Ansia per la vaccinazione: paura trombosi
Ho 47 anni.
ll periodo di pandemia che stiamo vivendo è per me fonte di grande ansia.
Vorrei porre fine alla mia forte ansietà che ormai dura da più di un anno, sottoponendomi ad una vaccinazione con il vaccino Johnson & Johnson, che per me sarebbe l'ideale, visto che è monodose e mi toglierei subito il pensiero.
Però temo per gli effetti collaterali di questo vaccino, tra i quali vi è anche la trombosi, tanto che tale vaccino è stato consigliato in via preferenziale agli over 60.
Forse il vaccino Pfizer o Moderna, mi farebbe stare più tranquillo, ma terminerei con la vaccinazione addirittura a fine luglio.
In questo momento sono psicologicamente bloccato: fare il Johnson & Johnson subito e togliermi il pensiero o fare due vaccinazioni con Pfizer ma dover aspettare fino a fine luglio, con grande sofferenza psicologica?
La scelta mi crea una terribile ansia.
Chiaramente dovrò essere io a prendere una scelta, ma chiedo un consiglio ai gentili psicologi di questo sito su cosa fare e su come affrontare tale scelta.
Grazie.
ll periodo di pandemia che stiamo vivendo è per me fonte di grande ansia.
Vorrei porre fine alla mia forte ansietà che ormai dura da più di un anno, sottoponendomi ad una vaccinazione con il vaccino Johnson & Johnson, che per me sarebbe l'ideale, visto che è monodose e mi toglierei subito il pensiero.
Però temo per gli effetti collaterali di questo vaccino, tra i quali vi è anche la trombosi, tanto che tale vaccino è stato consigliato in via preferenziale agli over 60.
Forse il vaccino Pfizer o Moderna, mi farebbe stare più tranquillo, ma terminerei con la vaccinazione addirittura a fine luglio.
In questo momento sono psicologicamente bloccato: fare il Johnson & Johnson subito e togliermi il pensiero o fare due vaccinazioni con Pfizer ma dover aspettare fino a fine luglio, con grande sofferenza psicologica?
La scelta mi crea una terribile ansia.
Chiaramente dovrò essere io a prendere una scelta, ma chiedo un consiglio ai gentili psicologi di questo sito su cosa fare e su come affrontare tale scelta.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
la preoccupazione che ci riporta è un classico di questi tempi.
Cosa dirle, diversi elementi.
1. Non mi è dato di sapere quali siano le procedure di adesione alla campagna vaccinale nella sua regione, ma penso che la scelta del preparato debba restare una prerogativa medica, frutto di un'anamnesi, più che una scelta libera della persona da vaccinare. Se il medico sceglie in un certo modo, così sia.
2. Il suggerimento di utilizzare i vaccini a vettore virale per gli over 60 è soltanto, attualmente, un'indicazione, e non di certo un fattore vincolante.
3. A dirla tutta, le trombosi cui si riferisce sono eventi estremamente rari (direi molto più rari di un evento di morte causato dall'assunzione di un farmaco qualunque, di quelli che prendiamo più o meno spesso) e comunque più frequentemente hanno coinvolto le donne.
4. Casi avversi di pari entità, in proporzioni quantomeno paragonabili, si sono verificati anche nei cosiddetti vaccini a mRna, a prescindere dal fatto che la copertura mediatica sia stata o meno la stessa riservata ad altri vaccini.
Ci sono medici che riportano senza indugio di aver preferito un vaccino a vettore virale. Altri contenti di aver fatto un vaccino a mRna, con tutti i vantaggi e le novità che portano con loro...
La verità è che ognuno dice la sua, medici inclusi, ma che la scienza la si fa "insieme"...
Se la scienza - collegialmente - ha già detto che quei farmaci "vanno bene", tutti, il discorso è chiuso.
Non si fermi alla valutazione sulla "trombosi", ma chieda consiglio al suo curante e soprattutto si fidi del medico che incontrerà in sede vaccinale.
A solo titolo di esempio: 28 anni, buona salute, vaccinato con AstraZeneca. Il medico così ha deciso per me e io mi sono rimesso alla sua volontà.
Voglio solo dirle che rischiamo di avere tegole in testa anche stando fermi, a letto, in casa nostra.
La pandemia ci ha tolto tanta serenità, i media hanno fatto il loro... non concediamogli ulteriore raggio d'azione (spero che il colloquio psicologico di cui ci riportava l'anno scorso abbia avuto/stia avendo i suoi frutti).
Perdoni se non ho risposto alla sua domanda, ma le avrei fatto un torto se avessi scelto al posto suo.
Spero però di averle fornito qualche spunto.
Cordialità
la preoccupazione che ci riporta è un classico di questi tempi.
Cosa dirle, diversi elementi.
1. Non mi è dato di sapere quali siano le procedure di adesione alla campagna vaccinale nella sua regione, ma penso che la scelta del preparato debba restare una prerogativa medica, frutto di un'anamnesi, più che una scelta libera della persona da vaccinare. Se il medico sceglie in un certo modo, così sia.
2. Il suggerimento di utilizzare i vaccini a vettore virale per gli over 60 è soltanto, attualmente, un'indicazione, e non di certo un fattore vincolante.
3. A dirla tutta, le trombosi cui si riferisce sono eventi estremamente rari (direi molto più rari di un evento di morte causato dall'assunzione di un farmaco qualunque, di quelli che prendiamo più o meno spesso) e comunque più frequentemente hanno coinvolto le donne.
4. Casi avversi di pari entità, in proporzioni quantomeno paragonabili, si sono verificati anche nei cosiddetti vaccini a mRna, a prescindere dal fatto che la copertura mediatica sia stata o meno la stessa riservata ad altri vaccini.
Ci sono medici che riportano senza indugio di aver preferito un vaccino a vettore virale. Altri contenti di aver fatto un vaccino a mRna, con tutti i vantaggi e le novità che portano con loro...
La verità è che ognuno dice la sua, medici inclusi, ma che la scienza la si fa "insieme"...
Se la scienza - collegialmente - ha già detto che quei farmaci "vanno bene", tutti, il discorso è chiuso.
Non si fermi alla valutazione sulla "trombosi", ma chieda consiglio al suo curante e soprattutto si fidi del medico che incontrerà in sede vaccinale.
A solo titolo di esempio: 28 anni, buona salute, vaccinato con AstraZeneca. Il medico così ha deciso per me e io mi sono rimesso alla sua volontà.
Voglio solo dirle che rischiamo di avere tegole in testa anche stando fermi, a letto, in casa nostra.
La pandemia ci ha tolto tanta serenità, i media hanno fatto il loro... non concediamogli ulteriore raggio d'azione (spero che il colloquio psicologico di cui ci riportava l'anno scorso abbia avuto/stia avendo i suoi frutti).
Perdoni se non ho risposto alla sua domanda, ma le avrei fatto un torto se avessi scelto al posto suo.
Spero però di averle fornito qualche spunto.
Cordialità
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
[#2]
Ex utente
Gentile dottor Toscano, la ringrazio per la dettagliata risposta, che contiene elementi di grande interesse. Le ribadisco che, istintivamente, l'ipotesi vaccinazione con Johnson & Johnson, è quella che preferisco. Il mio medico curante non mi ha fornito specifici divieti in merito, rendendomi libero di scegliere qualsiasi vaccino. Però ho dimenticato di dirgli che mio nonno, nella sua vita, ha avuto una trombosi. Dunque non so se esista una problematica di ereditarietà che, in casi come questo,va considerata ai fini della scelta del vaccino. Condivido comunque con lei sulla necessità di non farsi influenzare dal terrorismo mediatico. Ok, avrei quindi deciso per il monodose Johnson e Johnson. In tutta sincerità le dico che, una volta effettuata la vaccinazione, il successivo step da superare sarebbe il seguente: come gestire le paure e le ansie che dopo il vaccino mi potrebbero venire. Avrei paura degli effetti collaterali e starei male per giorni, attendendo chissà quale "effetto catastrofico". Caro dottore, io le sto solo raccontando le mie paure. Ma sappia che, dopo il momento delle riflessioni, per me arriva sempre quello delle decisioni. E sarà così anche stavolta. La ringrazio per la sensibilità e la competenza dimostrata.
[#3]
Gentile utente,
ripeto, probabilmente a più chiare lettere, che a mio avviso la via maestra per la vaccinazione consiste nel riportare pedissequamente al medico che le farà l'anamnesi la sua storia clinica, a prescindere dal giudizio che lei ha su eventuali sue problematiche di salute.
Gli presenti la "fotografia" più reale della sua situazione, senza orientarla e senza omettere nulla, e il medico provvederà a farle somministrare il preparato che più confà al suo caso. Insomma, la chiave è la fiducia nella persona deputata a provvedere per lei!
Pertanto, davvero, trasformerei la sua scelta in una... non-scelta. Non per niente, ma perché non sta a noi pazienti decidere (possiamo invece decidere se farci iniettare o meno quello che ci viene proposto, quello sicuramente, e questa è la nostra scelta!).
