolti mio figlio( che finora non ha ancora fatto tamponi) e la mia compagna io mi innervosisco, mi arrabbio e sempre, esterno le mie emozioni piangendo come nelle esperienze che le ho citato sopra. Succede solo con loro, non con altri parenti o amici.
Vorrei poter gestire questa cosa e capire come mai provi addirittura fastidio e rabbia tale da piangere.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 937 visite dal 24/05/2021.
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