Se poi, oltre alle ragioni mediche, ci fossero anche questioni organizzative (es. sul suo essere in sede per una eventuale seconda dose), credo anche questo elemento vada senz'altro riportato.
Rispetto alle strategie per fronteggiare la preoccupazione per gli eventuali - come li chiama lei - "effetti catastrofici" ... bisognerebbe conoscerla un po' di più.
Prima non a caso le chiedevo dell'incontro con lo psicologo di cui ci parlava qualche tempo fa. Com'è andata? Ha ricevuto aiuto? Lo sta ancora ricevendo? Se no, pensa che questo professionista - conoscendola - potrebbe aiutarla in maniera un po' più puntuale su questo punto?
Parlando un po' in generale, tra le strategie possibili per arginare l'ansia post-vaccino, a quelli che piacciono i numeri e il pensiero razionale, ad esempio, potrebbe giovare una buona informazione anche proprio quantitativa sui rischi che il vaccino può comportare ... Se lì vedrà, capirà che i numeri delle reazioni gravi sono davvero paragonabili a valori prossimi all'inezia. Ma questo è il mio caso, ad esempio, e potrebbe non rivelarsi utile - e anzi dannoso - per chi è invece predisposto a farsene un'ossessione (penso ad esempio a chi non si fermerebbe a qualche lettura e trasformerebbe questa informazione in un'azione persistente e compulsiva!).
Ci sono poi diverse altre stategie ... L'ironia, ad esempio, in alcuni soggetti aiuta a smorzare certe paure... Scherzare sul fatto potrebbe avere un suo senso. E in generale anche una buona vita sociale contribuisce!
Ci sono poi tecniche di rilassamento, la mindfulness, ...
... O anche solo il parlare con persone che hanno già ricevuto il vaccino e che, come potrà vedere, stanno benissimo!!!
Ecco, di strategie ce ne sono un po'... Ne individua qualcuna più adatta a lei?
Mi raccomando, poi: niente programmi o siti catastrofici...
Non veda la frase che segue come un'offesa, un non capire la sua situazione: una persona che ha ansia rispetto ad una cosa vive una situazione meritevole di attenzione e comprensione sempre, anche se questa stessa questione non la si vede allo stesso modo.
Però, ecco... Di fatto lei potrebbe essere davanti a una non scelta .... e ad attendere una cosa, il cosiddetto evento catastrofico ... che semplicemente non arriverà.
Spero di strapparle un piccolo, timido sorriso: quando mi sono vaccinato io, poco prima di salire sull'autobus che mi avrebbe portato al centro vaccinale, avevo appena saputo che anche l'Italia aveva ritirato - come stava già accadendo dal mattino di quel giorno in mezza Europa - un lotto di vaccino Astrazeneca.
Sono poi andato a fare il vaccino, e all'indomani ho scoperto che avevano ritirato anche il lotto da cui veniva la fiala che avevano fatto a me.
Il giorno dopo il vaccino, a lavoro, sostenevo poi di aver osservato un dettaglio che avrebbe rivelato la presenza di una persona nella palazzina che però... non si trovava!
Cosa ha pensato il personale di portineria? Imputava questa osservazione a ... una fantomatica allucinazione da vaccino ... !!!
Ore dopo abbiamo scoperto che quella persona c'era effettivamente all'ora della mia osservazione, si era allontanata per un po', e poi era tornata. Insomma... ci avevo visto bene.
Sempre in quella stessa giornata, mi è venuta poi - com'è normale - un po' di febbre e la sera stessa effettivamente non al mio meglio.... Le devo dire alcuni dei commenti ricevuti? Immagina da sè.
Il giorno successivo non avevo più niente. E, ovviamente, se le scrivo è perché ... sono ancora qua!
ripeto, probabilmente a più chiare lettere, che a mio avviso la via maestra per la vaccinazione consiste nel riportare pedissequamente al medico che le farà l'anamnesi la sua storia clinica, a prescindere dal giudizio che lei ha su eventuali sue problematiche di salute.
Gli presenti la "fotografia" più reale della sua situazione, senza orientarla e senza omettere nulla, e il medico provvederà a farle somministrare il preparato che più confà al suo caso. Insomma, la chiave è la fiducia nella persona deputata a provvedere per lei!
Pertanto, davvero, trasformerei la sua scelta in una... non-scelta. Non per niente, ma perché non sta a noi pazienti decidere (possiamo invece decidere se farci iniettare o meno quello che ci viene proposto, quello sicuramente, e questa è la nostra scelta!).
Se poi, oltre alle ragioni mediche, ci fossero anche questioni organizzative (es. sul suo essere in sede per una eventuale seconda dose), credo anche questo elemento vada senz'altro riportato.
Rispetto alle strategie per fronteggiare la preoccupazione per gli eventuali - come li chiama lei - "effetti catastrofici" ... bisognerebbe conoscerla un po' di più.
Prima non a caso le chiedevo dell'incontro con lo psicologo di cui ci parlava qualche tempo fa. Com'è andata? Ha ricevuto aiuto? Lo sta ancora ricevendo? Se no, pensa che questo professionista - conoscendola - potrebbe aiutarla in maniera un po' più puntuale su questo punto?
Parlando un po' in generale, tra le strategie possibili per arginare l'ansia post-vaccino, a quelli che piacciono i numeri e il pensiero razionale, ad esempio, potrebbe giovare una buona informazione anche proprio quantitativa sui rischi che il vaccino può comportare ... Se lì vedrà, capirà che i numeri delle reazioni gravi sono davvero paragonabili a valori prossimi all'inezia. Ma questo è il mio caso, ad esempio, e potrebbe non rivelarsi utile - e anzi dannoso - per chi è invece predisposto a farsene un'ossessione (penso ad esempio a chi non si fermerebbe a qualche lettura e trasformerebbe questa informazione in un'azione persistente e compulsiva!).
Ci sono poi diverse altre stategie ... L'ironia, ad esempio, in alcuni soggetti aiuta a smorzare certe paure... Scherzare sul fatto potrebbe avere un suo senso. E in generale anche una buona vita sociale contribuisce!
Ci sono poi tecniche di rilassamento, la mindfulness, ...
... O anche solo il parlare con persone che hanno già ricevuto il vaccino e che, come potrà vedere, stanno benissimo!!!
Ecco, di strategie ce ne sono un po'... Ne individua qualcuna più adatta a lei?
Mi raccomando, poi: niente programmi o siti catastrofici...
Non veda la frase che segue come un'offesa, un non capire la sua situazione: una persona che ha ansia rispetto ad una cosa vive una situazione meritevole di attenzione e comprensione sempre, anche se questa stessa questione non la si vede allo stesso modo.
Però, ecco... Di fatto lei potrebbe essere davanti a una non scelta .... e ad attendere una cosa, il cosiddetto evento catastrofico ... che semplicemente non arriverà.
Spero di strapparle un piccolo, timido sorriso: quando mi sono vaccinato io, poco prima di salire sull'autobus che mi avrebbe portato al centro vaccinale, avevo appena saputo che anche l'Italia aveva ritirato - come stava già accadendo dal mattino di quel giorno in mezza Europa - un lotto di vaccino Astrazeneca.
Sono poi andato a fare il vaccino, e all'indomani ho scoperto che avevano ritirato anche il lotto da cui veniva la fiala che avevano fatto a me.
Il giorno dopo il vaccino, a lavoro, sostenevo poi di aver osservato un dettaglio che avrebbe rivelato la presenza di una persona nella palazzina che però... non si trovava!
Cosa ha pensato il personale di portineria? Imputava questa osservazione a ... una fantomatica allucinazione da vaccino ... !!!
Ore dopo abbiamo scoperto che quella persona c'era effettivamente all'ora della mia osservazione, si era allontanata per un po', e poi era tornata. Insomma... ci avevo visto bene.
Sempre in quella stessa giornata, mi è venuta poi - com'è normale - un po' di febbre e la sera stessa effettivamente non al mio meglio.... Le devo dire alcuni dei commenti ricevuti? Immagina da sè.
Il giorno successivo non avevo più niente. E, ovviamente, se le scrivo è perché ... sono ancora qua!
[#4]
Ex utente
Gentile dottore,
le rispondo sul quesito che mi ha posto riguardo la visita psicologica di cui avevo parlato in una mia richiesta di consulto postata qualche mese fa e nella quale riferivo del mio timore di una possibilità di contagio con il terapeuta. È accaduta una cosa incredibile, talmente surreale che quando l'ho saputo quasi non credevo a ciò che avevo sentito. Dunque, nel novembre scorso, mi pare, mi reco dallo psicologo (seguendo tutte le accortezze del caso, mascherina per entrambi e distanza di due metri, più finestra aperta). L'incontro si chiude normalmente dopo un'ora. Tre settimane dopo richiamo lo psicologo per prendere telefonicamente il successivo appuntamento. E qui, date anche le mie paure, mi si gela il sangue: lo psicologo mi risponde al telefono dicendomi di essere ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma per Covid. Le lascio immaginare come io mi sia sentito in quel momento. Ricostruiamo insieme il momento nel quale lui mi riferisce di essersi con ogni probabilità infettato e vediamo che il contagio è quasi certamente avvenuto due giorni dopo che ci eravamo visti, durante un suo viaggio a Milano dai figli. Peraltro lo psicologo, che ho continuato a sentire telefonicamente solo per aggiornarmi sul suo stato di salute, è rimasto ricoverato per 20 giorni. Ora sta bene e già da mesi ha risolto il problema. Però, appunto, prima di proseguire i nostri incontri
le rispondo sul quesito che mi ha posto riguardo la visita psicologica di cui avevo parlato in una mia richiesta di consulto postata qualche mese fa e nella quale riferivo del mio timore di una possibilità di contagio con il terapeuta. È accaduta una cosa incredibile, talmente surreale che quando l'ho saputo quasi non credevo a ciò che avevo sentito. Dunque, nel novembre scorso, mi pare, mi reco dallo psicologo (seguendo tutte le accortezze del caso, mascherina per entrambi e distanza di due metri, più finestra aperta). L'incontro si chiude normalmente dopo un'ora. Tre settimane dopo richiamo lo psicologo per prendere telefonicamente il successivo appuntamento. E qui, date anche le mie paure, mi si gela il sangue: lo psicologo mi risponde al telefono dicendomi di essere ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma per Covid. Le lascio immaginare come io mi sia sentito in quel momento. Ricostruiamo insieme il momento nel quale lui mi riferisce di essersi con ogni probabilità infettato e vediamo che il contagio è quasi certamente avvenuto due giorni dopo che ci eravamo visti, durante un suo viaggio a Milano dai figli. Peraltro lo psicologo, che ho continuato a sentire telefonicamente solo per aggiornarmi sul suo stato di salute, è rimasto ricoverato per 20 giorni. Ora sta bene e già da mesi ha risolto il problema. Però, appunto, prima di proseguire i nostri incontri
[#6]
Gentile utente,
Cosa dire! Tutto è bene quel che finisce bene!
Mi fa piacere sapere che il collega stia ora bene e che proseguirete il percorso insieme.
Sono sicuro che in lui potrà anche trovare il supporto di cui necessita.
Ciò detto, se vorrà, potrà comunque aggiornarci sulla vicenda vaccino.
Ci farà piacere leggerla... Vaccinato e, perché no, più tranquillo! D'altro canto avrà un'arma in più a proteggerla da questo insopportabile patogeno!
A lei un caro saluto
Cosa dire! Tutto è bene quel che finisce bene!
Mi fa piacere sapere che il collega stia ora bene e che proseguirete il percorso insieme.
Sono sicuro che in lui potrà anche trovare il supporto di cui necessita.
Ciò detto, se vorrà, potrà comunque aggiornarci sulla vicenda vaccino.
Ci farà piacere leggerla... Vaccinato e, perché no, più tranquillo! D'altro canto avrà un'arma in più a proteggerla da questo insopportabile patogeno!
A lei un caro saluto
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E allora in bocca al lupo, anche se - glielo dico proprio sinceramente - non le serve mica! :)
Vedrà, sarà una passeggiata di salute (letteralmente) e a parte qualche ragionevole sintomo che POTREBBE (e non è mica detto!) arrivare e sparire in 1-2 giorni ... non succederà proprio nulla!
Domani mi tocca la seconda dose. Vuol vedere che finirò a letto io, vista come mi è andata la prima dose?
Spero di no. Voglio andare al mare e son contento se ci andrà anche lei (anche se la geografia mi è di certo più favorevole... ma le alternative "piacevoli" nella sua zona son tante e alcune anche migliori del mare stesso!) ;)
Vedrà, sarà una passeggiata di salute (letteralmente) e a parte qualche ragionevole sintomo che POTREBBE (e non è mica detto!) arrivare e sparire in 1-2 giorni ... non succederà proprio nulla!
Domani mi tocca la seconda dose. Vuol vedere che finirò a letto io, vista come mi è andata la prima dose?
Spero di no. Voglio andare al mare e son contento se ci andrà anche lei (anche se la geografia mi è di certo più favorevole... ma le alternative "piacevoli" nella sua zona son tante e alcune anche migliori del mare stesso!) ;)
[#10]
Ex utente
Gentile dottor Toscano,
innanzitutto le faccio il mio in bocca al lupo per la seconda dose del suo vaccino. Anche in questo caso, credo tuttavia che lei non abbia bisogno dei miei auguri, visto che riuscirà a gestire questo momento di certo in maniera ottimale. Per quello che riguarda me, eccomi qui nel post-vaccino. Mi sembra di non averle detto che ho sempre avuto anche una fobia per le siringhe, gli aghi e la vista del sangue. Dunque le lascio immaginare come oggi mi sentissi, al momento della somministrazione del vaccino. Spesso, in passato, dopo una iniezione, ho anche accusato i sintomi di uno svenimento (pur senza mai svenire). Devo tuttavia ammettere che la puntura, oggi, non l'ho neppure sentita. Ma il momento più difficile (e ciò le potrà sembrare paradossale) è stato incredibilmente rappresentato da quei lunghissimi, interminabili 15 minuti che ho dovuto trascorrere dopo la vaccinazione, per attendere che non si manifestasse nessun effetto collaterale immediato. Avevo una paura assurda che ciò potesse succedere. La cosa più faticosa è stata quella di trascorrere questo lasso di tempo in compagnia di altri pazienti, dunque con la necessità anche di mantenere un certo contegno per non far vedere le mie paure. Ora eccoci al momento della paura degli effetti collaterali del vaccino, che mi accompagnerà di sicuro almeno per un paio di notti. Le sembrerà strano, ma io non temo affatto la febbre. Ciò che mi preoccupa è il mal di stomaco, la diarrea, la nausea, la spossatezza e tutte le situazioni fisiche potenzialmente invalidanti. Ad ognuno le sue.. fobie! :) Passerò dunque una nottata piuttosto agitata, in attesa di qualche evento catastrofico. Ma su questo lei mi ha già dato consigli e pareri molto interessanti, che dunque cerchero di mettere in pratica! Sempre per fornirle un'analisi precisa ed obiettiva di me, le vorrei comunque dire che, nonostante le abbia confessato le mie paure, riesco a gestirle piuttosto bene e che, forse, a volte io abbia solo la necessità di manifestarle, smussarle, parlarci su, per cercare in un certo qual senso di "esorcizzarle", o comunque di affrontarle per conviverci in maniera più che accettabile. Nella mia vita ho conseguito un buon successo in campo lavorativo, dove da anni devo affrontare un'attività dalla matrice fortemente ansiogena che, altri mi creda, non riuscirebbero a sopportare (faccio il giornalista ad alti livelli, devo ogni giorno sopportare il peso della diretta televisiva, del parlare ad un pubblico numeroso ma che non "vedo" e del dover essere irreprensibile in ogni occasione). Una continua "palestra" dunque, che mi serve per affrontare ed "allenare" le mie piccole o grandi fragilità.
La vorrei di nuovo ringraziare perchè lei ha perfettamente prodotto ciò che un paziente di solito cerca nel suo terapeuta: una serie di consigli "pratici" da utilizzare, per affrontare le paure e le ansie.
Un caro saluto e speriamo che, nè per lei nè per me, vi siano effetti collaterali nel "nostro" mi permetto di dire, post-vaccino !!
innanzitutto le faccio il mio in bocca al lupo per la seconda dose del suo vaccino. Anche in questo caso, credo tuttavia che lei non abbia bisogno dei miei auguri, visto che riuscirà a gestire questo momento di certo in maniera ottimale. Per quello che riguarda me, eccomi qui nel post-vaccino. Mi sembra di non averle detto che ho sempre avuto anche una fobia per le siringhe, gli aghi e la vista del sangue. Dunque le lascio immaginare come oggi mi sentissi, al momento della somministrazione del vaccino. Spesso, in passato, dopo una iniezione, ho anche accusato i sintomi di uno svenimento (pur senza mai svenire). Devo tuttavia ammettere che la puntura, oggi, non l'ho neppure sentita. Ma il momento più difficile (e ciò le potrà sembrare paradossale) è stato incredibilmente rappresentato da quei lunghissimi, interminabili 15 minuti che ho dovuto trascorrere dopo la vaccinazione, per attendere che non si manifestasse nessun effetto collaterale immediato. Avevo una paura assurda che ciò potesse succedere. La cosa più faticosa è stata quella di trascorrere questo lasso di tempo in compagnia di altri pazienti, dunque con la necessità anche di mantenere un certo contegno per non far vedere le mie paure. Ora eccoci al momento della paura degli effetti collaterali del vaccino, che mi accompagnerà di sicuro almeno per un paio di notti. Le sembrerà strano, ma io non temo affatto la febbre. Ciò che mi preoccupa è il mal di stomaco, la diarrea, la nausea, la spossatezza e tutte le situazioni fisiche potenzialmente invalidanti. Ad ognuno le sue.. fobie! :) Passerò dunque una nottata piuttosto agitata, in attesa di qualche evento catastrofico. Ma su questo lei mi ha già dato consigli e pareri molto interessanti, che dunque cerchero di mettere in pratica! Sempre per fornirle un'analisi precisa ed obiettiva di me, le vorrei comunque dire che, nonostante le abbia confessato le mie paure, riesco a gestirle piuttosto bene e che, forse, a volte io abbia solo la necessità di manifestarle, smussarle, parlarci su, per cercare in un certo qual senso di "esorcizzarle", o comunque di affrontarle per conviverci in maniera più che accettabile. Nella mia vita ho conseguito un buon successo in campo lavorativo, dove da anni devo affrontare un'attività dalla matrice fortemente ansiogena che, altri mi creda, non riuscirebbero a sopportare (faccio il giornalista ad alti livelli, devo ogni giorno sopportare il peso della diretta televisiva, del parlare ad un pubblico numeroso ma che non "vedo" e del dover essere irreprensibile in ogni occasione). Una continua "palestra" dunque, che mi serve per affrontare ed "allenare" le mie piccole o grandi fragilità.
La vorrei di nuovo ringraziare perchè lei ha perfettamente prodotto ciò che un paziente di solito cerca nel suo terapeuta: una serie di consigli "pratici" da utilizzare, per affrontare le paure e le ansie.
Un caro saluto e speriamo che, nè per lei nè per me, vi siano effetti collaterali nel "nostro" mi permetto di dire, post-vaccino !!
[#11]
Gentile utente,
che dire, la ringrazio dei nuovi elementi che ha riportato, che mi aiutano ulteriormente a capire "che tipo è" e, con tanti limiti da parte mia, a cercare di darle consiglio.
Sono contento che abbia fatto il vaccino, e di certo un po' meno dei suoi 15 minuti "di fuoco".
Come saprà, quelli sono forse davvero i 15 minuti da un punto di vista medico più critici di tutti, e passati quelli dovremmo tutti essere più tranquilli.
Inutile però dire che le ansie che abitano in ciascuno non la pensano sempre così, anche se è così!
Guardiamo al lato positivo delle cose: non ha sentito la paura dello svenimento che la permea usualmente. Vuol vedere che un po' la sua fobia la sta già superando?
Un ago, anche quando piccolo come quello del vaccino, è sempre un ago... Eppure ...
Vorrei poi dirle che credo di intuire, pur senza presunzione di capire completamente, quanto dice a proposito del doverne parlare. Penso che la parola esorcizzare da lei usata renda molto l'idea.
Allora, ecco, può sicuramente usare questo spazio, se vuole, per parlare della sua questione vaccino quando ne avrà bisogno. Magari non è proprio nello stile del sito, ma dopotutto è un impegno a tempo assai determinato (!!!), per il tempo che serve e non un giorno di più.
A questo proposito, quanto raccontava mi ha fatto venire in mente un aneddoto raccontato dal cantautore Samuele Bersani, un artista a mio avviso molto bravo e anche "psicologico", che conoscerà probabilmente meglio di me.
A un suo concerto, raccontò di essere stato lasciato dalla ragazza e di essere andato da Lucio Dalla a chiedere come uscire da questa situazione così difficile. Dalla gli consigliò di mettere a frutto questo suo dolore e questa sua agitazione, e lui così fece.
Ne venne fuori, se non sono a confondermi, una canzone meravigliosa: "Canzone", appunto, portata al successo da Dalla, che credo ne curò le musiche (con videoclip e sonorità partenopee, peraltro) e che in seguito è stata ricantata anche da altri importanti artisti.
Dico questo non di certo per venirle ad insegnare niente, ma perché le metterei sul piatto una possibile strategia, di cui ovviamente lascio a lei la valutazione: trasformare questa ansia per il post-vaccino in un "prodotto", sia esso serio, ironico, raccontante la realtà per com'è o anche in senso figurato. Insomma, un prodotto di cui potrebbe scegliere la natura, qualcosa che può andare dal diario a suo uso e consumo... a un pezzo giornalistico... O, sogniamo un po', a un piccolo romanzetto o chissà cosa.
L'importante è esorcizzare, e naturalmente se riterrà lei questa una soluzione possibile .. saprà poi cosa fare.
Come sempre, col beneficio del dubbio, della distanza, della non conoscenza e dei miei limiti personali...
Un caro saluto e coraggio!
che dire, la ringrazio dei nuovi elementi che ha riportato, che mi aiutano ulteriormente a capire "che tipo è" e, con tanti limiti da parte mia, a cercare di darle consiglio.
Sono contento che abbia fatto il vaccino, e di certo un po' meno dei suoi 15 minuti "di fuoco".
Come saprà, quelli sono forse davvero i 15 minuti da un punto di vista medico più critici di tutti, e passati quelli dovremmo tutti essere più tranquilli.
Inutile però dire che le ansie che abitano in ciascuno non la pensano sempre così, anche se è così!
Guardiamo al lato positivo delle cose: non ha sentito la paura dello svenimento che la permea usualmente. Vuol vedere che un po' la sua fobia la sta già superando?
Un ago, anche quando piccolo come quello del vaccino, è sempre un ago... Eppure ...
Vorrei poi dirle che credo di intuire, pur senza presunzione di capire completamente, quanto dice a proposito del doverne parlare. Penso che la parola esorcizzare da lei usata renda molto l'idea.
Allora, ecco, può sicuramente usare questo spazio, se vuole, per parlare della sua questione vaccino quando ne avrà bisogno. Magari non è proprio nello stile del sito, ma dopotutto è un impegno a tempo assai determinato (!!!), per il tempo che serve e non un giorno di più.
A questo proposito, quanto raccontava mi ha fatto venire in mente un aneddoto raccontato dal cantautore Samuele Bersani, un artista a mio avviso molto bravo e anche "psicologico", che conoscerà probabilmente meglio di me.
A un suo concerto, raccontò di essere stato lasciato dalla ragazza e di essere andato da Lucio Dalla a chiedere come uscire da questa situazione così difficile. Dalla gli consigliò di mettere a frutto questo suo dolore e questa sua agitazione, e lui così fece.
Ne venne fuori, se non sono a confondermi, una canzone meravigliosa: "Canzone", appunto, portata al successo da Dalla, che credo ne curò le musiche (con videoclip e sonorità partenopee, peraltro) e che in seguito è stata ricantata anche da altri importanti artisti.
Dico questo non di certo per venirle ad insegnare niente, ma perché le metterei sul piatto una possibile strategia, di cui ovviamente lascio a lei la valutazione: trasformare questa ansia per il post-vaccino in un "prodotto", sia esso serio, ironico, raccontante la realtà per com'è o anche in senso figurato. Insomma, un prodotto di cui potrebbe scegliere la natura, qualcosa che può andare dal diario a suo uso e consumo... a un pezzo giornalistico... O, sogniamo un po', a un piccolo romanzetto o chissà cosa.
L'importante è esorcizzare, e naturalmente se riterrà lei questa una soluzione possibile .. saprà poi cosa fare.
Come sempre, col beneficio del dubbio, della distanza, della non conoscenza e dei miei limiti personali...
Un caro saluto e coraggio!
[#12]
Ex utente
Caro dottore,
L'idea di esorcizzare credo che in effetti possa rappresentare una delle vie più utili da percorrere, assieme a quella dell'ironia e del prendersi anche un po' in giro. Ottimo anche il suo consiglio di trasferire le proprie ansie in un qualcosa di scritto, in un prodotto della propria creatività. Anche questa può essere una forma di sfogo. Credo che la cosa davvero importante sia quella di non trasformare le proprie ansie e le proprie fobie in una sorta di soliloquio. Lì si, che sarebbe pericoloso. Occorre invece dargli sfogo, parlarne in giro, cercare il più possibile, appunto, di esorcizzarle. Certo, a questo punto però, sorgono alcuni dubbi: con chi confidarsi? A chi regalare la propria fiducia per raccontare le proprie ansie e fobie? "Bisognerebbe affidarsi ad una buona vita sociale" - affermava lei caro dottore in un suo scritto di qualche giorno fa. Sono assolutamente d'accordo. Ma converrà con me che, purtroppo, spesso non esistono persone nella nostra cerchia di conoscenze che siano effettivamente in grado di avere la sensibilità e lo spessore umano per capire veramente, per stabilire una empatia che possa davvero fare si che questo confronto sia realmente positivo. A chi le vado a raccontare, le mie ansie e le mie fobie, se ci sono poche persone in grado di parlare il tuo stesso linguaggio? Forse, appunto, solo ad un bravo terapeuta. E anche in questo, occorre essere fortunati e trovare un professionista preoarato e dalle grandi doti di intelligenza ed umanità. Venendo ad argomenti più specifici, come previsto, ho trascorso la notte quasi in bianco, avrò dormito non più di un'ora e mezzo. Tanto dolore al braccio luogo dell'iniezione e una certa generale adrenalina ancora in corpo. Insomma, la forma oggi non è delle migliori. Ma, come lei mi insegna, proviamo a sdrammatizzare: e dunque le suggerisco, a proposito del suo riferimento a Samuele Bersani, di ascoltare la sua canzone "Cosa vuoi da me", che è una delle mie preferite. La lascio con questa canzone idealmente in sottofondo, rinnovandole i miei complimenti per il suo approccio professionale: teso alla risoluzione dei problemi, attraverso una indicazione di intervento diretto, pratico, rapido ed efficace. Perché anche la psicologia deve saper "risolvere" i problemi del paziente, e non limitarsi ad una oziosa trattazione meramente teorica di questi. E complimenti anche perché lei non esagera, non mette paura, non terrorizza l'utente di turno. Un atteggiamento non da poco e che molti suoi colleghi non hanno la sensibilità e l'empatia di comprendere e di utilizzare nella loro pratica quotidiana. Un caro saluto.
L'idea di esorcizzare credo che in effetti possa rappresentare una delle vie più utili da percorrere, assieme a quella dell'ironia e del prendersi anche un po' in giro. Ottimo anche il suo consiglio di trasferire le proprie ansie in un qualcosa di scritto, in un prodotto della propria creatività. Anche questa può essere una forma di sfogo. Credo che la cosa davvero importante sia quella di non trasformare le proprie ansie e le proprie fobie in una sorta di soliloquio. Lì si, che sarebbe pericoloso. Occorre invece dargli sfogo, parlarne in giro, cercare il più possibile, appunto, di esorcizzarle. Certo, a questo punto però, sorgono alcuni dubbi: con chi confidarsi? A chi regalare la propria fiducia per raccontare le proprie ansie e fobie? "Bisognerebbe affidarsi ad una buona vita sociale" - affermava lei caro dottore in un suo scritto di qualche giorno fa. Sono assolutamente d'accordo. Ma converrà con me che, purtroppo, spesso non esistono persone nella nostra cerchia di conoscenze che siano effettivamente in grado di avere la sensibilità e lo spessore umano per capire veramente, per stabilire una empatia che possa davvero fare si che questo confronto sia realmente positivo. A chi le vado a raccontare, le mie ansie e le mie fobie, se ci sono poche persone in grado di parlare il tuo stesso linguaggio? Forse, appunto, solo ad un bravo terapeuta. E anche in questo, occorre essere fortunati e trovare un professionista preoarato e dalle grandi doti di intelligenza ed umanità. Venendo ad argomenti più specifici, come previsto, ho trascorso la notte quasi in bianco, avrò dormito non più di un'ora e mezzo. Tanto dolore al braccio luogo dell'iniezione e una certa generale adrenalina ancora in corpo. Insomma, la forma oggi non è delle migliori. Ma, come lei mi insegna, proviamo a sdrammatizzare: e dunque le suggerisco, a proposito del suo riferimento a Samuele Bersani, di ascoltare la sua canzone "Cosa vuoi da me", che è una delle mie preferite. La lascio con questa canzone idealmente in sottofondo, rinnovandole i miei complimenti per il suo approccio professionale: teso alla risoluzione dei problemi, attraverso una indicazione di intervento diretto, pratico, rapido ed efficace. Perché anche la psicologia deve saper "risolvere" i problemi del paziente, e non limitarsi ad una oziosa trattazione meramente teorica di questi. E complimenti anche perché lei non esagera, non mette paura, non terrorizza l'utente di turno. Un atteggiamento non da poco e che molti suoi colleghi non hanno la sensibilità e l'empatia di comprendere e di utilizzare nella loro pratica quotidiana. Un caro saluto.
[#13]
Gentile utente,
a distanza di qualche giorno voglio ringraziarla per gli apprezzamenti che mi fa, che probabilmente non merito, e salutarla anche io.
Condivido, come persona più che come psicologo, che parlare delle proprie paure, confidarsi anche con qualche amico, sia un ottimo toccasana, per quanto diverso da quanto accade con uno psicologo (uno psicologo può essere amichevole ma mai amico quando si svolge un percorso con lui/lei ... e forse questo origina anche certi atteggiamenti di alcuni colleghi, con conseguenti reazioni di numerosi utenti, come quella che ad esempio ha raccontato anche lei).
Un po' meno condivido quella tendenza alla sfiducia verso gli altri che un po' lascia intravedere rispetto alle possibili persone con cui aprirsi. Forse è vero, non sono tantissime, ma d'altro canto - a titolo tutto personale - ritengo che nel mondo ce ne siano quante ne bastano (amici di tutti, confidenti con/di pochi!). Vorrei che non smettessimo mai di credere nel fatto che un amico, o un partner, al momento giusto, possa esserci sempre. Anche se sì, capisco che a volte la vita un po' illuda, e così anche le persone, e ... anche noi prendiamo i nostri abbagli, perché no (ma la realtà è che almeno un amico c'è sempre!).
Alla fine, ne vien fuori a volte un po' di rabbia, forse come quella che cantava Bersani nella bella canzone che mi ha suggerito, e per la quale la ringrazio. Una rabbia che grida forte e, sono convinto, non è che una forma di ricerca di "bene", la ricerca di un abbraccio, quello che forse a volte sentiamo venir meno quando rimaniamo... scottati... e diamo la colpa agli altri, a volte a ragione, e molto spesso invece facendo alla Bersani ... ossia dimenticandoci delle nostre, di colpe ("La colpa non è mia, non è mia, questo lo sai bene" .. ma può mai esserci una SOLA colpa da parte di una SOLA persona?).
... Ne potremmo parlare fino ... all'ora della fine del mondo, per semicitare un'altra canzone estera coverizzata in italiano ... ma questa è un'altra storia, direi.
Ecco, tornando invece al vaccino. Sono passati ormai diversi giorni, ci candiamo alla quasi settimana.
Forse forse è il tempo di spegnere l'interruttore della paura? Chissà, magari lo ha già fatto. Ne sarei contento. E in generale spero che stia meglio, e abbia dormito di più, del giorno in cui ci siamo letti l'ultima volta.
Dal canto mio, prima di salutarla, le racconto - visto che le avevo parlato anche della mia vaccinazione - che non ho avuto alcuna reazione alla seconda dose del vaccino... e sì, sto piuttosto, e soltanto, pagando il leggero fastidio della parte di schiena che mi son dimenticato di "cremizzare" quando ho raggiunto il mio proposito di andare al mare :).
Se ne ha possibilità, e se le piace anche solo la metà di quanto piace a me ... le auguro presto un buon mare ... un buon posto dove riporre e lasciare, anche proprio simbolicamente, anche grazie a un piccolo rituale, tanti pensieri ... il mare, nella sua infinità, accoglie - e senza alcun peso - ansie e paure grandi per noi ... ma piccole, più piccole di un granello di sabbia, per lui ...
Cari saluti.
a distanza di qualche giorno voglio ringraziarla per gli apprezzamenti che mi fa, che probabilmente non merito, e salutarla anche io.
Condivido, come persona più che come psicologo, che parlare delle proprie paure, confidarsi anche con qualche amico, sia un ottimo toccasana, per quanto diverso da quanto accade con uno psicologo (uno psicologo può essere amichevole ma mai amico quando si svolge un percorso con lui/lei ... e forse questo origina anche certi atteggiamenti di alcuni colleghi, con conseguenti reazioni di numerosi utenti, come quella che ad esempio ha raccontato anche lei).
Un po' meno condivido quella tendenza alla sfiducia verso gli altri che un po' lascia intravedere rispetto alle possibili persone con cui aprirsi. Forse è vero, non sono tantissime, ma d'altro canto - a titolo tutto personale - ritengo che nel mondo ce ne siano quante ne bastano (amici di tutti, confidenti con/di pochi!). Vorrei che non smettessimo mai di credere nel fatto che un amico, o un partner, al momento giusto, possa esserci sempre. Anche se sì, capisco che a volte la vita un po' illuda, e così anche le persone, e ... anche noi prendiamo i nostri abbagli, perché no (ma la realtà è che almeno un amico c'è sempre!).
Alla fine, ne vien fuori a volte un po' di rabbia, forse come quella che cantava Bersani nella bella canzone che mi ha suggerito, e per la quale la ringrazio. Una rabbia che grida forte e, sono convinto, non è che una forma di ricerca di "bene", la ricerca di un abbraccio, quello che forse a volte sentiamo venir meno quando rimaniamo... scottati... e diamo la colpa agli altri, a volte a ragione, e molto spesso invece facendo alla Bersani ... ossia dimenticandoci delle nostre, di colpe ("La colpa non è mia, non è mia, questo lo sai bene" .. ma può mai esserci una SOLA colpa da parte di una SOLA persona?).
... Ne potremmo parlare fino ... all'ora della fine del mondo, per semicitare un'altra canzone estera coverizzata in italiano ... ma questa è un'altra storia, direi.
Ecco, tornando invece al vaccino. Sono passati ormai diversi giorni, ci candiamo alla quasi settimana.
Forse forse è il tempo di spegnere l'interruttore della paura? Chissà, magari lo ha già fatto. Ne sarei contento. E in generale spero che stia meglio, e abbia dormito di più, del giorno in cui ci siamo letti l'ultima volta.
Dal canto mio, prima di salutarla, le racconto - visto che le avevo parlato anche della mia vaccinazione - che non ho avuto alcuna reazione alla seconda dose del vaccino... e sì, sto piuttosto, e soltanto, pagando il leggero fastidio della parte di schiena che mi son dimenticato di "cremizzare" quando ho raggiunto il mio proposito di andare al mare :).
Se ne ha possibilità, e se le piace anche solo la metà di quanto piace a me ... le auguro presto un buon mare ... un buon posto dove riporre e lasciare, anche proprio simbolicamente, anche grazie a un piccolo rituale, tanti pensieri ... il mare, nella sua infinità, accoglie - e senza alcun peso - ansie e paure grandi per noi ... ma piccole, più piccole di un granello di sabbia, per lui ...
Cari saluti.
[#14]
Ex utente
Caro dottor Toscano, torno a risponderle a distanza di qualche giorno. Innanzitutto perché non ho voluto disturbarla. E in secondo luogo per informarla che fra circa una decina di giorni effettuerò la seconda dose di vaccino. Ma c'è ancora tempo, anche se l'ansia già cresce. Ma questa è una cosa prevedibile, perché ormai mi conosco talmente bene che provo a convivere con le mie piccole o grandi paure, cercando faticosamente ma con determinazione di esorcizzarle. Perché ritengo (forse a torto) che imparare a convivere con le proprie ansie e paure sia già un modo per affrontarle. La ringrazio ancora per le parole sempre appropriate che utilizza in ogni suo consulto e che credo siano di grande aiuto. Raramente mi è capitato di incontrare uno psicologo così bravo nel suscitare riflessioni nel paziente. Questo si deve alla sua abilità e al suo approccio con il suo interlocutore. Un approccio rassicurante, dal quale partire, per poi raccontare cose o consigli che possono anche non essere rassicuranti, ma che comunque generano in chi li legge una certa riflessione. Ho poi notato che il nostro scambio di messaggi è stato visualizzato da un numero impressionante di visualizzazioni, più di 1100, se non sbaglio. La cosa mi rende felice, perché mi auguro che le mie riflessioni e le sue risposte, possano magari risultare utili anche a chi ci legge. Mi faceva piacere salutarla. Proverò a scriverle in prossimità della mia seconda vaccinazione. Evento che so, lei ha già brillantemente superato. E la cosa mi fa molto piacere. A presto e grazie per la sempre squisita attenzione.
[#15]
Gentile utente,
Mi fa piacere sapere di lei, e saperla star bene, e di certo non mi disturba. Perché dovrebbe :).
Sono sicuro che lei le sue ansie, o paure, le gestisca benissimo, almeno diciamo per gli effetti "esterni". Ci credo pienamente. E penso che forse forse andrebbe anche "bene" così.
Però ecco, se dovessi suggerirle come continuare, oltre che sicuramente consigliarle di proseguire con il percorso con lo psicologo di cui ci diceva, le consiglierei di... Provare un po', o continuare, a capire cosa queste ansie vogliono dirle.
Perché ha paura della vaccinazione, per esempio?
Quale messaggio la sua testa vuole inviarle? Cosa ci può essere sotto, ad esempio, in termini di suoi bisogni non (tanto) ascoltati? Cosa le manca? E, perché no, cosa invece ha?
Non ho risposte da darle, la mia è la domanda (anche banale, ma non so quanto frequente) di chi non sa... E sicuramente la risposta cui penso non si trova sui manuali, ma in lei stesso.
Probabilmente la troverà nel percorso che farà con lo psicologo di cui mi raccontava (spero non abbia cambiato idea).
... Lasciando perdere le definizioni da manuale, voglio solo dirle che penso che dietro ogni ansia ci sia un messaggio da lei e per lei.
E son dell'avviso che non esista vita senza ansia, che una buona gestione dell'ansia renda tutto "ok"... E che però conoscerla un po' di più, senza impegno... È un bel regalo che ci si può fare... l'ansia per certi versi è come un sogno: é un messaggio in codice dal didentro.
C'è una logica che la guida, anzi che la crea, ma va capita, interpretata, non è semplice, né immediata.
Forse il prossimo passo è passare dalla buona gestione alla conoscenza dei perché della sua ansia?
Di questo lei sarebbe assai capace... Di questo e altro...
Vuole riflettere (ancora) un po'? Le consiglio una lettura recente... Che parla di psicologia, e in parte anche di ansia, senza dir banalità e senza voler essere un manuale.
Un libro che non risponderà a nessuno dei suoi dubbi, temo, ma le propone, diciamo così, un viaggio. Forse forse uno scorcio diverso, che forse è meglio di qualche risposta.
Se, e solo se, le va ...
Paolo Inghilleri (2021). I luoghi che curano. Raffaello Cortina.
E le dico che se riterrà di aver speso l'equivalente di una pizza al piatto per una lettura inutile, la riterrò titolato a chiederla a me, quella pizza.
Parlando invece della cosa più ""semplice"" di tutte... Mi fa piacere abbia fatto un vaccino a doppia dose, evidentemente senza battere i piedi per il vaccino particolare che citava al primo messaggio e anzi affidandosi alla proposta del medico che ha incontrato in quel momento.
... Lo sa che non sono state segnalate ad AIFA trombosi alle seconde dosi, si? ;) :P
Un caro saluto
Mi fa piacere sapere di lei, e saperla star bene, e di certo non mi disturba. Perché dovrebbe :).
Sono sicuro che lei le sue ansie, o paure, le gestisca benissimo, almeno diciamo per gli effetti "esterni". Ci credo pienamente. E penso che forse forse andrebbe anche "bene" così.
Però ecco, se dovessi suggerirle come continuare, oltre che sicuramente consigliarle di proseguire con il percorso con lo psicologo di cui ci diceva, le consiglierei di... Provare un po', o continuare, a capire cosa queste ansie vogliono dirle.
Perché ha paura della vaccinazione, per esempio?
Quale messaggio la sua testa vuole inviarle? Cosa ci può essere sotto, ad esempio, in termini di suoi bisogni non (tanto) ascoltati? Cosa le manca? E, perché no, cosa invece ha?
Non ho risposte da darle, la mia è la domanda (anche banale, ma non so quanto frequente) di chi non sa... E sicuramente la risposta cui penso non si trova sui manuali, ma in lei stesso.
Probabilmente la troverà nel percorso che farà con lo psicologo di cui mi raccontava (spero non abbia cambiato idea).
... Lasciando perdere le definizioni da manuale, voglio solo dirle che penso che dietro ogni ansia ci sia un messaggio da lei e per lei.
E son dell'avviso che non esista vita senza ansia, che una buona gestione dell'ansia renda tutto "ok"... E che però conoscerla un po' di più, senza impegno... È un bel regalo che ci si può fare... l'ansia per certi versi è come un sogno: é un messaggio in codice dal didentro.
C'è una logica che la guida, anzi che la crea, ma va capita, interpretata, non è semplice, né immediata.
Forse il prossimo passo è passare dalla buona gestione alla conoscenza dei perché della sua ansia?
Di questo lei sarebbe assai capace... Di questo e altro...
Vuole riflettere (ancora) un po'? Le consiglio una lettura recente... Che parla di psicologia, e in parte anche di ansia, senza dir banalità e senza voler essere un manuale.
Un libro che non risponderà a nessuno dei suoi dubbi, temo, ma le propone, diciamo così, un viaggio. Forse forse uno scorcio diverso, che forse è meglio di qualche risposta.
Se, e solo se, le va ...
Paolo Inghilleri (2021). I luoghi che curano. Raffaello Cortina.
E le dico che se riterrà di aver speso l'equivalente di una pizza al piatto per una lettura inutile, la riterrò titolato a chiederla a me, quella pizza.
Parlando invece della cosa più ""semplice"" di tutte... Mi fa piacere abbia fatto un vaccino a doppia dose, evidentemente senza battere i piedi per il vaccino particolare che citava al primo messaggio e anzi affidandosi alla proposta del medico che ha incontrato in quel momento.
... Lo sa che non sono state segnalate ad AIFA trombosi alle seconde dosi, si? ;) :P
Un caro saluto
[#16]
Ex utente
Gentile dottore,
come promessole, torno di nuovo a scriverle dopo aver fatto la seconda dose di vaccino, ieri in mattinata (giovedì). Oggi è una giornata terribile. Senso di malessere generale, senso di ottundimento, dolore al braccio, spossatezza, dolori dappertutto, mal di testa. E anche, dulcis in fundo, un bel 38 di febbre. E un umore che, come potrà immaginare, non è certo dei migliori. Credo (mi corregga se sbaglio) che siano gli effetti collaterali della seconda dose. Ho preso già due tachipirine nel corso di questa giornata, che fanno lì per lì abbassare la febbre e attenuare qualche dolore. I sintomi sono iniziati stanotte e durano tuttora. Non vedo l'ora che finiscano. Ma finiranno? boh. Questo per aggiornarla sul mio attuale stato!
La ringrazio infinitamente per il consiglio su Paolo Inghilleri, I luoghi che curano. E' mia tendenza innata immedesimarmi fino a tal punto nelle letture che faccio, che questi libri sono solito prenderli sempre con molto interesse ma anche con un pizzico di circospezione. Tanto per proteggere, diciamo così, la mia sensibilità. Ma lo leggerò senz'altro. Devo solo trovare il momento giusto per farlo, sia per ciò che riguarda l'umore che la situazione di tranquillità generale. Il fatto che sia una persona del suo acume a consigliarmi tale lettura, mi stimola molto a farlo e la ringrazio per l'indicazione. Come al solito, mi offre sempre spunti degni di essere approfonditi.
Prendiamo il suo ultimo intervento, in ordine di tempo, con il suo consiglio di vedere cosa c'è dietro a questa mia ansia e cosa si nasconde dietro alla mia paura, ad esempio, della vaccinazione. Come potrà immaginare, già da tempo sto provando a rispondere a queste domande e non mi accontento di certo solo di organizzare strategie per "convivere" con le mie ansie e paure. Le ribadisco che molto presto riprenderò i miei incontri con il terapeuta, attendevo solo di vaccinarmi. Ora, per rispondere alla sua domanda: Cosa c'è, dunque, dietro alla mia ansia? Cosa è che mi manca? Provo a rispondere: per me, dietro a molte delle mie paure, c'è il timore di stare male fisicamente. Di avere qualche malattia grave. Vede, dottore, io sono un tipo davvero molto particolare di.. ipocondriaco. La stragrande maggioranza degli ipocondriaci, sono soliti (mi corregga se sbaglio) farsi mille analisi, prove, visite e, anche in presenza di responsi medici rassicuranti, non abbandonano mai il loro terrore di essere malati. Ebbene, anche io ho il terrore di essere malato, come gli ipocondriaci, ma preferisco assai vigliaccamente, forse, "mettere la testa sotto terra", come fa lo struzzo. Nel senso che riduco al minimo le analisi e le visite, per paura di "scoprire" qualcosa che non va dal punto di vista della mia salute fisica (anche per l'assoluto terrore degli aghi e delle sirighe e del sangue, che mi fa spesso avere i sintomi dello svenimento durante un prelievo sanguigno). La mia ipotesi (non so se fondata o meno) è che proprio questo mio timore di visitarmi, rappresenti la causa della mia paura e delle mie ansie. Perchè certamente avverto in modo chiaro che solo visitandomi, facendomi ad esempio delle analisi del sangue ecc, potrei forse eliminare gran parte delle mie paure sul mio stato di salute fisica, che poi altro non è che la paura di morire o di essere vittima di qualche malattia grave. Tutti elementi che, come detto, credo rappresentino le fonti principali della mia ansietà quotidiana. Ma certo, il mio è solo un abbozzo di ipotesi: perchè, in tutta sincerità, forse è anche vero che, anche in presenza di eventuali responsi medici rassicuranti, troverei la mia tranquillità per pochi mesi, tornando poi a preoccuparmi puntualmente dopo qualche tempo, magari cogliendo qualche altro pretesto o interpretando in maniera eccessiva qualche sintomo. Come vede, caro dottore, a volte sembra di essere difronte a un cane che si morde la coda, ad un circolo vizioso di difficile soluzione. Ovviamente ogni sua idea in merito, ora che mi conosce un po' meglio, è decisamente ben accetta. Vediamo, secondo lei, da cosa nasce questa mia ansietà? Il suo parere mi serve molto per continuare con la riflessione.
Non la disturbo oltre, Nonostante la febbre e la spossatezza, sono riuscito, spero, a fare un discorso intimo e personale, raccontandole le mie paure più nascoste. Se così non fosse stato, me ne scuso con lei. Grazie e un carissimo saluto!
come promessole, torno di nuovo a scriverle dopo aver fatto la seconda dose di vaccino, ieri in mattinata (giovedì). Oggi è una giornata terribile. Senso di malessere generale, senso di ottundimento, dolore al braccio, spossatezza, dolori dappertutto, mal di testa. E anche, dulcis in fundo, un bel 38 di febbre. E un umore che, come potrà immaginare, non è certo dei migliori. Credo (mi corregga se sbaglio) che siano gli effetti collaterali della seconda dose. Ho preso già due tachipirine nel corso di questa giornata, che fanno lì per lì abbassare la febbre e attenuare qualche dolore. I sintomi sono iniziati stanotte e durano tuttora. Non vedo l'ora che finiscano. Ma finiranno? boh. Questo per aggiornarla sul mio attuale stato!
La ringrazio infinitamente per il consiglio su Paolo Inghilleri, I luoghi che curano. E' mia tendenza innata immedesimarmi fino a tal punto nelle letture che faccio, che questi libri sono solito prenderli sempre con molto interesse ma anche con un pizzico di circospezione. Tanto per proteggere, diciamo così, la mia sensibilità. Ma lo leggerò senz'altro. Devo solo trovare il momento giusto per farlo, sia per ciò che riguarda l'umore che la situazione di tranquillità generale. Il fatto che sia una persona del suo acume a consigliarmi tale lettura, mi stimola molto a farlo e la ringrazio per l'indicazione. Come al solito, mi offre sempre spunti degni di essere approfonditi.
Prendiamo il suo ultimo intervento, in ordine di tempo, con il suo consiglio di vedere cosa c'è dietro a questa mia ansia e cosa si nasconde dietro alla mia paura, ad esempio, della vaccinazione. Come potrà immaginare, già da tempo sto provando a rispondere a queste domande e non mi accontento di certo solo di organizzare strategie per "convivere" con le mie ansie e paure. Le ribadisco che molto presto riprenderò i miei incontri con il terapeuta, attendevo solo di vaccinarmi. Ora, per rispondere alla sua domanda: Cosa c'è, dunque, dietro alla mia ansia? Cosa è che mi manca? Provo a rispondere: per me, dietro a molte delle mie paure, c'è il timore di stare male fisicamente. Di avere qualche malattia grave. Vede, dottore, io sono un tipo davvero molto particolare di.. ipocondriaco. La stragrande maggioranza degli ipocondriaci, sono soliti (mi corregga se sbaglio) farsi mille analisi, prove, visite e, anche in presenza di responsi medici rassicuranti, non abbandonano mai il loro terrore di essere malati. Ebbene, anche io ho il terrore di essere malato, come gli ipocondriaci, ma preferisco assai vigliaccamente, forse, "mettere la testa sotto terra", come fa lo struzzo. Nel senso che riduco al minimo le analisi e le visite, per paura di "scoprire" qualcosa che non va dal punto di vista della mia salute fisica (anche per l'assoluto terrore degli aghi e delle sirighe e del sangue, che mi fa spesso avere i sintomi dello svenimento durante un prelievo sanguigno). La mia ipotesi (non so se fondata o meno) è che proprio questo mio timore di visitarmi, rappresenti la causa della mia paura e delle mie ansie. Perchè certamente avverto in modo chiaro che solo visitandomi, facendomi ad esempio delle analisi del sangue ecc, potrei forse eliminare gran parte delle mie paure sul mio stato di salute fisica, che poi altro non è che la paura di morire o di essere vittima di qualche malattia grave. Tutti elementi che, come detto, credo rappresentino le fonti principali della mia ansietà quotidiana. Ma certo, il mio è solo un abbozzo di ipotesi: perchè, in tutta sincerità, forse è anche vero che, anche in presenza di eventuali responsi medici rassicuranti, troverei la mia tranquillità per pochi mesi, tornando poi a preoccuparmi puntualmente dopo qualche tempo, magari cogliendo qualche altro pretesto o interpretando in maniera eccessiva qualche sintomo. Come vede, caro dottore, a volte sembra di essere difronte a un cane che si morde la coda, ad un circolo vizioso di difficile soluzione. Ovviamente ogni sua idea in merito, ora che mi conosce un po' meglio, è decisamente ben accetta. Vediamo, secondo lei, da cosa nasce questa mia ansietà? Il suo parere mi serve molto per continuare con la riflessione.
Non la disturbo oltre, Nonostante la febbre e la spossatezza, sono riuscito, spero, a fare un discorso intimo e personale, raccontandole le mie paure più nascoste. Se così non fosse stato, me ne scuso con lei. Grazie e un carissimo saluto!
[#17]
Gentile utente,
innanzitutto, c'è da dire che possiamo festeggiare il completamento della sua vaccinazione, no? :)
Tra un timore e l'altro, è riuscito a farsi immunizzare ... e i sintomi che descrive - pur fastidiosi - mi sembrano quasi un "buon segno": lei ha dalla sua età un'età ancora giovane, con un sistema immunitario evidentemente reattivo, che sta facendo evidentemente il suo dovere ... e immagino abbia fatto un vaccino a mRna che, per quel che mi capita di vedere ... è solito chiedere il conto proprio al secondo giro :)).
Verosimilmente, oggi o al più domani starà benissimo. Quindi potrebbe leggere questo mio messaggio da una condizione anche molto diversa da quella nella quale era quando ha scritto il suo ultimo (che comunque ha scritto molto bene, quindi stava male ma neanche troppo troppo eh :)).
"Ma finiranno?"
Jamme!!! :) :)
Rispetto al libro che le suggerivo, non si aspetti un libro che "scombussola"... Non credo le farà questo effetto ma, piuttosto, potrebbe avvicinarla a dei temi proponendole uno stile meno solito di vedere le cose ... Ci si può approcciare direi tranquillamente, quasi direi che la distrarrà ;). Un libro sicuramente più in tema sarebbe (stato?) invece "Ansia" di Joseph LeDoux... tanto per dire...
Venendo ai perché delle sue sensazioni ... credo che a questo giro abbia "spostato un po' più dietro" la domanda ma non vi abbia risposto davvero. E, del resto, sarebbe stato insolito il contrario. Altrimenti mica si rivolgeva a noi!
Quello che voglio dirle è che ok, è assai verosimile che il timore per la vaccinazione sia riconducibile a una più generale ipocondria. D'altro canto, l'ipocondria è una forma d'ansia, probabilmente niente di più, niente di meno, ed è approfondire questo aspetto, mi pare - e a ragione - il suo "target".
Sarebbe davvero difficile ipotizzare cosa scatena la SUA ipocondria. Certamente, alcune esperienze di malattia pregresse o in famiglia sono solitamente citati tra i principali fattori alla base. Ci sono poi "gruppi" di persone che - stando alla mia (breve) esperienza, più che alla letteratura scientifica, in verità - sono più predisposti a svilupparla (penso ad es. ai non-eterosessuali).
Ma su questo: 1) da un lato, per come vedo io le cose, penso che risposte a questo livello non rispondano davvero, non scendano in profondità quanto basta per trovare la VERA causa (se anche fosse, ok il contatto con certe realtà, ma perché si finisce poi per rimanerne "vittima"? ci dev'essere una ragione "più sotto"! Al precedente consulto le chiedevo ad esempio "cosa le manca" e "cosa ha" per farla riflettere un po' di più sulla sua vita); 2) dall'altro, devo farle presente i numerosi limiti oggettivi che mi allontanano dal formularle una risposta giusta e sensata ... solo alcuni sono, nessuno banale, il limite del consulto online, il non conoscerla come servirebbe e, non da meno, il mio limite personale ... tenga presente che NON sono psicoterapeuta e in realtà non mi occupo nemmeno principalmente di clinica, né vengo da questa formazione (forse questo lo avrà capito già) [l'elenco dei motivi potrebbe continuare, ma se ce ne fosse anche solo mezzo, e non tanti come in questo caso, capirebbe bene che basterebbe e avanzerebbe per impedirci di arrivare a una risposta concreta e definitiva ... anche perché la psicoterapia è un viaggio, un percorso ... non una risposta - figuriamoci poi secca - del terapeuta!].
Cosa dirle, quindi. Provando a ri-organizzare i pensieri:
1. I sintomi del vaccino le passeranno a breve. In 1 (Pfizer) o 2 (Moderna) settimane da questa seconda dose avrà raggiunto la protezione massima offerta dal vaccino.
2. Dopo, potrà finalmente dedicarsi - con qualche pensiero in meno - al suo percorso con il suo terapeuta (che ha aspettato di vedere, ma che l'avrebbe incontrata in sicurezza anche prima!).
3. Insieme, cercherete la via di fuga migliore ... per far uscire questa fastidiosa nemica ... (non per forza indagandone le cause).
Io le faccio i miei migliori auguri per questo percorso, e d'ogni bene
Un caro saluto
- F
innanzitutto, c'è da dire che possiamo festeggiare il completamento della sua vaccinazione, no? :)
Tra un timore e l'altro, è riuscito a farsi immunizzare ... e i sintomi che descrive - pur fastidiosi - mi sembrano quasi un "buon segno": lei ha dalla sua età un'età ancora giovane, con un sistema immunitario evidentemente reattivo, che sta facendo evidentemente il suo dovere ... e immagino abbia fatto un vaccino a mRna che, per quel che mi capita di vedere ... è solito chiedere il conto proprio al secondo giro :)).
Verosimilmente, oggi o al più domani starà benissimo. Quindi potrebbe leggere questo mio messaggio da una condizione anche molto diversa da quella nella quale era quando ha scritto il suo ultimo (che comunque ha scritto molto bene, quindi stava male ma neanche troppo troppo eh :)).
"Ma finiranno?"
Jamme!!! :) :)
Rispetto al libro che le suggerivo, non si aspetti un libro che "scombussola"... Non credo le farà questo effetto ma, piuttosto, potrebbe avvicinarla a dei temi proponendole uno stile meno solito di vedere le cose ... Ci si può approcciare direi tranquillamente, quasi direi che la distrarrà ;). Un libro sicuramente più in tema sarebbe (stato?) invece "Ansia" di Joseph LeDoux... tanto per dire...
Venendo ai perché delle sue sensazioni ... credo che a questo giro abbia "spostato un po' più dietro" la domanda ma non vi abbia risposto davvero. E, del resto, sarebbe stato insolito il contrario. Altrimenti mica si rivolgeva a noi!
Quello che voglio dirle è che ok, è assai verosimile che il timore per la vaccinazione sia riconducibile a una più generale ipocondria. D'altro canto, l'ipocondria è una forma d'ansia, probabilmente niente di più, niente di meno, ed è approfondire questo aspetto, mi pare - e a ragione - il suo "target".
Sarebbe davvero difficile ipotizzare cosa scatena la SUA ipocondria. Certamente, alcune esperienze di malattia pregresse o in famiglia sono solitamente citati tra i principali fattori alla base. Ci sono poi "gruppi" di persone che - stando alla mia (breve) esperienza, più che alla letteratura scientifica, in verità - sono più predisposti a svilupparla (penso ad es. ai non-eterosessuali).
Ma su questo: 1) da un lato, per come vedo io le cose, penso che risposte a questo livello non rispondano davvero, non scendano in profondità quanto basta per trovare la VERA causa (se anche fosse, ok il contatto con certe realtà, ma perché si finisce poi per rimanerne "vittima"? ci dev'essere una ragione "più sotto"! Al precedente consulto le chiedevo ad esempio "cosa le manca" e "cosa ha" per farla riflettere un po' di più sulla sua vita); 2) dall'altro, devo farle presente i numerosi limiti oggettivi che mi allontanano dal formularle una risposta giusta e sensata ... solo alcuni sono, nessuno banale, il limite del consulto online, il non conoscerla come servirebbe e, non da meno, il mio limite personale ... tenga presente che NON sono psicoterapeuta e in realtà non mi occupo nemmeno principalmente di clinica, né vengo da questa formazione (forse questo lo avrà capito già) [l'elenco dei motivi potrebbe continuare, ma se ce ne fosse anche solo mezzo, e non tanti come in questo caso, capirebbe bene che basterebbe e avanzerebbe per impedirci di arrivare a una risposta concreta e definitiva ... anche perché la psicoterapia è un viaggio, un percorso ... non una risposta - figuriamoci poi secca - del terapeuta!].
Cosa dirle, quindi. Provando a ri-organizzare i pensieri:
1. I sintomi del vaccino le passeranno a breve. In 1 (Pfizer) o 2 (Moderna) settimane da questa seconda dose avrà raggiunto la protezione massima offerta dal vaccino.
2. Dopo, potrà finalmente dedicarsi - con qualche pensiero in meno - al suo percorso con il suo terapeuta (che ha aspettato di vedere, ma che l'avrebbe incontrata in sicurezza anche prima!).
3. Insieme, cercherete la via di fuga migliore ... per far uscire questa fastidiosa nemica ... (non per forza indagandone le cause).
Io le faccio i miei migliori auguri per questo percorso, e d'ogni bene
Un caro saluto
- F
Questo consulto ha ricevuto 17 risposte e 9.1k visite dal 24/05/2021.
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